The Truth Behind
Hinata non capiva.
Aveva la sensazione che
Kiba e Shino, i suoi due compagni di squadra, si odiassero sempre più ogni
giorno che passava.
Chissà come mai,
qualunque cosa stessero facendo loro tre, Kiba, sprezzante, finiva sempre per insultare
Shino a causa della sua “natura”, e spesso anche Shino lo trattava con
insofferenza.
Da qualche tempo c’era
una tensione, tra i ragazzi, di cui Hinata non sapeva spiegarsi il motivo.
Perchè Kiba e Shino non
potevano semplicemente andare d’accordo?
In fondo, non erano
tutti una squadra?
Non era lecito pensare
che fosse strano che quei due si sopportassero a malapena?
Era come se cercassero
di prevalere l’uno sull’altro…
Non capivano che non
aveva senso scambiarsi quelle battute cariche di una malcelata antipatia,
essere rivali?
Ultimamente, poi, la
situazione era persino peggiorata.
La ragazza ci rifletteva
spesso, e ogni volta finiva col rendersi conto che gli altri non potevano
essere pacifici come lei.
Hinata non aveva mai
amato il confronto con un’altra persona, aveva sempre cercato di andare
d’accordo con tutti, di non mettersi in mostra.
Non poteva pretendere che fosse lo stesso per i suoi compagni di squadra… però c’era un’altra cosa di cui si era resa conto.
Una domanda la tormentava senza sosta da settimane, forse mesi, e doveva trovarle una risposta al più presto.
Possibile che ci fosse un altro motivo, dietro la continua
voglia di dimostrarsi superiori l’uno all’altro, e le frecciatine che si
lanciavano sotto i suoi occhi?
Un dubbio le era
affiorato nella mente.
Era assurdo pensare una
cosa simile, Hinata lo capiva bene, però non c’era altro che giustificasse il
comportamento dei due ragazzi.
Si voltò a guardare
Shino.
Erano in missione, e lui
si trovava in piedi a poca distanza da lei, con lo sguardo fisso sul terreno… o
almeno, Hinata pensava fosse così.
Gli occhi perennemente
celati dalle lenti scure negavano ogni possibilità di indovinare cosa il
ragazzo stesse osservando, così come i pensieri che gli stavano attraversando
la mente.
“Kiba ci sta mettendo
molto… ” mormorò Hinata, in un tentativo di conversazione, rivolgendosi al suo
compagno. “Spero che non gli sia successo niente di grave… ”
Silenzio.
Chissà se Shino la stava
ascoltando.
Ecco…
Come sempre, quando gli
parlava di Kiba, Hinata non poteva fare a meno di notare come Shino aggrottasse
le sopracciglia.
Sembrava lo infastidisse
persino sentirlo nominare… a quanto pareva, era proprio così.
“Tornerà presto. Sono
sicuro che ha quasi finito il suo giro di ricognizione” disse il ragazzo in
tono pacato, e a Hinata sembrò di avvertire nella sua voce una strana
sfumatura… si trattava di sarcasmo?
Forse era solo una sua impressione.
“Shino-kun… ”
La ragazza abbassò gli
occhi sul terreno cosparso di foglie, la schiena sempre appoggiata al tronco
dell’albero.
Sapeva che lui la stava guardando da dietro le
lenti degli occhiali senza perdersi ogni suo movimento.
Erano soli, soltanto
loro due nella foresta, senza Kiba nei dintorni.
Il byakugan non le
mentiva: sarebbero trascorsi ancora parecchi minuti, prima di vederlo tornare
insieme ad Akamaru.
Lei e Shino da soli…
Ormai aveva deciso.
Doveva agire ora.
Doveva chiederglielo
adesso… doveva togliersi il dubbio che la tormentava da troppo tempo.
“… perchè tu… sì, insomma… perchè tu e Kiba-kun non andate d’accordo?”
Hinata deglutì nervosamente, aspettando la risposta del ragazzo con ansia crescente.
Shino alzò lo sguardo, fissandolo in un punto imprecisato tra i rami degli alberi che li sovrastavano.
“Io e lui… siamo molto
diversi” disse dopo alcuni attimi, e Hinata lo guardò, chiedendosi se davvero la reciproca antipatia che
esisteva, perfettamente tangibile, tra i due ragazzi, non avesse dietro un
altro motivo ben preciso.
“Shino-kun, io… volevo
dirti una cosa… ” mormorò in tono appena percettibile, chiedendosi se stesse
facendo la cosa giusta.
Il ragazzo rimase immobile, facendosi attento, le mani nelle tasche dell’impermeabile, aspettando che lei riprendesse a parlare, senza mostrare alcun segno d’inquietudine.
