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Autore: dubhe7    24/04/2012    6 recensioni
Gli auror stanno ancora cercando gli ultimi mangiamorte, Draco e la sua famiglia sono rinchiusi nel Manor, le uniche persone che vedono sono gli auror. A Draco però viene data l'occasione di riscattare il suo nome. Hermione è alle prese con una storia d'amore con Ron che però non sembra avere futuro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La strana coppia - Cap.1 Erano passati due anni dalla sconfitta di Voldemort. Il mondo magico stava cercando di rialzarsi dopo le gravi perdite. Molti Mangiamorte erano ancora fuggitivi, altri si erano arresi sperando in uno sconto della pena, altri ancora erano morti combattendo contro gli Auror.
Draco Malfoy aveva perso tutto, il suo nome ormai valeva come quello di un elfo domestico, i galeoni che aveva non servivano a dargli la felicità. Suo padre era riuscito a sfuggire ad Azkaban solo per merito di Potter.
-"Ministro, i Malfoy, anche se assurdo mi hanno aiutato a sconfiggere a Tom Riddle. Vorrei chiederle se fosse possibile non mandarli ad Azkaban. In cambio, loro, potrebbero riferirci qualche nozione su dove si trovano gli altri Mangiamorte ancora fuggitivi."
Queste parole tormentavano Draco di giorno e di notte. Non sopportava l'idea di dover ringraziare Potter per la libertà-vigilata dei suoi. Lui, in quanto studente, non è stato accusato anche se il marchio nero che portava sul braccio era il chiaro segno di appartenenza.
-"Draco tu non hai partecipato in prima persona alla battaglia, eri un ragazzo, troppo giovane per decidere cosa era giusto fare quando ti hanno inferto il marchio, per questo tu sei libero da ogni accusa."
Inferto aveva detto il Ministro, come se lui avesse resistito.
Non aveva più amici, Zabini aveva proseguito gli studi all'estero, Goyle era fuggito, Tiger morto. Non aveva più nessuno. Era solo. Solo, eccetto lei.
-"Buongiorno Narcissa. Come sta? Ho visto che ha delle rose splendide in giardino."
-"Hermione! Buongiorno! Che bello oggi ci sei tu di sorveglianza? Almeno con te non mi sembra di essere in gabbia."
-"Suvvia, non credo che Harry sia così oppressivo."
-"No, è vero. Ma tu, sei donna. E con te almeno posso un pò parlare."
Hermione era diventata Auror subito dopo aver finito gli studi l'anno prima, dopo che Hogwarts era stata ricostruita; ovviamente aveva preso E in tutte le materie e il primo ministro l'aveva accolta con gioia nelle sue file.
Per giunta, Narcissa Malfoy stravedeva per lei. Avevano parecchi interessi in comune, si facevano parecchie passeggiate nel parco della villa, Draco le osservava dalla finistra.
Lucius, stava la maggior parte del tempo,nel suo studio, leggeva vecchi giornali, cercava in qualche modo di farsi venire idee per catturare altri Mangiamorte.
-"L'accordo è questo: voi ci aiutate a catturare tutti i Mangiamorte, noi non vi sbattiamo ad Azkaban e vi abbasseremo la pena per ogni informazione buona e valida che ci passerete."
Le parole del primo ministro pesavano come un macigno sul collo di Malfoy senior. Era riuscito a far catturare alcuni suoi ex compagni e la pena era stata diminuita. Ma erano ancora in gabbia, chiusi nel Manor.
Draco passava molto tempi chiuso nello scantinato, dove si era creato il suo laboratorio di pozioni. Stava cercando di creare qualcosa, qualche pozione che lo avrebbe risollevato. Voleva ridare importanza al nome dei Malfoy.
Toc toc.
-"Tua madre mi ha detto di venire a cercarti qui." Era lei.
-"Che vuoi? Sto lavorando Granger."
-"Oh lo vedo. Ma sai, anch'io sto lavorando. E si da il caso che il mio lavoro sia sorvegliarti."
-"E quindi? Mi hai trovato ora esci."
-"Non ci penso proprio. Quale pozione stai cercando di fare?"
-"Si da il caso"Draco tentava di emulare la voce della grifona, "che io non cerco di fare ma faccio. Questa è la differenza tra me e te, Granger."
-"E non solo quella direi."
-"Che vorresti dire?"
