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Autore: youremyocean    26/04/2012    4 recensioni
Dal testo: Ho amato la vita, dal momento in cui l'ho conosciuta, come fosse aria e sole sul mio viso.
Ho amato gli alberi, e il verde, e il grigio del cielo prima del temporale, e poi il blu del mare, e i campi rossi di tulipani, quelli gialli di girasoli, e poi ancora le montagne, e i miei Appennini!, e la mia Puglia, e il cielo, e i gabbiani che volavano sopra Trani.
Seconda Guerra Mondiale.
Genere: Guerra, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali
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Ho pensato di scrivere qualcosa riguardo alla Seconda Guerra Mondiale e alle atrocità commesse dai nazisti, dai fascisti e da molti altri nel corso di questa. La stiamo studiando proprio ora a scuola, è per questo che mi è venuta l'ispirazione improvvisa. Voglio scrivere una lettera, voglio immedesimarmi in una persona che è stata condannata a morte perché ha trovato il coraggio di dire no al genocidio degli ebrei e ai gesti malati di Hitler e Mussolini. Per non dimenticare.

 

P.s. Scusate per le imprecise nozioni storico/geografiche ecc.

 

Lettera di un condannato

 

18 settembre 1939

 

Mi hanno rinchiuso qui, in questa cella umida e tetra, c'è solo una finestrella lassù, in alto, da cui filtrano due raggi di luce. Non saprei dire se siano di sole o di una qualche candela lasciata a guidare noi condannati, a mostrarci la via. E' buio e ho freddo, non mangio da tre giorni, una volta al dì ci hanno passato una brocca d'acqua, ma era una misera quantità per noi che siamo in venti qua dentro. Non saprei dire dove mi trovo: sono italiano, ma potrei benissimo trovarmi in Germania, o in Olanda. Dei muschi di colore scuro corrono tra le venature delle mura in pietra, il luogo in cui mi trovo sarà grande quanto un appartamento di trenta metri quadri, eppure l'aria è gelida e povera d'ossigeno, consumato lentamente dai nostri respiri.

Sono stato catturato cinque giorni fa, mentre tentavo di far fuggire mia moglie e mia figlia attraverso la foresta dietro casa nostra, e ora prego solo che non le abbiano prese. Prego per loro, per le loro vite, non più per la mia che sta volgendo al termine.

Tra poco meno di due ore, i nazisti verranno a prenderci per trasferirci ad Auschwitz e gettarci

nelle camere a gas con gli ebrei. Prego solamente di non rivedere lì la mia consorte e il nostro frutto, di appena sette anni. Dio, è così giovane e innocente!

Mi hanno lasciato qui con un pezzo di carta ingiallito e un carboncino, per buttar giù i miei pensieri. Spero vivamente che qualcuno un giorno trovi queste mie parole e le legga, che sappia, ciò che noi abbiamo fatto e subìto per dare un futuro ad altri.

E che non dimentichi mai nessuno questo dolore che aleggia nell'aria statica di questa cella.

Perché io, noi, abbiamo paura. Per noi, per loro, per tutti, per nessuno.

Abbiamo solo paura, un'incondizionata e sconfinata paura.

Arrivederci a voi, o miei genitori, che da tempo mi avete abbandonato. Non ho nessuno a cui mandare questa lettera, e allora tanto vale sfogarmi.

Ho amato la vita, dal momento in cui l'ho conosciuta, come fosse aria e sole sul mio viso.

Ho amato gli alberi, e il verde, e il grigio del cielo prima del temporale, e poi il blu del mare, e i campi rossi di tulipani, quelli gialli di girasoli, e poi ancora le montagne, e i miei Appennini!, e la mia Puglia, e il cielo, e i gabbiani che volavano sopra Trani.

Mi mancheranno le risate dei bimbi, le chiacchiere delle mie donne, le giocate a carte tra compagni.

