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Autore: sopra_al_rumore    26/04/2012    6 recensioni
Odiavo mia madre,l’odiavo davvero in tutti i sensi ma la cosa che più mi faceva male è che prima mi incoraggiava nei miei sogni e poi per degli stupidi scatti d’ira me li riduceva in brandelli,che schifo di vita…
Ogni sera nel mio letto chiudevo gli occhi,ma non dormivo,vedevo davanti a me i volti delle persone che stimavo, e spesso mi scendeva una lacrima che soffocavo nel mio cuscino, pensavo a quanta forza riuscivano a trasmettermi, quel poco che mi bastava per andare avanti ogni giorno. Mi ripetevo: ‘Voi siete la mia forza, grazie a voi io un giornò sarò libera, ed andrò avanti nutrendomi di ciò che solo voi sapete offrirmi!’
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Mamma finiscila, non dirlo mai più, ma come puoi giudicare una persona solo dal colore della pelle? Non ti capisco,è una vergogna quello che dici!"
"Ma vai via,tu e quel ‘marocchino’ …"
"Ma che schifo, come puoi dire questo, inanzitutto non è marocchino, è brasiliano, il suo colore delle pelle non è molto più scuro del tuo e pure che fosse stato ‘marocchino’ e con la pelle molto più ‘nera’ della tua quale sarebbe stato il problema? Giuro che se ci riesco a capire, mi sposerò con una persona di colore giusto per farti dispetto! A volte non riesco a capire come potrei essere tua figlia."
Odiavo mia madre,l’odiavo davvero in tutti i sensi ma la cosa che più mi faceva male e che prima mi incoraggiava nei miei sogni e poi per degli stupidi scatti d’ira me li riduceva in brandelli,che schifo di vita…
Ogni sera nel mio letto chiudevo gli occhi,ma non dormivo,vedevo davanti a me i volti delle persone che stimavo, e spesso mi scendeva una lacrima che soffocavo nel mio cuscino, pensavo a quanta forza riuscivano a trasmettermi, quel poco che mi bastava per andare avanti ogni giorno. Mi ripetevo: ‘Voi siete la mia forza, grazie a voi io un giornò sarò libera, ed andrò avanti nutrendomi di ciò che solo voi sapete offrirmi!’
C’è chi ama un cantante per le immense emozioni che esso gli da semplicemente rimbombando in un microfono, c’è chi ama un attore per le immense emozioni che esso gli da semplicemente recitando, io invece sono diversa , io amo i calciatori per le immense emozioni che essi mi danno semplicemente toccando una palla.
Le presentazioni sono scontate quasi quanto l’indice di un libro, ma è mio dovere presentarmi altrimenti che gusto ci sarebbe poi nel raccontare la mia storia?
Io mi chiamo Ilary,ho 16 anni ed il mio mondo pian piano cade a pezzi, alla gente piace distruggere ciò in cui credo. Credo nei sogni e nell'amore, quello vero.
Ho fatto l'abitudine a chi cerca di distruggere i miei sogni e sinceramente non ci faccio nemmeno più caso, sono stanca di rispondere alla gente ed infatti ad ogni provocazioni resto in silenzio
Non mi piace sprecar fiato, per qualcuno di coccio che ha solo voglia di divertirsi e di rovinarmi la giornata.
Ma poco tempo fa sono stata distrutta dalla cosa più importante per me, il mio sogno stesso mi distrusse facendomi morire dentro. mi distrusse.
 
CAPITOLO 1 - IL MIO MONDO RIDOTTO IN BRICIOLE
 
Era una calda giornata d’agosto e come ogni estate le grandi squadre Europee affrontano in amichevoli squadre inferiori che gli avrebbero preparati ad affrontare il Campionato, io ero comodamente seduta sulla mia poltrona, con il pc sotto gli occhi e tanta voglia di vedere in azione i miei idoli, fischio d’inizio e tutto procede a meraviglia, la mia squadra era subito passata in vantaggio ed io ero pronta festeggiare l’inizio di un Campionato fantastico.
