Non
so perché ma m’è venuta in mente questa storia… non so cosa ne sia venuto fuori,
ma non sarà lunghissima, non arriverà mai a toccare i 35 capitoli della mia
fanfiction “Chi l’avrebbe mai detto?”…. lo so che state gioendoJJJ
Voglio
anche dirvi che io non amo la coppia Draco/Ginny quindi questa coppia avrà vita
breve^______^
Comunque
adesso basta… vi lascio in pace, spero leggiate e magari lasciatemi un
commentino per vedere cosa ne pensate e se ne vale la pena postare quegli altri
capitoletti.
Buona
lettura.
Il
Ragazzo della Mia Migliore Amica
La
detestava, non avrebbe retto ulteriormente se l’avesse sentita ancora parlare di
lui.
Grazie
a quell’insopportabile piattola era arrivata alla conclusione che l’amicizia tra
donne non esisteva e che era solo uno stare insieme per
opportunismo.
Credeva
comunque che certe cose non sarebbero mai potute accadere tra lei e la piattola,
ma si sbagliava di grosso.
La
piattola in questione era proprio Ginny, la piccola, innocente e ultima
discendente di casa Weasley.
Quanto
la odiava.
Mentre
tutto il settimo anno era ad una festa clandestina organizzata dai Serpeverde e
dai Corvonero a base di alcool, fumo e musica assordante, lei, Hermione Granger
era accoccolata davanti al camino nella solitudine della Sala Comune dei
Grifondoro.
Grattastinchi
aveva bisogno delle sue coccole, ma quando la sua padroncina gli conficcò le
unghie sulla schiena facendolo miagolare di dolore decise che era meglio
rifugiarsi in un angolo buio.
Adesso
Hermione era realmente sola.
“Ma
bene, neanche il mio gatto gradisce stare in mia
compagnia!”
Rimase
lì a guardare il fuoco e a immaginare che a bruciare in quelle ardenti fiamme ci
fosse proprio la sua simpaticissima amica dai capelli
rossi.
Quando
la mattina venne svegliata dai miagolii di Grattastinchi si rese conto di
essersi addormentata sul divano dinnanzi al fuoco che ormai era ridotto a
qualche flebile fiammella.
Sbadigliò
sonoramente e notò Seamus e Dean addormentati per terra, con accanto una chiazza
di vomito.
La
serata doveva essere stata terribilmente distruttiva.
Decise
di alzarsi e pulire la sala con un efficace Gratta e netta, che fece tornare la
sala alla normalità.
Dopo
essersi data una rinfrescata e dopo aver indossato la divisa decise di andare a
fare colazione.
Quando
giunse in Sala Grande notò che il settimo anno di ogni Casa non era
presente.
Era
anche ovvio.
Si
accomodò al suo posto e si servì di porridge e di un bicchiere di succo di
zucca.
Neanche
Ginny era presente, ovviamente.
Stava
per portare il bicchiere alla bocca, quando un ragazzino Grifondoro del secondo
anno le toccò la spalla per catturare la sua attenzione.
Hermione
posò i suoi occhi sul ragazzino, che si sentì un po’ impaurito nel notare gli
occhi della ragazza solitamente vispi e gioiosi, terribilmente spenti e
tristi.
“Ha
detto la professoressa McGrannitt che tu e Malfoy dovete presentarvi nel suo
ufficio per organizzare la festa in onore dei fondatori di Hogwarts.”, disse con
voce tremula, non sapeva il perché, ma aveva paura che
Hermione
annuì e lo congedò con un gesto della mano, sicuramente comportarsi così
freddamente non era da lei, ma se lo faceva e se i bambini la evitavano doveva
solo ringraziare quella dannata piattola.
Finita
la colazione si presentò a lezione di Piton, dove poco dopo fecero capolino
anche gli altri; nessuno naturalmente era in grado di svolgere una lezione,
soprattutto se si trattava di Pozioni.
