25/04/2012
2 recensioniRimarranno invariati solo i loro caratteri, ma non del tutto l'aspetto fisico. Anche le relazioni tra i personaggi saranno ben diverse da quelle della serie.
Crossover tra Glee e la saga del Mondo Emerso ( il periodo è più o meno quello delle Leggende del Mondo Emerso ).
NB: Parte della storia del ME sarà modificata per dare un po' più di senso alla FF.
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Prologo [Frammenti] - I.
Sono passati trentasette anni da quando Nihal della Torre di Salazar scomparve.
Trentasette lunghi anni, e la salita di una Regina degna di questo nome.
Dubhe.
Dubhe di Selva, della Terra del Sole.
Una ladruncola. Per anni nel regno venne chiamata così, ma le voci si placarono col tempo.
Il suo regnare era giusto, così come quello del Re Learco.
E il Principe, Neor, non era da meno.
La stessa storia è scritta nei frammenti dei libri nella biblioteca di Makrat; tante son le versioni, cantate e scritte.
Allegorie, ballate.
I nipoti della Regina conobbero la storia e ne rimasero affascinati.
Neor, il loro padre, raccontava loro la storia una sera si e una no, ché loro lo pregavano.
Non si addormentavano mai senza aver sentito almeno una storia.
I figli di Neor il Principe nacquero in tre; due femmine e un maschietto.
Furono amati, rispettati, addestrati.
Per quanto fossero dei principi anch'essi, nessuno dei reali li ritenne disadatti per l'arte delle armi.
I loro desideri presero strade diverse col passare del tempo.
Due di loro preferirono la carica di Cavalieri, uno scelse il trono.
Invane le richieste di Neor verso i futuri Cavalieri; nelle loro vene scorreva anche il sangue dell'orgogliosa Dubhe.
Piuttosto, preferirono difendere il Regno con la forza della spada, lasciando alla sorella la forza della parola.
Così facendo, però, i due principi si esposero troppo.
Learco, assieme alla moglie e al figlio, decisero di nasconderli e dar loro vite fittizie, per proteggerli.
Si allontanarono da Makrat una notte senza luna, assieme alla figlia di uno dei Cavalieri anziani.
Il Regno non seppe mai che i figli del Principe Neor furono tre.
Non conobbero i loro nomi.
Santana e David della Terra del Sole, divennero semplici Cavalieri di Drago.
Trentasette lunghi anni, e la salita di una Regina degna di questo nome.
Dubhe.
Dubhe di Selva, della Terra del Sole.
Una ladruncola. Per anni nel regno venne chiamata così, ma le voci si placarono col tempo.
Il suo regnare era giusto, così come quello del Re Learco.
E il Principe, Neor, non era da meno.
La stessa storia è scritta nei frammenti dei libri nella biblioteca di Makrat; tante son le versioni, cantate e scritte.
Allegorie, ballate.
I nipoti della Regina conobbero la storia e ne rimasero affascinati.
Neor, il loro padre, raccontava loro la storia una sera si e una no, ché loro lo pregavano.
Non si addormentavano mai senza aver sentito almeno una storia.
I figli di Neor il Principe nacquero in tre; due femmine e un maschietto.
Furono amati, rispettati, addestrati.
Per quanto fossero dei principi anch'essi, nessuno dei reali li ritenne disadatti per l'arte delle armi.
I loro desideri presero strade diverse col passare del tempo.
Due di loro preferirono la carica di Cavalieri, uno scelse il trono.
Invane le richieste di Neor verso i futuri Cavalieri; nelle loro vene scorreva anche il sangue dell'orgogliosa Dubhe.
Piuttosto, preferirono difendere il Regno con la forza della spada, lasciando alla sorella la forza della parola.
Così facendo, però, i due principi si esposero troppo.
Learco, assieme alla moglie e al figlio, decisero di nasconderli e dar loro vite fittizie, per proteggerli.
Si allontanarono da Makrat una notte senza luna, assieme alla figlia di uno dei Cavalieri anziani.
Il Regno non seppe mai che i figli del Principe Neor furono tre.
Non conobbero i loro nomi.
Santana e David della Terra del Sole, divennero semplici Cavalieri di Drago.
[ Frammenti; dal libro de La Discendenza ]
Le manine le si strinsero convulsamente attorno alla seta della gonna.
Scosse il capo freneticamente, sentendo il sapore salato delle lacrime bagnarle le guance paffute e rosse e le labbra, arrossate dal pianto.
Due manine più chiare si chiusero attorno alle sue, lottando un po' con loro per liberare il lembo di stoffa da quella stretta ferrea e disperata.
Alzò un poco il viso per sbirciare, seguendo il percorso che quelle mani chiare fecero per portarsi le sue al petto.
Sotto il dorso delle mani chiuse a pugno sentì chiaramente il suo piccolo cuore che batteva, veloce.
Allora le lacrime le si fece più prepotenti e copiose, e non riuscì a riabbassare il volto ma al contrario, lo sollevò ancora.
Scosse il capo freneticamente, sentendo il sapore salato delle lacrime bagnarle le guance paffute e rosse e le labbra, arrossate dal pianto.
Due manine più chiare si chiusero attorno alle sue, lottando un po' con loro per liberare il lembo di stoffa da quella stretta ferrea e disperata.
Alzò un poco il viso per sbirciare, seguendo il percorso che quelle mani chiare fecero per portarsi le sue al petto.
Sotto il dorso delle mani chiuse a pugno sentì chiaramente il suo piccolo cuore che batteva, veloce.
Allora le lacrime le si fece più prepotenti e copiose, e non riuscì a riabbassare il volto ma al contrario, lo sollevò ancora.
Incontrò un visetto rotondo come il suo, sorridente.
Ma non si lasciò ingannare, vide bene la tristezza e l'amarezza all'ombra di quel sorriso.
Così come dentro quei prati verdi, allacciati al mare nocciola dei suoi.
I capelli corti e biondicci ricadevano su quel viso bianco, le ciocche ondeggiarono seguendo la brezza nella piana.
Come successe tante altre volte, nonostante il dolore stesse dilaniando il suo piccolo cuore, rimase incantata, e per poco la pioggia sul suo viso si placò.
Liberò senza incontrare resistenza una delle manine per portarla su quel volto, scoprendolo umido; aveva pianto come lei.
E l'altr[...] imitò i suoi movimenti, ritrovandosi così speculari nelle posizioni.
Disse anche qualcosa, e lei ritrovò la forza di piangere, ma annuì.
Quello era il giorno della loro separazione ma sapevano.
Sapevano che non sarebbe stata l'ultima volta ove le loro lacrime si sarebbero unite come i loro sorrisi.
Ma non si lasciò ingannare, vide bene la tristezza e l'amarezza all'ombra di quel sorriso.
Così come dentro quei prati verdi, allacciati al mare nocciola dei suoi.
I capelli corti e biondicci ricadevano su quel viso bianco, le ciocche ondeggiarono seguendo la brezza nella piana.
Come successe tante altre volte, nonostante il dolore stesse dilaniando il suo piccolo cuore, rimase incantata, e per poco la pioggia sul suo viso si placò.
Liberò senza incontrare resistenza una delle manine per portarla su quel volto, scoprendolo umido; aveva pianto come lei.
E l'altr[...] imitò i suoi movimenti, ritrovandosi così speculari nelle posizioni.
Disse anche qualcosa, e lei ritrovò la forza di piangere, ma annuì.
Quello era il giorno della loro separazione ma sapevano.
Sapevano che non sarebbe stata l'ultima volta ove le loro lacrime si sarebbero unite come i loro sorrisi.