Amavo tutti gli 11 uomini che scendevano in campo in pantaloncini per difendere il loro orgoglio, la loro maglia. Ma come in ogni cosa ci sono i preferiti e meno, io non avevo meno preferiti di altri in particolar modo, ma ne avevo uno che preferivo su tutti in particolar modo, Cristiano Ronaldo.
La partita era giunta quasi al termine quando un difensore decide di uccidermi, uccidere me, il mio cuore, il mio sogno e tutto ciò in cui credevo.
Era il 70’ minuto eravamo in vantaggio di 5 goal e nello stadio c’era un solo urlo: ‘Hala Madrid’, come ho detto prima, un difensore, un qualunque difensore mi portò vià il mio idolo.
Eravamo vicini al sesto goal e tutti erano in deliro, sarebbe stato l’ultima amichevole e dopo, il tanto atteso Campionato, ma solo 10 uomini di quelli 11 scesi in campo arrivarono alla tanto attesa ‘prossima partita’.
Cristiano prese la palla,avrebbe fatto lui il goal dell’ultimo minuto e chiuso la partita con un bel 6-0 ma così non fù.
Non appena si avvicinò alla porta per sovrastare la difesa un cretino a cui stava sulle palle la nostra vittoria si gasò ed andò puntato per togliergli il pallone, ma non nel classico modo in cui un difensore blocca un avversario, bensi con un entrata molto agressiva, subito dopo la caduta di Cristiano il difensore ha iniziato a tirargli calci. Tra questi gliene tirò uno che fu quasi fatale. Avendolo tirato con dei tacchetti di ferro e appuntiti.
Cristiano, il mio Cristiano, era steso a terra, i compagni di squadra lasciarono subito il gioco e si precipitarono in aiuto ma ormai non c’era più nulla da fare, più nessuno da salvare, l’arbitro non osava intromettersi e nessuno riusciva a trattenere quel demonio in veste di calciatore, dallo schermo vidi un uomo che picchiava un altro uomo, ormai senza forza di rialzarsi e che veniva colpito forte.
Una guardia entrò in campo e minacciò il pazzo difensore di sparare il tutto sii tranquillizzò e quest’ultimo fù allontanato dallo stadio in poco tempo e portato in carcere dove avrebbe dovuto rispondere di quel minuto di pazzia, che costarono caro ad un collega.
La diretta si interruppe ed io riuscii solo a vedere il mio pupillo per terra, insanguinato e il caos più totale che lo circondava.
Ero in pena, ed aspettavo l’esito della questione, ma l’esito si fece aspettare e ogni minuto che passava io morivo. 
Pensavo che se la sarebbe cavata, di certo non era morto, e pensavo che in un paio di mesi si sarebbe ripreso dall’infortunio, ma così non fù.
Edizioni straordinarie di Tg bombardavano la tv e ad ogni commento dei giornalisti io piangevo, il titolo più usato era: ‘La carriera di Ronaldo sembra giunta al termine per un pazzo difensore.’
Io ero fiduciosa e credevo nel lieto fine, ma la notizia definitiva non tardò ad arrivare, per informazioni credibili e sicure cercavo solo sul sito del Real Madrid e lì trovai la mia condanna insieme alla risposta che tanto attendevo.
‘Cristiano non riuscirà a giocare per questa stagione.’ L'articolo seguiva: 'A cause di commozioni celebrali multiple, il campione purtroppo non riuscirà a ritornare in forma in meno di un anno.'
In queste parole si racchiudeva il più doloroso degli addii, non dato per l’età ma bensi per volere di un pazzo.
Mi abbandonai a me stessa e non seguii più nulla, per me era tutto morto intorno ed io ero solo un puntino fermo che non brillava più.
Poco prima di questo spiacevole incidente, scoprii un altro calciatore che riuscì a conquistarmi ma giocava dall’altra parte dell’oceano e prima ancora che potessi affezzionarmi, lasciò il campo a soli 18 anni, ‘per motivi ignoti’ riportavano i vari giornali locali.
Io non avevo più nessun sogno. In quanto sognavo ogni giorno di incoltrarli, magari chiedere loro di autografare la loro maglia e un giorno raccontare ai miei figli che i sogni si avverano, se solo ci credi davvero.