-"Lascia stare." Hermione scosse la testa, come se si fosse fatta scappare qualcosa che non avrebbe mai dovuto dire. "Comunque, oltre per controllarti sono scesa perchè me lo ha chiesto tua madre. Sai, Narcissa, crede tu ti senta solo, che abbia bisogno di un amico. O amica."
-" Evapora Granger. Ho da fare." Draco stava ascoltando attentamente le parole della ragazza, sua madre lo conosceva fin troppo bene. Ma non lo avrebbe mai ammesso.
-"E poi, mi ha detto di dirti che vorrebbe farti vedere il suo roseto."
-"Adesso?"
-"Beh se no perchè te l'avrei detto? Ti facevo più intelligente. Dai posa le tue fialette da piccolo chimico e andiamo."
-"Scusa? Come mi hai chiamato?"
-"Oh lascia stare. Cose babbane che tu non capiresti."
-"Senti Granger. Tu non mi piaci, quindi smettila di fare così. Sei qui perchè te lo ha chiesto mia madre ma soprattutto sei qui perchè, come hai detto tu, è il tuo lavoro. Per cui non fingere. Sei patetica."
-"Beh, sarò pure patetica, ma tu mi stai cominciando a piacere. Tua madre mi va a genio. Tuo padre si sta sforzando di fare qualcosa per voi, lo ammiro. Si sono qui per lavoro, ma io ho dei sentimenti. E che ti piaccia o no, diventerò tua amica." Disse queste parole, come se stesse convincendo più lei stessa. Ma a Draco, l'aveva ascoltata, lei aveva capito la sua famiglia e non li giudicava come facevano gli altri. Lei voleva essergli amica. Ma lui, non voleva solo quello.
Uscirono in giardino in silenzio, Hermione sorrise alla donna che gli aspettava vicino alla fontana.
-"Bene, vi lascio. Devo andare a cercare Ron. Scusate." Hermione lasciò madre e figlio, Draco aveva gli occhi incollati su di lei.
-"Beh, bisogna ammettere che è una gran bella ragazza. Il costante allenamento con gli auror le fa bene." Disse la madre osservando il figlio.
-"E' solo una mezzosangue."
-"Draco, quella mezzosangue come la chiami tu, ci ha salvati, lei e Potter si sono battuti per noi. Ti hanno salvato dalla stanza delle necessità. Dovresti essere più cortese nei tuoi modi."
-"Come faccio? Sono un Malfoy. I Malfoy non ringraziano."
-"Sei incredibile Draco. Vieni camminiamo un pò."

Hermione stava cercando Ron per tutta la casa, alla fine lo trovò in cucina.
-"Che stupida, sarebbe il primo posto in cui ti avrei dovuto cercare."
-" Ehi là. Mi stavo prendendo una pausa. Ho sorvegliato Lucius finora ed è giunto il momento della pausa meritata." Mentre parlava Ron continuava a mangiare.
-" Ron, le pause si annunciano! Ti ho cercato per tutto il Manor!"
-"Non rompere." Ron sbuffò, Hermione esasperata trasse un profondo respiro.
-"Volevo solo dirti, che bisogna fare la spesa per stasera. Non c'è nulla a casa."
-"Ah, stasera non ci sono vado a giocare a quidditch con gli altri."
-"E per informazione personale, quando pensavi di dirmelo? E poi chi sono gli altri?"
-"Non ti interessa cosa faccio nel mio tempo libero, Hermione. Mi vuoi lasciare un pò respirare?"
-"Mi sembra di averlo fatto fin troppo." Hermione uscì dalla cucina, se avesse potuto lo avrebbe schiantato ma stava lavorando e non poteva permettere alla sua vita privata di intromettersi nell'unica cosa che la rendeva appagata in quel periodo.
Mentre faceva le scale per andare a controllare Lucius Malfoy sentì la voce di Harry chiamarla.
-"Herm! Ti ho cercata ovunque! Ascolta abbiamo un problema."
-"Che succede?"
-"Lucius è riuscito a darci una pista, sembra buona ma mi servono auror per verificarla. Ma non posso lasciare i Malfoy da soli. Hermione, ho bisogno di chiederti un favore. Puoi fermarti tu questa notte?"
-"Immagino tu ora non possa parlarmi della pista offerta da Lucius?"
-"Sai che se fossimo in un altro posto lo farei. Ma qui non mi sento molto tranquillo." Harry sentiva ancora il sangue di Dobby sulle mani, quella casa gli ricordava quanto fossero andati vicini alla morte, quanto Hermione avesse sofferto, quanto avevano pagato per salvarla.
