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Autore: icsbieberobot_    26/04/2012    2 recensioni
Madeline Fletcher è una ragazza di sedici anni che vive con la madre separata e la sorella in una piccola cittadina in Ontario,Canada,mentre il padre vive in New Jersey ormai da 8 ani con una nuova moglie e due figli. L'amore nascosto per il suo migliore amico,Justin Bieber,le farà capire davvero l'importanza che lui ha nella sua vita,e con il tempo riuscirà a trasformare questo amore segreto in una storia bellissima.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stop,breathe,cry if you must.

Era troppo bello per essere vero.
Tutto quello che avevo desiderato fino ad ora,finalmente mi apparteneva.
I suoi occhi erano distanti dai miei solo di qualche centimetro,il suo sorriso emanava una luce quasi accecante,sembrava tutto così reale,ma non lo era.
  

Il fastidioso suono continuo della sveglia disturba il mio umore,stavo sognando. 
Mi alzo dal letto come se mi fossi risvegliata dall'oltretomba e prendo dalla sedia i primi vestiti che mi capitano sotto mano.
I bruschi risvegli mi hanno sempre fatta innervosire,sopratutto se al suono odioso della sveglia si aggiunge anche la voce strillante di mia madre.

- Scendi Madeline,o farai tardi a scuola!-

Si,mi chiamo Madeline Fletcher ,ma tutti mi chiamano Mad. Penso che faccia un po schifo,ma dopotutto non è colpa mia se i miei genitori hanno gusti pessimi riguardo ai nomi da femmina.
Scendo giù e vedo che il mio cellulare emette una lucina strana,ho un messaggio.
"Passo a prenderti sotto casa alle 7 e mezza,andiamo a scuola insieme oggi" 
Ecco,questo è Justin,il mio migliore amico,è la cosa più bella che la vita potesse regalarmi.
Lo chiamo migliore amico,perchè ancora lui non sa cosa provo veramente.
Guardo l'orologio,sono le 7 e un quarto,giusto il tempo di fare colazione.
Mamma aveva messo in tavola la solita roba bruciata che ogni mattina mi proponeva davanti agli occhi,dovrei dire alquanto disgustosa,ma la fame mi stava mangiando viva,per l'appunto.
Bussano alla porta,mia mamma corre ad aprire,convinta che fosse il postino con le nuove bollette della luce da pagare.
-Mad è arrivato Justin,preparati!-
Eccolo,era arrivato. Il cuore mi salta in gola,le farfalle aprono le loro ali e iniziano a svolazzare per il mio stomaco,cerco di negare l'evidenza,ma le mie guance iniziano ad arrossirsi sempre di più,come se mi fossi data un kilo di blush rosa fucsia senza spanderlo.
Prendo lo zaino da sopra il divano,saluto mia sorella che era immobile davanti alla tv,ed esco di casa.
Non vi ho parlato di lei,mia sorella si chiama Jane e ha 10 anni. Apparentemente sembra una bambina normale,allegra,dolce,ma a viverci in casa 24 ore su 24 ogni giorno,è capace di renderti la vita impossibile.
Finalmente eravamo solo io e lui.
Mi abbraccia,come faceva sempre,stringendomi forte i fianchi. Tra le sue braccia mi sentivo al sicuro,come se fossi protetta da ogni pericolo,mi sentivo a mio agio.
Alcune volte penso che in certi momenti capisca che sono innamorata persa di lui,ma cerco sempre di mascherare i miei sentimenti,e ci riesco bene,molto bene.
Controvoglia mi stacco dalla sua presa e gli porgo davanti il mio compito di storia,una grande A stampata e cerchiata in cima al foglio,sono proprio una secchiona.
-Mi sorprende sempre di più,signorina Fletcher,vedo che il mio aiuto è servito a qualcosa!- dice,accennando un sorriso soddisfatto.
-In fondo non sono poi così male.- sorrido continuando a tenere il foglio puntato davanti a lui.
-Adesso però dobbiamo andare,per vantarti ti resta ancora un giorno intero!-
In realtà non me ne fregava niente del voto di storia,volevo solo rimanere a parlare con lui,magari anche tutto il giorno,ma volevo stare con lui.
Rimetto dentro il foglio e chiudo lo zaino,poi mi incammino verso il cancello.
Mentre sto per aprilo sento una mano che sfiora la mia,come una carezza,sento i brividi salirmi su per la schiena.
-Dopo tutto quello che ho fatto per te,svegliarmi presto per accompagnarti a scuola,aiutarti nel compito di studia,tu mi lasci anche indietro?- dice facendo una smorfia con le labbra,poi abbozza uno dei suoi tanti sorrisi,questo era quello del tipo "considerami o scordati una A nel prossimo compito!"
-Perdonami,non pensavo fosse così importante per te la mia considerazione!- dico mentre mi osservo attratta le punte dei piedi.

