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Autore: _beyourswag    22/04/2012    3 recensioni
Cosa succederebbe se Percy, eternamente innamorato di Annabeth, incontrasse un'altra ragazza?
Una bellissima e appena arrivata figlia di Afrodite?
E cosa significherebbe il battito così forte dei loro cuori?
/NUOVO PERSONAGGIO, UN PO' TUTTI.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia vita era stata sempre piuttosto normale.
Mia madre era morta quando ero ancora piccola, un incidente stradale.. o almeno così mi aveva raccontato mio padre fino a quel momento.
Sono una bellissima ragazza, non provo più nemmeno a nasconderlo.
Ho dei lunghi e liscissimi capelli color miele, e degli occhi azzurro ghiaccio.
Ho sempre sfruttato la mia bellezza, adoro truccarmi, scegliere bei vestiti e frequentare ragazzi, sono caratteristiche radicate in me. Comunque sono sempre stata una ragazza gentile nonostante la mia vanità.
Il problema più grande della mia vita si è presentato al mio diciassettesimo compleanno. Dopo una delle tipiche feste a casa mia, erano andati tutti via. Mi ero struccata, infilata il pigiama e buttata sotto le coperte, esausta.
Sono sempre stata molto legata a mio padre, per cui non mi sono sorpresa quando è entrato nella mia stanza e si è seduto sul bordo del letto, dandomi un leggero bacio sulla guancia e augurandomi la buonanotte.
Il problema fu che rimase lì immobile a lungo, finchè non mi resi conto che qualcosa non andava.
Mi sono messa seduta, ho acceso la luce sul comodino e mi sono sentita male vedendo i suoi occhi gonfi e colmi di lacrime, le guance bagnate.
L’ho abbracciato d’istinto, accarezzandogli i capelli, mentre lui scoppiava in un pianto a dirotto. Non l’avevo mai visto così.
«Papà, per favore.. non piangere, cosa succede?» Chiesi preoccupata.
«Demetria, devo.. devo dirti delle cose.. devo parlarti..» Singhiozzò lui.
Parlò, parlò a lungo e mi raccontò della mia vera storia.
Infine tirò fuori dalla tasca una collana, con un ciondolo a forma di lacrima, fatto di smeraldo. Appena lo presi in mano sembrò scintillare maggiormente, ancor di più quando si bagnò con le mie lacrime.
Fu quella notte che scoprii di essere una mezzosangue. Figlia di Afrodite.
 
La settimana dopo ero ferma davanti alla porta di casa mia, circondata da una grossa quantità di valigie, e scortata da un ragazzo alto, Grover.
Che, ovviamente, non era certo un ragazzo normale.
Era un satiro.
Ma tanto a quel punto cos’era la normalità, per me!?
‘Campo Mezzosangue’, era lì che stavo andando, e da quel momento la mia vita sarebbe cambiata.
«Papà, io voglio rimanere con te.» Ripetei, trattenendo a stento le lacrime.
«Ti voglio bene piccola, per te questa è la cosa migliore.» Ripetè lui, con voce fiacca, quasi non ne fosse convinto. «Te l’ho spiegato, Crono è stato sconfitto, ma è meglio che tu conosca comunque le tue.. abilità. Tornerai presto.» Continuò con voce dolce.
Io annuii e mi avviai, lontana da casa, lontana dalla mia vita. Senza voltarmi indietro.
 
