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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    22/04/2012    2 recensioni
[PARTECIPANTE AL CONTEST “Funny how love is everywhere;” indetto da DazedAndConfused]
-Pairing: Roger Taylor/Robert Plant (Hot Space)
-Battuta scelta: “Posso Darti un Bacio?”
Prima di essersene reso conto, nella confusione che sembrava avesse preso possesso di sé, Roger Meddows-Taylor, uno dei fottutissimi padroni di casa, aveva svuotato per tre quarti la robusta bottiglia piena fino all'orlo di liquore dorato: come avesse fatto neppure lui era tanto sicuro di saperlo, era solo consapevole del fatto che, sulle labbra, aveva ancora il gusto dolciastro del brandy misto al fresco del vetro che picchiava contro i suoi denti e ricordava vagamente la sensazione di bruciore in gola tanto più tracannava sorsate e sorsate di alcolico.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Roger Taylor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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PARTECIPANTE AL CONTEST “Funny how love is everywhere;” indetto da DazedAndConfused

-Nick: SHUN DI ANDROMEDA/KungFuCharlie
-Titolo: Brandy
-Pairing: Roger Taylor/Robert Plant (Hot Space)
-Rating: Verde
-Warnings: Slash, Hurt/Comfort
-Battuta scelta: “Posso Darti un Bacio?”
-Prompt scelto: Caos
-Note dell’autore:Ho dovuto inserirci in qualche modo Bowie!

§§§

BRANDY

Prima di essersene reso conto, nella confusione che sembrava avesse preso possesso di sé, Roger Meddows-Taylor, uno dei fottutissimi padroni di casa, aveva svuotato per tre quarti la robusta bottiglia piena fino all'orlo di liquore dorato: come avesse fatto neppure lui era tanto sicuro di saperlo, era solo consapevole del fatto che, sulle labbra, aveva ancora il gusto dolciastro del brandy misto al fresco del vetro che picchiava contro i suoi denti e ricordava vagamente la sensazione di bruciore in gola tanto più tracannava sorsate e sorsate di alcolico.

Con la testa del tutto imbambolata, il batterista mosse pochi e traballanti passi fuori dal camerino che lui, Brian e John dividevano in quelle giornate di prove, di nervosismi e lunghe e dolorose discussioni: nessuno di loro era tornato a casa in quella settimana, si erano arrangiati alla bell' e meglio su brande militari montate nella stanza, e non avevano dormito neppure troppo: c'era troppo a cui pensare, e troppe cose a cui non pensare affatto per evitare di stare peggio che mai.

Caos, caos emotivo, fisico e mentale in ogni dove, e non solo in loro tre, che tendevano a stringersi assieme come alla ricerca di un conforto impossibile, il che era anche uno dei motivi per cui avevano tacitamente deciso di trasferirsi temporaneamente lì, ma veramente in tutti.

E con tutti, non intendevano solamente gli amici che erano riusciti a radunare per quel concerto che, almeno nelle loro intenzioni, doveva brillare ed essere più rombante di un tuono nella notte, ma anche i tecnici che montavano le luci, i vari membri dello staff, che correvano infaticabili ovunque, i responsabili del loro ufficio stampa... Insomma, ogni singola persona coinvolta in quell'evento, ogni più piccola vite era pervasa di un entusiasmo febbrile, che rasentava la follia a tratti.

Era ovvio che volessero rendere il tutto indimenticabile, e così anche Roger lo desiderava.

Ma come puoi pensare di rendere indimenticabile qualcosa di così importante mentre hai la testa per tre quarti nel gabinetto e sei intento a rimettere anche la cena di Natale dell'anno scorso?

Con un singulto, l’ondata di nausea lo travolse ancora e lui fece appena in tempo a ributtare la testa in avanti prima di sentirsi male del tutto, il corpo scosso da tremiti, singhiozzi e conati di vomito, con la giacca ormai sudata e inutilizzabile, ma non riusciva a fermarsi, sentiva dolore dovunque e anche le lacrime non la smettevano di scendere.

All’improvviso, una mano robusta e gentile prese a massaggiargli la schiena e a sorreggergli la fronte sudata, permettendogli di liberarsi: prostrato, Roger si lasciò cadere all’indietro, tra le braccia di colui che era corso in suo soccorso.

Stupefatto e incredulo, e pure un poco imbarazzato, il biondo vide davanti a sé una folta capigliatura biondo cenere, che incorniciava un volto preoccupato e immerso nella vaporosa stoffa blu di una maglietta attillata, che cingeva il petto di uno dei musicisti che quella sera, di lì a poco meno di un'ora, in effetti, avrebbe sfilato sul palco e avrebbe suonato assieme a loro.

Robert...” mugolò il batterista, massaggiandosi le tempie che scoppiavano: “Cosa fai qui?”

Questo dovrei chiederlo io, non pensi?” ribattè lui con tono preoccupato: “Che è successo? Il damerino ha detto di averti visto entrare in bagno con l'aria di chi ha un appuntamento con la tazza del cesso.”

