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Autore: Francesca Akira89    22/04/2012    2 recensioni
Medonte attende il ritorno di Telemaco con un senso d'angoscia, che si tramuta in gioia quando il ragazzo gli compare davanti. Telemaco fa ritorno ad Itaca con il cuore colmo di esultanza, ma la vista di Medonte gli provoca un profondo turbamento.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole filtrava dalle finestre inondando di luce il letto e il resto della stanza. L'aria tiepida accarezzava la pelle e colmava i polmoni in modo rassicurante, come a voler donare un senso di pace. Ma la pace era un concetto del tutto estraneo a quel luogo e a coloro che vi vivevano, e Medonte non poteva fare a meno di scrutare l'orizzonte con un senso d'ansia crescente, le labbra piegate in una smorfia.
Sapeva che Antinoo e gli altri Proci avevano probabilmente pianificato un agguato ai danni di Telemaco, ma non poteva farci niente, tranne pregare gli dei che nulla accadesse al figlio di Ulisse. Anche se sapeva quanto la sua speranza fosse flebile; Telemaco era abile, ma ancora giovane, e irruente. Cosa poteva mai un ragazzo che ancora non conosceva la vera battaglia, contro guerrieri esperti e spietati come i Proci? E anche se fosse sfuggito, quanto ci sarebbe voluto prima che Antinoo tentasse un nuovo intrigo?
Lui che ne era l'araldo conosceva bene l'abilità e l'astuzia dei Proci, e per quanto desiderasse proteggere Telemaco, sembrava che ciò fosse al di fuori delle sue capacità... o del suo coraggio. L'angoscia e l'amarezza che quei pensieri gli provocavano era tale da far sì che Medonte non notasse la nuova presenza nella stanza finché una mano non gli si posò sull'avanbraccio. 
Medonte voltò subito la testa, incontrando lo sguardo di un giovane ben noto, che gli sorrise.

- Che fai, Medonte? Scruti il cielo perché ti dica la verità? Hai forse scorto in un volo d'uccelli il futuro prossimo dei Proci e della casa di Ulisse?

La gioia e il sollievo fecero sì che Medonte non registrasse le parole che gli erano state rivolte, né il tono stranamente serio ed emozionato con cui erano state enunciate. Era più concentrato su chi le aveva pronunciate, e sulla voce trillante e indubbiamente viva del ragazzo di fronte a lui.

- Telemaco!- esclamò, poggiandogli le mani sulle spalle.- Siano lodati gli dei. Come...- scrollò la testa. Non aveva importanza.- Sono lieto che tu sia tornato sano e salvo...- gli occhi gli si oscurarono. Sano e salvo, sì. Ma per quanto ancora?

Telemaco sembrò notare il suo turbamento.

- Antinoo...?- chiese, un tono stranamente maturo e consapevole che gli fece sollevare la testa stupito.- Lui e i suoi mi avevano preparato un brutto tiro, vero?

Medonte distolse lo sguardo.

- Era scontato che lo facesse.- colto da un nuovo senso d'angoscia, allungò una mano fino ad appoggiarla sulla guancia del ragazzo, lasciando che i suoi riccioli gli solleticassero lievemente la punta delle dita. Era reale, indubbiamente. Non un'immagine creata da un dio crudele. E anche... diverso. I suoi occhi avevano una sfumatura eccitata, febbrile, che lo turbò lievemente. Ma al di là di quell'emozione infantile, Telemaco sembrava più... adulto.- Sei... cresciuto.- commentò, una strana emozione nella voce. Difficile dire se fosse orgoglio o rammarico.- Sei quasi un uomo, ormai.

Sulle labbra di Telemaco si dipinse una smorfia.

-  Sono un uomo. E non da poco tempo.

Medonte sorrise a quella risposta tipica. La sua mano si spostò dalla guancia ai capelli di Telemaco, in un'intima carezza. - Un uomo...- si aspettava che Telemaco si sottraesse a quella attenzione. Al di là del letto e fuori dalla coltre protettiva della notte, era raro che Telemaco si facesse toccare. Se fosse per pudore, o per un suo bisogno di affermare la propria virilità e di tracciare un limite, o per altre ragioni ancora, era ignoto a Medonte. Fatto sta che da quando aveva superato la fanciullezza, le dimostrazioni di semplice affetto sembravano risultargli odiose, a meno che non giungessero dalle mani di sua madre Penelope.
Fu con grande sorpresa di Medonte, quindi, che Telemaco invece di sottrarsi alla sua carezza gli scivolò tra le braccia, cingendogli saldamente il busto.
Turbato, Medonte cercò di guardarlo in viso, ma il ragazzo lo teneva seppellito nella sua spalla, e tutto ciò che riusciva a vedere erano le sue palpebre strettamente serrate.
Quando fu chiaro che non intendeva lasciare la presa, Medonte lo circondò a sua volta con le braccia, ridacchiando:

- Mi sbagliavo...- disse, scacciando con una risata la sua perplessità- A quanto pare sei ancora un bambino.

A quel punto si aspettava che Telemaco sciogliesse l'abbraccio e magari gli tirasse anche un pugno, ma la sola reazione fu che la stretta divenne più forte, dolorosa.
Medonte lo interpretò come un segno di rabbia, ma poco ne sapeva che l'emozione dietro quell'atto era più simile all'angoscia da lui stesso provata fino a poco prima.
Telemaco sapeva ciò che Medonte ignorava, e mentre stringeva a sé l'uomo più anziano, si chiedeva se quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe potuto farlo. La gioia e l'esaltazione che aveva provato quella mattina, alla vista di Medonte si era tramutata in panico e ansia. Presto le prevaricazioni dei Proci avrebbero avuto fine, ma a che prezzo?, pensò con un senso di disperazione.
Stringendo i pugni contro la schiena di Medonte, il cuore che gli batteva con rapidità dolorosa, Telemaco si ripromise di fare qualunque cosa in suo potere per salvare il suo mentore dalla furia di suo padre.





Note: Wow, ho appena profanato un classico immortale. Beh, almeno non ho fatto diventare Ulisse una donna facendole vivere una tormentata storia d'amore con Antinoo (senza offesa per nessuno, non so se qualcuno abbia davvero scritto una storia simile, da qualche parte xD era per dire).
Premetto che non sono un'esperta d' Odissea, in effetti non mi ricordo un granché, m'è balenata in testa questa idea dal nulla nel ricordare che l'araldo Medonte - a quanto mi ricordo, almeno - si era occupato di Telemaco quando questi era un bambino.
Ero indecisa se farli amanti o no, ma da qualche parte ho letto che rapporti simili tra mentore e fanciulli in Grecia erano nella norma, così...
Non so neppure se continuarla o lasciarla come oneshot.
  
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