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Autore: Arwin    17/11/2006    1 recensioni
Ci sono casi che rimangono irrisolti ma un crimine non può restare impunito!
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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11 Settembre 1980

11 Settembre 1980. Dover - Inghilterra

Era una notte buia e ventosa. Le finestre di tutte le case erano chiuse e i bambini dormivano beati nei loro.  letti. Nessuna luce era accesa e tutto era buio. Sulla collina c’era una piccola casa con il tetto rosso: lì le luci erano accese, la porta d’ingresso spalancata e mossa dal vento. C’era un piccolo soggiorno illuminato dal fuoco che scoppiettava nel camino. Per terra c’era una donna di poco più di vent’anni con lunghi capelli neri e occhi blu come una notte senza luna spalancati, vuoti, senza vita. Sulla casa c’era un enorme teschio e dalla sua bocca usciva un serpente. Il Marchio nero.

01 Maggio oggi – Ministero della magia.

C’era sempre un gran da fare al Ministero. Nonostante fossero passati solo tre anni dalla fine della guerra il lavoro, non mancava di certo. Soprattutto per i nuovi dipendenti. Harry, Ron ed Hermione si erano diplomati da pochi mesi e li avevano messi subito all’opera. Naturalmente erano sempre la squadra vincente e su questo non c’erano dubbi! Quel giorno non avevano nessun caso da seguire. Al meno per il momento. Harry e Ron erano seduti alle loro scrivanie, intenti a far niente, mentre Hermione era in giro a fare altro.

Che fine ha fatto Hermione? E’ andata via mezz’ora fa e ancora non è tornata!” chiese Ron.

“Sai com’è Hermione non sa stare senza far niente!”rispose Harry. Ad un tratto lei entrò e posò sul tavolo un enorme libro.

“Un’altra lettura leggera tesoro?” le chiese Ron.

“Ah ah” rispose lei sarcastica “E’ solo il libro delle decorazioni per la festa di nozze me lo ha dato tua madre!”

Ron impallidì.

“Questo matrimonio sta diventando uno stress!” borbottò.

Harry li guardò scuotendo la testa e sorridendo.

“Solo perché mia sorella ti ha dato il ben servito non vuol dire che tu non debba sposarti!” ribattè Ron.

Infatti, io non ho mai detto di non volermi sposare solo che non ho ancora trovato la ragazza giusta!”disse Harry poggiando i piedi sulla scrivania e chiudendo gli occhi. “Faresti meglio a sederti composto Harry !” disse Hermione.

Perché?”

“Abbiamo visite!”

Il ragazzo si sedette composto e voltò lo sguardo. Sulla porta c’era una donna sui vent’anni magra, con i capelli castani e gli occhi blu notte. Indossava una maglia rossa e un paio di jeans. La donna rimase interdetta vedendo solo loro tre nell’ufficio.

Harry si alzò .“Non preoccupatevi ragazzi ci penso io voi continuate!”.

Ron gli lanciò un’occhiata furibonda, ma lui era già lontano! Harry si avvicinò alla ragazza.

“Salve posso aiutarla?” chiese.

Lei lo osservò preoccupata soffermandosi sulla cicatrice. Harry non ci badò, c’era abituato. Lei sospirò: sembrava che stesse valutando se fosse o no il caso di parlare, poi si decise.

“Vorrei riaprire un caso d’omicidio avvenuto vent’anni fa!”

Harry la guardò sorpreso era la prima volta che qualcuno gli chiedeva di riaprire un caso, ma dopo tutto lui era in servizio da pochi mesi.

“Venga da questa parte.”, la portò in un ufficio attiguo e fu raggiunto di lì a poco da Ron ed Hermione.

“Il mio nome è Blanca McGleod” disse tendendo la mano.

“Io sono Harry Potter e questi sono Ron Weasley ed Hermione Granger”.

Hermione chiuse la porta dell’ufficio, mentre la donna si sedeva.

“Allora signorina ci parli di questo caso”. Disse Harry.

Blanca tirò fuori della borsa un ritaglio di giornale vecchio di vent’anni. Sopra c’era un titolo in grassetto: “DONNA UCCISA A DOVER – UN ALTRO ATTACO DEI MANGIAMORTE?” La foto ritraeva una donna dai capelli neri e gli occhi blu notte che sorrideva allegramente.

“L’articolo dice che potrebbe essere stato un attacco dei Mangiamorte. “intervenne Ron.

