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Autore: NikOttina    25/04/2012    4 recensioni
Quando te ne eri appena andato, quando avevi appena distrutto tutto il senso della mia esistenza, avevo coperto gli specchi.
La gente diceva sempre che eravamo davvero simili, quasi identici.
Poi siamo cresciuti.
Tu sei diventato il ragazzo che sei, quello ammirato da tutti.
Io sono diventato semplicemente Regulus, il ragazzo mediocre.
Però era vero, che ci assomigliavamo.
Per questo avevo nascosto il mio riflesso.
Non volevo illudermi che tu fossi ancora in quella casa, non volevo soffrire di più.
Regulus è distrutto per la partenza del fratello e cerca di sfogarsi scrivendogli una lettera che non gli invierà mai, ma che Sirius riuscirà a leggere lo stesso.
Buona lettura.
Nick.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Regulus Black, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Disclaimers: i personaggi non appartengono a me ma a J.K. Rowling. Il titolo della fan fiction è preso dall'omonima canzone degli U2.


È vero, allora?
Sì, è vero. Te ne sei andato.
Ma come hai potuto?
Come hai potuto lasciarmi qui da solo?
Lo sai che non riesco a farcela senza te?
Litigavamo spesso, da piccoli, ma era normale. Era normale. Eravamo bambini.
Capitava anche che ci proteggessimo a vicenda, a volte.
Anzi, di solito eri tu che proteggevi me.
Tu, così contro quella famiglia che tanto ti stava stretta.
Tu, che vedevi più lontano.
Tu, che ti prendevi carico non solo delle sberle che toccavano a te perché eri stato troppo irriverente, ma anche delle mie.
Tu, che mi medicavi le sbucciature alle ginocchia alla bell’e meglio.
Tu, che mi ospitavi nel tuo letto da Grifone le notti in cui mi assaliva un incubo.
Tu, che progettavi di fare grandi cose.
Non te n’è mai importato niente davvero?
Tutto il tempo trascorso con me non ha significato nulla per te?
Per me invece era tanto, tantissimo.
Era tutto.
Eri tutto.
Eri la medicina che mi guariva dalla noia e dai soprusi di quel posto malato, pieno di maniere nobili e di superiorità.
Eri l’eroe che mi salvava dai guai, dalla cattiveria del mondo, da me stesso quando mi volevo male.
Vienimi a salvarmi anche adesso. Te ne prego.
Non so neanche dove tu sia.
Non so dove sia io. Mi perdo in questa casa tetra e nobile, così dannatamente vuota senza di te, senza i tuoi passi, senza le tue repliche agli insulti di quella donna distinta che è nostro madre, senza il tuo odore, senza il tuo calore che sapeva di vita.
Mi hai lasciato da solo.
Lo sai, vero?
No, penso di no.
Non avresti permesso che tutta questa sofferenza che costantemente mi dilania il petto.
Questa sofferenza che provo quando ti vedo a scuola, sorridente, senza pensieri, che parli con i tuoi amici. Che mi dedichi un misero sguardo.
Quello sguardo che non ho mai capito appieno.
Cos’è, sfida? Anche nei miei confronti?
Non ti ho mai detto nulla di cattivo.
Allora cos’è?  Pena?
Ma come? Uno come te che prova pena per qualcuno? Non è possibile.
Cosa accidenti si cela dietro quel tuo sguardo enigmatico?
Non l’hai mai dedicato a nessun altro. Lo so, io vedo come guardi gli altri. Non li guardi mai così come guardi me.
Quando te ne eri appena andato, quando avevi appena distrutto tutto il senso della mia esistenza, avevo coperto gli specchi.
La gente diceva sempre che eravamo davvero simili, quasi identici.
Poi siamo cresciuti.
Tu sei diventato il ragazzo che sei, quello ammirato da tutti.
Io sono diventato semplicemente Regulus, il ragazzo mediocre.
Però era vero, che ci assomigliavamo.
Per questo avevo nascosto il mio riflesso.
Non volevo illudermi che tu fossi ancora in quella casa, non volevo soffrire di più.
So che sei forte, per questo non sei tornato.
Per questo non hai avuto bisogno di tornare.
Spero solo che tu sia felice. Davvero.
Con affetto,
Tuo fratello Regulus.



Ma che diamine ho scritto, pensi tra te e te.
Con non curanza accartocci il foglio e lo getti nel cestino al cambio d’ora, mentre l’altra classe entra.
La classe di Sirius.
I vostri sguardi si incontrano e nei suoi occhi leggi quel sentimento che non riconosci, quel sentimento che lui non dona a nessun altro.
Un battito di ciglia, poi torna a guardare James, che gli stava parlando.
Esci dalla classe con un nodo in gola.
Ma Sirius si è accorto che prima di uscire dall’aula hai fatto un movimento strano con il braccio, e guarda nel cestino.


-------

Non ne puoi più. Sei stanco morto. Non hai più voglia di studiare.
Chiudi i libri e lentamente li infili nella borsa.
Hai le palpebre pesanti, i piedi pesanti.
Ti trascini fino all’uscita della biblioteca, ma, appena messo un piede fuori, ti senti afferrare per un braccio e qualcuno ti fa voltare verso di sé.
Stupito, guardi.
Il cuore salta un battito, le pupille si allargano.
Ha sempre lo stesso sguardo.
“S-Sirius…” cerchi di dire, ma la tua voce è morta, è rimasta impigliata in gola e non sa come uscirne.
Lui capisce.
E ti abbraccia.
Ti abbraccia stretto, ma non ti stritola.
Un abbraccio rassicurante.
Un sacco di alunni stanno uscendo dalla biblioteca, ma a lui non importa; a lui importa solamente di essere lì con te.
Allora lo abbracci anche tu e in quell’abbraccio infondi tutto quella solitudine che hai dovuto subire, che sai che continuerai a subire. Perché Sirius non tornerà indietro. Sirius non torna mai indietro.
“Mi dispiace” ti dice solo.
Ed è vero.
Lo senti che è vero.
L’abbraccio si scioglie e lui se ne va dopo averti lanciato uno sguardo triste.
Te ne accorgi solo dopo, che Sirius aveva un foglio in mano.
Sai perfettamente che foglio è: hai visto tuo fratello chinarsi e raccoglierlo dal cestino.
“Bastardo…” sibili asciugandoti una lacrima che è fuggita dai tuoi occhi.
Ma ora hai capito.
Ora sai cos’è che leggevi nei suoi occhi.
Rancore.

Note dell'Autrice:
Oggi e ieri sono stata parecchio ispirata. Di recente mi è tornata in mente la canzone degli U2 da cui è tratto il titolo di questa Fan Fiction e quasi immediatamente mi ha fatto pensare a Regulus, a come aveva preso la partenza di Sirius.
Quindi sì, per una buona volta non ho citato Vecchioni.
Grazie mille per aver letto, fatemi sapere cosa ne pensate.
*Nick

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