“Spero
abbiate fatto il tema di cinquanta centimetri sulle proprietà del fegato di
Dinosauro.”, disse il professore con voce melliflua passando in rassegna tutti
gli studenti di Grifondoro e Serpeverde.
Alla
parola “fegato”, molti credettero di dare di stomaco, non era propriamente
idilliaco sentir pronunciare quella parola dopo una sbronza di dimensioni
colossali.
Con
un colpo di bacchetta Piton fece arrivare tutte le pergamene sulla cattedra e
sorrise soddisfatto notando che alcune non riuscivano a raggiungere i venti
centimetri.
Sarebbe
stata una T sicuro, e lui amava affibbiare le T ai compiti, soprattutto se
appartenevano ai Grifondoro.
La
lezione trascorse come al solito e l’unica a brillare fu Hermione, con scontento
del professore che uccise con gli occhi i suoi due migliori pozionisti, Draco
Malfoy e Blaise Zabini che giusto quella mattina sembravano
dormire.
“Ho
urgentemente bisogno di un caffè o di qualcosa che gli si avvicini!”, la prima
frase della mattinata proferita da Blaise Zabini.
“Io
voglio solo un letto.”, rispose Malfoy accasciandosi malamente su uno degli
scalini.
Hermione
gli si avvicinò a grandi falcate.
“Mi
dispiace deluderti Malfoy, ma oggi dopo pranzo dobbiamo presentarci nell’ufficio
della McGrannitt per discutere della festa…”
Malfoy
si girò verso la ragazza.
“Grazie
per la deliziosa notizia, Mezzosangue, puoi benissimo dire a qual gufaccio che
il Caposcuola Malfoy non ha tempo da perdere con le sue insulse
festività.”
“Certamente
Malfoy, ma puoi benissimo riferirglielo tu, è proprio dietro di te.”, rise
soddisfatta e lasciò il rampollo della famiglia Malfoy a sorbirsi la ramanzina
del gufaccio.
Questa
volta non lo aveva fatto per cattiveria, ormai tra lei e Draco c’era una sorta
di rispetto anche se non era riuscita a fargli cessare di chiamarla
Mezzosangue.
La
tregua era nata poiché costretti a collaborare per via della loro carica e poi
anche perchè ormai Draco Malfoy era il ragazzo di Ginny
Weasley.
Intuibile
dunque perché Hermione aveva preso a detestarla con tutta se
stessa.
Negli
ultimi tre mesi lei e Draco erano stati costretti a frequentarsi e avevano
scoperto che stare insieme non era poi così male.
Ovviamente
non era da Draco essere gentile con la sua Mezzosangue preferita, ma Hermione
aveva notato che l’ironia era meno pungente e che sotto molti punti di vista
Draco era un ragazzo esattamente come lei.
Ginny
nutriva una specie di cotta nei confronti del bel biondino, ripeteva in
continuazione che era stanca delle sue relazioni lampo e che aveva bisogno di
una relazione più duratura con un ragazzo che la facesse sentire
protetta.
Guarda
caso la scelta era caduta sul ragazzo meno affidabile di
Hogwarts.
Cosa
ne era stato di Harry Potter?
Amore
svanito come una bolla di sapone.
Ginny
Weasley credeva di essere una ragazza matura, ma si sbagliava di
grosso.
Aveva
chiesto ad Hermione se poteva aiutarla nell’avere un approccio con Draco Malfoy
e lei da buona amica le aveva detto di si.
Nell’ultimo
periodo lei e Draco passavano molti pomeriggi insieme e Ginny si era intrufolata
nei loro pomeriggi.
Ben
presto Draco e Pansy si erano lasciati, lasciando a Ginny campo libero e così
approfittando delle debolezze del ragazzo. Perché è risaputo che i maschi appena
scaricati hanno bisogno di coccole.
Perché
Pansy Parkinson aveva lasciato il bello e dannato?
