Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: Leyton_Nenny    23/04/2012    2 recensioni
[SPOILER 7 STAGIONE]
Sembrava distrutto, come un bambino posto difronte a qualcosa di inaccettabile come la morte.
E avrebbe pianto se solo non si fosse trovato Jo davanti.
Perché Jo era piccola.
Perché Jo era fragile.
Perché Jo era buona e gentile.
Perché Jo doveva essere protetta.
E invece Jo era morta.
Jo scosse la testa avvicinandosi a lui e sfiorando la sua guancia.
"Non sono un fantasma. Non più."
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Jo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dean sapeva a chi apparteneva quella voce ancora prima di voltarsi.
"Jo."
La ragazza  sorrise mostrando gli incisivi.
"Cosa ci fai qui? Sto forse sognando?" riprese Dean.
La ragazza rise.
"No, Dean.  Non stai sognando."
Un' ombra di terrore invase il volto di Dean.
"No. Non di nuovo. Ti prego."
Sembrava distrutto, come un bambino posto difronte a qualcosa di inaccettabile come la morte.
E avrebbe pianto se solo non si fosse trovato Jo davanti.
Perché Jo era piccola.
Perché Jo era fragile.
Perché Jo era buona e gentile.
Perché Jo doveva essere protetta.
E invece Jo era morta.
Jo scosse la testa avvicinandosi a lui e sfiorando la sua guancia.
"Non sono un fantasma. Non più."
Dean abbassò lo sguardo ricordando come la foto si accartocciava tra le fiamme e come Jo spariva davanti al suo sguardo.
Avrebbe voluto abbracciarla, stringerla a sé, tenerla con sé. E sconfiggere con lei la morte.
Ma non poteva.
Non aveva potuto farlo quando lei era morta e certamente non poteva trovandosela davanti sotto forma di fantasma.
E lei spariva, sciogliendosi come condensa.
Dean la guardò in silenzio e poi, lentamente, trovò la forza per parlare.
"Un... mutaforma?"
Jo scosse la testa e sorrise.
"No, Dean. Sono qualcosa di diverso. Sai, la morte non è come la immaginiamo."
Dean scosse la testa amaramente: come poteva pensare di dare a lui lezioni di vita di morte?
Lui c' era già passato. Lui era già morto.
E si era salvato, al contrario di Jo.
La cicatrice sulla sua spalla lo provava.
Lui si era salvato e Jo no.
Perché lei no?
Perché lei, che era così dolce, non era potuta tornare in vita?
Perché lei, che era così bella, non era potuta tornare in vita?
Avrebbe dovuto salvarla, ma non ci era riuscito.
Lui, che combatteva ogni giorno il male e salvava estranei, non era riuscito a tenere al proprio fianco le persone che più amava.
Prima suo padre, e poi Jo.
E continuava a pensare a quanto fosse più forte Sam che bene o male era riuscito a superare la perdita di Jessica.
Lui invece non ci riusciva, non c' era riuscito allora e non poteva riuscirci adesso.
Erano passati anni dalla morte di Jo, ma lui non riusciva a superarlo.
Lei doveva essere protetta e invece si era sacrificata per salvarlo.
Era lei l' unico vero eroe della storia.
Lui invece era ridotto a un pezzo di carne senz'anima perché Jo con la propria morte aveva ucciso anche lui.
Dean sospirò.
Finalmente seppur titubante riprese a parlare.
"Allora cosa sei?"
Jo lo guardò negli occhi.
"Sono un morto" rispose con semplicità.
Dean rise amaramente.
Colpevole, sono io il colpevole della tua morte, Jo. Non rinfacciarmelo, non rinfacciarmelo ancora.
"Mi dispiace" riuscì a dire soltanto.
Jo scosse la testa.
"No, Dean. La morte non è come la immaginiamo. Non c'è solo pianto e stridore  di denti, c'è qualcosa di più. C'è un posto diverso dove quelli come noi possono andare."
Dean alzò lo sguardo, specchiando i propri occhi verdi in quelli nocciola di lei.
Aveva gli occhi brillanti, come quando era viva.
"Sono morto, vero?"
Ma non era amareggiato, era quasi contento della cessazione di ogni affanno. 
Era desideroso del baratro in cui Jo si trovava.
Jo però scosse la testa.
"Devi continuare ancora."
Jo non aggiunse altro, ma l' implicazione era chiara: doveva continuare a vivere, continuare a soffrire. Doveva restare agonizzante fino a che quella morte che tanto bramava non lo portasse con sé.
"No, ti prego. Portami con te"
Jo gli toccò nuovamente la guancia con la propria mano fredda, congelata nella morte.
"Ti aspetterò qui quando giungerà la tua ora, Dean."
"Promettimelo."
Jo sorrise.
"Solo se continuerai dove io non ho avuto la forza di continuare."
Dean annuì: lei aveva la forza, le era solo mancato il tempo.
"Ci rivedremo, Jo. E saremo felici insieme.
Il sorriso di Jo si allargò. "Ti aspetterò per poter essere felice"
La ragazza voltò le spalle al giovane alzando il lungo abito bianco che indossava scoprendo così i piedi scalzi e iniziò a camminare lontano da lui.
Dean non poté fare a meno di pensare quanto fosse bella in quell' abito femminile che mai si era potuta permettere.
"Ehi Jo - la ragazza rivolse il suo sguardo verso di lui - cosa sei?"
La ragazza sorrise.
"Sai quelli che chiamano angeli custodi? - Dean annuì leggermente scettico - ecco, io sono uno di quelli."
Dean sorrise: qualcosa nel tono della sua voce gli fece pensare che lei fosse il suo angelo custode.
E proprio per lei avrebbe smesso di cercare la morte disperatamente come aveva sempre fatto da quando Jo era morta.




Salve!
Ultimamente ho proprio voglia di scrivere cose tristi anche se ho poca fantasia.
Sarà che mi sto concentrando su un progetto più grande.
E chissà, magari avrò fortuna.
Ho pensato di pubblicare un libro, cosa in cui una mia amica poetessa mi sta dando una mano.
Speriamo in bene.
Perché davvero, credo che  ci siano cose non dette che devo dire, cose che devo fare.
E devo pubblicare quel libro, di questo ne  sono certa.
Anche perché ho conosciuto tante persone in Spagna, persone  che hanno messo da parte i propri sogni.
E ho visto quanto il loro sguardo fosse spento e quasi privo di vita.
Quindi no, non permetterò al mio sguardo si spegnersi e ce la metterò tutta per realizzare i miei sogni.
-J

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Leyton_Nenny