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Autore: ino _ chan    24/04/2012    1 recensioni
[ Storia classificata al terzo posto nel contest "In Love With Shakespeare", indetto da Flaren97 ]
“ Ottima recita.” Pensò. Lentamente, quasi senza forze, si lasciò scivolare lungo il muro e rannicchiata in un angolo pianse per se stessa e per quel suo strano e doloroso amore. Pianse perché, quando lui le aveva dato quell’innocuo bacio sulla guancia, lei aveva pensato che poco più in basso c’erano i marchi che lui le aveva lasciato sul corpo. Segni indelebili della loro notte di passione e niente poteva cambiare quella realtà.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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In Bilico

 

 

Sospiro pesantemente. Ho passato la notte insonne, eppure non sono stanca ne tantomeno agitata. E’ strano, non è così che dovrei sentirmi. Scuoto la testa ed inizio a ridacchiare da sola. Oggi è un giorno importante, forse il più fondamentale per me e io sono pervasa da un’insolita calma.

Mi siedo vicino all’ampia finestra, che da sul giardino, e prendo in mano una fotografia. Quella fotografia. Sorrido, non posso fare altro. Ed è come se fossi improvvisamente sott’acqua, perché i suoni mi arrivano attutiti; quasi dei sussurri.

Infatti mi accorgo a malapena di Jessica che entra nella stanza con una serie di borse in mano. La osservo indifferente.  < Io veramente non ne posso più! Ho chiesto un semplice favore a Katia. Doveva solo prendere una piastra. Secondo te l’ha fatto? No! Ecco il punto. >  La mia amica parla senza mai fermarsi, passando da un punto all’altro della camera. Quando si gira e mi guarda, si blocca di colpo.  < Annie? >  Le sento domandarmi titubante. Nel momento in cui si avvicina e mi raggiunge alzo il viso verso di lei. E la vedo stupenda con i suoi splendidi capelli biondi, elegantemente raccolti,  e gli occhi lucidi, che trattengono a stento le lacrime, mentre fissa rapita l’istantanea. 

< Che bei tempi. >  Dice con un filo di voce.  < Già. >  Io allungo la mano e prendendo una delle sue, che ricambia la mia stretta. Restiamo lì a fissare quella vecchia cornice. Tre bambini, abbracciati, ammiccano all’obbiettivo. Io ero sulla destra con le guance paffute, l’abito azzurro fatto di merletti e pizzo e un fiocco bianco tra i capelli. Jessica, invece, era al centro e Josh a sinistra. Già, Joshua. Un sorriso melanconico mi solca le labbra, mentre inevitabili ed indelebili ricordi mi trascinavano via, lontano dal luogo in cui mi trovo ora.

 

*

 

Joshua fissò, storcendo la bocca, l’elegante villetta con sua staccionata bianca e le aiuole curate. “Non mi piace.” Questa era l’unica cosa che riusciva a considerare da un paio di minuti.

< Josh? >  La madre lo riportò alla realtà, distraendolo dai propri pensieri. 

< Vai in casa tesoro. Non stare fuori. >  Con tali parole la donna entrò nell’edificio, tenendo in mano gli scatoloni del trasloco.

Il bambino sbuffò scocciato e mentre stava per fare ciò che gli era stato detto, un pallone lo colpì in testa. Si chinò lievemente, massaggiandosi il capo dolorante. Vagamente sentì una voce che gli si faceva sempre più vicina.

< Scusami, ti sei fatto male? >  Solo allora, girandosi, la vide. Una bambina con i capelli corti e biondi, vestita con una maglietta e dei pantaloncini, lo stava squadrando preoccupata.

< Ehi, ci sei? >

< Ehm … S-sì >  Balbettò confuso Joshua.

< Jessie! >  Un’ennesima ragazzina, correndo più piano, li raggiunse. Tom la guardò e scoprì che era un po’ più cicciottella. Indossava un vestito bianco con delle ciliegie e aveva un grosso fiocco rosso tra la lunga chioma corvina.

< Questo qui non si è fatto niente. Possiamo andare. >  Senza aggiungere altro prese la palla allontanandosi.   < Ma, Jess! >  Esclamò l’altra, con voce lievemente contrariata.  < Perdonala, Jessica è così. Comunque io sono Hannah. >  Disse lei..

< Io sono Joshua. >

< Annie! >  L’interessata scrutò la compagna annuendo. < Scusa, ma devo andare adesso. >  E gli sorrise, prima di fuggire via. Josh arrossì.  “Che carina. Sembra una bambola.”

 

Joshua osservò Jessica arrampicarsi sull’albero senza alcuna difficoltà.

< Scendi. E’ pericoloso. >  La voce di Annie gli arrivò chiara e cristallina alle spalle e girandosi la fissò. L’espressione preoccupata di lei era rivolta all’amica. 

< Non preoccuparti. Arrampicatevi. >  La corvina lo guardò, sorridendogli brevemente.  < Io non salgo. >  Sussurrò con un filo di voce.

