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Autore: Sselene    23/04/2012    2 recensioni
Merlin ha sempre cercato di nascondersi dallo sguardo inquisitore del suo re, ma Uther sa esattamente chi è.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Uther
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quando la porta si aprì, Uther non ebbe bisogno di voltarsi per sapere chi stesse entrando. Era stato lui stesso a chiamare nella sala del trono il giovane servitore per potergli parlare. Di solito non si curava molto dei servitori, ma c’era qualcosa in quel ragazzo che non poteva ignorare.
“Voleva vedermi, Sire?” Mormorò in poco più di un soffio il giovane moro.
Uther osservò pigramente la coorte fuori la finestra, ignorando per qualche momento il servitore, così che fosse chiaro che non aveva alcuna importanza per il re, poi si volse verso di lui. Il giovane sembrava terrorizzato, sebbene fosse chiaro che cercasse in ogni modo di non apparire, con gli occhi immensi fissi sul pavimento, le mani strette dietro la schiena e il corpo rigido.
“Sì, Merlin. Vieni qui.”
Il servitore trattenne a stento un sussulto quando il re chiamò correttamente il suo nome. Esitò, lanciando un’occhiata al sire, poi avanzò di qualche passo, avvicinandoglisi.
“Come posso servirla, Sua Maestà?” Chiese con reverenza, inchinandosi profondamente.
Sembrava certamente sapere come comportarsi con I nobili, sebbene Uther avesse assistito di persona al modo irrispettoso con cui solitamente si comportava con Arthur e il modo in cui Arthur sembrava non curarsene. Era certo che la loro relazione fosse in qualche modo malsana per il re di Camelot, ma era a conoscenza di cose che gli impedivano di separarli.
“So delle cose su di te, Merlin.” Il re mormorò, osservando attentamente e con intensità.
“Cose, Sire?” Merlin ripeté ed era un bravo bugiardo, capace di mantenere la sua espressione terrorizzata senza lasciargli capire che nascondeva davvero qualcosa. Solo un semplice servitore davanti al suo re. Ma Uther sapeva
“Cose.” Confermò. “Cose riguardo la tua magia.”
Il servitore sussultò sorpreso, mentre terrore e panico scolorivano il suo viso già di per sé pallido. Boccheggiò, cercando disperatamente qualcosa da dire, poi deglutì con difficoltà.
“Non… non sono uno stregone, Sua Maestà.” Mormorò terrorizzato.
Uther avrebbe voluto credere che quella fosse una prova della sua colpevolezza, ma non lo era: un semplice servitore, un non-mago, avrebbe reagito esattamente nello stesso modo. Ma Uther non aveva bisogno di prove, perché sapeva già. Merlin poteva negare di essere uno stregone finché volesse, era inutile.
“So che lo sei, Merlin.” Il re affermò, fermando le proteste del giovane con un cenno della mano. “Non ti ucciderò, Merlin. Non ti esilierò né ti manderò in galera. Nessuno a parte noi saprà quello che stiamo dicendo in questa stanza.” Si fermò qualche istante, guardando fuori la finestra, verso l’area dove Arthur si stava allenando con i suoi cavalieri. “So che sei uno stregone e so… so che hai sempre protetto Arthur. So che sei leale a Camelot o perlomeno ad Arthur. So che è al sicuro, con te.” Prese una breve pausa. Non si aspettava una risposta da Merlin, così non si curò del non riceverne nessuno. Doveva pensare qualche momento, decidere se voleva davvero finire il discorso che aveva in mente. Decise di sì. “Voglio soltanto chiederti qualcosa, Merlin.” Aggiunse, voltandosi per guardare il ragazzo, che era rimasto fermo, dritto in mezzo alla stanza. “Arthur sa di te?”
Merlin rimase n silenzio per qualche lungo momento, mordendosi il labbro inferiore, guardando il re dritto negli occhi. Uther poteva quasi leggergli in viso tutti i pensieri che gli stavano attraversando la mente. Il giovane si leccò le labbra, giungendo finalmente ad una conclusione.
“Non c’è niente di me che Ar- che il Principe Arthur dovrebbe sapere.”
Uther finse di non aver notato il piccolo lapsus e Merlin andrò avanti come se non fosse mai accaduto.
“Ma… se avessi qualcosa di importante da dire al principe Arthur… allora sicuramente lo farei. Glielo direi, perché… è il mio principe e il mio signore e il mio futuro re e io credo in lui.”
Il re volse ancora la sua attenzione al paesaggio fuori la finestra. Era già abbastanza sicuro della risposta di Merlin, quindi non ne era sorpreso, ma ne era comunque sollevato. Merlin sembrava uno stregone potente ed era una delle persone –se non la persona- più care ad Arthur. Erano le due ragioni per cui aveva deciso di non punire Merlin: non era sicuro che lo stregone non avrebbe reagito ed era ancora meno sicuro che Arthur non avrebbe reagito. Ma Merlin era leale e aveva a cuore Arthur. Andava bene così.
“Puoi andare.” Disse.
Quando non sentì il rumore della porta, si voltò, notando il servitore ancora fermo al centro della stanza, con lo sguardo fisso sul re.
“E’ un ordine.” Aggiunse freddamente.
Merlin schiuse le labbra, cercando di dire qualcosa, ma poi ci ripensò e si inchinò.
“Sua Maestà.” Mormorò, poi uscì.
Uther osservò la porta chiudersi dietro il ragazzo e non poté impedirsi di pensare ai possibili utilizzi del suo potere. Se quel servitore era potente come pensava, avrebbe potuto essere un’arma importante in ogni guerra, sia per difendere Camelot, che per attaccare i loro nemici, ma non poteva utilizzarlo. Poteva accettare, con qualche riserva, che non tutti gli stregoni fossero cattivi, ma non poteva mostrarlo: era importante mantenere coerenza, per il popolo di Camelot. Forse Arthur avrebbe potuto essere il re che avrebbe lasciato che la magia tornasse a Camelot e Merlin avrebbe potuto essere il suo Stregone di Corte o qualcosa di simile.
Portò la sua attenzione sull’esterno, appena in tempo per vedere Merlin uscire dal castello ed avvicinarsi all’area di allenamento. Quando Arthur lo vide, fermò l’allenamento così da poter parlare con lui.
Uther li vide parlare e poi Arthur alzò lo sguardo su di lui, sulla sala del trono. Così, era vero che Merlin diceva ad Arthur ogni cosa che valesse la pena dire. Buono a sapersi.
Uther si sentiva rassicurato, sebbene non gli sfuggisse l’ironia della situazione: aveva passato l’intera sua vita tentando di proteggere suo figlio dalla magia e in quel momento era uno stregone che lo stava proteggendo da tutti i pericoli del mondo.
 
   
 
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