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Autore: Miss Kon    22/04/2012    1 recensioni
Piccola introspezione di Castiel, senza particolari perche o pretese.
"Amy, lascia che ti aiuti" disse piano, quasi quella gentilezza fosse un segreto
che non doveva essere rivelato.
Nell'autobus c'era solo un persona, oltre loro. Un uomo dal volto stanco.
Non alzò neppure lo sguardo quando le due entrarono, si fissava apatico le mani.
Il cielo, in lontananza, lanciò un guaito basso e roco.
Le donne alzarono lo sguardo verso le nubi, che si lamentavano quasi come un grande
cetaceo spiaggiato e morente.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
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Qui gli angeli non arrivano.


Salì sull'autobus, ingombrata dalle numerose borse e dal fagotto che teneva stretto a sé.
Si sedette, sospirando pesantemente, mentre una signora, circa della stessa età, le si sedette affianco.
"Amy, lascia che ti aiuti" disse piano, quasi quella gentilezza fosse un segreto che non doveva essere rivelato, prendendole una delle borse.
Nell'autobus c'era solo un persona, oltre loro. Un uomo dal volto stanco.
Non alzò neppure lo sguardo quando le due entrarono, si fissava apatico le mani.
Il cielo, in lontananza, lanciò un guaito basso e roco.
Le donne alzarono lo sguardo verso le nubi, che si lamentavano quasi come un grande cetaceo spiaggiato e morente.
Un altro tuono smorzato vibrò nell'aria. Il fagotto tenuto al petto da una delle due donne cominciò a lamentarsi.
Prima piano, poi via via sempre più forte, fino a scoppiare in un pianto.
"Sssh, no piccolo, da bravo" cercò di quietarlo la madre, cullandolo con gesti che tradivano tutta la stanchezza che le pesava su quel suo corpo magro.
Il bambino non parve neppure accorgersi di quella richiesta e imperterrito proseguì a strillare.
"Da bravo" provò ancora la madre, sussurrando e muovendolo con piccoli sobbalzi.
All'improvviso un tuono più forte rombò e il piccolo urlò di nuovo con isteria.
In imbarazzo la madre lo strinse di più a sé.
"Maledetto temporale" si lasciò sfuggire tra i denti, mentre con uno sbuffo nervoso si spostava una ciocca di capelli biondi dal viso, "Ci mancava solo un'altra grandinata, dopo le tempeste della settimana scorsa" commentò seccata, mentre i primi chicchi di acqua gelata cominciavano a scendere tamburellando il tetto dell'autobus.
"Oh, Dio" mormorò intanto la donna affianco a lei, congiungendo le mani in preghiera "Tu che puoi, abbi pietà e manda i tuoi angeli a vegliare su di noi" riprese, mentre il crocifisso del suo rosario dondolava davanti alle vene del suo polso.
La bionda le scoccò un occhiataccia.
"Qui gli angeli non arrivano" sbuffò scettica e piccata da quella fede incondizionata "Non sono mai arrivati e mai lo faranno" aggiunse, chinando lo sguardo sul figlio che teneva stretto a sé.
L'interlocutrice ammutolì.
"Andiamo è la nostra fermata" esordì dopo pochi attimi la bionda, alzandosi e recuperando tutte le sue borse. L'amica velocemente l'aiutò.
Scesero in silenzio, mentre il temporale parlava anche per loro.
Dalla terzultima fila l'ultimo unico occupante dell'autobus alzò un poco la testa, oscillando in piena armonia con il mezzo su cui viaggiava.
Le guance irruvidite dalla barba incolta, il volto stanco e pallido, i capelli castani e gli occhi di un azzurro cristallino, segnati dalla stanchezza e da uno squallore che sembrava aver iniziato a permeare l'uomo nella sua completezza.
Aprì appena le labbra screpolate senza trovare l'aria per poter parlare.
Abbassò un po' le palpebre e puntò nuovamente le sue iridi sulle proprie mani.
Mani grandi, anche se non molto curate, di un rosa chiaro quasi stinto.
Normalissime mani umane.
Alzò per un attimo lo sguardo, gettando un'occhiata oltre il finestrino impolverato dell'autobus. Poi, con fare colpevole, chinò di nuovo il capo.
"Qui gli angeli non arrivano" mormorò, chiudendo gli occhi.
Fuori, le nubi nere, continuavano a lanciare i loro ringhi e latrati tonanti.






Eccomi. Alla fine sono arrivata anche sul fandom di Supernatural e con un personaggio che ho sia odiato che amato: Castiel.
Va detto: io seguo la serie in Italia, quindi non ho ancora cominciato a guardare l'ultima serie quindi non so se in quella potrei tornare ad odiarlo oppure continuerei ad amarlo (alla fine della sesta serie non mi ha per nulla resa una fangirl felice, ma non importa) ma non ha importanza; di certo mi è rimasto impressa la sua “gavetta da umano” su cui qui ho speculato un po' giocando su una frase molto banale “Qui gli angeli non arrivano”.
Vi chiederete perchè ho scelto l'autobus come ambientazione, beh semplice: 1) Castiel senza poteri in effetti lo usa (lo dice anche, in un episodio), 2) è il luogo ideale in cui trovare degli estranei e curiosare sui fatti loro anche senza volerlo.
Detto ciò mi congedo!
Spero vi sia piaciuta questa one-shot.
  
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