< Joshua, Annie! >  Di nuovo la voce di Jessica. Lui guardò prima Hannah e poi spostando lo sguardo verso l’alto vide Jess e ne fu quasi accecato. Il sole si fondeva con il biondo dei capelli della bambina e per poterla guardare si dovette mettere una mano sul viso.  < Io vado. >  Parlò senza pensarci su, come spinto da una strana frenesia.  < Ok. Io vi aspetto qui. >

Più tardi, quando fu a casa nel suo letto, pensò che quel giorno si era proprio divertito. Anche se, ripensandoci, il sorriso che gli aveva rivolto An, quando lui era salito sull’albero, gli era sembrato un po’ triste e dispiaciuto.

 

*

 

Un rumore metallico fece destare di colpo Hannah. “Il citofono” Questo fu il suo primo pensiero. Sbuffò e si stropicciò gli occhi. La sveglia segnava le quattro del mattino ed alzandosi stancamente si avvicinò all’ingresso, con quasi la certezza di chi avrebbe trovato ad attenderla.

< Chi è? >  Chiese con voce assonnata.

< A-Annie. >  Biascicò Joshua, palesemente ubriaco.

< Entra, ma con l’ascensore. >  Poco dopo aver pronunciato quelle parole lo aspettò sul pianerottolo, nella speranza che lui non facesse troppa confusione.  Non voleva sorbirsi, di nuovo, le lamentele dei vicini che a causa del frastuono si erano svegliati. Quando sentì le porte aprirsi ed intravide Josh uscire barcollando, lei gli corse incontro e lo sostenne. 

< C-Ciao Annie. >  Parlò confusamente.  < Come sei ridotto? >  Lui in risposta rise sonoramente.  < Zitto o disturbi gli altri condomini. >  Lo ammonì, preoccupata.

A fatica la ragazza portò l’amico nel suo appartamento, facendolo sdraiare sul divano nel salotto. Lo guardò, scuotendo la testa, profondamente contrariata. Si era addormentato immediatamente e l’unico rumore che si avvertiva era il suo lieve russare. Lo sguardo di Hannah divenne immensamente triste. Con la mano sfiorò il profilo del ragazzo, accarezzandogli dolcemente la guancia.

Poi, sollevandosi, andò in camera e prese una coperta dall’armadio, depositandola su quel corpo assopito. Non voleva che prendesse freddo e si ammalasse. Dopo di che rimase lì, vegliandolo silenziosamente. Quelli erano i soli momenti in cui aveva la possibilità di scrutarlo con calma. A lei era consesso solo ciò. E quindi lo fissò, imprimendo nella propria mente ogni più piccolo dettaglio di quel viso che lei adorava tanto. Era così sereno mentre dormiva. In quegli attimi sembrava ancora il bambino che le si metteva vicino, stringendole la mano, mentre facevano il sonnellino pomeridiano. Un’immensa sensazione di vuoto le pervase l’anima. Non poteva continuare così. Lo sapeva benissimo. Non doveva amarlo, perché tanto era tutto inutile. Joshua non l’avrebbe mai ricambiata. Per lui, lei era la dolce, impacciata e timida Hannah. Solo questo. Era la sua migliore amica, non una donna verso cui provare attrazione. Lontana anni luce era l’idea di essere colei di cui lui un giorno si sarebbe innamorato. Anche perché quel posto era già riservato ad un’altra. Oh, lo sapeva bene. Da sempre aveva dovuto reggere quel pesante e faticoso paragone con una donna, totalmente incosciente della fortuna che le era stata regalata. Quante volte aveva desiderato essere lei? Troppe. Di certo, conoscere colei che Joshua amava con tanto ardore e vedere come lui la trattava, non le era d’aiuto. Sospirò pesantemente ed avvicinandosi gli accarezzò i capelli.  < Dormi bene. >  Sussurrò lei all’altezza dell’orecchio di lui.  < Jessica. >  Pronunciò nel sonno. Annie trattenne il respiro e dopo avergli dato un ultimo sguardo intristito, se ne andò in camera sua.

 

*

 

< Allora, ho organizzato per Sabato. >  Hannah osservò la sua migliore amica, che le sorrideva complice.  < Non è necessario Jess. >  Cercò di dissuaderla inutilmente lei, prima di bere il suo caffè.

< Ma cosa dici? Sono stanca di vederti rinchiusa in casa come un’eremita. >

< Non è vero! >  Annie la fissò contrita.

< Ah no? Quand’è stata l’ultima volta che sei uscita con un ragazzo? >  In risposta lei rimase in silenzio, abbassando lo sguardo. Non capiva perché la biondina fosse così preoccupata per la sua situazione sentimentale. In fondo stava bene così. O meglio non stava bene, però non voleva che altri si intromettessero nella sua vita. In realtà, era seriamente preoccupata per quello che sarebbe avvenuto Sabato. Non confidava molto nelle scelte di Jessica in fatto di uomini. Certo non che fossero brutti. Anzi, erano molto belli e questo era il problema. Tipi come loro non guardavano quelle come lei. Sapeva già che si sarebbe sentita inadeguata e impacciata. Sbuffò. Per quella serata prevedeva noia ed imbarazzo.  < Hai notizie di Josh? >  Buttò lì, casualmente l’amica.

