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Autore: Capegio    16/11/2006    5 recensioni
Ecco qua un altra Fic della meravigliosa Capegio...spero a tutti che vi piaccia!!! Quando Peter aveva nove anni sua zia gli regala una scatola di dolci per il suo compleanno... P.S. Le rensioni sono comunque sempre gradite :-)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quanto Peter aveva nove anni sua zia gli regalò una scatola di dolci per il suo compleanno

Ecco qua un’altra piccola one shot su Peter e Edmund. A mio parere è tenerissima e meravigliosa da leggere. Ringrazio ancora una volta Capegio per aver scritto questa splendida storia! Buona lettura!

 

 

 

Dolce

 

 

Quanto Peter aveva nove anni sua zia gli regalò una scatola di dolci per il suo compleanno. Non erano di quelli economici che si potevano comprare al negozio all’angolo e neppure di quelli che si attaccavano alla carta o ai denti. Erano invece belli lisci, delle cremose mente peperite e piccoli mattoncini caramellati, avvolti in una bella carta dorata, con un sottile stato di burro nel mezzo…di quelli che si attaccavano alla lingua e il cui sapore rimaneva per ore e ore dopo averli mangiati. Erano anche molto costosi, per cui non ce n’erano molti, solo tre per ogni tipo. Erano abbastanza preziosi per Peter - a lui piaceva sua zia, e il suo regalo era quasi un tesoro, così, con un autocontrollo che sorprese non poco i suoi genitori, riuscì a non mangiarli tutti in una notte, ma ne tenne da parte sei per le “occasioni speciali”.

 

La prima menta peperita la diede a sua madre, quando la sua cara amica Giulia si trasferì da Finchley. La vide un pomeriggio mentre piangeva sul terrazzo, e anche se rimase scosso alla vista delle lacrime che le scorrevano sul viso, capì subito di dover fare qualcosa per tirarla su e l’unica cosa che riuscì a pensare fu quella di sedersi accanto a lei e tirare fuori dalla sua tasca uno dei suoi preziosi dolci. Con un velato gemito nella sua voce, lei cercò di dirgli di tenerlo, ma Peter insisté a metterglielo in mano, senza dire una parola. Dopo una lunga battaglia di silenzi e imploranti occhi azzurri, lei lo scartò e lo mangiò. E Peter capì subito di aver fatto la cosa giusta. Lei lo strinse fra le sue braccia e in lacrime gli disse quanto si sentisse fortunata ad avere un bambino così premuroso.

 

La prima mattonella al caramello, la diede a Lucy. Lei aveva voluto giocare con lui e Edmund, ma loro stavano costruendo un  rifugio segreto su uno degli alti alberi del giardino e quando la sollevarono fin sui rami più alti lei prese a tremare e a piangere impaurita. Peter temeva che una volta scesa, sarebbe corsa a dirlo alla mamma, il che significava che lui ed Edmund sarebbero finiti nei guai, così le offrì di fare un patto: lui le avrebbe dato un dolce e lei non avrebbe detto nulla. Inoltre lui sapeva che questo l’avrebbe resa felice e lui non poteva resistere a far qualcosa per ottenere uno dei suoi bellissimi sorrisi, in cui Lucy era diventata così brava. E quando lei se lo mise in bocca, le sue labbra s’incurvarono fino a schiudersi in uno splendido  sorriso che mise in mostra tutti i suoi dentini bianchi e contemporaneamente le s’illuminarono gli occhi dalla felicità di aver potuto ricevere in regalo uno dei dolci a cui il fratello maggiore teneva tanto. Peter le sorrise di rimando e lei tenne fede alla sua parola.

 

La seconda menta peperita andò a Edmund, ma non perché peter gliela diede. Un giorno Peter tornò da scuola appoggiò i suoi libri sul tavolo del salotto e salì di sopra nella camera da letto che lui e Edmund dividevano. Quando entrò, Edmund stava ficcando frettolosamente qualcosa nella fessura tra l’intelaiatura del letto ed il materasso; aveva uno sguardo colpevole sulla faccia e le spalle incurvate in modo difensivo mentre Peter si faceva aventi e gli chiedeva che cosa stava nascondendo. Ed si rifiutò di dirglielo e così Peter lo spostò di lato e cominciò a cercare con le dita quello che Edmund stava nascondendo, dove lo aveva visto armeggiare  poco prima. Quello che trovò fu un pezzo di carta argentata tutto accartocciato e un debole strato di polvere di menta peperita che era finito sulle lenzuola. Peter non si sentì in collera per l’accaduto, veramente…si sentì solo amareggiato sia per la perdita del dolce che della fiducia in suo fratello. Così non disse nulla.  Questo forse ferì Edmund più profondamente di quanto ogni parola avrebbe potuto.