Hermione
durante una delle sue ronde notturne aveva involontariamente captato una
discussione tra Pansy e Daphne.
“Quello
stronzo… spero che
Non
era stato difficile per Hermione capire che Draco aveva preso a trascurarla per
colpa dei mille impegni che aveva insieme a lei.
Secondo
la grifoncina, Pansy era stata esagerata.
Draco
stava bene con Pansy, di questo ne era sicura.
La
ragazza Serpeverde non poteva realmente pensare che il Purosangue per eccellenza
avesse un interesse verso una Mezzosangue. Era inammissibile, ma forse era
solamente un qualcosa a cui nessuno aveva mai pensato.
La
morale della favola era che Ginny e Draco ben presto divennero una coppia,
facendo andare su tutte le furie Hermione.
Hermione
non sapeva che dopo quella notizia sarebbe scattata in lei la molla della
gelosia.
Era
innamorata di Draco Malfoy?
Non
lo sapeva.
Sapeva
semplicemente che Ginny doveva morire.
Le
lezioni erano finite e lei stava passeggiando per l’immenso parco persa nei suoi
pensieri.
Ron
ed Harry erano in infermeria. La festa era stata distruttiva anche per i suoi
migliori amici.
“Ehi
Hermione…”, la ragazza in questione venne destata dai suoi pensieri da una Ginny
piuttosto affaticata.
“Ciao
Ginny, qualche problema?”
“Ti
riferisci a Draco? No, con lui nessun problema!”
Aveva
forse specificato di che tipo di problema voleva sapere? Non le
risultava.
La
verità è che Ginny sembrava farlo a posta.
Sembrava
si divertisse a girare il coltello nella piaga.
Sorrise,
un sorriso di circostanza, ovviamente.
“Volevo
sapere se oggi potevo assistere alla vostra riunione.”, disse la rossa guardando
l’amica speranzosa.
“Oggi
lavoreremo nell’ufficio della McGrannitt l’ingresso è vietato a chi non sia né
me né Draco Malfoy!”, disse risoluta, almeno questo le stava facendo tornare un
minimo di felicità. Niente piattola per più di due ore.
“Capisco,
ok grazie lo stesso. A dopo!”, e così dicendo corse verso il campo di Quidditch,
lasciando di nuovo Hermione nei suoi pensieri.
Non
che fosse cattiva, ma si stava riscoprendo piuttosto
vendicativa.
Si
era sentita usata. La piccola piattola la cercava semplicemente quando le
tornava utile per passare un po’ di tempo con Malfoy.
Non
ne poteva più.
Lanciò
un intensa occhiata al Platano Picchiatore e si diresse all’entrata del
Castello, doveva recarsi all’appuntamento, odiava non essere
puntuale.
Quando
arrivò davanti l’ufficio, Draco era già lì davanti con sguardo
pensoso.
“Ben
arrivata Granger, grazie ancora per il tiro mancino che mi hai tirato questa
mattina!”, esclamò il ragazzo con fare beffardo.
“Per
te questo ed altro, Malfoy!”
A
quelle parole lui sorrise.
Come
poteva essere così perfetta quella ragazza?
Bella,
intelligente, ironica, acuta e soprattutto alla sua
altezza?
Ogni
sua battuta per quanto acida veniva incassata dalla ragazza con stile, era una
qualità che non aveva mai riscontrato in nessun altra.
Perché
quella Mezzosangue lo attirava così tanto?
“Signor
Malfoy, sono contenta si sia presentato.”, la professoressa li accolse
così.
Dopo
che la donna ebbe dato loro le indicazioni i due rimasero nell’ufficio soli nel
disperato tentativo di organizzare qualcosa.
“Io
aprirei la manifestazione con qualcosa di musicale… magari un piccolo concerto
per onorare la memoria dei quattro fondatori, che ne pensi Malfoy?”
“Io
farei anche ballare qualcosa al Cappello Parlante, non è geniale Granger?”
