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Autore: dubhe7    25/04/2012    1 recensioni
Il ricordo dell'amore perduto brucia ancora dentro Hermione. Sono due anni che non lo vede, lui l'ha lasciata ma lei lo ama ancora anche se questo la fa soffrire.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Oltre il tempo -"Basta!" il libro volò nella stanza, picchiò contro il muro e con un tonfo cadde.
Non ne potevo più, erano tre giorni che cercavo di studiare un testo in rune antiche ma non riuscivo a decifrare un paragrafo.
-"Hermione! Non è da te lanciare un libro. Forse questa volta hai esagerato, non devi fare tutto da sola." Harry raccolse il libro da terra e lo rimise sulla scrivania, accanto a me.
La fa facile lui, Direttore degli Auror, stimato, ammirato, e ammettiamolo, anche affascinante da quando porta le lenti a contatto.
-"Grazie Harry."
-"Hermione, vai a farti un giro, esci da questo ufficio una volta tanto e goditi il sole, che, strano ma vero, splende sulla nostra Londra."
Guardai fuori, Harry aveva ragione, era proprio una bella giornata.
-"In fin dei conti, il Ministero potrà fare a meno di me per qualche ora, lo ha fatto per 23 anni."
Prima di uscire diedi un abbraccio e un bacio al mio amico, che mi sorrise e spinse verso la porta.
-"Prenditi l'intero pomeriggio, intanto io provo a far decifrare qualcosa da Zabini."
La mia bocca si mosse involontariamente in un sorriso poco convinto. Avevo passato parecchio tempo con lui quando frequentavo Malfoy, ma poi ...
-"Oh Hermione! Smettila, sono passati due anni! Fatti una vita per tutti i folletti! Non puoi continuare a pensarci." Sembravo scema a parlare da sola, ma a volte mi era utile.
-"A chi o cosa non dovresti più pensare?" Mi bloccai. Quella voce. Non poteva essere.
-"Oh, ciao Ronald." La mia immaginazione come sempre mi portava ad illudermi.
-"Che delusione nel tuo bellissimo viso. Ti aspettavi qualcun altro forse?"
Sempre il solito tonto, non era cambito di molto da scuola.
-"No, Ron, scusa. Ero nel mio mondo, mi hai solo colto di sorpresa."
-"E questo non è un bene signorina, sei o non sei la spalla destra di Harry?" Ron rideva.
-"Touchè." Riusciva sempre a farmi uscire un sorriso anche nei momenti più bui. "Sto andando a farmi due passi, vuoi venire?"
-"Se mi aspetti due secondi, porto questi fogli a Nevilli nel laboratorio e arrivo."
-"Ok ti aspetto di fuori."
Dovevo un favore enorme a Harry, costringermi a uscire era stata una mossa geniale, mi sentivo già meglio. Il sole mi scaldava la pelle del viso, mi tolsi la giacca e rimasi in camicia seduta su una panchina ad aspettare Ron.
-"Oh meno male che ci mettevi un attimo." Sbuffai spazientita, tirai fuori l'ipod dalla borsa e mi isolai. Dopo un paio di canzoni, eccola, quella che non avevo la forza di togliere, quella che non avevo la forza di ascoltare, quella che se ascoltavo piangevo ricordando quello che è stato.
In quel momento la freccia con la punta a destra era la mia migliore amica. Altra canzone.
-"Scusami Herm, Neville ha fatto esplodere delle provette sui fogli e abbiamo dovuto asciugarli. Hermione??Herm mi senti?"
Occhi chiusi, musica sparata al massimo nelle orecchie e Ron pretendeva che lo sentissi? Mi accorsi di lui solo quando mi levò una cuffia.
-"Oh scusa, non ti sentivo." Dissi sorridendo.
-"Me ne sono accorto. Allora, dove andiamo?"
In quel momento lo vidi, come una calamita i miei occhi videro la sua chioma bionda, avrei riconosciuto quella camminata tra mille, stava entrando al Ministero.