 

La terza menta peperita la regalò a Susan, che un pomeriggio, mentre tornava a casa con il fratello, fu presa in giro dai ragazzi della sua stessa scuola.  Peter non solo le diede un dolce ma la difese anche da quei bulletti, mollando a uno un pugno sul naso e dicendo loro di lasciarla in pace, cosa che quei vigliacchi fecero subito, dandosela subito a gambe levate nel cortile della scuola. Ma lei stava ancora piangendo, così, anche se dentro di lui una vocina mormorava sconsolatamente “ragazze”, lui estrasse il dolce dalla tasca del cappotto e glielo offrì (non li teneva più in casa da dopo che aveva scoperto cosa Edmund aveva fatto). Lei lo accettò con gratitudine, e più tardi quella sera, lo aiutò nel fare le faccende di casa e gli disse a bassa voce che gli era molto grata della sua protezione. Peter pensò che era stato un altro dolce ben speso.

 

Il secondo mattoncino caramellato fu quello che regalò con orgoglio a suo padre quando questi ottenne il lavoro che tanto desiderava. Il signor Pevensie entrò velocemente dalla porta, si tolse il cappello e diede un bacio a sua moglie prima di annunciare felicemente: “Per Giove, ce l’ho fatta!”.

Peter era così orgoglioso di suo padre che non riuscì a pensare ad altro che a correre subito per andargli a prendere uno dei dolci e darglielo, anche se lui non ne era un così grande appassionato come lui. Il padre gli scompigliò i capelli e gli sorrise con dolcezza, accettando di buon grado il suo regalo e a Peter si riempì subito il cuore di gioia. Gli rimaneva soltanto un dolce.

 

Peter era seduto da solo sul suo letto. Era appena passata l’ora di andare a dormire, e le luci erano tutte spente, ma la luna fuori dalla finestra emanava quel tanto li luce che gli serviva per vedere intorno a sé. Era seduto a gambe incrociate, col suo pigiama di flanella blu, e pensava, fissando l’ultimo piccolo involucro d’orato in cui era racchiuso l’ultimo dolce. Quello sarebbe stato il primo dolce di sua zia che effettivamente si sarebbe mangiato. Pensò che forse sarebbe stato meglio conservarlo per un’ “occasione speciale”, ma una parte di lui gli diceva che non avrebbe dovuto aspettare un attimo di più così alla fine Peter decise di scartarlo, rivelando così il dolcetto al caramello che ne era all’interno. Fu allora che sentì qualcosa, un piccolo, lieve gemito provenire dal letto accanto al suo.

 

“Ed?” disse dolcemente, perché non voleva essere trovato sveglio dopo lo spegnimento delle luci. Dopo aver aspettato qualche secondo, non avendo avuto risposta, provò di nuovo. “Edmund?”

 

Si alzò e, dopo aver posato il dolce sulle lenzuola, si avviò in punto di piedi fino al bordo del letto di Edmund, che avrebbe già dovuto dormire da tempo, e gli posò delicatamente una mano sulla spalla. Edmund cercò di muoversi vero il bordo opposto del tetto, così da sottrarsi al tocco del fratello ma la mano di Peter lo strinse fermamente fino a che lui non rimase fermo, immobile, anche se tremava ancora.  Peter gli chiese sussurrando:

 

“Ed, cosa c’è che non va?”

 

Nessuna risposta

 

“Edmund”

 

Nessuna risposta

 

“Ed, che è successo?”

 

“Vattene, Peter” mormorò miseramente Edmund, ancora voltato di lato. Ma Peter pensò di saper già che cosa gli era successo, avendo notato in quell’istante dei lividi sulla guancia destra del fratello. Ci passò opra delicatamente con un dito e Edmund cercò subito di ritrarsi dal suo tocco.

 

“E’ stato John a farti questo?” chiese con voce pacata. Edmund sembrò come congelarsi al suono di quelle parole e, un'altra volta, Peter ebbe la sua risposta. “Stai fermo”

 

Tornò indietro al suo letto e prese l’ultimo dolce che aveva appena finito di scartare con la punta delle dita, in modo che non gli rimanesse appiccicato e tornò indietro al letto di Edmund, il quale naturalmente non era rimasto fermo e sedeva ora sul materasso tutto rannicchiato da una parte tenendo le mani attorno alle ginocchia ossute.

“Ecco qua” disse Peter, tirando fuori l’ultimo dolce; gli era ancora difficile fidarsi del fratello ma non avrebbe mai avuto problemi a volergli bene. Edmund lo fissò per un lungo momento mentre le lacrime gli scendevano sui lividi delle guance, prima di allungare una mano tremante e accettarlo. Peter lo guardò mentre lo avvicinava alla bocca prima che…ecco era sparito. Lui non avrebbe mai gustato i suoi dolci, il regalo che gli era stato fatto.

 

Tuttavia, quando Edmund mise timidamente le braccia attorno alle sue spalle, ringraziandolo con un sussurro, Peter capì subito che ne era valsa la pena.

 

  
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