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Autore: dreamyD    25/04/2012    5 recensioni
Piccola one-shot, un pò triste. stavo ascoltando una canzone e mi è venuta l'ispirazione quindi ho scritto. non so come sia, mi è uscita così, quindi non siate cattivi.
I Malandrini in una notte cupa sognano. quali saranno i loro incubi? Cosa potrebbe turbare i sogni di Remus, James, Peter e Sirius? questa è solo la mia opinione che potete condividere o anche no.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Incubi

 

 

Era una notte di tempesta a Hogwarts. Il vento scuoteva impietoso gli alberi e le torri, la pioggia si abbatteva furiosa sul castello, come a volerlo cancellare, lampi illuminavano a tratti e stanze buie, seguiti da tuoni che scuotevano la pietra. Nel dormitorio maschile dei Grifondoro del quinto anno, cinque ragazzi dormivano sonni agitati.

 

Remus Lupin sognava.

Stava camminando nel parco, al sole. Era felice e rideva con i suoi amici. All'improvviso la luce del sole spariva, lasciando posto al buio della notte. Una luna piena si stava liberando dalle nuvole che la coprivano, illuminando lentamente il terreno. Remus aveva paura. Lo sentiva, si sarebbe trasformato presto e nessuno avrebbe potuto fermarlo. Lentamente al ragazzo timido e serio si sostituì un Lupo Mannaro affamato di sangue. Sentiva l'odore di carne, si girò e vide i suoi amici. Non erano più i suoi amici però, erano solo dei corpi da mordere, strappare, lacerare. Scattò, senza dar loro possibilità di fuga.

 

James Potter sognava.

Stava camminando con Sirius per i corridoi del castello con addosso il Mantello dell'Invisibilità. Ridevano, per l'ennesimo dispetto ai danni dei Serpeverde. James sentì un rumore e si girò per controllare dietro di loro, ma quando si rigirò per rassicurare Sirius, questo era sparito. O meglio, si confondeva con tutte le persone che improvvisamente lo circondavano, riempiendo i corridoi. Il Mantello a quel punto era inutile e il ragazzo decise di toglierlo. Con un movimento veloce se lo sfilò e lo infilò in una tasca del mantello nero che indossava. Salutò con un cenno una ragazza che passava in quel momento, ma lei non ricambiò. Strano, di solito erano sempre tutte felici quando le salutava. Tranne la Evans ovvio. Un ragazzo arrivò correndo e lo urtò, ma non si fermò né si girò a guardarlo. James cominciò ad avere l'impressione che nessuno lo vedesse, l'impressione di essere ancora invisibile. Ad un certo punto, camminando, riuscì a scorgere Sirius. Corse verso di lui e cominciò a parlargli preoccupato, ma Sirius non lo guardava, anzi continuava a camminare senza badare a lui. James lo chiamò ancora, ma non riusciva nemmeno a sentire la sua voce. Si portò una mano davnti agli occhi, per scostare un ciuffo di capelli che gli ricadeva su un occhi. Terrorizzato si accorse che non riusciva a vederla. Era invisibile. Nessuno poteva più vederlo o sentirlo e quel che era peggio, a nessuno sembrava importare che lui non ci fosse più.

 

Peter Minus sognava.

Era in una cantina e non riusciva a vedere niente, era troppo buio. Provò a muovere un passo e si accorse di essere sotto forma di topo. Non c'era ancora quasi mai riuscito, al contrario di James e Sirius che ormai si trasformavano con relativa facilità. Felice mosse un altro passo e avvertì che c'era qualcosa o qualcuno davanti a lui. Mosse un altro passo, cauto e un altro ancora finchè non andò a sbattere contro qualcosa. Era qualcosa di duro, spigoloso, legnoso. Curioso, si avvicinò ancora di più. Era qualcosa di non tropo grande per un umano ma sotto forma di topo era grande. Sentiva anche profumo di cibo, forse formaggio. Rendendosi conto di essere affamato, Peter si avvicinò alla fonte del profumo. Sentì un rumore strano , metallico, ma proseguì lo stesso. Si trovò vicino alla fonte dell'odore e allungò una zampa per prenderlo. Era formaggio sì. Lo prese e diede un morso. All'improvviso risentì il rumore metallico, più forte di prima, come una gancio che si stacca e la luce si accese. Troppo tardi si accorse di essere su una trappola e niente le impediva più di scattare, cadendo inesorabilmente verso la sua testa, pronta a staccargliela.

 

Sirius Black sognava.

 

Era nella Sala dell'Arazzo, a casa Black. Osservava i nomi ricamati, leggendoli come faceva una volta, guardando i volti, cercando di associarci un ricordo, un racconto. La porta si aprì ed entrò James. Sirus lo salutò, felice che lui fosse lì, ma anche sorpreso.

«Che fai qui, Jamie?»

«Non chiamarmi così, Black.» rispose lui. Aveva un'espressione fredda e distacata, non da James e aveva parlato con disprezzo, l'aveva chiamato Black.

«Che succede Jamie?» riprovò Sirius.

«Ti ho detto di non chiamarmi così. Io. Non. Sono. Tuo. Amico. E men che meno tuo “fratello di scelta”! Che cosa stupida! Neanche tuo fratello di sangue vuole stare con te, perchè mai dovrei sacrificarmi io volontariamente?» Sirius era sorpreso e ferito per quelle parole. Perchè James gli parlava così? Che aveva fatto? E che senso aveva mettere in mezzo Regulus?

«James...»

«Stai zitto. Tu non ti meriti di stare in questa casa. Non sei un Black e per questo io ti caccio e ti diseredo. Tu sei feccia. E ora vattene e smettila di inquinare con il tuo respiro di Traditore l'aria pura di noi Black.» eccole. Le parole che la sua cara, dolce mamma aveva pronunciato quando lui era tornato, dopo essere scappato di casa, per recuperare pochi oggetti e Regulus l'aveva scoperto, per poi fare la spia con sua madre. Sentirle da James fece ancora più male.

«James...»

«Stai zitto. TU non sei NIENTE!»

 

Tutti e quattro i ragazzi si svegliarono contemporaneamente. Remus balbettava terrorizzato, James tremava, Peter gridava, Sirius piangeva. Il primo a riprendersi fu James. Dopo essersi guardato le mani ripetutamente e essersi convinto che era stato solo un brutto sogno, raccontò agli amici il suo incubo. Remus, resosi conto che non aveva appena ucciso i suoi migliori amici, raccontò a sua volta ciò che aveva sognato, facendo tremare gli altri tre. Peter, tenendosi il collo, narrò a sua volta, facendo sorridere James. Sirius stava zitto. James si sedette accanto a lui e lo incitò a parlare. Sitando, l'amico raccontò tutto. James o abbracciò, seguito presto da Remus e poi da Peter.

«Noi siamo i Malandrini, fratello. Noi siamo insieme.»

Era vero. Loro erano insieme e nessuno avrebbe potuto ferirli se fossero stati sempre così. Insieme.




Spazio dell'Autrice
Stavo ascoltando una canzone e mi è venuta l'ispirazione. Non so come mi sia uscita questa cosa quindi se recensite non accanitevi con troppa crudeltà. Ho solo voluto immaginare quali fossero gl'incubi dei miei amati Malandrini. è solo la mia opinione, che può essere o non essere condivisa. Non sapevo cosa inventarmi soprattutto per Peter e Sirius. Se avete domande, non esitate a chiedere e sono gradite recensioni. ciao
*dD* 





 

  
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