Era una notte buia e ventosa. Le
finestre di tutte le case erano chiuse e i bambini dormivano beati nei loro. letti. Nessuna luce era accesa e tutto era
buio. Sulla collina c’era una piccola casa con il tetto rosso: lì le luci erano
accese, la porta d’ingresso spalancata e mossa dal vento. C’era un piccolo
soggiorno illuminato dal fuoco che scoppiettava nel camino. Per terra c’era una
donna di poco più di vent’anni con lunghi capelli neri e occhi blu come una
notte senza luna spalancati, vuoti, senza vita. Sulla casa c’era un enorme
teschio e dalla sua bocca usciva un serpente. Il Marchio nero.
01 Maggio oggi – Ministero della
magia.
C’era
sempre un gran da fare al Ministero. Nonostante
fossero passati solo tre anni dalla fine della guerra il lavoro, non mancava di
certo. Soprattutto per i nuovi dipendenti. Harry, Ron ed Hermione si erano
diplomati da pochi mesi e li avevano messi subito all’opera. Naturalmente erano
sempre la squadra vincente e su questo non c’erano dubbi! Quel giorno non
avevano nessun caso da seguire. Al meno per il momento. Harry e Ron erano
seduti alle loro scrivanie, intenti a far niente, mentre Hermione era in giro a
fare altro.
“Che fine ha fatto Hermione? E’ andata via mezz’ora fa e
ancora non è tornata!” chiese Ron.
“Sai
com’è Hermione non sa stare senza far niente!”rispose
Harry. Ad un tratto lei entrò e posò sul tavolo un enorme libro.
“Un’altra
lettura leggera tesoro?” le chiese Ron.
“Ah
ah” rispose lei sarcastica “E’ solo il libro delle
decorazioni per la festa di nozze me lo ha dato tua madre!”
Ron
impallidì.
“Questo
matrimonio sta diventando uno stress!” borbottò.
Harry
li guardò scuotendo la testa e sorridendo.
“Solo
perché mia sorella ti ha dato il ben servito non vuol dire
che tu non debba sposarti!” ribattè Ron.
“Infatti, io non ho mai detto di non volermi sposare solo che
non ho ancora trovato la ragazza giusta!”disse Harry poggiando i piedi sulla
scrivania e chiudendo gli occhi. “Faresti meglio a sederti composto Harry !”
disse Hermione.
“Perché?”
“Abbiamo
visite!”
Il
ragazzo si sedette composto e voltò lo sguardo. Sulla porta c’era una donna sui
vent’anni magra, con i capelli castani e gli occhi blu notte. Indossava una
maglia rossa e un paio di jeans. La donna rimase interdetta vedendo solo loro
tre nell’ufficio.
Harry
si alzò .“Non preoccupatevi ragazzi ci penso io voi
continuate!”.
Ron
gli lanciò un’occhiata furibonda, ma lui era già lontano! Harry si avvicinò
alla ragazza.
“Salve
posso aiutarla?” chiese.
Lei
lo osservò preoccupata soffermandosi sulla cicatrice. Harry non ci badò, c’era abituato. Lei sospirò: sembrava che stesse
valutando se fosse o no il caso di parlare, poi si decise.
“Vorrei
riaprire un caso d’omicidio avvenuto vent’anni fa!”
Harry
la guardò sorpreso era la prima volta che qualcuno gli chiedeva di riaprire un
caso, ma dopo tutto lui era in servizio da pochi mesi.
“Venga
da questa parte.”, la portò in un ufficio attiguo e fu raggiunto di lì a poco
da Ron ed Hermione.
“Il
mio nome è Blanca McGleod” disse tendendo la mano.
“Io
sono Harry Potter e questi sono Ron Weasley ed Hermione Granger”.
Hermione
chiuse la porta dell’ufficio, mentre la donna si sedeva.
“Allora
signorina ci parli di questo caso”. Disse Harry.
Blanca
tirò fuori della borsa un ritaglio di giornale vecchio di vent’anni. Sopra
c’era un titolo in grassetto: “DONNA UCCISA A DOVER – UN ALTRO ATTACO DEI
MANGIAMORTE?” La foto ritraeva una donna dai capelli neri e gli occhi blu notte
che sorrideva allegramente.
“L’articolo
dice che potrebbe essere stato un attacco dei
Mangiamorte. “intervenne Ron.
“Lo
so, ma io non credo che sia così, vedete non hanno mai trovato l’autore del
delitto e il caso è stato archiviato. Ne morivano tanti allora.” Si voltò dall’altra parte. Aveva osato troppo.