 
*
 
 
Arrivai al campo scortata da Grover. Il cuore mi si bloccò in gola quando vidi un grosso drago assopito all’entrata, ma il satiro mi tranquillizzò.
«Questo è Peleo.» Mi informò. «E quello è Argo, ci aiuta a.. tenere sott’occhio il campo.» Aggiunse con una risata caprina.
Doveva essere una battuta, visto che davanti avevo un essere ricoperto da mille occhi? Azzardai una risatina forzata, mentre il ragazzo-capra mi spingeva all’interno del campo, verso un ragazzo.
Lo osservai attentamente, era alto e abbastanza muscoloso, con degli splendidi occhi verdi e capelli corvini.
Non riuscii nemmeno a sorridergli che una ragazza gli spuntò accanto, scrutandomi con i suoi profondi occhi grigi. Doveva aver notato il mio sorriso dedicato al ragazzo, perché gli afferrò la mano e si strinse a lui.
«Chi è lei?» Chiese saccente, rivolta a Grover.
«Demetria Letterman.» Rispose lui, spingendomi verso i due ragazzi e correndo –o meglio zampettando- verso un bosco poco lontano, borbottando qualcosa su una certa Juniper. O qualcosa di simile.
Sorrisi timida sotto lo sguardo indagatore della ragazza dagli occhi grigi.
«Io sono Percy, e lei è Annabeth.» Disse il ragazzo sorridendomi gentile.
«La sua ragazza.» Aggiunse lei con tono sgradevole. Mi stava proprio antipatica. Sfoggiai uno dei miei tipici sorrisi, non ero nemmeno truccata, ma sapevo di essere comunque bellissima.
«Da quanto sai di essere una mezzosangue?» Continuò lei con tono assolutamente scontroso.
«Da una settimana. Mio padre me lo ha detto.. il giorno del mio compleanno.» Risposi abbassando lo sguardo.
«Mi dispiace, so che è brutto.» Aggiunse quel ragazzo, Percy, posandomi una mano sulla spalla con delicatezza. Annabeth lo fulminò con lo sguardo, ma lui continuò imperterrito a parlare. «Hai mai avuto problemi tipo.. dislessia?» Aggiunse sorridendomi gentile. Io arrossii, era un problema che avevo fin da bambina.
«Sì, sono anche.. come dire, iperattiva.» Dissi imbarazzata, ma lui rise e mi assicurò che era del tutto normale.
«Sei figlia di Afrodite, vero?» Mi chiese poco dopo, e io annuii nel panico, non ero ancora del tutto abituata ad affermazioni del genere.
Annabeth lo fissò sconvolta, come se mi avesse appena detto che ero bellissima e che voleva passare il resto della sua vita con me.
Scosse il capo e mi prese poco gentilmente per il gomito, trascinandomi lontano da Percy, verso una grossa struttura. La guardai perplessa.
«Stiamo andando alla Casa Grande.» Rispose con aria saccente, alzando gli occhi al cielo. «Devo farti vedere a Chirone e al Signor D.»
Parlava di me come se fossi un animale! Mi scostai da lei.
«Perfetto.» Aggiunsi con tono freddo, aggiustandomi i capelli, come a dimostrare che ero più bella di lei.

Entrammo nella struttura e lanciai un grido. Uno strano essere, con la parte inferiore del corpo identica a quella di un cavallo, mi stava venendo incontro.. al galoppo.
«La prima volta faccio paura a tutti!» Rispose l’uomo ridendo, mentre Annabeth mi guardava come se fossi una bambina spaventata da qualcosa di assolutamente normale.
«Io sono Chirone, e lui è.. il Signor D.» Disse indicando un uomo di spalle, che si voltò con aria annoiata, una lattina di Diet Coke nella mano destra.
«Eccone un’altra..!» Mugugnò a bassa voce, e sembrò che Annabeth ridacchiasse. Alzò il tono. «Benvenuta al campo, piacere, imparerai molte cose nuove, combatterai, sì.. sì.. e.. sì, vai alla tua capanna.» Disse liquidandomi in fretta.
«Cosa..?» Chiesi spaventata, mentre Percy compariva alle mie spalle, ridendo.
«Lascialo perdere!» Rise e mi scortò fuori. «Ti accompagno io. Annabeth, vai ad avvisare gli altri che è arrivata.»
«Ma Percy.. non posso lasciarvi soli!» Disse con tono di superiorità.
«E perché?» Chiese lui aggrottando le sopracciglia.
La ragazza si voltò furiosa e se ne andò.
Percy mi accompagnò fino alla casa di Afrodite, dalla quale spuntarono altre ragazze bellissime, truccate alla perfezione, che salutarono con tono malizioso Percy.
Lui sorrise nervoso per via delle ragazze, si passandò una mano tra i capelli e non si avvicinò ulteriormente.
«Ci vediamo stasera al falò.. Spero che starai bene.» Disse sorridendomi gentile.
Ricambiai il suo sorriso guardandolo andare via e mi voltai verso l’edificio.
Una ragazza dai capelli scuri e gli occhi verdi mi venne incontro sorridente e mi abbracciò con dolcezza.
«Benvenuta sorella! Sei bellissima.» Disse ridacchiando. «Vieni, entra. Vorrai farti una doccia e cambiarti immagino.»
Io annuii, mi sentivo a mio agio.
«Ti accompagno! Comunque io sono Sasha, piacere.» Continuò la ragazza dai capelli neri.
«Io sono Giselle! Benvenuta nella casa di Afrodite, hai dei capelli splendidi!» Si aggiunse un’altra, e pian piano tutte le ragazze si presentarono, guidandomi all’interno della Casa.
Entrai e un dolcissimo profumo di ginestre mi avvolse.
Mi guardai intorno e vidi trucchi, abiti, profumi e fiori ovunque.
Ero a casa.
  
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