< Perché? >  Chiese lei confusa.

< Ieri sera siamo andati in discoteca, ma l’ho perso di vista quando ho incontrato Marcus. Ho notato che era al bar e una ragazza ci stava provando con lui. Non so cosa sia successo dopo. >  Disse sogghignando. Hannah, allora, rise sforzatamente. Ancora una volta si domandò come faceva Jessie ad essere così cieca. I sentimenti del giovane uomo, ai suoi occhi, erano così palesi e chiari. Ma poi, inarrestabile come era arrivato, il pensiero di Joshua che si rifugiava tra le braccia di un’altra donna, per sfuggire al dolore, le bloccò il respiro. Se lui non poteva avere la bionda, allora non aveva diritto di precedenza? Perché le altre e non lei? Era così tanto invisibile ai suoi occhi?  < An, tutto bene? >  < Sì, certo. >  Sorrise brevemente. In realtà aveva voglia di mettersi a piangere, ma non poteva permetterselo. Non in quel momento. Jessica non si doveva accorgere dei suoi sentimenti. Perché rivelarle una cosa simile avrebbe significato la fine di quello che erano stati loro tre fino a quell’istante. Agognava l’ora in cui sarebbe arrivata a casa. Allora si, che avrebbe potuto sfogarsi; piangendo ognuna di quelle lacrime che minacciavano impietosamente di uscirle.  < Non mi chiedi niente del ragazzo? >  L’altra, però, si interruppe immediatamente.  < Oh! Joshy! >  Si alzò di colpo, iniziando a dimenarsi, per farsi notare dal ragazzo. Tutte le persone sedute ai tavolini di quel bar all’aperto la stavano fissando, ma lei a quelle cose non faceva mai caso. Non le importava di cosa pensasse la gente. Questa era una delle tante differenze tra di loro.  < Ciao ragazze. >  Salutarono lui e il suo amico Christian.  < Dove sei andato ieri? >  < Ehm… >  Joshua guardò Hannah, come a chiederle silenziosamente se aveva detto qualcosa. Lei gli sorrise incoraggiante.  < Dai non essere timido! Ti ho visto parlare con una stangona ieri sera! Che ci hai fatto? >  Disse entusiasta Jessica.

< Sembri uno scaricatore di porto. >  Parlò con noncuranza An, bevendo un sorso di caffè.  < Oh, sentitela! Scusami miss raffinatezza. >  La corvina alzò gli occhi, fintamente esasperata.  < Ma è proprio perché sei così, che ci piaci. >  “Mi piaci” lo corresse mentalmente Hannah sorridendo triste. Perché era questo che lui avrebbe voluto dire. 

< Oh Joshy! Per fortuna tu mi capisci! >  Esclamò abbracciandolo di slancio. Ed Annie vide ciò che la sua amica non riusciva a scorgere. Notò il modo in cui lui ricambiava la stretta della ragazza e come socchiudeva gli occhi, godendosi quel contatto fugace. Assistette a tutto questo e a molto altro. Allora, rivolse la propria visuale altrove; perché insopportabile era quella scena. Così facendo si accorse che Christian la scrutava intensamente e una sensazione di gelo la investì. Lui aveva capito e ne fu terrorizzata. Quel sentimento che per tanto aveva nascosto, ora era stato scoperto. Lei lo guardò chiedendogli silenziosamente di tacere e lui sembrò comprendere, tanto che poi la ignorò totalmente e disse;  <  Che cosa fai questo weekend Jess? > 

La ragazza sentendosi nominare, lo fissò con entusiasmo.  < Vado in missione! >  Affermò alzando l’indice.  < C-Cosa? >  Chiese Josh ridendo.  < Ah, fantastico! Ci risiamo. >  Hannah, esasperata, si mise una mano sulla faccia.  < Ho deciso che accaserò la nostra Annie. >  

< Eh? >  I due uomini rimasero sbalorditi.  

< Non penso che Annie abbia bisogno del tuo aiuto. >  Joshua si rivolse alla bionda secco, sorprendendo tutti per la serietà con cui aveva pronunciato quelle parole.  < Insomma, diglielo anche tu An! >  Lei abbassò la testa, indispettita dalla reazione di lui. Che diritto aveva di impedirle di uscire con un uomo? Lei non lo capiva. Stringendo forte le mani sotto il tavolo, sussurrò imbarazzata;  < Forse, potrei provarci. >  E mentre Jessica esultava abbracciandola, Annie evitò lo sguardo di Joshua; palesemente irritato.