Hermione
lesse il nome della donna uccisa: “Elina McGleod. Qualche parentela?”
“Era mia madre.” Rispose
I
tre si guardarono imbarazzati. Non era la prima volta che parenti delle vittime
delle due guerre si presentavano da loro per trovare gli assassini dei loro
cari. Solo che erano troppi e non sempre le autorità erano disposte a riaprire
casi del genere così le ignoravano.
“Signorina
McGleod perché vuole riaprire il caso adesso dopo tanto tempo?” chiese Hermione
prontamente.
Blanca
li guardò stupita. Restò in silenzio per un po’. “Non lo so” disse.
“Questo
è il colmo- pensò Harry- questa viene da noi per
aprire il caso della madre morta e non sa perché vuole farlo? E io che doveri fare?”
“Signorina
McGleod” cominciò Harry “Io non so se ci daranno il
permesso di riaprire questo caso ..”
La
donna si alzò di scatto. “Ho capito non importa.”
Disse. Prese la borsa e uscì dalla stanza. Harry, Ron ed Hermione rimasero
paralizzati dallo stupore. Si guardarono con aria colpevole.
“Non
potevamo fare di più” disse incerta Hermione.
“Se volessimo riaprire tutti i casi delle due guerre, non
basterebbe una vita.”. Disse Ron. Ma Harry non era
sicuro che avessero fatto l’impossibile per quella ragazza. Sulla scrivania era
rimasta la foto di quella donna. Immaginò come doveva sentirsi quella ragazza
in quel momento senza sapere chi le aveva ucciso la
madre. Lui sapeva come ci si sentiva, quando non si aveva una madre accanto.
Alzò lo sguardo sugli altri due. Hermione scosse la testa e gli indicò la
porta.
Harry
corse fuori dell’ufficio e poi in strada e poi la vide. Era ferma davanti alla
fermata dell’autobus e aveva una faccia scura.
“Signorina
McGleod!”urlò.
Lei
si voltò verso di lui e si avvicinò.
“Ha
dimenticato questo” disse porgendole il foglio di giornale.
“Grazie.”
disse lei prendendolo e rimettendolo in borsa. Calò un
silenzio imbarazzante.
“Senta-
disse impacciato- mi dispiace so come ci sente in questi casi io vorrei fare di
più davvero”. Blanca lo guardò. Ne aveva conosciuti d’uomini
nella sua vita e tutti si erano rivelati dei gran bastardi, ma lui sembrava
diverso e se l’avesse davvero aiutata?
“Sono
stata in sette orfanotrofi diversi e con più di una decina di possibili coppie di genitori. Fino a tre anni fa non sapevo neanche cosa
fosse una bacchetta magica, tutto quello che voglio e sapere chi ha ucciso mia
madre e perché!”
Lo
guardò dritto negli occhi e non abbassò mai lo sguardo. “Le prometto che faremo
tutto il possibile!” disse Harry pentendosi subito di quello che aveva detto. Ma Blanca s’illuminò in un sorriso meraviglioso. Frugò nella
borsa dove trovò un pezzetto di carta.
“Questo
è il mio numero di telefono se sa qualcosa mi chiami!”. Così detto si allontanò
lasciando Harry solo in mezzo alla strada.
Tre
ore dopo Harry era fuori una casa piccola e accogliente dal quale proveniva un
piacevole odore. Quella era la casa dove passava la maggior parte del tempo
quando lui e Ginny si erano lasciati. La casa di Tonks e Lupin. Bussò e aspettò.
Subito sentì il familiare rumore di Tonks che si precipitava nell’ingresso per
aprirgli la porta. E la
porta si spalancò. Davanti a lui c’era una donna con i capelli corti e neri con
una gonna corta e una t-shirt. Se
non avesse saputo che quella era la fidanzata di uno dei migliori amici dei
suoi genitori avrebbe giurato che quella era la cameriera.
“Ciao
Tonks !” la salutò allegramente Harry.
“Ehilà
Harry ti stavamo aspettando dai vieni!”
Tonks
lo condusse in cucina dove Remus Lupin era seduto al tavolo e leggere il
giornale con l’aria sempre più stanca e malconcia ma allegro. Quando sentì
entrare Harry e Tonks alzò lo guardo e sorrise.
“Harry
come va?” chiese
“Tutto
bene grazie Remus!”
“Sei
di nuovo qui a cena deve piacerti molto la nostra cucina!” chiese Lupin
sarcastico.
