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Autore: Hypnotic Poison    19/11/2006    6 recensioni
Un’altra folata di vento l’accompagnò verso l’uscita, mentre le punte degli alberi si piegavano verso di lei. Sentì l’interno coscia destro scaldarsi per un attimo. Sorrise. L’ultimo regalo di Ryan.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The last words, the last kiss, the last gift…

The last words, the last kiss, the last gift…

 

Quando ricevette quella notizia, non poté crederci.

“Ultimo stadio…impossibile riuscita terapia…speranza: 10%…ricovero immediato…solo poche settimane…” diceva quella terribile lettera, che aveva ricevuto in ritardo solo perché si trovava alle Bahamas…due settimane di ritardo…

Mentre guidava nel traffico di Tokyo, non riusciva ancora a crederci: lui, che per anni era stato il suo migliore amico, che da quando aveva tredici anni era sempre stato lì a proteggerla e aiutarla, si stava arrendendo.

Ferma al semaforo, riguardò la lettera, quella parola che era come impressa nella sua mente, come se fosse scritta con un vermiglio pennarello indelebile: cancro. Ultimo stadio. Nessuna possibilità.

Riuscì finalmente a parcheggiare davanti all’ospedale, dove entrò come una furia cercando disperatamente quel maledetto reparto.

Infine riuscì a trovare la sua stanza, ma prima di entrare si bloccò sulla porta, il cuore come stretto in una morsa. Sperò di non essere arrivata troppo tardi.

Ryan Shirogane, il suo migliore amico, la sua guida, giaceva in un candido e scomodo lettino, circondato da tubi e monitor, la testa bionda appoggiata a due cuscini, gli splendidi occhi azzurri chiusi.

In quella stanza dalle mura verdi entrava solo un raggio di sole, che magicamente illuminava solo lui, risaltando il pallore della sua pelle.

Sentendo che le lacrime non accennavano a fermarsi, entrò nella stanza.

Percependo i suoi singhiozzi, Ryan aprì gli occhi e si voltò verso di lei: “Ciao” disse con la poca voce che riusciva a tirare fuori “Erano belle le Bahamas?”

Lei annuì, stringendo la mano che lui le porgeva, e si sedette vicino a lui: “Perché non me l’hai detto prima?” mormorò, con la voce spezzata dal pianto

“Perché non lo sapevo nemmeno io…” rispose lui, asciugandole con una mano le calde lacrime che le rigavano le guance

“Non piangere, Strawberry…non piangere per colpa mia…” continuò poi

La rossa tirò su con il naso: “Come faccio a non piangere sapendo che non ci sarai più?”

“Ehi, ma io ci sarò sempre! Come vuoi che vada avanti il mondo senza Ryan Shirogane che lo salva ogni due minuti?!

Strawberry scoppiò a ridere, meravigliandosi di come fosse sempre sprezzante del pericolo e della consapevolezza che la sua vita stava per finire.

“Scherzo…comunque spero di rimanere qui” riprese il biondo, toccandole il cuore che batteva impazzito “E spero di averti lasciato qualcosa anche qui dentro!” scherzò, dandole un colpetto sulla testa

La ragazza abbozzò un altro sorriso, poi mormorò: “Vorrei che tutto questo fosse accaduto prima, ma sfortunatamente me ne accorgo solo adesso… io ti amo, Ryan, e sono stata stupida ad esserne consapevole solo ora, dopo dieci anni passati insieme a essere soltanto amici…me ne accorgo solo ora, mentre mi maledico perché appunto sono stata cieca…tu resterai sempre e per sempre nel mio cuore, nella mia mente, nel mio corpo, nella mia anima…tutta me stessa appartiene a te…non credo che riuscirò mai più ad amare qualcuno come in questi dieci anni ho fatto con te…non credo che riuscirò mai più ad innamorarmi di qualcun altro che non sei tu…io non posso vivere senza di te…!!”

Le lacrime scorrevano veloci, calde, dolorose sul viso della ragazza, il cui corpo era scosso da singhiozzi incontrollabili.

“No, Strawberry, adesso mi devi ascoltare. Devi farmi una promessa. Come tu sei nel mio cuore, io sono nel tuo, ma devi promettermi che in questo cuore troverai un posto per qualcuno che ti ami come me, perché non voglio che tu viva nel dolore attaccata ad un mio ricordo. Perché da adesso in poi io sarò solo un ricordo. Non voglio che tu viva legata a me, tu devi essere libera come è libero un angelo. Non posso morire sapendo che sarai triste per il resto della tua vita! Promettimelo, Mewberry!”

