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Autore: Fenrir_23    23/04/2012    13 recensioni
Fiction collegata a "Incubo"
“A dire la verità … avrei anch'io un regalo per te.”
Itachi spalancò gli occhi, sorpreso.
“Sei andato in missione o a fare una scampagnata?”
Sorrise, spettinando i capelli neri e morbidi del fratello.
“Cos’è?”
Lui tirò fuori dalla tasca un piccolo pacchettino, incartato con cura.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
- Questa storia fa parte della serie 'Momenti di vita'
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Eccomi qui con un’altra one shot! (il titolo è un po’ banale, lo so)
È collegata a “incubo” quindi vi consiglio di leggere anche quella.
Pensavo quasi di fare una serie di one shot tutte collegate, vi piace l’idea? Ho già in mente il titolo per la serie, quindi penso che alla fine lo farò e basta X°D
Per quelli che seguono “Un’altra possibilità”mi scuso per i ritardi e per quelli futuri che ci potrebbero essere. In ogni caso non preoccupatevi, non lascerò mai incompleta quella fan fiction. Comunque questa settimana l’aggiornamento ci sarà, precisamente mercoledì.
Commenti sempre graditi ^_^
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Itachi osservò la guardia all’entrata delle porte del villaggio mentre si appoggiava con la schiena contro un albero, probabilmente intenzionata a farsi un pisolino. Non era mai stato tipo da andare a complicare la vita alle persone, e invece di ricordarle che con la sua cattiva condotta avrebbe anche potuto mettere a rischio Konoha, se ne restò seduto su quella che ormai era diventata la sua panchina.
Quella postazione gli permetteva di monitorare l’entrata del villaggio, e quindi era ideale per il suo scopo.
Sasuke era partito ormai tre settimane prima per una missione non troppo pericolosa, e Itachi era impaziente di rivederlo. Non solo gli era mancato, ma l’ansia che aveva accumulato – pur sapendo che Sasuke non avrebbe corso particolari pericoli – lo rendeva meno tranquillo del solito. Erano tornati a Konoha solo da un anno e mezzo ed era la prima volta che lui si allontanava da solo, quindi credeva di avere il diritto di essere un po’ in pensiero, soprattutto considerando che suo fratello aveva continuato ad avere incubi anche la notte prima della sua partenza.
Ogni volta che pensava agli incubi di Sasuke, Itachi si rendeva sempre più conto di quanto lui fosse estremamente sensibile ed emotivo. Gli ripeteva sempre che non l’avrebbe più abbandonato, eppure suo fratello continuava a essere ossessionato dall’idea di vederlo sparire di nuovo, come aveva rischiato di fare dopo il combattimento contro Kabuto che avevano affrontato insieme.
D’altra parte non se la sentiva di dargli torto. Nonostante ormai fosse sicuro di essersi stabilizzato, all’inizio, quando aveva ripreso a vivere sul serio –non solamente in quella strana condizione imposta dall’Edo tensei – aveva avuto anche lui paura di poter sparire, lasciando di nuovo solo Sasuke.
Poi però, si era reso conto di essere veramente tornato in vita a tutti gli effetti, grazie alla tecnica contenuta nel rotolo che avevano trovato Suigetsu e Jugo – non avrebbe mai smesso di essere riconoscente nei loro confronti – e non si era più sentito in quella condizione così precaria. Non poteva dire di essersi già completamente adattato, ma in fondo le cose andavano davvero bene, e soprattutto, era felice di poter stare nuovamente con il fratello.
Era tornato in vita nel modo più innaturale possibile, con il sacrificio di un’altra persona, ma non voleva pensarci. Qualcuno gli aveva offerto quella possibilità, e non aveva intenzione di gettarla al vento.
La brezza leggera di quella mattinata d’inizio estate era piacevole, e Itachi socchiuse gli occhi, con l’idea di farsi un pisolino, per poi riaprirli di scatto quando si ricordò che si trovava su quella panchina per fare una sorpresa a Sasuke e che – per la sicurezza di Konoha – non poteva permettersi di dormire perché la guardia all’entrata del villaggio stava facendo lo stesso.
Durante le tre settimane trascorse, non aveva fatto nulla, se non oziare in maniera quasi vergognosa. A pensarci bene era ormai più di un anno che non si dedicava a nessuna attività in particolare, se non qualche sporadica missione per Konoha per racimolare dei soldi.
Prima di quell’anno si era dimenticato cosa volesse dire non aver nulla da fare, visto che fin dalla tenera età era sempre stato occupato con le missioni prima per il Clan, poi per Akatsuki.
A un certo punto, girandosi verso l’entrata del villaggio, intravide la chioma rosa di Sakura, e dietro di lei vide Sasuke, poi Naruto e Kakashi. Erano arrivati.
Invece di presentarsi davanti alle porte del villaggio decise di restare sulla panchina, aspettando che fosse Sasuke a notarlo.
Sorrise, quando notò l’espressione contrariata di suo fratello nel vedere la guardia di turno addormentata, che fu però immediatamente svegliata dalla confusione provocata da Naruto, che stava raccontando qualcosa urlandolo ad alta voce.
