Slytherin's love.
Chapter one: A brave new world.
Era agitata. Chapter one: A brave new world.
Quello era il suo primo giorno di scuola, nonostante avesse diciassette anni, compiuti l'inverno appena trascorso.
Quello era il suo primo e vero giorno di scuola.
Ormai non stava più nella pelle.
Avrebbe avuto degli amici, avrebbe fatto i compiti in compagnia, e a lei parve un'ottima trovata per passare il tempo; avrebbe potuto giocare a Sparaschiocco e a scacchi con gli altri studenti.
Sarebbe stato l'anno scolastico più bello della sua vita, ne era sicura.
Tutti questi pensieri, le provocarono un'eccitazione mai provata che sorrise e i suoi occhi si illuminarono di luce nuova, mai vista prima.
«Togliti quel sorriso ebete che ti ritrovi. Rimpiangerai di non essere più con me» disse la signora Jackson rivolta alla figlia, mentre quest'ultima preparava le valigie.
La ragazza di rimando sbuffò.
«Vedremo» rispose solamente.
«Anche tuo padre aveva detto così, e ora? Si ritrova ad Azkaban, per aver cercato di rubare alla Gringott!» esclamò la mamma, alzando gli occhi al cielo.
Suo marito era un Purosangue, rinchiuso nella prigione dei maghi per il semplice motivo di essere stato incastrato durante una rapina alla banca da quelli che un tempo chiamava amici.
Ma questo lo sapeva solo la figlia.
Tutti credevano che lui fosse un traditore.
«E allora? Io mica sono papà!» ribattè la più giovane, battendo le mani sul baule, poi lo chiuse.
La madre non rispose, così, le due rimasero in un silenzio tombale.
«Be', io vado a farmi una doccia» concluse la ragazza.
-
Qualche ora dopo aveva salutato la mamma Elisabeth con un cenno freddo della mano, entrando in uno degli ultimi scompartimenti dell'Hogwarts Express.
Dopo qualche minuto di attesa, il treno partì.
Sophie non sapeva nulla di Hogwarts.
Per poco non sapeva nemmeno chi fosse se stessa.
Era una ragazza di statura media, un fisico mingherlino, occhi verdi quasi come lo smeraldo e capelli lisci neri, lasciati cadere sulle spalle.
Era solare, simpatica, concedeva a pochi la sua fiducia, manteneva i segreti e inizialmente aveva atteggiamenti freddi con le persone.
«Pss. Ehi, Leo? Bravo, eccoti qui! Senti, mi fai un favore? Piccolo piccolo» prese in braccio il suo gatto nero e gli accarezzò la nuca.
Se i gatti potevano alzare gli occhi al cielo, come gli umani, l'animale lo fece.
«Dovresti andare negli altri vagoni, fare il gattino coccoloso e poi... BAM! Prendi tutto quello che c'è da mangiare, okay?»
«Miao» emise.
«Bravissimo, mi raccomando, non farti beccare... Eh, si lo so. Questo si chiama rubare, ma la mamma non mi ha lasciato soldi, più tardi manderò una lettera a papà per farmi dire il numero della sua camera blindata» l'animale non la stava ascoltando più. Era già sparito ed era entrato in azione.
Lo ammise: aveva un animale domestico intelligente; forse anche lui aveva dei poteri magici.
Leo tornò dopo un'oretta abbondante, con un sacchetto bello pieno che strisciava per terra fra i denti.
Sophie glielo rubò di bocca e aprì la busta, contenente caramelle TuttiGusti +1, Cioccorane, Pasticche Vomitose e altre ancora.
Ne mangiucchiò qualcuna e ne offrì sette al gatto, che accettò volentieri.
Leo alla fine si era dimostrato l'unico amico di Sophie, ma ad Hogwarts ne avvrebbe avuti altri, sicuramente.
Dopo un mese che non scrivo su Harry Potter, l'ispirazione è arrivata!
Perchè ho scelto Theodore Nott tra i personaggi principali? Perchè è un ragazzo che mi ha sempre affascinato, non so. Forse mi ci rispecchio molto...
Spero che il primo capitolo sia di vostro gradimento!
Lasciatemi una recensione, grazie!