-Smettila Mad,tu sei la mia migliore amica,sei importante per me,vali molto,ficcatelo in quel cervello!-


SEI LA MIA MIGLIORE AMICA. Oh certo,migliore amica,giusto.
Faccio cenno di si con la testa e apro il cancello.
Camminiamo fianco a fianco,io con lo zaino sulle spalle,lui con due libri sotto braccio.
C'è silenzio tra noi,un silenzio imbarazzante. Lo odio.
Ad un tratto sento qualcosa sfiorarmi,di nuovo quella sensazione,i brividi che mi percorrono la schiena,i battiti del mio cuore che accellerano,praticamente ero entrata in uno stato di iperventilazione inoltrato.
Eravamo mano nella mano,non sembravamo migliori amici,almeno per la gente che non ci conosceva.

Amavo tutto questo.

Amavo tutto questo.

Era troppo bello per essere vero.
Tutto quello che avevo desiderato fino ad ora,finalmente mi apparteneva.
I suoi occhi erano distanti dai miei solo di qualche centimentro,il suo sorriso emanava una luce quasi accecante,sembrava tutto così reale,ma non lo era.

Il fastidioso suono continuo della sveglia disturba il mio umore,stavo sognando.
Mi alzo dal letto come se mi fossi risvegliata dall'oltretomba e prendo dalla sedia i primi vestiti che mi capitano sotto mano.
I bruschi risvegli mi hanno sempre fatta innervosire,sopratutto se al suono odioso della sveglia si aggiunge anche la voce strillante di mia madre.

< scendi a="" farai="" tardi="">

< scendi a="" farai="" tardi="">
Si,mi chiamo Madeline Flatcher ,ma tutti mi chiamano Mad. Penso che faccia un po schifo,ma dopotutto non è colpa mia se i miei genitori hanno gusti pessimi riguardo ai nomi da femmina.
Scendo giù e vedo che il mio cellulare emette una lucina strana,ho un messaggio.
"Passo a prenderti sotto casa alle 7 e mezza,andiamo a scuola insieme oggi"
Ecco,questo è Justin,il mio migliore amico,è la cosa più bella che la vita potesse regalarmi.
Lo chiamo migliore amico,perchè ancora lui non sa cosa provo veramente.
Guardo l'orologio,sono le 7 e un quarto,giusto il tempo di fare colazione.
Mamma aveva messo in tavola la solita roba bruciata che ogni mattina mi proponeva davanti agli occhi,dovrei dire alquanto disgustosa,ma la fame mi stava mangiando viva,per l'appunto.
Bussano alla porta,mia mamma corre ad aprire,convinta che fosse il postino con le nuove bollette della luce da pagare.

Eccolo,era arrivato. Il cuore mi salta in gola,le farfalle aprono le loro ali e iniziano a svolazzare per il mio stomaco,cerco di negare l'evidenza,ma le mie guance iniziano ad arrossirsi sempre di più,come se mi fossi data un kilo di blush senza spanderlo.
Prendo lo zaino da sopra il divano,saluto mia sorella che era immobile davanti alla tv,ed esco di casa.
Non vi ho parlato di lei,mia sorella si chiama Jane e ha 10 anni. Apparentemente sembra una bambina normale,allegra,dolce,ma a viverci in casa 24 ore su 24 ogni giorno,è capace di renderti la vita impossibile.
Finalmente eravamo solo io e lui.
Mi abbraccia,come faceva sempre,stringendomi forte i fianchi,tra le sue braccia mi sentivo al sicuro,come se fossi protetta da ogni pericolo,mi sentivo a mio agio.
Alcune volte penso che in certi momenti capisca che sono innamorata persa di lui,ma cerco sempre di mascherare i miei sentimenti,e ci riesco bene,molto bene.
Controvoglia mi stacco dalla sua presa e gli porgo davanti il mio compito di storia,una grande A stampata e cerchiata in cima al foglio,sono proprio una secchiona.
dice,accennando un sorriso soddisfatto.
sorrido continuando a tenere il foglio puntato davanti a lui.

In realtà non me ne fregava niente del voto di storia,volevo solo rimanere a parlare con lui,magari anche tutto il giorno,ma volevo stare con lui.
Rimetto dentro il foglio e chiudo lo zaino,poi mi incammino verso il cancello.
Mentre sto per aprilo sento una mano che sfiora la mia,come una carezza,sento i brividi salirmi su per la schiena.
dice abbozzando uno dei suoi tanti sorrisi,questo era quello dalla serie "considerami o scordati un altro A nel prossimo compito".


SEI LA MIA MIGLIORE AMICA. Oh certo,migliore amica,giusto.
Faccio cenno di si con la testa e apro il cancello.
Camminiamo fianco a fianco,io con lo zaino sulle spalle,lui con due libri sotto braccio.
C'è silenzio tra noi,un silenzio imbarazzante. Lo odio.
Ad un tratto sento qualcosa sfiorarmi,di nuovo quella sensazione,i brividi che mi percorrono la schiena,i battiti del mio cuore che accellerano,praticamente ero entrata in uno stato di iperventilazione inoltrato.
Eravamo mano nella mano,non sembravamo migliori amici,almeno per la gente che non ci conosceva.
Amavo tutto questo.

  
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