 

< Come sto? >  Annie uscì dal bagno, titubante. Josh, che era coricato sul letto a leggere una rivista, disse svogliatamente;  < Stai bene. >

< Ne sei sicuro? >  La ragazza, girandosi verso lo specchio, si lisciò la gonna con le mani. Joshua sospirò ed alzandosi, si mise dietro a lei. Rivolgendosi allo specchio, di fronte a loro, sussurrò;  < Sei bellissima, veramente. Perché dovrei prenderti in giro? >  Lei abbassò lo sguardo arrossendo. < O-Ok. >

< Ehi! Cos’è? Ti imbarazzi? >  Lui intenerito ridacchiò.

< Stupido che non sei altro! Lo sai che non sono abituata a mettere i vestiti. >  

< E fai male, perché ti stanno bene. Da piccola li mettevi sempre. Eri così carina! >  Ricordò con aria trasognata, guardando il soffitto. In risposta per quell’affermazione, gli arrivò la giacca di pelle in faccia.  < Ma piantala! E ora smamma. Tra poco arrivano Jess, Marcus e il suo amico. Non voglio che ti vedano qui. >

< Che cattiva che sei! >  Esclamò l’uomo, fintamente dispiaciuto. Poi tornando serio si infilò il chiodo e le diede un bacio sulla guancia.  < Ci vediamo principessa. >

Quando la porta si chiuse Hannah sospirò pesantemente. Aveva fatto bene a mandarlo via, altrimenti non sarebbe riuscita a concentrarsi per la serata e di certo non si sarebbe divertita, con il ricordo di lui e di quel bacio nella mente.  “ Forza e coraggio Hannah. Preparati e non pensarci. Stasera si esce e riprenderai in mano la tua vita. ”

 

*

 

Hannah si alzò dal letto sbadigliando. “Di nuovo. Non è possibile. E’ già la terza volta questa settimana.” Pensò lei, mentre apriva la porta ed attendeva l’amico sul pianerottolo. Quando lo vide corrugò la fronte. Joshua era messo peggio del solito, tanto che quasi non stava alzato. Faticosamente lo portò in casa. Con difficoltà riuscì a farlo coricare sul divano, ma lui si alzò in piedi ed aggrappandosi alla ragazza la buttò per terra. 

< Perché ti sei alzato? >  Sconsolata Annie si mise una mano sulla faccia.

< L-letto. >  Questo fu quello che lui tentò di pronunciare.

< Pure! > Esclamò scocciata, ma dando uno sguardo al ragazzo rinunciò ad intraprendere ogni forma di conversazione. Semplicemente lo trascinò nella propria camera.

Quando lo fece sedere sul materasso Joshua la strattonò e lei gli cadde addosso, al che An iniziò a perdere la pazienza.  < Ma che f.. >  La ragazza non fece in tempo a terminare ciò che stava dicendo, perché venne interrotta dalle morbide labbra di lui che si poggiarono sulle sue. Annie, riprendendosi, si scostò sconvolta; mettendosi le masi sulle bocca.  < P-Perché? >  < Mmm..Bacio >  Continuò lui e come se fosse un gioco tentò di ri-attirarla a sé.  < Sei ubriaco. Piantala! >  Hannah cercò di scostarsi, ma Joshua la trattenne. Lui era più forte e quindi ogni tentativo di fuga fu inutile. L’attacco del uomo proseguì con lentezza, dandole baci ovunque, mentre lei cercava di opporsi. Quando lui le scostò la maglia, tormentandole il collo, Annie non capì più niente e, a quel contatto così ravvicinato, non poté fare altro che chiudere gli occhi e sospirare per il piacere. 

 

La luce, che filtrava dalle tapparelle, penetrò lievemente nella stanza; svegliando il ragazzo che dormiva tranquillo. Joshua si toccò il volto infastidito. Il dolore che provava alla testa era insopportabile. Confusamente si guardò intorno. Quella non era la sua stanza. Cosa diavolo aveva fatto la sera prima? Ci pensò e i suoi ricordi si fermarono all’immagine di Jessica che baciava quel tizio, Marcus, mentre lui beveva l’ennesimo cocktail. Da quel momento tutto era annebbiato e nella sua mente regnava solo il buio. Focalizzando meglio il luogo in cui si trovava si accorse che lo conosceva alla perfezione. “Annie.” Pensò, provando subito sollievo. Questa sensazione durò solo per pochi attimi, perché ben presto si accorse di essere totalmente nudo. Il dubbio di aver fatto qualche cavolata si insinuò in lui come un tarlo. Velocemente si alzò e dimenticandosi l’intorpidimento e il dolore al capo si mise i vestiti, accuratamente sistemati sulla sedia. L’unico indumento buttato alla rinfusa, sul pavimento, erano i suoi boxer. Aperta la porta della camera, lo inondò un profumo di caffè. Hannah stava trafficando in cucina, preparando la colazione. Lei, che era di spalle, non si accorse di lui.  < Buongiorno. >  La ragazza sentendo quella voce sussultò, tanto che quasi fece cadere la tazza che aveva in mano. Riprendendosi, si girò verso l’amico di sempre.  < Ben svegliato. >  Parlò lei, guardando Joshua. 