Ron seguì il mio sguardo e capì. Non era poi così tonto come credevo.
-"Su forza, ti porto in un posto." Ron mi sollevò quasi di peso, camminavo con la testa girata indietro cercando di vederlo, di capire dove andasse, ma una volta che Ron mi fece svoltare, non vidi più ne lui ne il ministero.
Non dissi più una parola, camminavo in silenzio, tenendo la mano di Ron, era normale per noi, come tenevo quella di Harry, tenevo la sua, erano la mia forza. Non sarei potuta stare senza loro. Li per li non mi resi conto di essere seduta al tavolo di un bar in centro a Diagon Alley, cioè non un bar qualunque, ma il bar di Luna Lovegood. Era molto in voga, aveva dato una botta di vita alla solita routine, il locale di giorno era acceso di colori, di strani ornamenti al soffitto, la sera si trasformava in un pub, in una discoteca a seconda di quello che andava alla corvonero.
-"Ciao ragazzi! Come state? Che brutta faccia Herm, hai visto un fantasma?"
Come al solito, Luna mi leggeva in faccia tutto, alzai lo sguardo e lei si ammutolì. Girò su i tacchi e tornò poco dopo con due boccali colmi di burrobirra invecchiata. La mia preferita.
Non avevo sete, ma avevo voglia di bere. Avevo voglia di dimenticare. In due sorsi finì la birra.
-"Ehi, vai piano." Ron rideva, non era più abitutato a vedermi bere." Ne vuoi un altra?"
-"Direi di si. Ne ho bisogno."
Luna arrivò poco dopo con altri due boccali. Finito anche quello finì anche il mio silenzio.
-"Ron, che ci faceva Draco al Ministero? Non era via? Non era andato in Germania o dove cazzo era andato?" Guardavo Ron negli occhi, lui non riusciva a mentirmi, lo sapevo ma vedevo che non voleva dirmi tutta la verità. "Ron, ti prego dimmi quello che sai." Provai ad addolcire lo sguardo, e subito Ron cedette.
-"Oh e va bene, ma non dire nulla a Harry ti prego, mi ucciderebbe se lo sapesse."
-"Che c'entra Harry?"
Ron non mi rispose.
-"Herm, lo sappiamo che stai ancora soffrendo per lui. Ce ne accorgiamo, in due anni non hai mai fatto ferie, non esci manco più con Ginny e Luna, ti sei buttata capofitto nel lavoro. Tutto per non pensare a lui. Non è un caso che proprio oggi Harry, ti abbia detto di uscire, di prenderti un pomeriggio e non è vero che a Neville sono esplose delle provette. Draco è tornato." Lo disse tutt'un fiato, quasi non ero riuscita a capire le ultime parole.
-"In che senso?" Non riuscivo a capire.
-"E' tornato Herm, questa volta missioni all'estero non ce ne sono. Dovrà restare."
Non riuscivo a capire, tra la birra, le cose che mi erano appena state dette, mi girava la testa. Ron disse altro ma l'unica cosa che mi ricordo erano le birre che scendevano leggere come se fossero acqua nella mia gola. Non mi ricordo manco come sono arrivata a casa.
Quando mi svegliai il giorno dopo avevo un mal di testa assurdo, gli occhi gonfi e rossi e un senso di nausea terribile.
-"Mamma mia, quant'era che non me la prendevo forte."
Mi allontanai dallo specchio, misi su il caffè e tornai in bagno a farmi un doccia sperando che l'acqua fredda mi aiutasse.
Ero pronta quando suonò il citofono.
-"Ma chi è che suona quest'ora?" Rispondo. "Chi è?" Nessuna risposta. Alzai le spalle e feci per allontanarmi ma arrivai appena a metà corridoio che bussarono alla porta.
Sbuffando tornai sui miei passi. -"Chi è?" domandai di nuovo.