Le pareti della mia stanza erano ancora decorate con i poster dei miei campioni preferiti ma l’aspetto intorno ad esse era ombroso quanto un cimitero.
Ma desideravo lasciarli lì, era come quando le nonne fanno un altarino in camera da letto con tutti i santi, e magari anche delle fotografie di alcune persone morte, ecco quelle pareti erano il mio altare, in memoria del mio passato e dei miei idoli e di quello che prima era il mio mondo.
 
CAPITOLO 2 - UN PEZZO DI ME NON ESISTE PIU'
 
Passarono i mesi ed io non accendevo più la tv, il computer era riposto in una scatola, nella mia camera c’era silenzio totale, solo io e i miei poster, questo mi bastava, niente occhi o voci indiscrete a girare intorno a quei fatti ormai finiti.
Mia madre sapeva quanto stessi soffrendo ma non fece nulla, anche perché non c’era nulla da fare. Però pur di vedermi di nuovo felice le venne un'idea folle, uno scambio culturale.
Per quanto lei disprezzasse le persone di colore per me non c’erano problemi, io non vedevo tutta questa diversità, sarà perché il calcio mi ha insegnato molto tra cui questo, sarà perché uno dei miei idoli era Neymar, quel ragazzo Brasiliano che faceva appunto brillare il Brasile ed è mulatto, sarà quel che sarà ma io non ero razzista!
La sua idea era per l’appunto far venire qui per una ‘vacanza studio’ un ragazzio Brasiliano perché ricordava che in passato desideravo parlare la lingua portoghese, volevo essere preparata in caso un giorno avessi incontrati Cristiano Ronaldo che appunto era Portoghese, anche Neymar parlava il portoghese e così dopo qualche settimana dopo ci ritrovammo ad accogliere un ragazzo che veniva dall’altra parte del mondo solo per un suo capriccio.
A me ora mai non importava più imparare il portogheseche, però la considerai un occasione per rispolverare la mia mente e aiutare così quel ragazzo a imparare l’italiano, il mio italiano, ed io il suo portoghese.
 
CAPITOLO 3 - NON TUTTO E' PERDUTO
 
Mamma che si aspettava gli mandassero un brasiliano ‘bianco’ tipo Kakà o Pato ma invece se ne ritrovò uno ‘di colore’ come da foto.
Eravamo giunte con un’ora di anticipo all’aereoporto, lei mi disse: 
"Sai è come quelli che piacciono a te" (Quasi con aria di disprezzo) "...né troppo bianco e né troppo scuro."
Accennai solo un: "Non mi importa nulla del colore della sua pelle okay? Io non volevo nemmeno questo scambio, quindi se speri di aver fatto una cosa carina nei miei confronti scordatelo."
Per me non era facile parlare con mia madre, ma quando prendeva certi argomenti desideravo solo che stesse zitta almeno per pudore!
L’aereo fu puntuale, ed infatti alle 12:00 atterrò nella mia città, le persone accorrevano verso gli arrivi, tutti pronti ad accogliere i loro cari, io aspettavo un ragazzo del tutto sconosciuto, perché a differenza di mia madre non avevo visto la foto.
Uscirono una marea di persone parecchio adulte e quindi scartai subito i primi a varcare l’uscita, poi arrivarono delle famiglie e delle coppiette e un pò di tempo dopo arrivò un ragazzo solo con un paio di valigi abbastanza grandi, con un paio di cuffie enormi e con gli occhi persi nel vuoto che sembravano quasi aver paura.
A me quel ragazzo sembrava di conoscerlo…
Certo! Lo conoscevo eccome! Dio era, avevo, era lui, era quel calciatore brasiliano che mi piaceva tanto dopo Cristiano, si ne ero sicura, era lui.
Non riuscivo a capire cosa ci facesse nell’areoporto di una piccola città come la mia, e poi si era ritirato un mesetto prima dal calcio, non capivo davvero, la sorpresa fu ancor più grande quando mia madre lo accolse con quel sorriso falso come una banconota da 3 euro e lo abbracciò.
Ero pietrificata, lui sembrava lo stesso di sempre, quello che ammiravo sulle foto, esile, la sua cresta coperta da un cappello NY, una tuta e via.
