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Autore: REAwhereverIgo    25/04/2012    6 recensioni
E come Emma si è ritrovata nel mondo di Dragon Ball, cosa succederebbe se la mia amica Laura si iscrivesse alla True Cross? E se il misterioso preside l'attraesse fin da subito?Spero vi piaccia come l'altra!Un bacio Rea
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Laura stava per varcare per la prima volta l’entrata della True Cross Academy, dove era riuscita a farsi ammettere grazie al duro lavoro che aveva portato avanti studiando tutti i giorni per dodici ore nell’ultimo mese.

Doveva molto quell’ammissione anche alla sua migliore amica Rea, che, pur di non lasciarla sola lontana da casa, l’aveva seguita all’accademia.

Erano rimaste in silenzio e tese fin da quando erano salite sul treno che le avrebbe portate alla scuola. Quel silenzio le stava uccidendo, aumentava la loro agitazione.

Allora ci siamo, eh Rea?” domandò Laura per smorzare l’atmosfera.

Già. Siamo proprio sicure di voler stare in un’accademia? Insomma, non sarà come una specie di convento dove non possiamo fare niente?

Speriamo di no!

Magari è un castello enorme dove ci sono i demoni e i fantasmi!” scherzò la sua amica, mettendole una certa apprensione.

Smettila, lo sai che ho paura dei demoni!” la riprese l’altra.

Aveva quella paura fin da piccola, da quando aveva visto in televisione uno speciale in cui una ragazza veniva posseduta da uno di essi. Al solo pensiero rabbrividì.

Ehi, credo che ci siamo” disse Rea.

Quando uscirono dalla galleria si aprì davanti ai loro occhi un mondo nuovo: non era una semplice scuola, era un vero e proprio paese!

Le ragazze rimasero a bocca aperta, incapaci di parlare.

La montagna sulla quale si ergeva la scuola aveva alla base una città che si estendeva per qualche chilometro, circondata da quello che Laura pensò essere il mare, o un lago.

Non… non mi sembra proprio un convento, sai Rea?” disse.

L’altra annuì, ancora troppo stupita.

 

 

L’interno della True Cross era enorme, talmente grande che ci si poteva perdere da un momento all’altro.

Spaventate e insicure, le due ragazze rimasero vicine fin quando il preside tenne il discorso.

Le lezioni inizieranno la prossima settimana, così potrete ambientarvi e sistemarvi per bene. Benvenuti alla True Cross Academy, ragazzi!” disse.

Era un tipo strano: vestito di bianco con buffe calze a righe rosse, portava una tuba dello stesso colore del vestito e un foulard rosa a pois.

Laura lo fissò rapita fin quando Rea non la prese per mano e la scosse.

Ma che guardi?” le chiese. La ragazza arrossì violentemente.

Niente, niente” disse vaga.

Seguendo la traiettoria del suo sguardo, l’amica trovò il bersaglio e spalancò la bocca.

Non pensarci nemmeno!” proibì.

A cosa? Chi stava pensando? Ti sembro il tipo che pensa?

Laura, non dirmi che ti piace il preside, ti prego non dirmelo!” implorò disperata Rea. Si stavano dirigendo verso le loro stanze. Sarebbero state in camera insieme.

Possiamo parlarne una volta sola?

Sei un’idiota, ricordatelo, ma va bene

Tirando un sospiro di sollievo, Laura si guardò attorno: l’ampio ingresso era dipinto di bianco, e ovunque c’erano scale mobili e scalinate varie.

Ma tu sai dove dobbiamo andare?” chiese dopo un po’ che camminavano.

No, ma seguo la folla. Il nostro appartamento è questo, vedi?” le spiegò mostrandole un foglietto.

E se tutta questa gente andasse da un’altra parte?

Vorrà dire che torneremo indietro

Circa venti minuti dopo, riuscirono a trovare l’alloggio. Era una piccola stanza in un’ala della scuola, dalla parte del dormitorio femminile. I letti erano messi uno da un lato e uno dall’altro della camera, e sotto le finestre (che si trovavano di fronte alla porta) c’erano le scrivanie.

Finalmente!” disse Rea gettandosi su uno dei due letti. Le loro valigie erano già là.

Questo posto è gigantesco! Sei sicura che non ti perderai?” insinuò Laura, sogghignando.

Il senso dell’orientamento dell’amica era paragonabile a quello di un cieco in un labirinto.

Cosa vorresti dire? Guarda che potrei dirti la stessa cosa!” rispose lei arrabbiata.

No, non puoi. Io so orientarmi molto meglio di te e lo sai benissimo” ribatté Laura sedendosi sull’altro letto.

Ah sì? Ora la paghi!” le disse Rea, catapultandosi dall’altra parte della stanza e stendendo Laura sul letto. Iniziò a farle il solletico sui fianchi, dove sapeva che l’amica soffriva moltissimo.

No! No, ferma, no! Ahahahahah, smettila, ti prego!

Chiedimi scusa! Chiedimi subito scusa!

Ok, ok, mi arrendo. Scusa!” disse l’altra tra le lacrime.

Mmh… forse posso perdonarti… ma ad una sola condizione!” concesse Rea continuando a bloccare Laura.

Cioè?

Cosa stavi guardando prima?” domandò minacciosa puntandole un dito contro.

La ragazza sbiancò.

Niente! Te l’ho già detto!

Tu non me la racconti giusta, Hachi!(NOTA PER LAURA: SCUSAMI, MI E’ NATA SPONTANEA! HACHI CI STAVA TROPPO BENE!!!) rispose dubbiosa Rea.

Fidati! Ero solo curiosa perché il nostro preside è molto… particolare, ecco spiegò Laura.

In effetti, è proprio un tipo buffo. Hai visto com’era vestito? Eccentricità a mille!” rise l’altra.

Vero. E il cappello?

Vogliamo nominare l’ombrello?

O le scarpe a punta!!

Continuarono così per un po’ di tempo, poi la stanchezza per il viaggio e per la grande eccitazione le fecero crollare. Si addormentarono poco dopo e dormirono fino al mattino successivo.

 

  
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