“Lo so, ma io non credo che sia così, vedete non hanno mai trovato l’autore del delitto e il caso è stato archiviato. Ne morivano tanti allora. Si voltò dall’altra parte. Aveva osato troppo.

Hermione lesse il nome della donna uccisa: “Elina McGleod. Qualche parentela?”

“Era mia madre.” Rispose

I tre si guardarono imbarazzati. Non era la prima volta che parenti delle vittime delle due guerre si presentavano da loro per trovare gli assassini dei loro cari. Solo che erano troppi e non sempre le autorità erano disposte a riaprire casi del genere così le ignoravano.

“Signorina McGleod perché vuole riaprire il caso adesso dopo tanto tempo?” chiese Hermione prontamente.

Blanca li guardò stupita. Restò in silenzio per un po’. “Non lo so” disse.

“Questo è il colmo- pensò Harry- questa viene da noi per aprire il caso della madre morta e non sa perché vuole farlo? E io che doveri fare?”

“Signorina McGleod” cominciò Harry “Io non so se ci daranno il permesso di riaprire questo caso ..”

La donna si alzò di scatto. “Ho capito non importa. Disse. Prese la borsa e uscì dalla stanza. Harry, Ron ed Hermione rimasero paralizzati dallo stupore. Si guardarono con aria colpevole.

“Non potevamo fare di più” disse incerta Hermione.

Se volessimo riaprire tutti i casi delle due guerre, non basterebbe una vita.”. Disse Ron. Ma Harry non era sicuro che avessero fatto l’impossibile per quella ragazza. Sulla scrivania era rimasta la foto di quella donna. Immaginò come doveva sentirsi quella ragazza in quel momento senza sapere chi le aveva ucciso la madre. Lui sapeva come ci si sentiva, quando non si aveva una madre accanto. Alzò lo sguardo sugli altri due. Hermione scosse la testa e gli indicò la porta.

Harry corse fuori dell’ufficio e poi in strada e poi la vide. Era ferma davanti alla fermata dell’autobus e aveva una faccia scura.

“Signorina McGleod!”urlò.

Lei si voltò verso di lui e si avvicinò.

“Ha dimenticato questo” disse porgendole il foglio di giornale.

“Grazie.” disse lei prendendolo e rimettendolo in borsa. Calò un silenzio imbarazzante.

“Senta- disse impacciato- mi dispiace so come ci sente in questi casi io vorrei fare di più davvero”. Blanca lo guardò. Ne aveva conosciuti d’uomini nella sua vita e tutti si erano rivelati dei gran bastardi, ma lui sembrava diverso e se l’avesse davvero aiutata?

“Sono stata in sette orfanotrofi diversi e con più di una decina di possibili coppie di genitori. Fino a tre anni fa non sapevo neanche cosa fosse una bacchetta magica, tutto quello che voglio e sapere chi ha ucciso mia madre e perché!”

Lo guardò dritto negli occhi e non abbassò mai lo sguardo. “Le prometto che faremo tutto il possibile!” disse Harry pentendosi subito di quello che aveva detto. Ma Blanca s’illuminò in un sorriso meraviglioso. Frugò nella borsa dove trovò un pezzetto di carta.

“Questo è il mio numero di telefono se sa qualcosa mi chiami!”. Così detto si allontanò lasciando Harry solo in mezzo alla strada.

 

 

Tre ore dopo Harry era fuori una casa piccola e accogliente dal quale proveniva un piacevole odore. Quella era la casa dove passava la maggior parte del tempo quando lui e Ginny si erano lasciati. La casa di Tonks e Lupin. Bussò e aspettò. Subito sentì il familiare rumore di Tonks che si precipitava nell’ingresso per aprirgli la porta. E  la porta si spalancò. Davanti a lui c’era una donna con i capelli corti e neri con una gonna corta e una t-shirt. Se non avesse saputo che quella era la fidanzata di uno dei migliori amici dei suoi genitori avrebbe giurato che quella era la cameriera.

“Ciao Tonks !” la salutò allegramente Harry.

“Ehilà Harry ti stavamo aspettando dai vieni!”

Tonks lo condusse in cucina dove Remus Lupin era seduto al tavolo e leggere il giornale con l’aria sempre più stanca e malconcia ma allegro. Quando sentì entrare Harry e Tonks alzò  lo guardo e sorrise.

“Harry come va?” chiese

“Tutto bene grazie Remus!”

“Sei di nuovo qui a cena deve piacerti molto la nostra cucina!” chiese Lupin sarcastico.