Per istinto non mi avvicinai e tolsi tutti i miei bracciali, si perché se pur avevo abbandonato il mondo del calcio dopo l'incidente a Cristiano, avevo ancora come ‘ricordo’ due bracciali, uno con scritto Cristiano e l’altro con scritto Neymar.
Mia madre che poco se ne importava di me e del mio ex hobby non capì che lui era quel tipo che tanto disprezzava in passato, la gente sembrava non riconoscerlo, ma come poteva dal tronde? Giocava dall’altra parte del mondo e non ebbe il tempo di debuttare con la sua nazionale che lasciò tutto.
Solo che non riuscivo a capire perché faceva parte di un programma di ‘vacanze studio o scambio culturale’ insomma come cavolo si dice…
Mamma fece le presentazioni io ero tranquilla perché tanto sapevo o almeno speravo che non conoscesse l’italiano per cui mi cullai accennando un sorriso e nascondendo il fatto che io sapevo chi lui fosse, ma purtroppo quando lui aprìì bocca, scoprii che parlava la mia stessa lingua, con un accento un po’ strano ma capiva e sapeva rispondere, mi sentii tradita e sbalordita.
"Andiamo in macchina." Mamma interruppe il momento delle ‘presentazioni’ e ci incamminammo, non so esattamente cosa provavo, ma sapevo solo che stavo camminando con Neymar al mio fianco, con chi si pensava potesse diventare l’erede di Pelè, con quel ragazzo che subito mi conquistò dopo il grande Cristiano Ronaldo.
Eravamo quasi giunti a casa e il signorino ‘Lascio il calcio e mi do allo studio straniero’ dialogava tranquillamente con mia madre, io ero seduta davanti con mamma e spiavo il tutto dallo specchietto, più lo guardavo e più sentivo smuovermi qualcosa dentro lo stomaco, e no, non era la fame.
Arrivati a casa salii velocemente in camera mia, chiusi la porta e volai in bagno come un razzo chiusi anche quella porta e mi sedetti per terra, guardavo il vuoto, non riuscivo a ricollegare i pezzi, in un primo momento mi sembrò di essere su scherzi a parte ma subito dopo una lacrima mi fece compagnia e crollai nel caos più totale, optai per le classica ‘doccia rivelatrice’ non potevo far altro.
Ma anche quest’ultima non servì, forse avevo solo bisogno di qualcuno con cui parlare, ma chi mi avrebbe creduto? A chi avrei potuto dire: ‘Ehi ho Neymar nella stanza accanto e lui non risulta famoso ed io sto soffocando la mia voglia di averlo vicino.’ Dal tronde non avevo amiche fidate e pure se le avessi avute poco importava, nessuna mi avrebbe creduta.
Ero tentata di andar da mia madre ma lei mi avrebbe presa per pazza, e non volevo che lui sentisse o meglio che lui sapesse che io sapevo. Mi vestii velocemente, avevo bisogno di fare due passi ed appena infilai le scarpe alla porta udii un tocco. Aprii la portae chi poteva essere se non lui?
"Dimmi…" non sapevo come chiamarlo, chissà se aveva preso un nome falso, o roba simile.
"Scusami,ma di là non c’è il bagnoschiuma potresti prestarmi il tuo oppure indicarmi dove posso trovarlo?" Dio, il suo italiano era perfetto, da lasciar sbalordita anche un'italiana, se non fosse stato per l’accento non avrei mai capito che fosse straniero.
"Guarda a meno che tu non gradisci del bagnoschiuma da donna non credo che il mio faccia al caso tuo. Vieni ti faccio vedere dove puoi trovare quello neutro." Essere secca è sempre stata una mia qualità ma con lui era quasi divertente.
Mentre scendevo per andare in cantina a fare rifornimento di bagnoschiuma gli chiesi:
"Allora hai un nome? Quanto ti fermi? Da dove vieni precisamente?"
Come se non lo sapessi, ma ero curiosa di capire cosa avrebbe risposto!
"Mi chiamo Neymar, mi fermo circa 2 mesi e vengo dal Brasile."
 
Stavo morendo, il ragazzo diceva la verità, ma com’è possibile? 
