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Autore: Gin_Eyes    24/04/2012    0 recensioni
Questa è la storia di come sono riuscita a comprendere il resto del mondo e non chiudermi troppo in me stessa, grazie alla mia migliore amica: Claire.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ogni volta che qualcuno passava dalle parti di quella scuola al centro della città, vedeva tutti uguali... Nessuno era diverso dall'altro, nessuno si distingueva dalla massa... Escluso per una ragazzina, una ragazzina dai lunghi capelli castani, che non parlava mai con nessuno, una ragazzina alla quale non piaceva il mondo in cui viveva, si poteva chiamare la pecora nera della scuola... Ebbene, quella ragazzina ero io. C'era un motivo per la mia solitudine? Io sono sempre stata una ragazza diversa, non strana, oramai troppi mi chiamavano in quel modo, ma semplicemente diversa, odiavo il mio mondo e tutta la gente che ne faceva parte. Erano, appunto, tutti uguali, ovunque andassi e non erano nemmeno persone che mi piacevano. Ero circondata da persone che davanti si danno soprannomi affettuosi e alle spalle si davano le offese che non si potessero immaginare; persone che dicevano di amare, a soli 13 anni; persone che si sentivano i re del mondo quando in realtà non erano nessuno; persone che pur di apparire belli, buoni e simpatici si venderebbero l'anima al diavolo. Non escludevo neanche me da questo quadro, però ho pensato che chiudessi i rapporti con tutti non potrei giudicare e di consenguenza ero distinguibile dalla massa, diversa da tutti. Dopo aver cancellato il mondo in cui vivevo, decisi di crearmene uno tutto mio. Pensai varie volte che sarebbe stata un'idea folle... Ma era l'unica alternativa di uscire da questo oblio, se non il suicidio... Ma niente è più grande del dono della vita, quindi decisi di scegliere la prima opzione. Dall'ora iniziai a parlare da sola, a fare veri e propri discorsi e a fare cose che gli altri neanche sapevano l'esistenza. La mia unica amica era la musica, che dolcemente mi accompagnava nei miei pensieri che non finivano mai. Ad interrompere il mio fantastico mondo, furono soprattutto i miei che provarono varie volte a portarmi dallo psicologo, volevano che io fossi come i miei fratelli: intelligenti, belli, creativi ma allo stesso tempo razionale, altruisti, praticamente perfetti. Anche se io ero intelligente, creativa e razionale quanto loro, solo che loro erano praticamente amati da tutti e poi secondo me erano dei gran falsi, a scuola si vergognavano di dire che eravamo geneticamente simili. Altre persone che mi turbavano, furono le mamme delle mie compagne di scuola, le uniche volte che il mio telefono cellulare squillava, era o per i miei parenti che volevano parlare con qualche membro della famiglia, o per loro, che m'invitavano a casa loro o ad una festa ed intanto che si sentivano i bisbigli delle figlie che dicono di attaccare, io trovavo sempre una scusa, arrivai al punto di convincere molti che la mia solitudine era causata da troppi impegni pomeridiani, anche se non era affatto vero, i miei unici impegni concreti erano lo studio e l'attività fisica. Una domenica mattina, scordai di togliere la sveglia che suonò alle sette del mattino, interruppe un bellissimo sogno, anche se dimenticai subito di cosa si trattava. Mi preparai, lasciai un biglietto a mia madre, presi il mio MP4 e andai a correre, Il sole picchiettava forte, rimpiansi di non portare gli occhiali da sola, continuavo a coprirmi il viso dal sole, c'era veramente molto caldo. Continuai per una mezz'ora e poi svenni sotto il picco del sole. Dopo quindici minuti mi ritrovai distesa su una panchina circondata da una decina di persona, mi chiesero se volevo avvisare i mei genitori, se volevo andare in ospedale e cose del genere. Io mi sentivo bene e infatti fu questo quello che dissi e mandai tutti via. La gente che avevo attorno se ne andò, tranne una ragazza, che nonostante il sole, teneva i suoi splendidi occhi azzurri spalacati. Io la vidi di sfuggita, poi notai i suoi capelli corti ricci color oro, all'apparenza sembrava davvero una ragazza più fredda e solitaria di me, però la mia filosofia di vita era che le apparenze ingannano. La ragazza si avvicino a me: "Vuoi un po' d'acqua?" Mi disse preoccupata porgendomi l'acqua "Oh, ehm... Sto bene, non importa... Grazie lo stesso." Dissi distrattamente La ragazza posò la bottiglietta nella sua borsa e se ne andò. Non so perchè ma decisi di seguirla, mi sembrava davvero un tipo interessante. Lei era come me... Gironzolava per la città senza fare niente, pensando, non avrei pensato che ci fosse un'altra persona come me, pensavo di essere veramente pazza! Alla fine della giornata lei si sedette in una panchina sfogliando un giornale. Mi presi di coraggio e poco prima di andarsene io corsi verso di lei e gridai: "Aspetta!" Arrivai da lei con il fiatone, mi guardava storta, e mi salutò facendo un gesto con la mano. Non sapevo cosa dire, lei mi guardava in attesa che io le dicessi il motivo della mia entrata d'azione con tanto di urlo, non parlavo con nessuno da almeno un anno, non ero più abituata a conversare. "Volevo chiederti..." dissi sottovoce "Mi sembri un tipo molto interessante... Anche dall'apparenza, anche se io dico sempre che le apparenze ingannano" Dissi ridacchiando "Vorrei scoprire se questa volta mi sbaglio... Vuoi aiutarmi?" "Come?" Lei mi rispose "Essendo mia amica." "Non ho nessun amico." Mi rispose lei in modo freddo "Oh, ehm... Nemmeno io... Pensavo appunto..." "Non mi hai lasciato finire la frase: Non ho nessun amico e non voglio iniziare di certo adesso, non prenderla sul personale baby, ma non voglio socializzare." La ragazza se ne andò. Mi sedetti nella panchina dove era seduta lei, iniziai a piangere, questa era finalmente l'occasione per dimostrare al mondo che anche io posso avere amici, e l'ho sprecata. Ritornai a casa con le lacrime agli occhi e con gli occhi appannati aprii il portone e, sorpresa! Chi vidi? La ragazza di prima! "E' tardi per una seconda possibilità?" Mi disse sorridente Scoppiai a ridere: "Certo che no!" Si avvicinò a me porgendomi la mano e si presentò: "Sono Claire, Claire Laurent" "Io sono Ginevra, Ginevra Gray." Sapevo che c'era qualcosa di speciale in lei, qualcosa che avrei scoperto pian piano, conoscendola.
  
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