-"Apri." Quella voce, ora non mi potevo sbagliare, quella voce.
-"Chi è?" Riuscì a sbiascicare.
-"Hermione, ti prego apri." Non capivo più nulla, la mia mano scese sulla serratura e le fece scattare, abbassai la maniglia e aprì.
-"Ciao." Era bellissimo come lo ricordavo, forse ancora più bello. I suoi occhi ghiaccio si incontrarono i miei e da li non si staccarono. "Mi fai entrare?" Me lo chiese con una dolcezza infinita, come se temesse sul serio che lo lasciassi li fuori sul mio pianerottolo. Mi spostai appena per farlo passare.
-"Stavi per farti la doccia immagino." Parlava sciolto come se fossimo due giorni che non ci vedavamo,  non 2 anni. Non riuscivo a parlare, mi mancava il fiato, cercavo di respirare ritmicamente ma le farfalle che sentivo nello stomaco non mi davano tregua.
-"Fatti la doccia, ti aspetto se non ti spiace. Vorrei parlarti."
-"Si. Ok. Ci metto un attimo." Come se una scarica elettrica mi avesse attraversato, ad un tratto ricordai che ero in asciugamano. Andai spedita in bagno, mi chiusi dentro, le guance rosse dall'imbarazzo.
-"Che diavolo ci fa Draco qui? Come faceva a sapere il mio indirizzo. Oddio! Guarda che faccia!" Intanto che il panico si impadroniva di me, mi buttai sotto il getto d'acqua. Ci misi poco, e con la bacchetta asciugai i capelli.
-"Ci hai messo veramente poco." Draco era seduto sul divano, sfogliava una rivista babbana con scarso interesse.
-"SI avevo già preparato tutto." Per sua fortuna avevo già tirato fuori i vestiti se no sarei morta davanti all'armadio. Jeans e t-shirt grigia di Gucci. "Vuoi del caffè?"
-"Si grazie. Herm, però prima vorrei parlarti."
-"Quanto zucchero?"
-"Hermione, nn sono qui per il caffè." Non volevo ascoltarlo avevo paura di quello che poteva dirmi, non volevo soffrire ancora. Presi due tazze, versai dentro il caffè, un cucchiaino di zucchero per entrambe, feci un profondo respiro, sorrisi e mi girai verso di lui. Era incredibile l'effetto che mi faceva, riusciva sempre a lasciarmi senza fiato; indossava una camicia blu notte, con i primi tre bottoni slacciati, dei jeans bianchi. Sembrava un modello.
-"Eccoti il caffè." mi sedetti accanto a lui, poi però, anche se la parte più profonda di me non voleva saperlo, glielo chiesi. "Perchè sei qui?"
Quella domanda rimase per un pò in sospeso tra noi. Lui mi guardava negli occhi, i suoi profondi occhi ghiaccio mi penetravano anche l'anima, mi sentivo indifesa, volevo che mi proteggesse, volevo sciogliermi in un suo abbraccio ma non feci trasparire questi miei più profondi desideri; glielo richiesi. "Perchè sei qui?"
-"Per vederti, per parlarti. Devo chiarire alcune cose, con te. Ieri pensavo di incontrarti al Ministero, sono venuto a parlare con Potter, ma tu non c'eri. Blaise mi aveva assicurato che ci sei sempre, che stacchi solo per venire a casa, ma ieri non c'eri."
-"No ieri Harry mi ha dato il pomeriggio libero. Credo di averne avuto bisogno."
-"Herm, che ti sta succedendo? Non vivi più. Dov'è il tuo fuoco? Il fuoco che mi ha fatto perdere la testa?"
-"E' stato spento dal tuo ghiaccio." Sputai quella verità come un macigno. Senza di lui, il mio fuoco si era spento e non volevo accenderlo. Senza di lui non ero nulla, la verità si stava facendo largo dentro di me. Mi ero chiusa in me stessa, chiusa ai miei stessi sentimenti, ma adesso... Adesso lui era li, davanti a me. -"Perchè sei qui? Sei sparito due anni fa, mi ha lasciata, te ne sei andato in Germania e mi hai lasciato qui. Non hai chiesto se volevo venire, non mi hai chiesto nulla. Hai preso e te ne sei andato."