La ragazza continuò a singhiozzare, e si accasciò sul suo petto: “Non mi lasciare, Ryan…non mi lasciare…”

Il biondo, abbracciandola con una mano, prese qualcosa da una tasca: “Tieni” le disse “Questo voglio che lo tenga tu!”

Strawberry prese il foulard verde dalle mani di Ryan: “Ma…ma questo è il tuo foulard di quando ti trasformi in Art!”

“E’ un modo per dirti che ti proteggerò sempre, dovunque andrò. E ora basta piangere, Gattina. Regalami un sorriso”

Strawberry tirò ancora una volta su con il naso, finì di asciugarsi le guance con il dorso della mano e gli regalò il sorriso più bello che potesse fargli.

“Proteggi la Terra insieme alle altre per me, Mewberry…se mai ce ne fosse bisogno…continuate a stare unite…salutami le altre e di loro che non voglio vedere più lacrime…continuate a gestire il Caffè Mew Mew…tra qualche giorno un notaio vi leggerà il mio testamento…è tutto per voi…tutto per te…” la voce di Ryan si andava via via affievolendo.

Strawberry si chinò su di lui e lo baciò, mentre altre lacrime imperlavano i suoi occhi e le sue ciglia.

“Ti amo, Strawberry…dal primo momento in cui ti ho vista ho cominciato a farlo…”

La mano ancora stretta nella sua, Strawberry vide gli occhi color cielo in cui si stava specchiando appannarsi, poi venire coperti dalle palpebre.

Un monitor vicino a lei cominciò a fischiare: una dritta linea verde indicava che le pulsazioni erano cessate.

“INFERMIERA!!” cominciò a gridare piangendo la ragazza, scuotendo il corpo senza vita di Ryan “Infermiera…”

Altre odiate lacrime caddero sul torace del biondo, sul quale il corpo tremante di Strawberry era appoggiato.

 

…Sei mesi dopo…

 

Un freddo vento novembrino tirava sul cimitero di Tokyo.

Ryan aveva voluto essere sepolto lì, “nella città dove ho trascorso gli attimi più belli dei miei 25 anni di vita” come recitava il testamento che era stato letto alle ex-Mew Mew e a Kyle pochi giorni dopo la sua morte.

Strawberry percorreva il sentiero che portava alla tomba del ragazzo, la sciarpa di lana rosa che svolazzava sospinta dal vento, i guanti infilati per il freddo, al collo il fazzoletto di Art, in mano un mazzo di fiori finti, che avrebbero potuto sopravvivere anche alle temperature estreme.

S’inginocchiò davanti alla lapide, e fece cambio di fiori, togliendo quelli veri ormai secchi e senza petali che aveva portato la settimana prima.

“Ciao” disse alla foto del ragazzo sulla tomba “Non ti offendere se ti ho portato dei fiori finti, ma sono gli unici che possono resistere, visto che per tre settimane non verrò a trovarti. Sai, vado a New York per un master. E colgo anche l’occasione per andare a mettere a posto la casa che mi hai lasciato, la villa dei tuoi genitori.

Manchi a tutti, Ryan, soprattutto a me…però sto mantenendo la promessa…ho incontrato un ragazzo, si chiama Eric…non so ancora cosa provo per lui…ma visto quello che è successo a noi due, credo che ci metterò un po’ a capirlo…mi piacerebbe tanto che tu fossi qui a consigliarmi, come facevi una volta.

Non siamo ancora tornate Mew Mew, siamo però sempre in attesa, perché Kyle ha rilevato qualcosa. Saremo tutte felici quando accadrà, perché ci farà ricordare ancora di più di te…non sarai mai dimenticato, Ryan, ma immagino che tu lo sappia, no?

Il Caffè va ancora benissimo, è pieno come al solito…Kyle è molto contento che tu lo abbia lasciato anche lui… e mi ha detto di dirti che la Spider sta benissimo, la lucida ogni giorno, proprio come volevi e facevi tu…” la voce di Strawberry s’incrinò, una folata di vento le scostò i capelli davanti al viso

“Ora devo andare” riprese “Il mio aereo parte domani mattina…ci vediamo tra tre settimane…ti verranno a trovare anche le altre, intanto…un bacio, Ryan…ti amo…”

Strawberry si alzò, spolverandosi i jeans all’altezza delle ginocchia.

Un’altra folata di vento l’accompagnò verso l’uscita, mentre le punte degli alberi si piegavano verso di lei.

Sentì l’interno coscia destro scaldarsi per un attimo. Sorrise. L’ultimo regalo di Ryan.

 

   
 
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