Mi mancheranno la terra e il cielo, la luna, le stelle. Mi mancherà la mia casa, il mio Parroco, vicino di banco nel periodo di fanciullezza.

Negli ultimi anni ho visto il mondo in bianco e nero, non c'erano le sfumature, i colori erano impalliditi pian piano fino a svanire completamente, e mancavano le opere a fin di bene della gente, i sorrisi sinceri. C'erano solo timore e inganno. C'era solo la menzogna.

Io volevo indietro la bellezza e l'eleganza della vita gioiosa, il calore del rosso, l'infinito del blu, la speranza che staziava nel verde smeraldo, e l'arancio che era vivicità e giallo splendore, e il bianco candido come di lino o di lana di pecora, la purezza, la mia piccola Amelia, la sua mamma Gabriella che vestiva in nero d'inverno ma era così gioiosa da riscaldare tutt'attorno a lei la gente. Volevo il mondo dei quadri, dei pittori, degli artisti come Van Gogh, Cezanne, Michelangelo, Raffaello, Picasso.

E ora, cuore mio, sento solo scorrere i tuoi ultimi battiti, veloci come le ali di un colibrì, quasi rincorressero una meta che io, però, ancora non intravedo tra le foschie della morte.

Paradiso? Forse.

Sarà come addormentarsi, spegnersi pian piano. Oh, angeli miei, avreste mai creduto di veder scendere delle lacrime a questo burbero signore dagli occhi marroni? Sento la testa girare, il respiro che se ne va e non torna. Un groppo in gola che mi blocca sempre più il pensiero. Nonostante tutto, le parole non mancano. La natura umana è così frivola, alle volte, ma riesce sempre a farmi tornare la speranza. A riportate luce nei miei occhi.

Ora no, ora il Duce e il Führer hanno il comando, ora siamo nella Seconda Grande Guerra.

Ora ci sono gli aerei che lanciano bombe, anche atomiche, ora ci sono l'onore e i voleri di due pazzi al comando.

Ora c'è l'odio, c'è la voglia di rivalsa.

O, Italia mia! Come ci siamo ridotti? Da bella e pulita qual'eri, sei divenuta sporca, ospiti persone degne di stare in porcili.

Terra mia, quale dolore mi da questo pensiero: non poterti più rivedere, assaporare, sarà la sconfitta maggiore fra le tante.

Ti veglierò dall'alto, insieme a tutti i tuoi caduti, insieme ai bimbi che ridevano per strada, ammazzati da ordigni, insieme alle donne che disperate cercavano figli e mariti, e sono finite sotto le mani avide di uomini senza pudore, o rispetto, insieme ai tuoi germogli rigogliosi, spenti troppo in fretta, accecando e languendo alla stessa velocità.

Mi mancherai, vita mia.

Ora la terra piange, vi è la morte a far da padrona.

Non è il tempo per il perdono, non è tempo di sorrisi. Adesso si muore, quest'oggi mi viene strappata la vita dalle mani, il mio spirito volerà su, e se un Dio davvero c'è e non è cieco, saprà ciò che ho fatto per il mio popolo, per la mia terra.

Addio, vita. Sei -ormai- la mia unica amica e conoscente, e a te dedico questo mio scritto.

Ti saluto con lo strazio nel cuore, tu sola hai sempre compreso me, i miei pensieri.

Tu sola, e le mie dolci fanciulle. Proteggi loro e coloro che ancora sperano in un mondo migliore, in persone migliori. Io ora non posso, vengo in cielo. Sarai anche lì, a donarti ai nuovi venuti, non è vero?

Sii forte, sii così come sei.

Tuo figlio.

 

 

La scribacchina:

Non ho null'altro da dire, passate da me e sbirciate pure. :)

P.s. Chiedo perdono a chi segue la mia long “L'Angelo caduto” per la prolungata attesa di aggiornamento. Mi rimetterò in pari appena potrò.

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