“Già è ottima!” disse Harry

“Non prendetemi in giro per favore. Altrimenti vi caccio entrambi”. Replicò Tonks arrabbiata. Harry si sedette affianco a lupin che chiuse il giornale per dedicarsi completamente a lui.

“Allora come vanno le cose al ministero?” chiese Lupin.

“Come se non te lo dicessi io tutti i giorni!” borbottò Tonks. Lupin la ignorò

Harry si strinse nelle spalle. “Sempre uguale: calma piatta”. Lupin ridacchiò

“Be’ meno male altrimenti avremmo combattuto tanti anni per niente!” disse

Comunque oggi è venuta una donna da me che mi ha chiesto di riaprire un caso di vent’anni fa” disse Harry

“Non è la prima volta! Già anni fa si presentava molta gente per riaprire casi sulla morte dei loro familiari o amici. Scommetta che era della guerra giusto?” intervenne Tonks.

“Sì della prima però, una donna. Chi sa se ne sai qualcosa Remus!” chiese.

“Come si chiamava?”

“Elina McGleod.”

L’atmosfera nella cucina cambiò all’improvviso. Lupin s’irrigidì, mentre Tonks smise di prendere i piatti e si mise in ascolto. Harry si accorse che qualcosa non andava e spostò lo sguardo da lui a lei.

“Qualcosa non va?” chiese.

Lupin fece un sorriso forzato. “Tutto ok Harry!”

Ma Tonks non era d’accordo: “Diglielo Rem!”

“Non mi sembra il momento!”rispose lui.

Harry non capiva di cosa stavano parlando, ma Lupin sembrava molto preoccupato.

Se non è questo il momento, quando!”disse lei arrabbiata.

“Non voglio che questa storia influenzi la sua decisione di riaprire o no questo caso!”

Sembrava che si fossero dimenticati di lui e continuavano a litigare senza badare minimamente a lui.

“Fai sempre come tuo solito Remus!- urlò Tonks- Avresti riaperto il caso se non fossero successe così tante cose! Quindi smettila di fare l’idiota e dì a Harry quello che deve sapere. Deciderà lui se riaprire o non il caso!”

Calò il silenzio. Tonks aveva gli occhi puntati su Lupin che li teneva bassi, entrambi stavano in silenzio. Harry si azzardò a fare una domanda: “Scusate, prima che questa cena si trasformi in una lite fra marito e moglie, posso chiedervi di cosa diavolo state parlando?”

Lupin respirò profondamente e poi parlò: “Vieni con me Harry c’è qualcosa che devi vedere”.

Lupin lo condusse al piano superiore ed entrò in una stanza che a quanto pareva era il suo studio. Sulle pareti c’erano quadri e foto, la scrivania era ingombra di carte e libri. Non si spolverava da un po’ in quella stanza e il caos regnava sovrano.

“Sembra il mio appartamento!” esclamò Harry.

“Già. Non permetto a Tonks di entrare a fare le pulizie. Metterebbe solo più disordine!”. Si fermò davanti ad un armadio e lo aprì. Dentro c’erano molti album di vecchie fotografie. Ne prese uno, lo aprì e lo porse a Harry che guardò la foto: C’erano i quattro Malandrini e in più c’era anche una ragazza alta con i capelli neri e gli occhi blu notte.

“E’ lei!” esclamò.

Lupin annuì. “Harry devi sapere che io la conoscevo. Elina era una delle mie anzi nostre migliori amiche”.

Harry rimase un attimo interdetto non sapendo cosa dire.

“Era nel nostro anno, ma era di Corvonero. Di solito andavamo d’accordo con loro, ma Elina era diversa. L’abbiamo conosciuta, quando frequentavamo il terzo anno. Lei entrò in conflitto con Sirius e James e gli dava del filo da torcere…...

1973- Era una calda giornata d’ottobre, l’ultima dell’anno. I quattro erano stesi sotto l’ombra di un albero.

“Questa sì che è vita amici miei”disse James.

“Hai perfettamente ragione Ramoso! Meglio di così non può andare!” assentì Sirius.

“Ci pensate oggi niente lezioni. Quella delle caccabombe nel reparto di trasfigurazione è stata un’idea geniale, devo ammetterlo!” disse Remus.

Ma sentitelo il nostro ragazzo modello. Eh bravo il nostro Lunastorta!”disse James scompigliandogli i capelli. Codaliscia rideva come un matto.