"Ah che nome strano, mai sentito in vita mia." Ovviamente mentivo ma dovevo essere coerente e non far la saputella, se fossi stata su scherzi a parte gli avrei fregati tutti mostrandomi indifferente e ignorante in materia.
"Lo prendo per un complimento." Disse…
"Okey allora questi sono gli asciugamani, qui ci sono i bagnoschiuma e tutto il resto che può servirti in bagno."
"Grazie!"
"Di nulla."
Risalimmo e mamma ci venne incontro.
"Ilary stai uscendo? Porta Neymar con te, fagli vedere un po’ la città dai, è qui per questo!"
Io ero incredula a quelle parole, sapeva come si chiamava, inoltre voleva che gli facessi da Baby Sitter.
Io volevo uscire un po’ da sola, schiarirmi le idee e capire come muovermi, non potevo fare passi falsi, ma ecco che mamma rovinò il momento, allora guardai lui, guardai mamma e fiduciosa risposi:
"Okey allora lui si prepara ed io intanto vado a prendere una cosa a casa di Martìn."
Mamma sorride e lui disse: "Allora scusatemi, vado a prepararmi."
 
CAPITOLO 4 - 
 
Martin non era proprio il mio migliore amico ma mi fidavo di lui e soprattutto conosceva 'Neymar il calciatore', sapevo di potergli raccontare la questione e so che mi avrebbe aiutata.
Non lo vedevo da un po’ dopo che mi ero chiusa in me stessa, per cui quando mi vede sulla soglia della sua porta rimase incredulo per qualche secondo.
"Che ci fai qui?"
"Ti devo raccontare una cosa, ma devi credermi, non ti sto dicendo una cazzata."
"Entra.."
"Allora saltiamo i come stai e compagnia bella per favore, arriviamo al dunque come abbiamo sempre fatto ok?" Dissi.
"Ti ascolto avanti."
"Ti ricordi che prima di non dare più segno di vita ti chiesi cosa ne pensavi delle belle giocate di Neymar?"
"Si quel tipo brasiliano, si mi ricordo…"
"Ci credi se ti dico che è a casa mia…?"
"Si e io ho nascosto Cristiano Ronaldo nell’armadio."
"Idiota dico sul serio!"
"Dimostramelo!"
"Non posso, sto fingendo di non conoscerlo…"
"Ah scusami, tu hai Neymar in casa, però fai finta di non conoscerlo. Okey mi sono perso qualcosa!"
"Lui qui non è molto conosciuto, non ha mentito sulla sua identità e non volevo far vedere che lo conosco…"
"Tu sei pazza, hai un giocatore del suo livello in casa e giochi a far l’indifferente? No io vengo con te, voglio vederlo."
"Okey io ti porto con me, ma entri saluti lo vedi e poi con una scusa te ne ritorni qui, e non devi assolutamente dire o fare qualcosa che gli possa far pensare che lo conosci…"
"Okey andiamo…" Disse soddisfatto.
Giunsi a casa in compagnia di Martin, che era euforico ma potevo capirlo solo io, insomma Neymar è Neymar! 
Entrammo in casa e mamma, che lo adorava e anche tanto, sperava in un futuro insieme, gli corse incontro e lo salutò, grazie al cielo non parlarono di calcio ma si limitarono a dei sorrisi fra loro.
Dopo poco quel ragazzo scese le scale con un portamento divino, aveva un pantalone di certo firmato e una maglia che risaltava il suo volto come al solito un cappello della NY, ma diverso da quello che aveva in aereoporto.
Martin lo guardò, si girò verso di me e disse:
"Dio, Ilary! E' tardissimo devo scappare." Capìì che le sue prime parole erano riferite a Neymar che si trovava a casa mia ma che ha saputo ricollegare bene con il saluto.
"Ti accompagno alla porta…" Dissi.
"Allora, hai visto che non sono pazza?"
"Ilary non ti avrei creduta nemmeno se me l'avessi dimostrato, o almeno così credevo, è lui, è davvero lui."
"Si Martin ma acqua in bocca, non voglio che si venga a sapere e ne che piombi qui ogni giorno, si potrebbe insospettire."
