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Autore: Kary91    24/04/2012    6 recensioni
Jeremy/Tyler - Post episodio 3x19
“Che cos’è?” domandò Jeremy aggrottando le sopracciglia, analizzando il disegno che Tyler gli stava porgendo. Nel leggere la dedica e la firma, sgranò gli occhi con espressione incredula. “È piuttosto inquietante…” commentò alla fine, restituendolo a Tyler, che si lasciò sfuggire un ghigno.
“Mi fa piacere che tu l’abbia detto…” ribatté l’altro, gettando il foglio di carta a terra.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jeremy Gilbert, Tyler Lockwood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cigarettes and Graveyards'
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Timeline: ambientata dopo l’episodio 3x19 , dopo che sia Tyler, sia Jeremy, sono tornati a Mystic Falls.

Warnings: essendo la storia narrata dal punto di vista di Jer e Ty, c’è un po’ di Klaus!trolling, (io vi ho avvertiti. )

Scritta per il drabble!meme con prompt Jeremy/Tyler  - lividi (ANCHE SE) alla fine, il prompt non ci azzecca una mazza con quello che ho scritto, perciò perdonami doppiamente Anna ç__ç Ovviamente, il prompt è suo.

Varie ed eventuali: il titolo si rifà alla dedica che Klaus lascia sul disegno di Caroline (ma questo lo sapete tutti).

 

 

Thank you for your honesty.

 

 

“Com’era Denver?” chiese Tyler, appoggiando la schiena alla corteccia dell’albero. Jeremy fece altrettanto, frugandosi nelle tasche, alla ricerca di una sigaretta.

Era tornato a Mystic Falls da appena un paio d’ore, eppure aveva avvertito fin da subito il bisogno di andare a fare un passeggiata. Casa sua gli stava stretta; stralci di indizi sugli avvenimenti dell’ultimo periodo gironzolavano per i corridoi in silenzio, in attesa che Jeremy li mettesse in ordine, ricostruendo ciò che era accaduto mentre era a Denver. E la sua stanza era ingombra di pensieri che si era lasciato alle spalle partendo e che lo avevano prontamente accolto al suo ritorno, impedendogli di distendersi comodamente.

Così, aveva preferito uscire.

“Troppo grande…” buttò lì, accettando l’accendino che il ragazzo gli porgeva. …e rumorosa. Ma non era male.”

Tyler annuì, accendendosi a sua volta una sigaretta.

“Sai, è strano.” si decise ad ammettere infine Jeremy. “Quando me ne sono andato, l’ho fatto perché volevo stare alla larga dai casini di Mystic Falls per un po’. In fondo non è servito a nulla, Klaus mi ha trovato lo stesso; eppure, finché sono stato fuori, le cose sembravano andarmi diversamente.” interruppe il discorso, volgendosi in direzione di Tyler. “Funzionavano meglio. Io mi sentivo meglio, anche se le cose sono rimaste le stesse.” aggiunse, ripensando con una smorfia a quello che era successo quel mattino.

“Questa città è maledetta.” scherzò Tyler, accovacciandosi contro il tronco dell’albero. “Fuori di qui è diverso.” aggiunse infine poco dopo, tornando serio. “Ogni volta che sto via, mi fa sentire meglio. Torno indietro un po’ più forte, un po’ più a posto con me stesso, se questo ha senso.

“Intanto alla fine, si torna sempre indietro.” obiettò a quel punto Jeremy. Tyler sospirò, sollevando appena lo sguardo, per osservare la luna; la rabbia nei suoi confronti era sfumata, ora che non ne era più schiavo, ma la collera c’era ancora. Si era solo spostata verso qualcos’altro: c’era una nuova luna, con cui doveva pareggiare i conti. Aveva trascorso le ultime settimane cercando di sconfiggere il nuovo legame di schiavitù, eppure, tornando indietro, si era reso conto che il suo allontanarsi non aveva portato a nulla di nuovo. Aveva abbandonato Mystic Falls per riprendere il controllo di stesso, per elidere i fili che lo manovravano, ma una volta tornato si era scoperto ancora una volta una pedina. Un burattino, governato dalle mosse di qualcun altro.  