-"Non c'è problema, ma a due condizioni: mi spiegherai tutto il prima possibile e Ron non rimane." Harry alzò un sopraciglio a quella richiesta, poi capì.
-"Avete di nuovo litigato?"
-"Oh io non ho fatto nulla. Gli ho solo detto che c'era da fare la spesa e lui mi ha gentilmente detto prima di non rompere perchè stava mangiando poi mi ha detto che lui stasera va a giocare a quidditch, non mi ha voluto dire con chi e poi che non lo devo soffocare. Ma tutto ok." Hermione aveva bisogno di sfogarsi e chi se non il suo migliore amico l'avrebbe capita?
-"Non ti preoccupare, lui viene in missione con me."
-"Lo trovi in cucina. Scendi le scale, seconda porta. In bocca al lupo Harry."
-"Crepi. Grazie mille Herm, sei fantastica e lui un coglione. Vedrai che risolverete tutto."
-"Non so se lo voglio. Deve guadagnarsi il nostro rapporto. Non può continuare così."
-"Ne riparliamo. Buon lavoro auror Granger." Harry le diede un rapido bacio sulla guancia e scese le scale, di corsa.
Hermione salì le scale che portavano allo studio del padrone di casa, la sua mente era altrove. Troppi problemi con Ron, i suoi genitori erano ancora in Australia, la caccia ai mangiamorte sembrava infinita e avevano poche piste. Hermione bussò alla porta dello studio.
-"Si?" rispose una voce dall'interno.
-"Buonasera Lucius. Come sta? Harry mi ha informata di quello che ha fatto." la ragazza sorrise raggiante, poi proseguì. "Volevo informarla che questa sera sarò io di guardi per cui non si preoccupi di dover essere giù al cambio turno. Non è necessario."
-"Oh, ti fanno lavorare parecchio nonostante tu sia un eroina magica." L'uomo la prendeva sempre in giro, si divertiva a stuzzicarla ma lei lo aveva capito e non si offendeva più.
-"E qualcuno deve pur farlo. La lascio. Vado a fare un giro."
-" Grazie per avermelo detto, mi hai evitato una materializzazione inutile."
Hermione sorrise alla battuta dell'ex serpeverde ed uscì dalla stanza.

Draco, era nella sua stanza, rifletteva sulle parole che la madre gli aveva detto mentre camminavano tra le splendide rose che stavano sbocciando.
-"Draco, sono preoccupata per te. Il matrimonio è saltato, ormai noi siamo dei reietti. Non valiamo più nulla. Per quanto sia doloroso ammetterlo, abbiamo sbagliato. Io e tuo padre più di te. E' per colpa nostra che sei stato marchiato. Mi spaice."
-"Mamma, me lo hai già detto. Non devi farti delle colpe per le mie scelte."
-"No, Draco. Ascolta, non voglio che tu passi il resto della tua esistenza chiuso nel tuo laboratorio. So che hai in mente chissà quale pozione, ma nulla servirà a redimerci. Voglio solo che tu cambi atteggiamento. Sei una brava persona, anche tuo padre lo è. Non tenerti tutto dentro. Non fare come me. Perchè prima o poi esplodi."
-"Mamma, io sto bene."
-"No, non stai bene. Non mentire a tua madre. Lo vedo, hai gli occhi spenti. Ma sai ho notato una fiammella nel ghiaccio profondo."
-"Che intendi dire?"
-"Beh, magari mi sbaglio. Per cui me lo tengo per me."
Draco sdraiato sul letto, guardava la sua immagine riflessa allo specchio appeso al soffitto. All'improvviso dei ricordi lo invasero: ricordava quando Blaise lo aveva preso in giro per quello specchio, gli aveva detto che gli serviva per fare chissà cose con le ragazze. Ma lui, ragazze nel suo letto non ne aveva mai portate. Anzi, a casa sua non ne aveva mai fatte entrare si può dire. Non di sua iniziativa almeno.
Poi la mente tornò a sua madre, che si fosse accorta che era attratto da lei? No impossibile, non ne era certo manco lui. Si la Granger aveva un fisico notevole, anzi era un bel bocconcino, e poi era normale che fosse leggermente attratto da lei, era l'unica donna oltre a sua madre. E la fame è la fame, come diceva sempre Zabini.
Pluff. Un elfo domestico era apparso nella stanza.
-"Che vuoi? E' pronta la cena?" chiese il ragazzo in malo modo.
-" Sarà servita tra mezzora padroncino. Padroncino, mi manda la padrona, vuole che lei si vesta bene questa sera. Abbiamo un ospite. Così ha detto."
