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Autore: Saoirse    22/04/2012    1 recensioni
« Per cinque anni, ho dovuto convivere con la consapevolezza di avere una sorellina minore. Nessuno mi aveva costretto ad accettare Rose come tale ( nessun vincolo sanguineo ), eppure mi era impossibile non amarla come fratello ama sorella.» [ cit. Kameron ]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Oneshot collegata a “Rose”. Mi sto servendo di queste oneshot per dare ai lettori le giuste conoscenze per una futura serie.

 

Come fratello ama sorella

 

«Noi non fummo creati 
per torturarci così l’un l’altro, anche se fu
il più empio dei peccati amare come noi amammo.
» [0] 

 

Per cinque anni, ho dovuto convivere con la consapevolezza di avere una sorellina minore. Nessuno mi aveva costretto ad accettare Rose come tale ( nessun vincolo sanguineo ), eppure mi era impossibile non amarla come fratello ama sorella.

I primi tempi ero diffidente e distante. Mi limitavo a conversazioni scialbe, pasti frettolosi, notti insonni nell’indecisione se varcare o no quella porta[1] e talvolta l’accompagnavo a scuola [2]. Preferivo trascorrere le mie giornate fuori di casa e, quando tornavo, la trovavo sul terrazzino con un librone tra le gambe o sul divano intenta a guardare la televisione o in camera sua con qualche compagna di scuola. Preferivo trascorrere le mie notti fuori di casa e, quando tornavo, la trovavo nel suo letto. La guardavo, sulla soglia. Poi lei si rigirava tra le lenzuola, come se – assurdo – percepisse il mio sguardo, ed io andavo via.

I primi tempi Rose era tutt’altro che diffidente e distante. Non mi ha mai aiutato quella ragazzina. Si è sempre rifiutata di essere “moralmente ed eticamente corretta”. Ha sempre fatto di testa sua. Così ogni occasione era buona per starmi accanto, per farmi le sue domande colorate, per trascinarmi sul terrazzino: con le sue mani bianche sistemava un lenzuolo a terra e vi si stendeva e se mi vedeva esitare – sempre – mi tirava con forza accanto a lei. E io mi abbandonavo volentieri ai suoi lievissimi tentativi di trascinarmi giù. Le piaceva godersi il sole. E probabilmente le piacevano i raggi tra i miei capelli, perché spesso giocava con le mie ciocche bionde.

Col passare dei giorni e dei mesi e delle stagioni – giornate di pioggia, giornate di sole, di quel sole tra i miei capelli e tra le sue mani – buttavo giù mattone dopo mattone il muro che avevo edificato in difesa di quella piccola sfacciata ragazzina. Anzi, era lei a sfondare qualsiasi barriera volessi imporle.

Così, col passare dei giorni e dei mesi e delle stagioni, l’accoglievo sempre più tra le mie braccia. E sentivo di amarla sempre di più, come fratello ama sorella. Una sorella dalla malizia acerba, una sorella troppo innocente – mi dicevo – per essere fraintesa. “Ma sì, che stupido che sono stato” ripetevo “è un’adolescente, una ragazzina – la mia ragazzina - non si preoccupa di quel che dice, di quel che fa. È così innocente, spensierata e disinteressata. E piccola. Ma sì, stupido!” e ridevo di me. Ridevo delle sue manie di protagonismo, ridevo dei suoi occhi taglienti quando rincasavo con qualche ragazza, con la quale magari trascorrevo qualche ora in camera mia. Quando succedeva, non mi parlava per giorni! “Com’è protettiva e gelosa, la mia piccola Rose” ripetevo ancora. E dovevo farmi perdonare, dedicandomi per un giorno intero solo a lei, così ritornava a parlarmi e raccogliere sole dai miei capelli. Una volta mi costrinse a ripeterle che era l’unica donna ( donna! ) che avrei mai tenuto davvero in considerazione – mi concesse magnanimamente di aggiungere mia madre alla lista. 

Con animo tranquillo, rilassato dalla consapevolezza di avere una sorellina minore e di amarla come fratello ama sorella, ho convissuto con Rose.





[0] citazione dal Manfred di Lord Byron: «Manfred […] tormentato dal rimorso per una colpa inconfessabile: l’incesto con la sorella Astarte.» 

[1] della camera da letto di Rose.

[2] l’incoerenza di questo periodo è voluta (conversazioni scialbe / pasti frettolosi / notti insonni nell’indecisione se varcare o no quella porta ):  è sempre un Kameron adulto che parla. Sottolinea da un lato l’indifferenza, dall’altro l’inconscio interesse per Rose.

  
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