Infastidito rispose: "Ah già fai la super protettiva nei suoi confronti, vabbè comunque, poi mi devi spiegare come ti trovi Neymar in casa tua."
"Tranquillo, ti spiegherò tutto!"
Non feci in tempo a voltarmi e a lasciarmi alle spalle la porta con Martin dietro che mi ritrovai lui davanti.
"Ehm….dimmi!"
"Non dovevamo uscire?"
"Si certo, andiamo."
Martin era già ben lontano, non lo vedevo più nonostante fosse uscito un paio di minuti prima…
"Allora, presentiamoci per bene…" Disse.
Io sembravo una cretina che non credeva ancora ai suoi occhi, parlavo con lui in carne ed ossa.
"Ehm che dirti mi chiamo Ilary e ho 16 anni, sono nata in Italia, come noti vivo qui e non capisco come hai potuto lasciare il Brasile per venire qui. Io pagherei per venire nella tua terra."
"Tu parli troppo, io sono qui per capire meglio questa lingua, è un programma di studio, informati, non sono qui per una vacanza." Disse ridendo.
Oh pure maleducato il ragazzo,pensai.
"Giovanotto, non sei qui per dirmi quanto parlo e poi tu volevi parlare ed io ti ho fatto una domanda per iniziare un discorso, ma ora sto zitta, tranquillo!"
"Scusa non volevo offenderti, hai ragione."
"No vabbè, lascia stare, hai ragione tu."
"Sei incredibile." E sorrise.
Lo guardai, pensavo che quello che mi stesse accadendo era impossibile, credevo di essere in coma e come in quei film strappalacrime immaginavo tutto.
"Non sono incredibile, è solo che quando mi accorgo di aver sbagliato chiedo scusa."
"Ma tu non hai sbagliato."
"Si invece. Ti ho chiesto troppo, devo farmi un po’ i fatti miei."
"Sei curiosa. E' normale alla tua età!"
"Ehi tu, quanti anni hai per dirmi che sono piccola? Ah già è vero 18, di sicuro hai più esperienza di me!"
La sua faccia prese un espressione interrogativa e disse:
"Non ti ho detto di avere 18 anni…!"
Fù come un doccia fredda, Dio mi ero data la zappa sui piedi da sola!
"Eh…ah si,ho letto sulle carte la tua età…"
"Bè allora sai tutto di me…"
"Eh, però mi piace ascoltare dalla stessa persona in questione la propria storia!"
Okey certe cose non so da dove mi vengono, ma per il momento era la prima cosa che mi era venuta in mente.
Rise, "Ok,cosa vuoi che ti racconto allora?"
"Nulla non ti preoccupare…" Dissi.
"Allora dimmi qualcosa di te…!"
Oltrepassammo il centro della città e nessuno si accorse che al mio fianco c’era un calciatore, se devo essere sincera le facce di molte persone erano sbalordite, ma nel vedermi con una persona ‘di colore’.
Stupida mentalità! Speravo tanto che nessuno commentasse in modo ineducato e speravo che nessuno si accorgesse di chi era.
Me lo avrebbero portato via, ed io non volevo questo!
"Allora, si, ehm…ti ho già detto che mi chiamo Ilary ed ho 16 anni giusto?"
"Credo di saperlo a memoria,non ho problemi su questo tasto…"
"Ehmmm, ah si, tra qualche settimana frequenterò il terzo superiore."
"Okey insieme a ciò mi dici pure quanto sei alta?" Disse sarcastico.
"Cosa???"
"Era una battuta, sembra che stai scrivendo un tema il primo giorno di scuola ad una persona ignota."
"Tecnicamente tu per me sei una persona ignota!!"
"Lasciamo stare…" Disse sorridendo.
"Allora dove vuoi andare?" Dissi
"Non lo so, c’è il mare qui?"
"Certo che c’è il mare!"
"Mi ci porti?"
"Okey bambino!"
"Non sono un bambino!"
"Si che lo sei, ed io oggi sono la tua baby sitter…"
"Guarda che se voglio…"
"Se vuoi cosa? Ti perderesti!" Dissi ridendo.
"Dammi qualche settimana e ti sorprenderò!"