< Tutto ok? >  Chiese lui preoccupato, visto che lei gli aveva rivolto un sorriso tirato.  < Eh? >  Annie strinse forte la scodella.  

< Stai bene vero? Dopo quello che ti ho fatto ieri? >  Lei sospirò. Si ricordava. Il terrore prese il sopravvento, impedendole di dire alcun che.  

< Ti ho tenuta sveglia tutta la notte. Mi dispiace. Non mi ricordo niente, però avrai passato una brutta nottata. >  Si sentì immediatamente più sollevata.  < Non preoccuparti. Oramai sono abituata ad occuparmi di te. >

Dopo di che il giovane iniziò a fare colazione, mangiando ciò che Annie gli aveva preparato. Nessuno dei due parlò, ma lui sentì una strana tensione tra di loro.  < Non ho fatto niente di strano? >  Annie rise dolcemente. Lui si preoccupava sempre troppo e quella era una parti che a lei più piacevano.  < Perché ridi? >  Domandò.

< Beh ecco, diciamo che quando ti stavo mettendo a letto, ti ho sfilato i vestiti e tu hai iniziato a toglierti anche i boxer. Quindi a quel punto sono scappata fuori dalla stanza ed ho chiuso la porta. Comunque tranquillo. Non ho visto niente. >  

Joshua si mise una mano sulla faccia.  < Scusami. >  Sussurrò vergognandosi.

Qualche tempo più tardi, dopo che si fu fatto una doccia, il ragazzo se ne andò dalla casa.

< Grazie. >  Le disse, prima di lasciarla, dandole subito dopo un bacio sulla guancia. In men che non si dica la porta fu chiusa e lui sparito. Annie rimase lì, immobile. “ Ottima recita.”  Pensò. Lentamente, quasi senza forze, si lasciò scivolare lungo il muro e rannicchiata in un angolo pianse per se stessa e per quel suo strano e doloroso amore. Pianse perché, quando lui le aveva dato quell’innocuo bacio sulla guancia, lei aveva pensato che poco più in basso c’erano i marchi che lui le aveva lasciato sul corpo. Segni indelebili della loro notte di passione e niente poteva cambiare quella realtà. Ma tanto, Josh, non l’avrebbe mai saputo.

 

 

Era mezzogiorno e fissava il piatto di pasta che aveva di fronte a sé. Non aveva fame e il solo pensiero di mangiare le metteva la nausea. Ancora una volta guardò il cellulare, che aveva vicino, e sperava. Sperava di vederlo illuminarsi, ma sapeva che era tutto inutile. Sospirando, abbandonò il suo pranzo e si diresse in camera. Il letto era ancora disfatto, perché non voleva toccare quelle lenzuola. Aprendo un cassetto dell’armadio, tirò fuori una vecchia maglia e l’annusò. Quella T-shirt l’aveva rubata tempo fa a Josh. O meglio, lui, pensava di averla persa chissà dove. Chiuse gli occhi, stringendo forte quel pezzo di stoffa, lasciando che i ricordi tornassero vividi nella sua mente.

Perché, dopo quel bacio, loro due si erano amati con foga, stretti l’uno all’altra, più volte. La paura che il cuore le scoppiasse, tanto batteva, l’aveva terrorizzata. Veloce, sempre di più.

Scioccamente si era lasciata andare, non pensando alle conseguenze. Rammentava di essersi allontanata quando si era svegliata; riparandosi in un angolo del letto. Con la schiena appoggiata contro al muro aveva impedito che neanche un lembo della sua pelle toccasse quella di lui. Aveva paura che, sfiorandolo, si sarebbe scottata. Ma oramai, il danno era stato fatto. Lo aveva avuto e il suo desiderio si era avverato. Già, perché ad ogni compleanno, quando soffiava le candeline, lo fissava. “ Voglio Joshua” Pensava, logorandosi.

 

*

 

Irritata. Questo era il termine che le si addiceva in quel momento; mentre osservava Jessica, coricata sul suo letto, che parlava incessante. Strinse più forte il cellulare tanto da farsi sbiancare le nocche delle mani. Sul display illuminato vi era una semplice frase;  < Jessie è li? >

Non sentiva Joshua da una settimana e lui non le chiedeva neanche come stava ma, come al solito, pensava solo alla biondina. Era stufa e scocciata. Con un gesto meccanico appoggiò l’apparecchio sul tavolo. Non ne poteva più. Non ce la faceva più. Erano anni che sopportava quella situazione ed adesso era completamente prosciugata.  < Annie? >  La voce di Jessica la riportò alla realtà. 

