Polvere. Terra ovunque,
sulle mie scarpe,
nei capelli, sulle dita,
nella pelle.
Sapore amaro in gola.
Il sole picchia forte,
una gocciolina di sudore
mi scende dalla fronte
agli zigomi,
potrebbe essere l'ultima.
Era davanti a me, Ormea,
le braccia protese e compatte,
pronte con uno scatto
fulmineo ad impugnare
la pistola e spararmi.
Velocità, è quello il punto
centrale dei duelli,
nervi freddi e sangue caldo,
squarciare l'aria con le
braccia, prendere la mira
e centrare.
Lei era più brava, lo è sempre
stata, dolce come il miele
ma assassina nata, spietata,
occhi gelidi e sensuali,
ipnotizzanti, era una giovane donna
ma sparava come un uomo.
Il paesaggio arido ci fa da sfondo,
il vento ci accarezza, e ci sussurra
il tempo. Un passo, un altro,
e ancora, il cuore si fa sempre più
veloce,
il sangue pompa, e gira,
vorticosamente, su e giù,
ovunque, le tempie mi esplodono,
le mani tremano,
le ginocchia stanno per cedere,
sto per morire, è sicuro,
otto, nove.. però, che bel sole oggi
vero?
Dieci! La caviglia destra ruota,
rapidamente, sono veloce
come il vento, taglio l'aria,
la mia mano si appoggia sulla
pistola,
le dite impugnano il grilletto,
questa volta ce la faccio, questa
volta vinco io, lei è lenta,
sarà stanca, questa volta
trionferò io!
Poi, improvvisamente, un dolore
lancinante al cuore.
ancora una volta ha vinto lei,
non so come, non lo si sa mai.
Fisso il cielo e il sole,
tutto intorno sembra ridere mentre
io piango, mentre io muoio.
Ora capisco ciò che si prova,
in fondo morire
con la terra sulle dita,
l'amaro in gola e il sole che
ti scalda non è poi tanto male..
bisogna accontentarsi di come
ci viene, che tanto non cambia.
Però, questo sole è davvero molto
bello oggi, così splendente..
poi, il buio.