“Volevo dirti che… che
secondo me Kiba-kun si sbaglia… quando ti dice che sei un mostro… io non penso
che tu lo sia… davvero.”
Ecco. L’aveva detto.
“… io vorrei… che voi
due andaste d’accordo… ” farfugliò ancora la ragazza. “ …se potessi fare
qualcosa, io… ”
“Hai già fatto abbastanza, Hinata” disse Shino, e lei trovò la forza di alzare lo sguardo sul suo viso, per accorgersi del sorriso leggero che gli increspava le labbra.
Era un sorriso quasi impercettibile, che a Hinata piacque moltissimo.
Ora che ci pensava, non aveva mai visto Shino sorridere, prima di allora.
La giovane ninja pensò
che doveva sentirsi molto solo… che
il fatto di essere considerato un mostro, e non solo da Kiba, per quello che
considerava il suo più grande motivo di orgoglio, forse, feriva i suoi
sentimenti… e lo spingeva a isolarsi.
Le dispiaceva cogliere
le occhiate piene di disgusto che le altre ragazze lanciavano a Shino quando
camminavano insieme per il villaggio.
Non capiva cosa ci fosse
di così orribile in lui, anzi, spesso si era ritrovata a fissarlo affascinata
ogni volta che si immergeva in quel mondo a lei sconosciuto e che apparteneva
soltanto a lui….
…quel mondo a cui Shino
si dedicava costantemente ed era fatto di tante, piccole creature diverse tra
loro che, molte volte, la colpivano e la incuriosivano al tempo stesso.
Ed era bello vedere come
lui fosse capace di interagire con loro, era come se lui e gli insetti fossero
una cosa sola… ed effettivamente era
così.
Il legame che esisteva
tra Shino e quelle creature era qualcosa di unico e speciale, qualcosa che lei
ammirava moltissimo.
Hinata si riscosse,
tentando di dire ancora qualcosa.
“No… davvero, io… ”
Avrebbe voluto dire a
Shino che non voleva essere la causa
del loro disaccordo.
Avrebbe voluto dirgli
che avrebbe fatto qualsiasi cosa per tenere unito il gruppo…
Che ci teneva molto a
entrambi…
Che per lei, lui e Kiba
erano alla pari, dei ninja ammirevoli
sotto tutti i punti di vista…
Che non c’era motivo di
essere rivali…
Ma con un solo gesto,
Shino le fece dimenticare tutto quello che aveva da dirgli.
In un attimo, si ritrovò
davanti a lei, e le parole le morirono in gola, quando Hinata si rese conto che
i loro visi erano pericolosamente vicini…
Chiuse gli occhi, il
cuore che le batteva forte, incapace di muoversi, quasi fosse inchiodata lì,
sul terreno, tra Shino e l’albero a cui si era appoggiata poco prima, senza
riuscire a pensare a nulla, tranne al fatto che le loro labbra si stavano delicatamente sfiorando, e
che quello era il momento su cui si era ritrovata più volte a fantasticare,
immaginando che ci sarebbe stato Naruto al posto di Shino…
Le cose stavano andando
diversamente, ma la ragazza scoprì con stupore che non le dispiaceva neanche un po’.
Era come vivere in un
sogno, e per un attimo, Hinata dimenticò tutto il resto.
Il contatto durò alcuni
secondi, quindi il ragazzo si fece indietro, e Hinata non riuscì a impedirsi di
arrossire violentemente per quello che era appena successo, voltando la testa
da un’altra parte, sentendo lo sguardo di Shino su di sè.
Allora era vero: lei gli piaceva.
Doveva essere lo stesso
anche per Kiba.
Forse era questo il motivo dei battibecchi tra i
due ragazzi.
“Grazie… Hinata.”
L’aveva detto davvero, o
lei aveva creduto di averlo sentito?
Alzò gli occhi per
incontrare le lenti degli occhiali di Shino, e i due si fissarono in silenzio
per alcuni interminabili secondi.
Prima che Hinata potesse
fare qualsiasi cosa, furono raggiunti dall’inconfondibile abbaiare di Akamaru.
Kiba era di ritorno, e
la ragazza si ritrovò a immaginare la faccia che avrebbe fatto se fosse
arrivato qualche minuto prima senza riuscire a impedirsi di sorridere.
Instintivamente, guardò
Shino.
Sul suo viso era tornata
l’epressione impenetrabile di sempre e sembrava immerso nei suoi pensieri…
…ma lei sapeva che non
sarebbe più stato solo.
FINE