Già, cosa era successo? O meglio, cosa stava succedendo? Era tutto così irreale, incredibilmente irreale, forse era un sogno? Si, era l’unica spiegazione, che fosse un sogno crudele: quel mal di testa non c'era, e lui non si era tracannato più di un litro di brandy, mandando al diavolo il proprio fegato.

Geez, amico. Hai l'alito che puzza più di quello del vecchio Jesse del negozio di liquori sotto casa dei miei... Cosa ti sei scolato per ridurti in questo modo?” Robert scrutò il volto pallido e semiprivo di sensi del biondo, sentendo montare in lui la voglia di schiaffeggiarlo a dovere.

Cosa che fece, e anche con discreta violenza prima di portarlo praticamente in braccio fino al lavandino e buttargli poco gentilmente la testa sotto l'acqua corrente: ignorò le proteste e gli strepiti del malcapitato, che lasciò andare unicamente quando ebbe la certezza che fosse in grado di reggersi in piedi da solo, o quanto meno che fosse dignitosamente in grado di stare poggiato contro un muro.

Si può sapere che ti è preso? Tra quaranta minuti devi essere sul palco e ti ubriachi giusto ora?”

Ridacchiando istericamente, con una lacrima che cominciava a scivolare lungo la guancia, seguita da tante altre, Roger non rispose, si limitò ad annuire, accoccolandosi contro la parete e biascicando frasi e parole incomprensibili.

Plant lo osservò a lungo, stupefatto da quello scatto isterico, ma in fondo si stava chiedendo quanto ci sarebbe voluto perchè crollasse: il damerino-Bowie si era prodigato a consolare un Deaks sull'orlo di una crisi di nervi coi controfiocchi solo poche ore prima, Brian era crollato emotivamente il giorno precedente ed era solo questione di tempo perchè ciò accadesse anche a Roger, ma non pensava con tale violenza.

Ancora stralunato com'era, il biondo sbattè ripetutamente le palpebre nel tentativo di mettere a fuoco il volto che gli danzava davanti al naso, ma non ci riuscì del tutto: il caos emotivo che gli viaggiava dentro ormai era ingestibile, assieme al rimpianto, e voleva liberarsene, una volta per tutte e definitivamente. O in quelle condizioni avrebbe rovinato tutto.

Furtivamente, doveva ancora avere addosso alcuni strascichi della sbornia o non si spiegava il suo comportamento, si avvicinò a Robert con uno sguardo serissimo sul volto pallido come un morto; lo fissò a lungo, come un bambino studia il suo primo insegnante a scuola, poi aprì la bocca, e nell'aprirla Robert si sarebbe sempre pentito della sua idea di andare ad aiutarlo!

Dannazione a Bowie e alle sue proposte da damerino.

Posso darti un bacio?”

E senza neppure attendere la risposta del cantante, Roger lo baciò. Ma non fu un semplice bacio, non un banale sfiorarsi di labbra, ma una pressione poderosa sulla bocca di Plant e sui suoi polsi tanto più il biondo approfondiva la coscienza del bacio e spingeva al contempo il corpo ormai incapace di ribellarsi di Robert contro la parete.

Dal di fuori, un'inconfondibile voce sembrava voler accompagnare quella situazione ai limiti dell'irreale, aggiungendo se possibile ulteriore pressione sulle menti di entrambi i musicisti, che si staccarono unicamente perchè Roger aveva deciso di ritirarsi.

Quando la bolla scoppiò, per un attimo, Plant si sfiorò le labbra, trovandole screpolate e arrossate nel punto in cui il biondo lo aveva... Dio, era così difficile anche solo pensare una cosa del genere... “Baciato”

Ho fatto l'ennesimo pasticcio...” biascicò il batterista, alzandosi in piedi e avvicinandosi al lavandino per risciacquarsi la bocca e le mani.

Tutto avvenne nel più totale silenzio, rotto solo quando...

Perchè l'hai fatto?” chiese semplicemente il vocalist, restando immobile nella sua posizione.

Perchè volevo farlo da sempre con lui, ma il tempo mi ha fregato...” balbettò tra sé e sé Roger, nascondendo il viso tra le mani bagnate per mimetizzare le lacrime: “Perchè sono stato un emerito coglione e perchè-”

Sul fatto che tu sia stato un coglione posso anche acconsentire, ma avresti potuto parlare con qualcuno di questa cosa, non tenertela tutta dentro. Questo è l'unico rimproverò che posso e mi sento di rivolgerti.” lo rimbrottò Robert, “E per quanto riguarda il bacio...”

Senti, scusami, non vole-”

Ma l'unica cosa che il suo cervello alla fine registrò fu la sensazione di quelle labbra ruvide sulle sue mentre il caos primordiale dentro di lui lo spingeva a rispondere al bacio con intensità sempre crescente. Esultando di gioia nel profondo di sé.

E al diavolo tutto il resto.

Roger si appuntò mentalmente di comprare una bottiglia di brandy più forte.

   
 
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