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Autore: Moriar tea    26/04/2012    4 recensioni
Yu Kanda era bello, di una bellezza irraggiungibile, e Lavi odiava esser sempre un passo indietro a lui. Non per invidia, ma perchè solo Dio sapeva quanto avrebbe voluto finalmente raggiungerlo e portarlo via con sé.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il passo giusto



Lo spigolo rigido e cartonato del Giovane Holden premeva contro il suo fianco magro, una fitta di dolore sottile e costante che sembrava trapassarlo da una parte all'altra di quel suo corpo ossuto. Era una posizione decisamente tesa e scomoda, ma Lavi non si sarebbe spostato da lì per niente al mondo; non ora che, dopo tanti sforzi, era riuscito a convincere Yu a salire in camera propria.
Il pretesto era stato quello di capire una delle recenti stranezze sull'Innocence raccolta nell'ultima missione, compito che spettava a quei fannulloni della scientifica, più che ad un Esorcista misantropo con la minima conoscenza della lingua inglese e ad un apprendista Bookman esageratamente pigro. Ma l'escamotage aveva funzionato, meglio del previsto a dire il vero, anche se erano finiti per leggere solo le prime tre pagine degli esaurienti rapporti sgraffignati dall'ufficio di Komui Lee quella mattina stessa.
“Si chinò in avanti e me lo porse. Io lo lessi subito appena lui me lo diede, e poi lo ringraziai eccetera eccetera e me lo misi in tasca.” Lavi tentò con tutta la propria buona volontà di concentrarsi sulla quattordicesima riga della fottuta pagina duecentoundici, solo vagamente consapevole di averla letta già quattro o cinque volte nell'ultimo minuto, e di non averla ancora capita. “Io lo lessi subito appena lui me lo diede, e poi lo ringraziai eccetera eccetera..”.
Un sospiro e Kanda si sistemò meglio su di lui, appoggiando il naso proprio sulla curva che determinava l'incavo tra il collo e la spalla, in quell'angolo preciso dove la pelle era sensibile e le vene in rilievo, che, accidenti a loro, pulsavano davvero fortissimo. Lavi provò a darsi un contegno, degludendo sonoramente e aggiustandosi il cuscino dietro alla schiena, ben attento a non svegliare Yu -placidamente addormentato su un fianco e con le braccia stese sul proprio addome-, prima di riprendere a leggere. “Si chinò in avanti e me lo porse...”
Allontanare dalla mente il pensiero di Yu Kanda steso nel proprio letto, e per amor di precisione letteralmente schiacciato su di sé, era uno sforzo troppo grande per il proprio già stremato autocontrollo. Comportarsi come se niente fosse mentre chiacchieravano e bisticciavano, buttati sul materasso ad una piazza di una camera chiusa a chiave, era stato faticoso; ma nel momento in cui l'altro gli si era addormentato su una spalla, la situazione era degenerata in maniera critica. Fino a quel pomeriggio Lavi avrebbe dato qualsiasi cosa per avere Yu nella propria stanza, sul proprio letto. Adesso, invece, riusciva solo a pensare a quanto fosse teso e nervoso.
Non riusciva ad allontanare dalla mente come avrebbe potuto rovinare quel momento in centinaia di modi, i mille e passa gesti che doveva trattenersi dal compiere per non far precipitare la situazione in una catastrofe; come un inopportuno brontolio del suo stomaco, ad esempio, o una rozza gomitata involontaria. E soprattutto non poteva proprio non pensare a come sarebbe stato imbarazzante se Yu, svegliandosi, si fosse accorto che era tremendamente eccitato solo dal fatto di trovarsi così vicino a lui.
Dopo un sospiro esasperato, il Bookman rinunciò definitivamente alla lettura del
Giovane Holden, posizionando il libro aperto sulle proprie coscie nel tentativo (insufficiente) di mimetizzare la fastidiosa reazione. L'idea di addormentarsi a sua volta l'aveva sfiorato, ma era stata scartata quasi subito dopo aver chiuso gli occhi e debitamente convenuto che, in quello stato d'agitazione, il sonno non l'avrebbe raggiunto mai. Per più di dieci minuti si era rigirato sul suo posto in cerca di una soluzione, ma il massimo a cui era riuscito ad arrivare era stato prendere il primo libro che gli capitava sotto mano e cercare di distrarsi. Missione decisamente fallita.
- Sei faticoso perfino quando dormi, Yu-chan. - sussurrò stancamente, rivolgendogli un'occhiata indecisa tra la tenerezza e il disappunto. Alla fine capitolò per la tenerezza, emettendo uno sbuffo bizzarro.
Il viso di Yu addormentato era qualcosa di incredibilmente affascinante. Non che da sveglio non lo fosse, ma in quel caso era un fascino del tutto differente, la bellezza da duro, tutto quel suo fare cattivo e super maschile che ogni tanto veniva minato da dei bronci assolutamente adorabili. Da addormentato, invece, con i muscoli del viso rilassati e non intenti nelle loro solite espressioni truci, prevaleva tutta la dolcezza dei suoi lineamenti.
Yu Kanda era bello, bello in quanto uomo, e questa era la cosa che più aveva spaventato Lavi nell'accorgersi di sentirsi attratto da lui. Non erano i tratti più femminili di lui che gli piacevano, non era perchè aveva i capelli lunghi o le mani piccole: Kanda gli piaceva in quanto ragazzo, gli piaceva
perchè ragazzo, e questa era stata una scoperta allarmante e non proprio facile da mandar giù. Ma si era fidato subito dei suoi sentimenti, e in quei lunghi mesi di silenzio, non se n'era pentito mai.
Indugiò a studiare con attenzione le sue ciglia, lunghe e nere e folte, e le sue guance, pallide quanto la luna. Il suo naso era dritto, la sua pelle liscia, e la sua bocca era quanto di più indecente Dio avesse creato. La bocca di Yu, beh, non aveva rivali. Gli era entrata nella fantasia un giorno e non ne era più uscita; Lavi faticava a ricordare di aver fatto sogni erotici, prima di aver visto quella bocca.
- Sei proprio.. faticoso.. -
Gli scostò i capelli dietro l'orecchio, con delicatezza, avvicinandosi al suo viso. Sentiva sulla pelle il soffio leggero di quel suo respiro regolare, poteva contare i tremiti delle sue palpebre, e quel modo strano e bellissimo (e assolutamente peccaminoso) di socchiudere le labbra, ma solo un poco, quasi lo facesse apposta ad impiastricciargli tutti i pensieri. Yu Kanda era bello, di una bellezza irraggiungibile, e Lavi odiava esser sempre un passo indietro a lui. Non per invidia, ma perchè solo Dio sapeva quanto avrebbe voluto finalmente raggiungerlo e portarlo via con sé.
Lo baciò chiudendo gli occhi. Lo baciò piano, come stesse baciando un fiore, e lo baciò odiando sé stesso.
- Tsk.. Ancora un po' e rischiavo di addormentarmi davvero. -
Quando si allontanò da quel viso, Yu aveva gli occhi aperti, e lo guardava con addosso una consapevolezza quasi dolorosa. Ma la sua bocca, quella sua bocca incredibile e indecente, che era bella sempre (sia che urlasse, parlasse o tacesse), adesso era bella come non lo era mai stata. Sorrideva.

Fu mentre le loro labbra si scontravano di nuovo, che Lavi capì di aver finalmente fatto il passo necessario, per raggiungere Kanda Yu.

  
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