-"Io mi vesto sempre bene, stupido elfo e ora va." Dopo che l'elfo fu uscito, Draco si alzò dal letto, andò verso l'armadio e prese una camicia blu notte e scelse un paio di jeans chiari.

Quella fu di sicuro la cena più strana che fosse mai stata servita in villa Malfoy. Mai prima d'ora una mezzosangue era stata invitata a cena, mai prima d'ora una mezzosangue aveva diviso il loro stesso cibo alla loro tavola.
Draco era infastidito che sua madre gli avesse mandato a dire di vestirsi bene per la cena. E' solo la mezzosangue, aveva pensato. Ma più passavano i minuti, più si accorgeva di quanto sua madre si fosse legata a quella ragazza.
-"Allora, Hermione, dimmi un pò. Scusa la domanda indiscreta. Ma tu e Weasley vi sposerete? E' da tanto ormai che siete una coppia o mi sbaglio?"
Per poco Draco non si strozzava con il bicchiere di vino che stava bevendo, alzò gli occhi verso sua madre, poi verso il padre e infine verso la ragazza. Il tutto in un secondo. Vide prima la curiosità sincera della donna seduta davanti a lui, lo sgomento del padre e un misto di emozioni che non riuscì a definire sul viso di Hermione.
La grifona ci mise un paio di minuti prima di rispondere. Masticò con calma il boccone di carne che aveva in bocca, poi infine rispose.
-"Oh, beh. Si è tanto che stiamo insieme. Da dopo la guerra, ma diciamo che le cose non stanno andando come speravo. Abbiamo un momento di alti e bassi. Ma credo sia normale." Abbozzò un sorriso, poi tornò con lo sguardo al piatto.
-"Oh, mi spiace cara. Non volevo."
Hermione alzò lo sguardo, il sorriso che fece le costò molto ma lo fece di cuore verso la donna che si stava dimostrando come una madre per lei.
-"Non c'è problema. Anzi mi fa piacere che me lo abbia chiesto. Ma non vorrei annoiare i commensali con la mia deludente storia d'amore." Hermione rise, questa volta rise quasi di gusto.
Draco si chiedeva come facesse ad essere così, lui non sarebbe mai riuscito a scherzare o comunque a parlare della sua vita privata come se niente fosse. Invece a lei tutto tornava facile.

La notte, Hermione la passò a leggere, non poteva dormire in servizio per cui tirò fuori dalla borsa alcuni fogli che avrebbe dovuto analizzare per lavoro e cominciò. Prese appunti, cancellò, riscrisse, rilesse.
-"Che fai Granger? Non dormi?" Draco era sceso dalla sua camera, indossava un pigiama grigio con lo stemma di serpeverde inciso sopra il cuore.
-"Ciao Draco." Hermione alzò la testa dai fogli e gli sorrise. "Sto lavorando, non posso dormire."
-"Guarda che non andiamo da nessuna parte."
-"Lo spero, non ho voglia di doverti schiantare. Che ci fai qui giù comunque? Mi controlli?"
-"Vorresti. No, non riuscivo a dormire, sono sceso per bere qualcosa e magari leggere un libro." Draco la guardava, si era fatta una crocchia ma molti ricci ribelli le erano sfuggiti, indossava una semplice t-shirt bianca con un disegno, jeans.
-"Perchè mi stai fissando?" Chiese curiosa.
-"Granger te fantastichi. Comunque non hai freddo?"
-"Si un pochino ma non importa, tengo la mente occupata così non ci penso."
-"Vieni con me sciocca grifona." Il ragazzo alzò gli occhi al cielo.
-"Te lo detto Draco, sto lavorando."
-"Ti ho detto: vieni con me."
Hermione di mala voglia raccolse le sue carte e lo seguì.
Draco camminò sicuro nel corridoio, poi aprì la porta in fondo.
-"Entra." Disse senza tanti giri di parole.
-"Ma questa è la vostra biblioteca. Perchè mi hai portata qui? Già la conosco."
-"Si ma tu forse non ti sei resa conto che in questa stanza, il camino è costantemente acceso per mantere un temperatura costante. Ci sono dei libri molto preziosi qui."
Hermione amava quella stanza, si sentiva un pò come Belle della Bella e la Bestia, quando la Bestia le mostra la sua libreria.
-"Ti puoi mettere in quel tavolo, sei vicino al camino, ti scalderai velocemente."