Avrei voluto rispondergli che solo in fatto che lui fosse al mio fianco era una sorpresa ma stetti zitta e mi limitai soltanto ad accennare un sorriso.
"Neymar…"
"Si…?"
"Sarebbe ora di tornare a casa!"
"Sono le 9 e mezza ed hai 16 anni, io alla tua età uscivo a quest’ora!"
"Senti ragazzino, io mi ritiro a che ora voglio" (Grande bugia) "...solo che oggi sono stanca e ho voglia di riposare!"
"Andiamo…"
Tornare a casa fu un dramma, aspettare il bus ancor peggio, circa mezz’ora alla fermata ed io ero sfinita, dalle 9:30 si fecero le 10:10. Il pullman finalmente si decise ad arrivare, grazie al cielo era vuoto e ci sedemmo ai due posti dietro, lontani da eventuali persone che sarebbero entrate dopo.
"Sei stanca?"
Lo guardai: "Si, tanto…"
"Mi dispiace di averti trascinata in giro per tutta la città…"
"Non ti preoccupare, tanto sarei uscita comunque, con o senza te."
"Saresti uscita sola? O con quel Martin?"
"Che ti importa?" risposi secca…
"No, è solo che mi sembrate molto affiatati, state insieme?"
"Certo che no! E non pensarci nemmeno!"
"Ah scusami ma sembrate proprio…"
Non gli permisi di finire la frase che lo spiazzai con un: 
"Si, lo dicono in molti ma non è così…"
"Non è così perché non vuoi che sia così…" Disse
"No, tu non capisci, tra me e Martin non ci sarà mai nulla, è mio amico stop! E anche se fosse è un amore impossibile e poi ho la testa ad altro."
 
"Non so dove può aver la testa una ragazza della tua età ma di certo posso assicurarti una cosa:‘Non esistono amori impossibi, ma solo amanti codardi.’"
Questa frase risuonò nella mia testa ed uscì dalla sua bocca quasi come fosse stato lui l'autore di questa famosa frase. Poi ritornai con i piedi per terra e mi soffermai su quel ‘non so dove può aver la testa una ragazza della tua età’. Ho un ex calciatore letteralmente seduto accanto e questo si chiede cosa posso aver in mente… Gli sorrisi e dissi:
"Saresti stato un ottimo poeta, ma son certa che la tua professione sarà un’altra…"
Il tragitto era lungo ed io ero sfinita ma stavo con lui e tutto andava bene, appoggiai la testa sul finestrino e guardavo il paesaggio senza luce che si affacciava intorno a noi, lui aveva uno sguardo perso nel vuoto e quasi inconsapevolmente gli presi la mano e dissi: "Tranquillo, siamo quasi arrivati. Tra un po’ potrai riposarti anche tu!"
"Brutta idea quella di andare a vedere il mare…" Disse sorridendo e guardò le nostre mani…
Lasciai subito la presa, e sinceramente non so nemmeno da dove mi venne di prendergliela! ._.
"No, dovevamo solo organizzarci meglio, domani di sicuro andrà meglio…"
Finalmente arrivammo, ma dalla fermata a casa c’erano un paio di metri da fare…
"Forza…" Dissi.
"Figurati per me camminare, correre, fare esercizio non è un problema…"
Ed io pensai ovvio! Eri il migliore della Seleçao. Fortunatamente riuscivo a mantenere tutto ciò che pensavo anche se morivo dalla voglia di dirgliele. Mi vibrò il cellulare, un nuovo messaggio.
Martin: ‘Allora te la stai spassando con Neymar?'
Risposi subito:
‘Ma dico sei scemo? Dai ti aggiorno domani se ci sono novità!’
Martin: ‘Tanto lo so che ti piace…’
‘Non dire sciocchezze idiota!’
"Neymar…"
"Si..?"
"Siamo arrivati…"
Entrammo e imboccammo la rampa di scale che precedeva il corridoio delle nostre stanze, nella casa regnava silenzio profondo, probabilmente mamma era a letto. La mia stanza precedeva la sua, io mi fermai ed aprìì la porta, mi voltai e dissi: 
"Allora buona notte, a domani!"
"Certo,a domani, sogni d’oro."
