La mano pallida accarezzò di nuovo le labbra dell’altro, dove raccolsero le parole silenziose della domanda che divorava entrambi da troppo tempo.
- Cosa ne sarà, di noi?
Il moro rispose con lo sguardo pieno di rassegnazione fisso su un futuro che sembrava non avere soluzioni.
- Vorrei tanto saperlo, ma non riesco a vederne la fine.
- Di cosa? …La fine, di cosa?
- La fine di questa nostalgia.
 
 
Trovarsi quella chioma bionda davanti agli occhi, dopo tutto quel tempo, quella stessa chioma che aveva amato accarezzare, in passato, fu come starnutire ritrovando la polvere in vecchi album di ricordi. Le loro mani, che una volta sembravano essere state create apposta l’una per l’altra, adesso strette alle piccole e timide dita di figli diversi, nati da mogli diverse, da vite diverse. Diverse da quello che erano soliti essere, dalle abitudini mai stanche del loro tempo, diverse, diverse e basta.
Al fianco di Ginny aveva trovato conforto, pieno, a quel dolore, vuoto, che il distacco gli aveva lasciato nello stomaco, e nel cuore. Al fianco della moglie, aveva superato tanto, tanto di tutto, e non aveva rimorsi, di nessun genere. Non riusciva a rimpiangere nulla, nemmeno nel vedere la vita di lui una volta così vicina, ora tanto distante.
Eppure il cuore batteva, eppure il respiro faticava a calmarsi.
La nostalgia di ciò che ci ha reso felici rimane intatta, anche dopo ogni fine.
Dopotutto aveva avuto ragione, a pensare che quel buco nello stomaco non se ne sarebbe mai andato.