-"Credevo fosse la cosa migliore per te, ho sbagliato."
Quelle parole dette dalla sua bocca mi fecero uno strano effetto, non gli avevo mai sentito pronunciare mai.
-"Non fare quella faccia, sono cresciuto, sono sempre lo stesso. Ma ho perso troppo per non accorgermi quando commetto degli errori. E tu sei stata uno di questi. Il più grande." Una sassata nello stomaco. Mi alzai di scatto, la tazza mi cadde dalle mani, il caffè macchiò il tappeto, i miei occhi si stavano ripiendo di lacrime. Ma non potevo piangere.
-"E allora perchè sei qui? Per dirmi che sono stata un errore? Per farmi sentire ancora peggio? Per dirmi di andare avanti? Non ci sono riuscita in due anni a dimenticarti, pensi che basti una tua visita a farmi cambiare idea? Non sono come te, non sono un interruttore che spegni e accendi quando vuoi. Grazie per la visita, quella è la porta puoi andare. Come vivo la mia vita saranno fatti miei, se ti amo ancora non posso farci niente. Sei stato un grandissimo stronzo con me, hai preso e te ne sei andato, ma io non ho mai smesso di pensarti." Sulle ultime parole la mia voce tremò, ma il mio sguardo rimase fermo, fisso nei suoi occhi. Le lacrime erano sparite.
-"Hermione".Non capivo, perchè sussurrava il mio nome? Perchè non diceva qualcosa di cattivo, di perfido? Perchè non insultava il mio sangue come a scuola? Perchè?
-"Hermione." Di nuovo, un sussurro, brividi mi attraversarono la schiena e mi fecero venire la pelle d'oca. Poi Draco fece qualcosa che sognavo dall'ultima volta che eravamo stati insieme, si avvicinò lentamente, gli occhi incollati a me, mosse la mano destra verso il mio viso. Vivevo tutto a rallentatore, ogni suo gesto sembrava durare una vita, il mio cuore batteva a mille, avevo paura che da un momento all'altro si fermasse.
La sua mano toccò la mia guancia e con il pollice asciugò una lacrima solitaria che non mi ero resa conto di aver perso. Non staccava gli occhi dai miei e io ero incatenata a quello sguardo.
-"Hermione" Un' altra volta il mio nome, poi la breve distanza che separava le nostre bocche divenne inesistente, mi prese il viso con entrambe le mani. Mi baciò. Le emozioni che mi attraversarono in quel momento erano mille ma non potevo ascoltare il mio cervello, non potevo. Poi nella mia testa partì la nostra canzone. Ma poi Draco si allontanò da me. Non era nella mia testa la canzone, era il mio cellulare!
-"Pronto?Oh, ciao Potter. Mi spiace ma Hermione oggi non verrà a lavoro. Si prende un giorno di ferie. Ciao." Mentre parlava al telefono mi sorrideva; un sorriso che non aveva rivali, un sorriso che ho impresso nel cuore. -"Era il tuo amico, San Potter. Credo si sia un pò incazzato nel sentire la mia voce. Mi sa che è innamorato di te." Non smetteva di ridere mentre mi parlava.
-"Lui non è innamorato di me, come io non lo sono di lui. Ancora con questa storia?"
Durante la nostra relazione la sua gelosia nei confronti di Harry era insopportabile, ma ora mi scaldava il cuore. -"Draco, ti prego non usarmi." Lo dissi in un sussurro, la mia era una speranza, la speranza di non venire lasciata, di nuovo.
-"Non l'ho farò. Non l'ho mai fatto. Mi piace la tua suoneria."