Se sogno te si. Che mi stava succedendo!?! 
Mi limitai a sorridere e chiusi la porta. Mi precipitai sul letto ed il resto fu solo sonno profondo.
 
CAPITOLO 5 - 
 
La mia sveglia suono alle 7:30 in punto e considerando che era domenica era parecchio strano per chi mi conosceva. Quella mattina dovevo nascondere tutto ciò che decorava la mia stanza, tolsi i poster e li misi nell’armadio, tutti i quadri, cappelli, maglie con le varie nazionali e squadre, finirono in uno scatolone ed ora la mia stanza era davvero priva di emozioni, non c’era più nulla, se non un letto e i mobili che di solito circondano la stanza. Pensai che qualcuno, specie la mia mamma si sarebbe insospettita nel vedere tutto questo quindi feci una doccia al volo e svuotai un vecchio salvadanaio che conservavo per andare in Brasile prima che il signorino si ritirasse, ma ora non valeva più la pena di tenerlo no? Per cui uscii di casa e mi precipitai all'Ikea, dove trovai cose davvero carine per agghindare la mia stanza. Lumetti, candele profumate, tendine e cuscini. Rientrai a casa con circa 10 buste e qualche centesimo, salii di corsa facendo attenzione a non svegliare nessuno, mi chiusi in camera e incominciai a ‘rimodernare la stanza’. In meno di un ora era tutto immacolato, pulito, spolverato ed ogni cosa al suo posto, ora sarebbe sembrata la stanza di una normale 16enne. Feci un’altra doccia e anche se erano le 10 crollai nel mio letto, erano le 12 quando qualche intelligentone bussò alla mia porta.
"Avanti" Dissi assonnata, era mia madre.
"E’ ora di svegliarti, sono le 12, ma cosa è successo qui dentro?"
"Nulla, niente di niente, non fare commenti su questo cambiamento in presenza di quel tipo dello scambio o di come si chiama…"
"Ah, ho capito!"
"Che cosa hai capito?" Dissi con aria interrogativa.
"Qualcuno si è preso una cotta…"
"Ah e chi sarebbe?" Risposi secca.
"Sempre la solita, con me puoi parlare…"
"Mamma ho cose più serie a cui pensare e non posso alimentare le tue fantasie, per cui togliti questa idea dalla testa e vai via, scendo tra 10 minuti…"
Chiuse la porta e andò via grazie al cielo! Anche se ero in pigiama ero stranamente ordinata, sarò perché circa due ore prima avevo rivoluzionato il mio mondo, sarà perché volevo apparire al meglio, insomma sarà quel che sarà non ero mai stata così ordinata in vita mia.Scesi le scale e lui non c’era,la prima cosa che pensai fu: ‘è stato tutto un sogno, questa è la botta di risveglio’. Il mio viso dava un espressione quasi delusa, anche se non c’era motivo, avevo fatto un bel sogno, prima o poi mi sarei dovuta svegliare. Mi sedetti al tavolo e non presi nulla se non un bicchiere di tè freddo. Non c’era nulla da dire, per cui decisi di risalire e di porre fine alla follia che mi era presa qualche ora prima, la mia stanza doveva tornare normale, non potevo mica rivoluzionarla per un sogno! Mentre salivo le scale mi scontrai con lui.
"Ma guarda dove cammini!" Esclamai.
"E tu guarda davanti non per terra!" Era la sua voce, non ero sorpresa ma provai qualcosa allo stomaco e non feci altro che sorridere, lui nel vedere la mai reazione mi guardò e disse: 
"Prima mi attacchi e poi ridi?" Con aria perplessa..
"Dai spostati devo passare…"
"Prego,ci vediamo più tardi…"
Corsi in camera mia e entrandoci risi come una scema tra me e me. Non era un sogno e io non sono pazza. Ora dovevo solo scoprire la verità, avevo circa due mesi da passare con lui, dovevo scoprire che ci faceva qui, perchè e come mai ha lasciato la sua carriera. Ma all’improvviso mentre pensavo a tutto ciò una notizia si fece spazio nella mia mente che molto probabilmente mi avrebbe aiutato a risolvere le cose o a peggiorare la confusione.
  
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