< Ti vibra il cellulare. Non rispondi? >  < No. >  Jess sgranò gli occhi, sorpresa. Hannah si pentì immediatamente del tono di voce che aveva usato.  < Scusa. >  Disse massaggiandosi le tempie, mentre chiudeva gli occhi. L’amica, vedendo quella reazione, si alzò dal letto e raggiunta la scrivania prese l’oggetto in mano.  < E’ Josh. >  Constatò, con stupore, guardandola. Lei in risposta spostò lo sguardo sull’armadio. Non voleva vedere le domande implicite trasmesse dagli occhi della bionda, perché in quel momento era fragile e non sarebbe stata in grado in mentire con convinzione. 

< Avete litigato? >  Lei rimase in silenzio, cercando di trattenere quel fiume di parole e verità che volevano uscire.  < Puoi dirmelo, siamo amiche. >  Hannah sorrise amaramente e fissò la ragazza.  < Quando mai mi chiedi qualcosa? Pensi solo a te e alle tue conquiste. >  Jessica non diede peso a quelle parole.  < Ok, è per colpa di Joshua. Ora gli rispondo e lo faccio venire qui. >  < No! >  Urlò, ma quella sua contrarietà venne totalmente ignorata.  < Joshy? >  Con voce melliflua e suadente la bionda rispose al telefono, mentre si sedeva sul letto; accavallando le gambe. Ed Annie non poté non immaginare la reazione del ragazzo. Sicuramente si sarebbe sentito euforico per quella sorpresa così gradita. Non seppe cosa si dissero i due, ma le bastava vedere l’amica che rideva con il suo fare civettuolo. Poi chiuse la conversazione.  < Arriva tra poco. Così sistemate le cose. Contenta? >  < No! >  L’irruenza di Annie, che si stringeva forte le nocche delle mani, era inusuale. Solitamente Hannah non era il tipo da arrabbiarsi, anzi lasciava correre. Ora però era veramente al limite di sopportazione.

< Tu non mi ascolti mai! Parli sempre di te. La sai una cosa? Non ci sei solo tu. Ti ho detto che non ho problemi con Joshua, ma tu non mi hai ascoltato. Anzi, la vuoi sapere la verità? Se smettesti per un po’ di non pensare solo a te stessa, forse ti accorgeresti che è una vita che lui ti muore dietro e tu neanche te ne accorgi. Lui meriterebbe di meglio, perché c’è chi lo ama veramente e lo renderebbe felice. Ma anche Josh è così cieco che non vuole vedere niente oltre a te. Quindi è ora che vuoi due vi chiarite; così fate un favore a tutti. >  Lacrime incessanti iniziarono a cadere dal bel viso di Annie. Jessica la fissò sconcertata e sconvolta. Non riuscì a fare niente, se non osservare la giovane precipitarsi fuori dalla stanza. Correndo, non si accorse di Joshua che fischiettando stava arrivando.  < An? >  Chiese stupito, ma non la bloccò.

Quando arrivò davanti all’appartamento, all’interno vide Jessica impietrita.  < Cosa è successo? >  Dubbioso entrò, aprendo del tutto la porta. Jessie, come accortosi in quel momento della sua presenza, lo fissò con aria vuota e spaventata. Il cuore del ragazzo prese a battere all’impazzata e una nuova consapevolezza si fece strada in lui. Jess sapeva. Lo capiva dai suoi occhi.  < J-Josh. >  Parlò, con un filo di voce, titubante.  < Noi dobb->  Lui sospirò.  < Dobbiamo parlare. >  Terminò per lei. La ragazza annuì e lui, con un gesto rapido, chiuse la porta. Il momento dei chiarimenti era arrivato.

 

 

< E’già la quinta. >  Christian la guardò lievemente preoccupato.  < Lo so. >  Gli rispose Hannah amaramente.  < Comunque grazie per l'ospitalità. > 

< Figurati, puoi stare qui quanto vuoi. Il frigo è pieno di roba. Io adesso vado a lezione.>  Disse lui, prendendo la tracolla. < Chris. > 

Il giovane si girò.  < Tranquilla, non dico a Josh dove sei. Però, non puoi fuggire in eterno. > 

< Lo so. >  An, seduta sul divano, abbassò lo sguardo. Il ragazzo, avvicinandosi, le accarezzò una guancia. < E’ uno scemo. Se io fossi in lui, non ti farei mai soffrire. >  Parlò con dolcezza. Sgranando gli occhi, la ragazza lo fissò e lui iniziò a ridere. < Tranquilla, io non ci provo con le donne degli altri > < Io non sto con nessuno. >  Disse pacatamente.

Christian sogghignò.  < Ne sei sicura? >  Lui non aspettò alcuna replica e velocemente uscì dalla casa. An, sola e confusa, tentò di ricordare cosa fosse successo il giorno precedente. Sapeva solo che aveva vagato per strade che non conosceva, fino a quando Christian non l’aveva trovata e le aveva offerto ospitalità.

 

*

 

Dopo una settimana Hannah si presentò di nuovo in facoltà. Aveva un esame e non poteva saltarlo. Finita la prova, appena fuori dall’aula, lo vide. Joshua era lì. Era bello, splendido. Lui la osservò, mentre si avvicinava.  < Ciao. >  Disse sorridendo, probabilmente con l’intenzione di metterla a proprio agio.  < C-Ciao. >  La voce della ragazza uscì titubante ed intimidita. 