Itachi restò immobile, per non farsi notare.
Il gruppetto chiacchierò per un po’, e poi Naruto e Kakashi salutarono, lasciando Sakura e Sasuke da soli.
Itachi, a quel punto, distolse lo sguardo. Prima di tutto non riteneva giusto spiare Sasuke in quel momento, facendo la figura del fratello maggiore impiccione, e poi sapeva anche che lui avrebbe potuto prendersela sul serio per una cosa del genere.
Dopo una decina di minuti si girò nuovamente, e vide che Sakura se ne stava andando proprio in quel momento.
Sorrise, quando Sasuke, voltandosi dopo aver finito di salutare, lo vide. Si alzò in piedi, incamminandosi verso di lui.
“Nessuno di voi si è accorto di me … dovevate essere proprio stanchi.”
Il minore dei due fratelli arrossì come un pomodoro maturo, e Itachi non poté fare a meno di trovarlo adorabile.
“N- nii- …” Sasuke lo guardò con un’espressione quasi arrabbiata, credendo di essere stato spiato.
“Ci hai visti?”Domandò, già sul punto di attaccar lite.
“No, otouto, mi sono girato subito, non sono così impiccione.” Itachi appoggiò una mano sulla sua testa.
”Te lo giuro.”
“E chi me lo garantisce?” Insistette il più piccolo, guardando male il fratello.
 “Beh … io.”
Sasuke non colse l’ironia nel tono di voce di Itachi, e si spostò bruscamente da lui, innervosito. Poi però, quando incrociò il suo sguardo, rimase a fissarlo negli occhi, e tutta la voglia di riabbracciarlo che aveva provato in quelle tre settimane trascorse lontano di casa, lo invase nuovamente.
Senza dire una parola gli si strinse conto il petto, abbracciandolo con forza.
“Niisan …”
Anche Itachi ricambiò la stretta, prendendo ad accarezzare i capelli di Sasuke.
“È andato tutto bene?”Chiese, in un sussurro.
“Si, non c’è stato nessun problema.”
“E gli incubi?”
Sasuke appoggiò la fronte contro la spalla del fratello, socchiudendo gli occhi.
“Ne ho avuto qualcuno … però c’erano Sakura e Naruto e …”
“Capisco, capisco …”
Rimasero abbracciati in quel modo per diversi minuti, fin quando non fu Sasuke a staccarsi.
“Questa è tua.”
Disse, slacciandosi la collanina che era sempre appartenuta a Itachi, quella che lui gli aveva dato la mattinata della sua partenza, sperando che gli servisse per farlo sentire un po’ meno distante da casa.
“Puoi anche tenerla tu, otouto.”
“Ma è tua …”
“Non importa, considerala come un regalo.”
Dicendo quelle parole, Itachi la riallacciò al collo del fratello.
“Così mi sentirai un po’ più vicino a te, quando ti capiterà di andare via.”
“Grazie, niisan.” Borbottò Sasuke, imbarazzato, senza guardarlo negli occhi.
“A dire la verità … avrei anche io un regalo per te.”
Itachi spalancò gli occhi, sorpreso.
“Ma sei andato in missione o a fare una scampagnata?”
Sorrise, spettinando i capelli neri e morbidi del fratello.
“Cos’è?”
Lui tirò fuori dalla tasca un piccolo pacchettino, incartato con cura.
“Non aspettarti chissà che cosa, niisan.”
Itachi lo scartò lentamente, rivelandone il contenuto: un bell’orologio da tasca di color argento, rifinito nei minimi dettagli. Lo aprì, e notò che lo schermo si era scheggiato, probabilmente durante il viaggio. Non fece in tempo a sollevare la testa per dire a Sasuke che non aveva importanza e che era contento per quel pensiero lo stesso, perché lui si scusò prima.
“Niisan … mi dispiace, non pensavo si fosse rotto …”
Quel tono di voce così dispiaciuto addolcì ancora di più itachi, spingendolo a posare un bacio sulla fronte di Sasuke.
“Ti ringrazio, otouto.”
Lui si morse le labbra per la frustrazione. La sfortuna doveva essergli davvero affezionata; le cose gli andavano male ogni volta che pensava di avere avuto qualche buona idea.
Nonostante tutto, Itachi aveva sempre l’enorme potere di farlo sentire meglio, per questo non poté fare a meno di sorridergli quando lui gli disse che il regalo gli piaceva anche così.
“Davvero otouto, è bellissimo.”
Nel dire quelle parole il fratello gli picchiettò indice e medio uniti, sulla fronte, senza troppa delicatezza, per poi scompigliargli nuovamente i capelli.
“Andiamo a casa, Sasuke, Sarai stanco.”
Lui annuì, contento. La sola presenza del fratello bastava a scacciare qualsiasi incertezza o paura. Osservò la sua schiena forte e strinse la collanina che lui gli aveva legato al collo, mentre entrambi s’incamminavano per la strada di casa.
Itachi gli era davvero mancato.
 
   
 
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