Hermione
sbuffò indispettita.
“La
serietà non è il tuo forte, vero Malfoy?”
“Vedo
che mi consoci piuttosto bene, ma per una volta vorrei che fossi tu a
divertirti.”
Hermione
lo trucidò con lo sguardo; stava forse insinuando che lei non sapeva
divertirsi?
“Cosa
vorresti dire?”, chiese con una nota di preoccupazione nella
voce.
Draco
si alzò dalla sua postazione e le si mise davanti con fare
provocante.
“Ieri
sera non ti ho vista alla festa, perché ti ostini a non voler
divertirti?”
Non
ce la faceva.
Lei
adorava le feste, ma non se la sentiva di parteciparvi, non avrebbe retto quando
il suo sguardo si sarebbe posato sul ragazzo che popolava i suoi sogni e sulla
sua pseudo amica.
Avrebbe
preferito la morte.
“Non
me la sento.”, disse semplicemente, cercando di tornare alla preparazione della
manifestazione.
Ma
Draco sembrava non demordere.
“Smettila
Granger, sei strana. So di non conoscerti abbastanza, ma so riconoscere quando
ad una ragazza solare come te succede qualcosa.”
Perché
si stava interessando così tanto a lei?
Hermione
non riuscì a sostenere il suo sguardo.
Quegli
occhi erano come lame affilate. Si sentiva sola e stava facendo di tutto per
isolarsi.
“Stasera
c’è una festa da noi Serpeverde, non accetterò un no come risposta. Ti aspetto!”
E
la aspettava realmente.
Non
avrebbe sopportato di non vederla.
Era
una creatura deliziosa per soffrire così.
Il
pomeriggio trascorse silenzioso e l’argomento non venne più
toccato.
Hermione
si era buttata a capofitto in quella maledetta organizzazione, quando tutto di
lei chiedeva semplicemente di scappare lontano e sfogarsi in santa pace, ma
invece era costretta a stare nella stessa stanza con quell’angelo
tentatore.
Non
ce la faceva davvero più. Era terribilmente stanca… stanca di
tutto.
Stava
per dire la parola d’ordine alla Signora Grassa, quando dal ritratto uscì un Ron
visibilmente sconvolto.
“Ron,
vuoi dirmi cos’è successo?”, chiese la grifoncina, ma il rosso sembrava incapace
di proferire parola.
“Ginny
è caduta dalla scopa e si è rotta una gamba. Durante gli allenamenti di
Quidditch”, Harry rispose al posto dell'’amico “Stiamo andando da lei per vedere
se si è ripresa dallo shock… poverina… cadere da
quell’altezza…”
Hermione
annuì comprensiva, ma in realtà dentro di lei stava
gioendo.
Forse
il pancreas e i polmoni si erano uniti in un’improvvisata Danza della
Felicità.
“Poso
questi appunti e vi raggiungo in infermeria.”
I
due ragazzi e annuirono e sparirono lungo il corridoio.
Forse
quella sera sarebbe andata alla festa.
Odiava
essere così, ma non poteva farci niente.
Draco
Malfoy stava fumandosi una sigaretta seduto in riva al lago quando un primino
Serpeverde gli dette la notizia.
Niente
strani sconvolgimenti, addirittura non gliene fregava nulla e così con quei
pensieri rimase a fumare la sua sigaretta.
Cosa
provava per
Amore
non era, non lo aveva mai provato per nessuno.
Con
Pansy qualcosa aveva provato, altrimenti non sarebbero stati insieme per un
anno. Con le altre erano solo state fugaci notti di sesso, ma con
Non
aveva neanche il coraggio di completare il loro rapporto…
Stava
forse iniziando a vederla come una sorellina più piccola?
O
era come la semplice affezione che si nutre nei confronti di un animale
domestico?
Forse
era davvero semplice affezione.
Distese
le labbra in un amaro sorriso a quell’ultima
constatazione.