< Dobbiamo parlare. >  Il ragazzo non usò mezzi termini o giri di parole. Annie non lo guardò. Non ne aveva la forza. Semplicemente si mise a tormentare, con le mani, la tracolla della borsa. 

< Andiamo da te? >  Riprese lui il discorso, forse per togliere la ragazza dall’imbarazzo. Hannah annuì con il capo, acconsentendo.  < Ho chiarito con Jessica. > 

Lei alzò lo sguardo e forzatamente sorrise.  < Bene, sono contenta per voi. Ora state insieme? >

< Smettila. >  Joshua parlò serio e con calma. Hannah sussultò.  < Smettila di fingere. > 

Stanca e con il cuore grondante di dolore, lo fissò tristemente.  < Cosa vuoi che ti dica? > 

Lui si avvicinò.  < La verità. > 

Un lieve sorriso sarcastico uscì dalla ragazza.  < A che scopo? Per fare come se niente fosse? > 

< No. Per rincominciare. Io e Jessica non stiamo insieme. Io non voglio lei. Ho capito che amo un’altra. > 

< Cosa? >  Hannah rise, sconvolta dall’assurdità di quelle parole.  < E chi sarebbe? >  

< Tu >  Era tranquillo e sembrava dire la verità.

Il sorrisino, che aveva sulle labbra, sparì e il suo sguardo divenne serio ed inespressivo.  < Non prendermi in giro. >  Nella sua voce non vi era ombra di divertimento. 

< E’ la verità. E’ stata Jessica a farmelo capire, quando mi sono dichiarato. Lei è stata quella meno cieca alla fine. Ho riflettuto su molte cose, a cui non avevo mai pensato. Nonostante tutto, io, non ho mai fatto niente per impedire che lei andasse con tutti quei ragazzi. Invece, quando tu sei uscita con quel tipo il sangue mi è andato al cervello. Ho stressato Christian allo sfinimento e ho litigato pesantemente con Jess. Non te l’ha detto? >  La ragazza scosse la testa.  < Me lo immaginavo. Sono stato un idiota e mi dispiace. Sono sempre stato innamorato di te. >  Lui le sorrise soddisfatto, pensando al nuovo futuro che potevano costruire insieme.

Ma le parole “ Sono sempre stato innamorato di te.” tuonarono nella mente di Hannah con intensità, tanto che dovette appoggiarsi al tavolo per non cadere. Immediatamente Joshua accorse in suo soccorso. Lei rifiutò il suo aiuto, schiaffeggiandogli la mano.  < Non toccarmi. >  Quasi urlò, tanta era la forza con cui aveva parlato.  < E io dovrei crederti? Sono anni che ascolto i tuoi sfoghi e che ti sostengo, ferendomi io stessa. Quindi, abbi almeno la pietà di non illudermi. Ti ho visto ubriacati, sussurrare il suo nome nel sonno ed adesso dovrei pensare che non la ami? >

Josh guardò il pavimento, mortificato. Poi, con rapido gesto, l’abbracciò.  < Devi fidarti. Certo, sono stato attratto da Jessica. Chi non lo sarebbe? Ma amavo te. Solo, ti ho data per scontata. Da piccoli stavamo sempre insieme e il mio più grande desiderio era proteggerti. Hai sofferto a causa mia e non me lo perdonerò mai. Però, siamo ancora in tempo. Dammi modo di rimediare. >  La giovane donna, che fino a quel momento aveva ascoltato quelle parole immobile in quell’abbracciò, gli disse glaciale.  < Lasciami. >  In risposta lui rafforzò la stretta.  < No. >  Lacrime, incessanti e dolorose iniziarono a caderle dagli occhi.  < Perdonami. >  Le sussurrò. Lei pianse più forte.  < Io non ti credo Joshua. Ti prego, vattene. >  Gli chiese, con voce trotta dall’emozione.  < Annie, no. >  Facendosi forza, riuscì a liberarsi e allontanandosi da lui. Aprì la porta, tremando.  < Ho detto vattene. >  Il ragazzo non poté far altro che assecondarla.

 

*

 

< Sei pronta tesoro. >  Dice Jessica, dopo avermi rifinito il trucco. Io di conseguenza mi riprendo, distraendomi dai ricordi del passato.  < Sei agitata? >  La guardo e sogghigno lievemente. 

< Un po’. >  Lei mi sorride incoraggiante.  < Lo immaginavo. Però non tanto quanto lui. >  Io aggrotto le sopracciglia e lei inizia a raccontarmi di come il mio futuro marito, ha reso impossibile la vita di chiunque si aggirasse nei pressi della chiesa. Di conseguenza, non posso fare altro che ridere allegramente immaginandomi, nella mia mente, ogni suo comportamento.

