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Autore: Shnusschen    23/04/2012    3 recensioni
Quinta classificata all'"Olivander's Wand shop contest" di SimplyMe414.
Severus continuò a fissare il cielo, concentrandosi sulla luna, come se dovesse impararne a memoria ogni più piccolo dettaglio. I suoi profondi occhi neri erano sgranati e fissi sull’astro, e rimase così finché questo non gli s’impresse nella retina, scacciando le lacrime che avevano rischiato di sopraffarlo.
Lui non piangeva mai.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Come la luna

 

Severus Piton sedeva sui gradini fuori dal portone d’ingresso, lo sguardo fisso al cielo.

Dietro di lui le voci irate dei suoi genitori, impegnati nell’ennesimo litigio, erano attutite ma non soffocate dalla porta.

Severus continuò a fissare il cielo, concentrandosi sulla luna, come se dovesse impararne a memoria ogni più piccolo dettaglio. I suoi profondi occhi neri erano sgranati e fissi sull’astro, e rimase così finché questo non gli s’impresse nella retina, scacciando le lacrime che avevano rischiato di sopraffarlo.
Lui non piangeva mai.

Neanche quando la tristezza per l’odio che c’era tra i suoi genitori - di cui lui era la causa, come gli ripeteva sempre sua madre - si faceva così pesante da impedirgli quasi di respirare. Severus resisteva, non si abbandonava alle lacrime ma usciva in giardino e fissava la luna fino a calmarsi.

E poi vagava.

Conosceva a memoria ogni vicolo, parco e stradina della zona. Sapeva quali erano i posti migliori per vedere la luna e quali quelli da evitare perché pericolosi.

Sapeva dove andare per essere lasciato in pace, da solo.

Solo.

Era quasi sempre solo.

Gli altri ragazzini lo prendevano in giro per i suoi vestiti strani, il suo aspetto nervoso e malaticcio. E poi erano tutti Babbani. Non aveva nessuno con cui parlare di Hogwarts, sognare il momento in cui finalmente si sarebbe lasciato alle spalle le liti dei suoi genitori, le prese in giro e quegli stupidi vestiti.

Tristezza e solitudine erano le compagne costanti dei suoi vagabondaggi, ma nonostante ciò lui non piangeva.

Si limitava a fissare la luna in attesa del giorno in cui anche lui sarebbe stato distante e irraggiungibile proprio come quell’astro.

 

Piton sedeva con la testa tra le mani in una poltrona davanti al fuoco e dava le spalle alla luna.

Lacrime lente e brucianti scorrevano sul suo volto mentre la mente tornava costante al pomeriggio, il momento in cui aveva rovinato per sempre l’unica cosa bella della sua vita.

Da quando l’aveva conosciuta nella sua vita non c’era più stata tristezza, non aveva più guardato la luna.

Perché lei, Lily Evans, era l’unica cosa che guardava, che vedeva.
Non gli importava più delle prese in giro, dei litigi, del fatto che anche ad Hogwarts continuava ad essere un ragazzo isolato e deriso. Nulla di tutto ciò lo toccava, perché lei era sua amica, ed era tutto ciò che gli serviva.

Aveva sperato per anni di diventare remoto e irraggiungibile come la luna ed era bastato incrociare i verdi occhi di Lily una sola volta perché tutto il resto smettesse di essere importante.

Tutto tranne James Potter.

E adesso proprio a causa sua rischiava di perdere la sua luna, il suo sole, il suo intero mondo.

 

Severus Piton si alzò dalla poltrona con sguardo deciso, rendendosi solo vagamente conto di aver pianto per la prima volta in vita sua.

Si alzò e marciò deciso fuori dal sotterraneo; non poteva permettersi di perdere Lily Evans.

 Le avrebbe chiesto scusa e la sua luna sarebbe tornata presto a brillare nel cielo altrimenti scuro della sua esistenza.

   
 
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