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Autore: Phai___    25/04/2012    1 recensioni
[RDJude]
Era uscito di casa sbattendo violentemente la porta, lasciando le chiavi nell'ingresso, prendendo solo la giacca.
Frustrato diedi un pugno al muro, con il solo risultato di farmi ancora più male. Avevamo avuto una lite, una delle peggiori, nessuno dei due voleva ammettere di avere torto e, adesso che ci penso, adesso che la casa mi sembra così vuota senza di lui, il motivo che ha scatenato questa lite mi sembra assurdamente futile.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come up to meet you, tell you I'm sorry...


 

Come up to meet you, tell you I’m sorry...

I had to find you, tell you I need you...

Era uscito di casa sbattendo violentemente la porta, lasciando le chiavi nell'ingresso, prendendo solo la giacca.
Frustrato diedi un pugno al muro, con il solo risultato di farmi ancora più male. Avevamo avuto una lite, una delle peggiori, nessuno dei due voleva ammettere di avere torto e, adesso che ci penso, adesso che la casa mi sembra così vuota senza di lui, il motivo che ha scatenato questa lite mi sembra assurdamente futile.
Mi affaccio al balcone e in fondo alla via vedo Jude che corre lontano da qua, lontano da me, come se il solo pensiero di voltarsi, di tornare, non sfiorasse neanche per un secondo i suoi pensieri.
Vorrei seguirlo, ma il mio orgoglio me lo impedisce.
Mi siedo sul divano appoggiandomi sui cuscini, coprendomi il volto con le mani, indeciso sul da fare.
L'orgoglio, quel maledetto orgoglio, che molte volte mi ha impedito di chiedere scusa, che alcune volte mi ha impedito di dire 'ti amo', che adesso mi impedisce di seguirlo, di dirgli quanto è importante, mi tormenta.
Aspetto troppo prima di alzarmi da quel maledetto divano, prendere le chiavi della macchina e di casa, la giacca e correre fuori a cercarlo. Ho molte volte la tentazione di fare dietro front e tornare a casa, ma non posso: devo trovarlo!
Inizio a girare per il quartiere chiedendomi dove possa essere andato. D'altronte è a piedi, non può essere molto lontano.
Penso a tutti i posti in cui si possa essere rifugiato, dove possa aver sostato per riprendere fiato. Passo in rassegna ogni luogo nelle vicinanze in cui abbiamo passato bei momenti, ma, per quanto mi sforzi, la mente confusa e frustrata, non riesco a ragionare lucidamente.
Dev'essere mezz'ora che giro a passo d'uomo con la mia macchina, mezz'ora che non ha ancora dato nessun tipo di risultati.
Si sta facendo buio e la preoccupazione sale, il sole sta morendo all'orizzionte e la temperatura si abbassa. Il sole morente lascia il posto alla notte e al freddo che essa porta con sè.

Non lo trovo! Diamine, non lo trovo!

La frustrazione e la preoccupazione mi fanno battere la mano sul volante, mentre continuo a cercare.
Penso, penso e alla fine mi viene un'idea, mi si figura il posto in cui sarebbe potuto andare.

Il parco.

Quel parco che si trova a pochi isolati da casa nostra e dove andiamo di solito quando non abbiamo nulla da fare e la casa ci sembra troppo stretta.
Mi fermo davanti al piccolo cancello, entrata per i bambini che la mattina e il pomeriggio vengono a giovare qua. Lui è su un'altalena e con lo sguardo basso si dondola piano.
Mi avvicino e in silenzio prendo posto nell'altalena accanto a lui.
Il silenzio è intenso, teso, e non ho il coraggio di romperlo...
O forse non è il coraggio che mi manca, ma quel dannatissimo orgoglio, questo mio grande difetto, che mi blocca.
Lo combatto aprendo la bocca un paio di volte per parlare, senza mai spiccare una parola, poi mi decido:

- Jude... Scusami.-

Non risponde.
Scendo dall'altalena e mi inginocchio davanti a lui mettendogli le mani sulle ginocchia per fermarlo. Lo guardo dal basso, voglio catturare quello sguardo sfuggente dal quale, noto, sono sgorgate lacrime.

- Dio, Jude, perdonami...- gli dico con voce supplicante.

Chiudo un attimo gli occhi prima di ricominciare a dire ciò che ho davvero nel cuore:- Torna a casa. Ho bisogno di te. Come faccio a esistere altrimenti?-

Voglio che mi guardi, che veda quanto davvero ho bisogno della sua presenza accanto a me per andare avanti.

- Ti amo, Judesie, resta con me.-

E finalmente alza gli occhi e li inchioda nei miei, mi scava nell'anima, annega nell'amore e nel bisogno che ho di lui e che è riflesso nei miei occhi.

   
 
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