E quell’ultima parte faceva davvero schifo.

Appoggiò la testa contro il tronco, tirando fuori dalla tasca un foglio spiegazzato.

“Che cos’è?” domandò Jeremy aggrottando le sopracciglia, analizzando il disegno che Tyler gli stava porgendo. Nel leggere la dedica e la firma, sgranò gli occhi con espressione incredula. “È piuttosto inquietante…” commentò alla fine, restituendolo a Tyler, che si lasciò sfuggire un ghigno.

“Mi fa piacere che tu l’abbia detto…” ribatté l’altro, gettando il foglio di carta a terra. Jeremy estese il suo sorriso.

“Penso che il mio commento abbia fatto piacere anche a Klaus. Non hai letto?” aggiunse, indicandogli la dedica al fondo del disegno. “Grazie per l’onestà” recitò, imitando il suo accento. Scoppiò a ridere, tornando ad appoggiare la schiena contro il muro. Tyler sghignazzò a sua volta, tendendo la mano verso Jeremy, per farsi passare l’accendino.

“Bella mano.” commentò a quel punto, notando alla luce della fiamma un segno scuro che si estendeva sul suo palmo. Il minore dei due fece una smorfia, ripensando all’ultima stretta di mano per nulla amichevole che aveva avuto con Kol, qualche sera prima. Lì per lì aveva incolpato l’eccesso di alcool, ma con il senno di poi si era sentito incredibilmente stupido al pensiero di non aver riconosciuto un vampiro dopo settimane che ci stava a contatto.

“Un regalino da Denver.” commentò asciutto, ritirando la mano in tasca. Osservò Tyler giocherellare con la fiamma dell’accendino, facendola scorrere sotto il disegno di Klaus. Rimasero in silenzio per un po’, osservandolo accartocciarsi lentamente su se stesso, per poi ridursi a un cumolo scomposto di frammenti e cenere.

A quel punto Jeremy recuperò l’accendino e fece scattare nuovamente la fiamma, prima di affondarla contro una delle mani di Tyler. Il ragazzo la ritrasse all’istante, imprecando per il dolore.

“Che cazzo fai?” ringhiò a quel punto, afferrando Jeremy per il colletto della felpa, prima che potesse fare in tempo ad arretrare. “Sei in cerca di altri lividi come quello che hai sulla mano, per caso? Perché ti accontento volentieri.”

“Questo era per aver contribuito a cercare di farmi fuori, prima che mi trasferissi.” ammise l’altro ragazzo, ricambiando deciso l’occhiata cerchiata di collera di Tyler. Il maggiore dei due lasciò andare la presa e Jeremy arretrò di qualche passo, chinandosi per riprendere fiato.

Tyler tornò ad appoggiare la schiena al tronco dell’albero e lo fissò per un po’, prima di lasciarsi sfuggire un sorrisetto.

“Beh, grazie per l’onestà, Gilbert.” recitò, imitando l’accento inglese di Klaus. Jeremy sghignazzò, tornando a infilarsi le mani in tasca. “Lo sai che cosa succede adesso, vero?” aggiunse ancora Tyler, osservandolo allontanarsi.

 “È il momento in cui me ne vado prima che tu mi prenda a calci in culo.” gli gridò dietro Jeremy, allontanandosi in direzione di casa.

Nota dell’autrice.

No, boh, mi vergogno un po’. Questo è quello che faccio invece di studiare, alla vigilia degli esami. Oh, beh- Per quanto riguarda il klaus!trolling… la storia fa riferimento al punto di vista di Jeremy e Tyler, quindi ho solo cercato di immaginare che cosa avrebbero potuto dire loro due (in quanto artisti u______ù) parlando del disegno di Klaus.

Un abbraccio

Laura

P.S. Uh!Nell’episodio, Tyler restituisce il disegno di Klaus a Caroline. Ho immaginato che potesse averglielo… Uh, sgraffignato più tardi?

 

 

   
 
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