Ad un tratto tutti i quattro si ritrovarono bagnati fradici. Si guardarono in torno cercando di capire da dove veniva quell’acqua. Poi sentirono una risata provenire da un prato vicino a loro. Si avvicinarono e videro una ragazzina con dei lunghi capelli neri e gli occhi blu notte, con il simbolo di Corvonero sulla divisa.

“McGleod !” urlarono insieme James e Sirius.

“Piaciuta la doccia ragazzi! Così ora siete più freschi!”

Perché diavolo lo hai fatto!” disse Remus.

Diciamo che è la ricompensa per quello che avete fatto al reparto di trasfigurazione ragazzi!”

James e Sirius erano furibondi.

Che cosa hai risolto ora Elina? Noi siamo bagnati fradici, ma tu comunque non hai la tua lezione di trasfigurazione”disse Remus.

“E’ vero, ma mi sono presa una bella rivincita sui famigerati Malandrini. Chissà cosa penserà la Mcgranitt, quando saprà del vostro giochetto!”rise Elina.

I quattro sbiancarono e lai tirò fuori una piccola palla di vetro e  la agitò ripetendo la scena che si era appena svolta sotto l’albero.

“non oserai!” ululò James.

Elina non rispose. Cominciò a correre verso il castello con i Malandrini al seguito!

Quindi tra voi ed Elina c’era una sorta di battaglia!” chiese Harry.

“Sì. Le cose andavano peggiorando, anche perché Elina giocava da cercatrice nella squadra di Corvonero e anche sul campo lei e tuo padre si davano battaglia. Alla fine, dopo che entrambe le parti avevano avuto considerevoli punizioni, decidemmo di fare un duello”.

“Un duello?”

“Esatto. Decidemmo l’ora, il giorno e il luogo. James avrebbe affrontato Elina. Il suo secondo era Sirius, il secondo di lei era  Amy Johnson. Se avessimo vinto noi, lei ci avrebbe lasciato in pace, se avesse vinto lei, noi l’avremmo lasciata in pace”.

“Chi vinse?”

“Nessuno. I professori ci scoprirono, ma Elina riuscì a farci passare per un passaggio segreto e ci salvammo. Da allora siamo diventati inseparabili. Stavamo sempre insieme. Arrivammo perfino a confessarle il nostro segreto. Lei aiutò Sirius, James e Peter a diventare animagi e in un certo senso fu lei a far sì che i tuoi si mettessero insieme. Come vedi lei era la nostra migliore amica; era molto legata a Sirius e James”. 

“Elina e Sirius avevano avuto una storia?”

“No. Erano come fratello e sorella. Elina ha avuto una storia con uno solo di noi”

Harry si sentì mancare. “Chi?”

Lupin esitò. Harry era sempre più agitato.

Lupin sospirò e disse: “Io”

I peggiori dubbi di Harry si erano avverati. Ecco perché Lupin aveva fatto quella faccia sentendo il suo nome!

“Io ed Elina stavamo insieme da qualche mese, quando lei morì”. Si alzò e prese un altro album, dentro c’era una foto sua e d’Elina.

“Elina morì l’undici settembre 1980. Come puoi immaginare io pensai subito che fosse colpa mia, perché l’avevo trascinata in quella guerra e perché l’avevo legata a me. Da quel giorno non ho più voluto sentir parlare di lei, ma trovare il suo assassino mi ha sempre tormentato”.

Lupin si mise le mani in volto e non parlò. Harry rispettò il suo silenzio pensando a quella strana storia.

“Chi ti ha chiesto di riaprire il caso?” chiese Lupin dopo un po’.

“La figlia” rispose

“Blanca? Blanca è venuta da te?” chiese lui sorpreso.

“Sì Blanca. Ma lei è ..

“Mia figlia? No . Era già incinta, quando ci siamo fidanzati. Ma non so chi sia il padre non ce l’ha mai detto o meglio non ne ha avuto il tempo”.

Harry si fermò a riflettere: possibile che fosse solo un caso che Blanca si fosse rivolta a lui?

Che cosa hai intenzione di fare ora?” gli chiese Lupin strappandolo hai suoi pensieri.

“Non ne ho idea. Dovrei inviare la richiesta al mio superiore e aspettare oppure ignorare la richiesta”.

“Ho capito . Promettimi solo una cosa Harry!”

“Dimmi pure!”

“Non lasciare che la mia storia t’influenzi. Apri il caso solo se necessario”.

“Te lo prometto”.

 

  
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