-"Non riesco a non pensarti. Lo dice anche Celine: l'amore può toccarci una volta e durare tutta la vita. E per me è così. Non capisco perchè tu sia andato via, forse ora non mi importa neanche. L'unica cosa che voglio è che questo momento non finisca."
Le labbra di Draco si appoggiarono di nuovo sulle mie, mi prese in braccio, senza interrompere il bacio e mi fece sdraiare sul divano. Poi prese la bacchetta dalla tasca, fece partire lo stereo collegato all' ipod. Era inutile quella ea la nostra canzone, la sera prima l'avevo ascoltata fino a non avere più lacrime e ora ripartiva. Draco stava cantando.
-"Love was when I loved you
One true time I hold to
In my life we'll always go on."
Inevitabilmente risi. In pochi secondi Draco era in ginocchio davanti a me, non so quando o come, ma in mano teneva una scatolina rossa; l'aprì.
-"Hermione Jean Granger, so che sono stato uno stronzo, un bastardo. Una vera serpe. Ma io ti amo. Ti ho sempre amata e non mi perdonerò mai di aver perso 2 anni lontano da te. Sono stati due anni d'inferno, il mio cuore voleva tornare da te, ma non potevo, non volevo rovinarti la vita. Ma ieri, quando sono entrato nel tuo ufficio, ho sentito il tuo profumo e non ce l'ho più fatta, ho chiesto di te a Potter. Mi ha detto di averti fatto uscire per non vedermi, mi ha detto di starti lontano che ti avrei solo fatto soffrire. Sono uscito dal ministero e ti ho visto con il rosso. Non potevo crederci che tu alla fine avessi scelto lui per questo oggi sono venuto qui. Volevo sapere se tu mi amavi ancora, se potevo recuperare."
-"Draco! Ma come ti è potuto saltare in mente? Me e Ron? NO!" Il pensiero del bacio nella camera dei segreti mi diede quasi il volta stomaco. NOn poteva chiamarsi bacio quello tra me e Ron.
-"Shh! Fammi finire! Se no poi non credo di essere in grado di riprendere." Draco prese fiato, era teso, io cominciavo a capire. Non avevo quasi notato l'anello all'interno della scatolina, era fatto di oro e argento intrecciati, a intervalli regolari erano stati inserti dei rubini e degli smeraldi.
-"Oh mio dio, Draco ma è splendido." Era banale da dire ma erano le uniche parole sensate che mi venivano in mente gli altri erano "Ohh" oppure "WOW".
-"Shh ti ho detto." MA rideva divertito. "Comunque era anche l'ora che lo notassi. Va beh non distrarmi." Draco si fece di nuovo serio." Hermione Jean Granger, mi vuoi sposare?"
Per poco non picchio li. Si lo so, è ovvio che me lo chiedesse ma sentirselo dire, con quella passione, con quell'ansia e quello sguardo ghiaccio-caldo mi lasciò senza parole.
-"Ehi sono riuscito a zittire la so-tutto-io grifona!" Scherzava ma si sentiva che era teso. "Puoi dire qualcosa ti prego?"
-"Draco Malfoy, tu ti aspetti che dopo quello che mi hai fatto passare basti venire qui con un anello e delle belle parole per farti perdonare?"
-"E' un no?"
-"NO! E' un si!! Ma dovrai cambiare un pò di cose. Tipo non mi dovrai più lasciare! A meno che non te lo dico io." Draco mi prese la mano e mi mise l'anello.
-"Sai, questo l'avevo fatto fare poco prima di partire. L'ho sempre portato con me. E' sempre stato tuo."
Un altro bacio, poi un altro le sue mani sul mio seno, le mie sulla sua schiena. Era il giorno più bello della mia vita. A breve sarei diventata la signora Malfoy.

Note: La canzone a cui faccio riferimento è My Heart Will Go On di Celine Dion, colonna sonora del Titanic. Non siate troppo crudeli con le critiche!
   
 
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