“Già
è ottima!” disse Harry
“Non
prendetemi in giro per favore. Altrimenti vi caccio entrambi”. Replicò Tonks
arrabbiata. Harry si sedette affianco a lupin che
chiuse il giornale per dedicarsi completamente a lui.
“Allora
come vanno le cose al ministero?” chiese Lupin.
“Come
se non te lo dicessi io tutti i giorni!” borbottò Tonks. Lupin la ignorò
Harry
si strinse nelle spalle. “Sempre uguale: calma piatta”. Lupin ridacchiò
“Be’
meno male altrimenti avremmo combattuto tanti anni per niente!” disse
“Comunque oggi è venuta una donna da me che mi ha chiesto di
riaprire un caso di vent’anni fa” disse Harry
“Non
è la prima volta! Già anni fa si presentava molta gente per riaprire casi sulla
morte dei loro familiari o amici. Scommetta che era della guerra giusto?” intervenne Tonks.
“Sì
della prima però, una donna. Chi sa se ne sai qualcosa
Remus!” chiese.
“Come
si chiamava?”
“Elina
McGleod.”
L’atmosfera
nella cucina cambiò all’improvviso. Lupin s’irrigidì, mentre Tonks smise di
prendere i piatti e si mise in ascolto. Harry si accorse che qualcosa non
andava e spostò lo sguardo da lui a lei.
“Qualcosa
non va?” chiese.
Lupin
fece un sorriso forzato. “Tutto ok Harry!”
Ma Tonks
non era d’accordo: “Diglielo Rem!”
“Non
mi sembra il momento!”rispose lui.
Harry
non capiva di cosa stavano parlando, ma Lupin sembrava molto preoccupato.
“Se non è questo il momento, quando!”disse lei arrabbiata.
“Non
voglio che questa storia influenzi la sua decisione di riaprire o no questo
caso!”
Sembrava
che si fossero dimenticati di lui e continuavano a
litigare senza badare minimamente a lui.
“Fai
sempre come tuo solito Remus!- urlò Tonks- Avresti riaperto
il caso se non fossero successe così tante cose! Quindi
smettila di fare l’idiota e dì a Harry quello che deve sapere. Deciderà lui se
riaprire o non il caso!”
Calò
il silenzio. Tonks aveva gli occhi puntati su Lupin che li teneva bassi,
entrambi stavano in silenzio. Harry si azzardò a fare
una domanda: “Scusate, prima che questa cena si trasformi in una lite fra
marito e moglie, posso chiedervi di cosa diavolo state parlando?”
Lupin
respirò profondamente e poi parlò: “Vieni con me Harry c’è qualcosa che devi
vedere”.
Lupin
lo condusse al piano superiore ed entrò in una stanza che a quanto pareva era
il suo studio. Sulle pareti c’erano quadri e foto, la scrivania era ingombra di
carte e libri. Non si spolverava da un po’ in quella stanza e il caos regnava
sovrano.
“Sembra
il mio appartamento!” esclamò Harry.
“Già.
Non permetto a Tonks di entrare a fare le pulizie. Metterebbe solo più
disordine!”. Si fermò davanti ad un armadio e lo aprì. Dentro c’erano molti
album di vecchie fotografie. Ne prese uno, lo aprì e lo porse a Harry che
guardò la foto: C’erano i quattro Malandrini e in più c’era anche una ragazza
alta con i capelli neri e gli occhi blu notte.
“E’
lei!” esclamò.
Lupin
annuì. “Harry devi sapere che io la conoscevo. Elina era una delle mie anzi
nostre migliori amiche”.
Harry
rimase un attimo interdetto non sapendo cosa dire.
“Era
nel nostro anno, ma era di Corvonero.
Di solito andavamo d’accordo con loro, ma Elina era diversa.
L’abbiamo conosciuta, quando frequentavamo il terzo anno. Lei entrò in
conflitto con Sirius e James e gli dava del filo da torcere…...
1973- Era una calda giornata d’ottobre,
l’ultima dell’anno. I quattro erano stesi sotto l’ombra di un albero.
“Questa sì che è vita amici miei”disse
James.
“Hai perfettamente ragione
Ramoso! Meglio di così non può andare!” assentì
Sirius.
“Ci pensate oggi niente lezioni. Quella
delle caccabombe nel reparto di trasfigurazione è stata un’idea geniale, devo ammetterlo!” disse Remus.
“Ma sentitelo
il nostro ragazzo modello. Eh bravo il nostro Lunastorta!”disse
James scompigliandogli i capelli. Codaliscia rideva
come un matto.
