Dietro la Maschera
Society is a masked ball,
where every one hides his real character,
and reveals it by hiding
La festa di Beltane era una tradizione
mantenuta in vita dalle donne Obrien; l'immenso ballo in maschera organizzato
ogni anno il primo di maggio
richiamava il fior fiore della società londinese per dare il benvenuto alla
Primavera, secondo le antiche usanze celtiche.
Il risultato di settimane di preparativi era sempre eccezionale.
La festa si svolgeva nel salone che dava
sui giardini della villa. Gli imponenti lampadari facevano brillare i cristalli
che li decoravano come migliaia di stelle,
sparse sul soffitto affrescato della sala. Angioletti curiosi spiavano
dall'alto delle loro nuvolette di stucco bianco gli ospiti mascherati.
Vecchie matrone agghindate come alberi di natale, accompagnate da mariti già
spazientiti, avevano già iniziato a commentare ogni più piccolo particolare
delle decorazioni. Drappelli di ragazzine, fresche di debutto, spettegolavano
agli angoli della pista da ballo, ridacchiando civettuole ogni volta uno dei
giovani lord
rivolgeva loro uno sguardo. Le dame più temerarie, invece, si erano lasciate
trascinare dai loro cavalieri tra le altre coppie che volteggiavano al ritmo
del primo valzer della serata.
Amalia era poggiata ad uno dei tavoli da
rinfresco, alle sue spalle ortensie rosa pallido e celeste facevano da sfondo a
dolci di ogni genere. La giovane faceva roteare pigramente lo champagne dorato
nel bicchiere, rubato poco prima ad uno dei camerieri, mentre osservava dal suo
nascondiglio i volti degli ospiti,
alla ricerca delle sue amiche.
Quasi al centro della sala intravide Sofia; avvolta in un abito di veli blu e
lavanda ballava sorridente tra le braccia del suo principe azzurro, Ian.
Aveva passato un anno intero a farle la corte ma la ragazza, ostinata e fiera,
non aveva dimenticato il suo passato da giovane Casanova e non si era
lasciata sedurre facilmente. Con pazienza e una determinazione invidiabile, Ian
era riuscito, infine, a far breccia nel cuore di Sofia ed ora,
i due giovani approfittavano delle note eleganti del valzer per scambiarsi
carezze e baci furtivi.
Amalia sorrise vedendo lo sguardo felice e innamorato dell'amica che la
salutava con la mano prima di essere trascinata di nuovo nel vortice della
musica.
I pesanti tendaggi di broccato e la
penombra fornita dall'imponente colonnato vicino alle balconate offrivano il
nascondiglio ideale alle coppie più intrepide.
Proprio all'ombra di una delle colonne, Amalia scorse Serena, lo spirito libero
del trio. Giovane e sicura del suo fascino, la ragazza aveva spezzato non pochi
cuori,
ma alla fine anche lei era rimasta intrappolata nelle dolci grinfie di Amore.
Sebastian, così si chiamava il ragazzo che le aveva rubato il cuore,
la teneva tra le sue braccia sussurrandole parole dolci sulla pelle e
lasciandole baci di fuoco sulle labbra.
Porgendo il bicchiere ormai vuoto ad un
cameriere, Amalia si incamminò verso il balcone. Il profumo dei frangipani e
delle orchidee vaniglia,
così dolce da poterlo quasi gustare come un confetto, la investì non appena si
appoggiò alla ringhiera di pietra.
L’aria primaverile era fresca e già umida di rugiada; non una nuvola aveva
osato guastare l’atmosfera da favola del ballo in maschera.
Amalia era malinconica quella sera. Tutti
sembravano aver trovato il loro lieto fine, fosse anche per una notte soltanto,
ma il suo tardava ad arrivare.
Aveva vent'anni ma ancora nessuno le aveva fatto provare quel dolce dolore che
era l'amore. La passione sconfinata per la conoscenza e le molte ore passate
immersa in mondi affascinanti fatti di carta e inchiostro le avevano lasciato la
figura morbida delle dame del Botticelli, a poco in linea con le siluette
longilinee dell’epoca.
I ricci scuri, gli occhi di un semplice color nocciola e il viso da eterna
bambina non aiutavano certo a renderla attraente come le altre.
Persa nei suoi pensieri, Amalia non si
accorse dell'elegante figura che aveva invaso il suo solitario nascondiglio.
"Posso avere questo ballo?"
La mano che accompagnò quelle parole era
candida come il polsino della camicia che spuntava dalla giacca scura.
La perfezione di quelle dita lunghe e
affusolate.
La sensualità con cui la invitavano a
poggiare la propria mano sulla sua.
La sicurezza con cui le aveva rivolto
quella domanda.
Amalia seppe subito che aveva di fronte,
ancor prima di vedere i suoi occhi grigi come il mare in tempesta.
James Ashfield, il dolce veleno della
sua vita, impeccabile nel suo completo nero, se ne stava davanti a lei, un
braccio teso a porgerle la mano e un sorriso da angelo tentatore sulle labbra.
"Vi ho osservata da quando siete scesa dalle scale e non vi ho ancora
vista ballare con nessuno” le sussurrò mentre le prendeva la mano e la sfiorava
con le labbra.
“Per essere una sposa siete davvero molto triste”.
Il lungo abito bianco impreziosito da perline
e pizzi che le lasciava scoperte le spalle, i guanti candidi fino al gomito e l’elaborata
acconciatura di rose bianche
e anemoni blu l’avrebbero facilmente resa una giovane sposa perfetta. Non fosse
stato per l’assenza della fede al dito e l’innaturale pallore del volto.
“Sono un fantasma”
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Vi siete mai svegliati dopo un sogno con il bisogno irrefrenabile di avere carta e penna sotto mano per dare libero sfogo alla meravigliosa storia che avete vissuto in quel magico momento tra il sonno e la veglia?
Dopo molto tempo, la mia musa è finalmente tornata e pian piano sto ricominciando a scrivere.
Grazie di aver letto questa breve prima parte della storia. Prometto di non farvi attendere troppo per il seguito... In cambio lasciatemi una
piccola recensione di incoraggiamento!
Grazie e a presto,
Francy