< Ragazze! >  Katrine, mia cugina, spalanca la porta annunciando che è ora di andare. Velocemente mi fanno alzare e danno un’ultima sistemata al vestito. Mentre esco dalla stanza e percorro il corridoio, coperto di moquette rossa, ho il cuore che mi batte forte nel petto, lo stomaco sottosopra e le mani, che stringono il bouquet di rose, diventano improvvisamente sudate. Il mio respiro si fa affannoso, mentre fisso la porta di legno che mi divide dalla mia nuova vita. Quando questa si spalanca ed inizio a percorrere la navata, seguendo il ritmo della marcia nuziale, mi dimentico del mio terrore di inciampare nel vestito da sposa. Il mio sguardo è solo per lui, che mi sta osservando amorevolmente. I suoi capelli neri, che solitamente lascia ricadergli liberi sulla fronte, ora sono tirati indietro ed imprigionati dal gel. Sembra totalmente calmo e a suo agio, ma so che non è così. Quando prende la mia mano, trovo la sua totalmente ghiacciata per l’ansia.  < Sei bellissima. >  Mi sussurra con la voce rotta dall’emozione.  < Ti amo. >  Non posso fare a meno di dirglielo, mentre penso che quell’amore crollato è stato ricostruito e ora cresce forte, leggiadro, grande più di prima. Lui sorride e stringe con maggiore intensità il mio arto. Poi entrambi ci volgiamo verso il prete. “Cari amici, siamo qui, riuniti oggi per celebrare il matrimonio di Joshua e Hannah…

 

*

 

< Annie! Annie! Sveglia! > 

< Mmm...Cosa diavolo vuoi Josh? >  Dico destandomi. Lui, allora, accende la luce.  < No. >  Biascico, coprendomi gli occhi.  < Annie. >  Continua lui.  < Eh! Cosa vuoi? >  Rispondo irritata. 

< E’ importante. >  E’ serio e preoccupato. Lo guardo.  < Stai male? > 

< No. ho fatto un sogno. >  Mi prende una mano tra le sue. Immediatamente mi domando se è totalmente impazzito o se Jessica ha messo qualcosa di strano nella cena a cui ci ha invitato.

< E tu mi sveglieresti per questo? >  Lo interrogo piano, cercando di contenere la rabbia.

< No, aspetta. E’ importante! Non è che io e te abbiamo fatto sesso? >  Il mio sguardo è sempre più abilito e sarcastico.  < Beh, dovresti saperlo anche tu. >  < Spiritosa. >  Mi dice facendomi una linguaccia, come se fosse un bambino.  < Intendo in passato. Quando non stavamo insieme. >

Lo fisso confusa e stupita, chiedendomi come possa averlo ricordato. Il mio silenzio lo insospettisce.  < Perché l'ho sognato? E’ successo? >  E’ allarmato. 

< Torna a dormire. >  Chiaro, fintamente scocciata, girandomi su un fianco. 

< Annie? E’ successo? >  Continua lui, sempre più agitato.  < Dormi. >  Sbuffando spengo la luce. Nel buio della stanza sorrido soddisfatta e ben presto mi addormento, lasciando mio marito scervellarsi su quel dubbio che gli farà passare la notte in bianco. Non prima, però, di aver accarezzato la pancia oramai lievemente ingrossata. Mancano solo sei mesi e poi saremo in tre.

 

< Perché te ne stai sempre in disparte e non giochi mai? >

< Beh ecco…i-io >  Annie arrossì.

< Non me lo vuoi dire? >  Joshua era seriamente dispiaciuto.

< Io non sono molto brava in queste cose. Sono lenta ed impacciata. > La bambina disse quelle parole tenendo la testa bassa. Josh non poteva vedere i suoi occhi, perché quelli erano nascosti dalla frangetta. < Ti aiuto io. >  Esclamò lui all’improvviso, prendendole mani.  < Cosa? >  Lei alzò la testa di colpo, osservandolo confusa. < D’adesso in poi, ogni volta che ti sentirai in difficoltà io ti aiuterò. Ci penso io a te Annie. >  Lui sorrise allegro, felice di quella soluzione. Hannah, arrossendo per quello che l’amico le aveva detto, si domandò come mai il suo cuore aveva iniziato a battere così forte; facendole dimenticare di Jessica e degli altri bambini che si rincorrevano poco più in là. Davanti a lei, in quel momento, esisteva solo Josh.

 

 

 

 

 

oOo Spazio Autrice oOo

 

Non so bene come sia venuta questa “cosa”, perché io non sono abituata a scrive delle originali. In questo momento sono tormentata dal dubbio che forse era meglio creare una long, ispirata a questa trama. Boh, non lo so neanche io. In ogni caso, commenti e critiche sono ben accetti.

In ogni caso, per chi volesse, questo è il mio profilo autrice su facebook:

ino _ chan

 

E le mie due pagine:

Anime & Manga EFP

Diamoci i voti

 

ino _ chan

   
 
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