Ad un tratto tutti
i quattro si ritrovarono bagnati fradici. Si guardarono in torno cercando di
capire da dove veniva quell’acqua. Poi sentirono una risata provenire da un
prato vicino a loro. Si avvicinarono e videro una ragazzina con dei lunghi
capelli neri e gli occhi blu notte, con il simbolo di Corvonero
sulla divisa.
“McGleod !” urlarono insieme James e
Sirius.
“Piaciuta la doccia ragazzi! Così ora
siete più freschi!”
“Perché diavolo
lo hai fatto!” disse Remus.
“Diciamo che è
la ricompensa per quello che avete fatto al reparto di trasfigurazione
ragazzi!”
James e Sirius erano furibondi.
“Che cosa hai
risolto ora Elina? Noi siamo bagnati fradici, ma tu comunque
non hai la tua lezione di trasfigurazione”disse Remus.
“E’ vero, ma mi sono presa una bella
rivincita sui famigerati Malandrini. Chissà cosa penserà
I quattro sbiancarono e lai tirò fuori una piccola palla di vetro e la agitò ripetendo la scena che si era appena
svolta sotto l’albero.
“non oserai!” ululò James.
Elina non rispose. Cominciò a correre
verso il castello con i Malandrini al seguito!
“Quindi tra voi ed Elina c’era una sorta di battaglia!”
chiese Harry.
“Sì.
Le cose andavano peggiorando, anche perché Elina giocava da cercatrice nella
squadra di Corvonero e anche sul campo lei e tuo
padre si davano battaglia. Alla fine, dopo che entrambe le parti avevano avuto
considerevoli punizioni, decidemmo di fare un duello”.
“Un
duello?”
“Esatto.
Decidemmo l’ora, il giorno e il luogo. James avrebbe affrontato Elina. Il suo
secondo era Sirius, il secondo di lei era Amy Johnson. Se
avessimo vinto noi, lei ci avrebbe lasciato in pace, se avesse vinto lei, noi
l’avremmo lasciata in pace”.
“Chi
vinse?”
“Nessuno.
I professori ci scoprirono, ma Elina riuscì a farci passare per un passaggio
segreto e ci salvammo. Da allora siamo diventati inseparabili. Stavamo sempre
insieme. Arrivammo perfino a confessarle il nostro segreto. Lei aiutò Sirius,
James e Peter a diventare animagi e in un certo senso fu lei a far sì che i
tuoi si mettessero insieme. Come vedi lei era la
nostra migliore amica; era molto legata a Sirius e James”.
“Elina
e Sirius avevano avuto una storia?”
“No.
Erano come fratello e sorella. Elina ha avuto una
storia con uno solo di noi”
Harry
si sentì mancare. “Chi?”
Lupin
esitò. Harry era sempre più agitato.
Lupin
sospirò e disse: “Io”
I
peggiori dubbi di Harry si erano avverati. Ecco perché Lupin aveva fatto quella
faccia sentendo il suo nome!
“Io
ed Elina stavamo insieme da qualche mese, quando lei morì”. Si alzò e prese un
altro album, dentro c’era una foto sua e d’Elina.
“Elina
morì l’undici settembre 1980. Come puoi immaginare io pensai subito che fosse colpa mia, perché l’avevo trascinata
in quella guerra e perché l’avevo legata a me. Da quel giorno non ho più voluto
sentir parlare di lei, ma trovare il suo assassino mi ha sempre tormentato”.
Lupin
si mise le mani in volto e non parlò. Harry rispettò il suo silenzio pensando a
quella strana storia.
“Chi
ti ha chiesto di riaprire il caso?” chiese Lupin dopo un po’.
“La figlia” rispose
“Blanca?
Blanca è venuta da te?” chiese lui sorpreso.
“Sì
Blanca. Ma lei è ..”
“Mia
figlia? No . Era già incinta, quando ci siamo fidanzati. Ma non so chi sia il padre non ce l’ha mai detto o meglio non ne ha avuto
il tempo”.
Harry
si fermò a riflettere: possibile che fosse solo un caso che Blanca si fosse
rivolta a lui?
“Che cosa hai intenzione di fare ora?” gli chiese Lupin
strappandolo hai suoi pensieri.
“Non
ne ho idea. Dovrei inviare la richiesta al mio superiore e aspettare oppure
ignorare la richiesta”.
“Ho
capito . Promettimi solo una cosa Harry!”
“Dimmi
pure!”
“Non
lasciare che la mia storia t’influenzi. Apri il caso solo se necessario”.
“Te lo prometto”.