-"A cosa devo tutta questa gentilezza? Non sarebbe meglio per te che mi si gelasse il sangue nelle vene?"
-"No. Perchè se ti dovesse succedere qualcosa: 1. Potter me la farebbe pagare malamente e addio possibilità di uscire da casa, 2. mia madre credo che ne soffrirebbe."
Hermione posò la sua roba sul tavolo indicatole dal ragazzo.
-"Sai, tua mamma mi ha stupito molto. Non la facevo una donna così. Te l'ho già detto, l'ammiro. E' forte, nonostante la vostra situazione non ha mai perso la speranza. Spero che tu abbia preso qualcosa da lei."
-"Io sono un Malfoy. Noi siamo forti." Detto ciò Draco si girò, andò verso uno degli scaffali e senza troppi indugi prese un libro, poi si accomodò in una poltrona vicino al camino.
Hermione lo guardò per alcuni istanti, poi tornò alle sue carte. Trascorsero un paio d'ore nel silenzio, rotto solo sa qualche sospiro irritato di Hermione.
-"Granger?"
Hermione alzò lo sguardo verso di lui. -"Dimmi."
-"Sei irritante, puoi smetterla?"
-"Oh scusa. Non me ne rendevo conto." Hermione stava battendo ritmicamente le unghie sul tavolo. "E' che non riesco a capire. E la cosa mi infastidisce."
-"Che cosa stai analizzando così ostinatamente?" Draco si alzò e andò a sedersi accanto a lei.
-"Non so se dovrei mostrartelo. Cioè non potrei quasi sicuramente." Ma Draco non le diede tempo di mettere via o nascondere i fogli che li stava già leggendo.
-"Questa è...Non ci posso credere."
-"Draco?" Non le rispose. "Malfoy?"
Pluff. Draco si smateriallizzò, ma riapparve poco dopo con una pergamena.
-"Draco, mi vorresti spiegare?" Hermione si stava adirando. Odiava non capire.
-"Shh. Taci un attimo Granger."
Draco studiava i due fogli che aveva davanti. Passava freneticamente lo sguardo da uno all'altro.
-"Non ci sono dubbi. E' la sua calligrafia." Lo aveva sussurrato. Ma non c'erano altri rumori nella stanza tranne il loro respiro e lo screpitio del fuoco, per cui la grifona sentì chiaramente le sue parole.
-"Malfoy, ti vuoi degnare di spiegarmi quello che sta succedendo? Oppure mi costringi a usare la bacchetta?"
-"Rilassati Granger. Ti ho appena risolto un mistero." Draco alzò lo sguardo verso di lei.
Hermione lo guardò enigmatica, ma aspettò che lui andasse avanti spiegandole quello che aveva scoperto. "Allora, questo foglio è il tuo. La tua lettera, quella che cercavi di capire. Beh, premetto che non l'ho ancora letta quindi non so che dica. Questo invece, è un foglio risalente ai tempi di scuola. Guarda la calligrafia." Passò le due pergamene alla grifona. Lei le osservò attentamente.
-"E' identica."
-"Esatto. E' la calligrafia di Goyle."
-"Questa lettera, è stata intercettata dal ministero pochi mesi fa. Era diretta a un Mangiamorte che stavamo tenendo d'occhio. Draco, ci hai appena fornito una pista! Ora, magari tu ci capisci più di me. Sai che significa? Parlano in codice. Sono riuscita a capire ben poco di quello a cui si rifersce." Hermione passò il foglio al ragazzo che lo prese e iniziò a leggere.
Passarono la notte a leggere e rileggere, fare supposizioni. Ma per quanto sia lui che lei si sforzassero non riuscivano a capire.
-"Devo scrivere a Harry. Puoi prestarmi un gufo?" Hermione aveva gli occhio pieni di vita, un fuoco l'animava dentro. Finalmente aveva qualcosa tra le mani. Draco annuì. "Grazie. Ti devo molto. Se non fosse stato per te, non saprei di chi è la lettera. La famiglia di Goyle è una delle più importanti fuggita. Grazie Draco."
-"Ovviamente voglio essere ricompensato per questa informazione."
-"Parlerò con il ministro."
-"Scrivi la tua lettera allo sfregiato, poi ti accompagno in gufiera."
-"Ok." Hermione cancellò un foglio pieno di scarobocchi e scrisse in fretta. Arrotolò la pergamena e seguì Draco, per la seconda volta quella notte.


Nota: Commentate, ditemi se vi piace e andrò avanti con la storia!!!!! =)
   
 
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