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Autore: Shark Attack    20/11/2006    7 recensioni
Non riesco a fare bene una sintesi perchè la storia parte con il tempo presente e poi per 3 o 4 capitoli racconta il passato, quindi scrivo un pezzetto tratto dal testo che spero vi incuriosisca!
"Hao le era di fronte. I suoi capelli lunghissimi lo identificavano fra mille e il suo poncho color panna sembrava addirittura più logoro di una volta, anche lui non lo vedeva da un anno.
- …
- Allora, Anna, non mi riconosci?
Non rispose, non sapeva che cosa dire: certo che l’aveva riconosciuto, il “gemello cattivo” del suo fidanzato. Ovviamente non se lo aspettava proprio di trovarselo lì così, all’improvviso, nel cortiletto della sua futura casata. Fece come per voler scendere ma lei si mise subito sulla difensiva.
- Non osare avvicinarti – strinse più forte la collana di perle, facendole tintinnare- Allontanati da questa casa, maledetto!
- Ma che stai dicendo? Anna, sono io- disse con semplicità
-...Yoh?"
E ora, questa Fic è conclusa... Yoh, Hao ed Anna hanno trovato pace e serenità tra di loro e in loro stessi... ma, alla fine, sarà così?
Buona lettura! XD
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hao Asakura, Yoh Asakura
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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TWIN SPIRITS

 

 

                 TWIN SPIRITS

                                                              IO E TE, NESSUN ALTRO

       

                                               

Hao non aveva mai desiderato tanto strozzare un uccellino. Era lì, appollaiato su un ramo vicino alla finestra della sua stanza, e lo fissava. Aveva degli occhietti spietati, rossi, e non smetteva un secondo di fissarlo. Cantava e lo fissava. Cantava senza mai fermarsi. Il suo “dolce” cinguettare provocava nello sciamano una serie di conseguenze insopportabili, tra cui il pulsare senza tregua delle tempie, il rimbombo del suono nelle orecchie e un mal di testa che gli faceva il capo più grande dell’intera casata Asakura.

Lui inoltre si sentiva un gran mal di gola, ma non conosceva il motivo, in fondo non era ancora stagione per prendersi un mal di gola… forse, però, era dovuto a quella serata al karaoke… si convinse che doveva essere quella la causa, e, preso da quel momento di lucidità in una mezz’ora di immobilità del corpo assopito, cominciò a rimuginare sui ricordi della serata precedente.

Per prima cosa, non si ricordava come c’era arrivato, al karaoke. L’unica cosa certa, è che era in compagnia di Yoh, di Anna, di entrambi i Tao, di quella Tamao, del ragazzino dell’Hokkaido, del pazzo coi capelli degni di lui, di…

Scosse la testa e si portò una mano alla fronte. Quel maledetto uccellino gli stava facendo scoppiare il cervello, non riusciva più a pensare! Comunque, era inutile cercare di ricordare altri dettagli, era più che ovvio che aveva avuto una sbronza, ed era pure una di quelle pesanti. Le conosceva bene, anche se non ne aveva una da prima di reincarnarsi nel gemello di Yoh, e ai tempi i liquori erano dieci volte più micidiali di quelli odierni, per non parlare degli alcolici.

Nonostante questi pensieri, il suo corpo non aveva la benché minima intenzione di alzarsi dal letto, forse perché il giaciglio era troppo caldo e confortevole… o forse perché, semplicemente, erano rare le volte in cui poteva riposare in un letto vero, e non seduto ai piedi di un albero.

Il suo stato di semi-incoscienza si ridestò in fretta, però, ma solamente per darsi ad un nuovo sport nel momento subito successivo ad un’ottava acutissima del pennuto. Lo sport in questione è la caccia all’uccello canterino. Lasciate che vi spieghi brevemente come si pratica: ci si alza dal letto, ci si fionda su un albero – quello dove è situata la preda -, si chiama l’oversoul e si cerca di acchiapparlo saltando di ramo in ramo, cercando di strappare più foglie possibili per non lasciare all’uccello la possibilità di nascondersi o di mimetizzarsi dietro di esse. Le regole: non bisogna coinvolgere nessun’altra persona all’infuori di voi e dello spirito; non si possono utilizzare armi più grandi di una rete da 15 metri (in fondo, è pur sempre un uccellino); è assolutamente vietato mangiare la preda per disperata vendetta dopo averla catturata, animalisti inferociti potrebbero scagliarsi su di voi. Ah, inoltre è sconsigliato praticare questa disciplina se si è in una condizione con dei postumi da ubriacamento.

Purtroppo l’omnyoji è affetto da una tipica allergia alle regole…

- Hao! Che stai facendo?

Aprì lentamente gli occhi, cercando di mettere a fuoco il corpo dal quale proviene quel rimprovero.

- Che stai facendo? – ripeté lui – Perché, che sto facendo?

Sentiva la testa girare come una trottola, sentiva un dolore abbastanza lancinante alla nuca e sentiva dell’erba umida sotto la sua schiena.

- Al momento, non lo so. So che poco fa stavi svegliando il vicinato con urla blasfeme come “Ti prenderò”, “Ti farò pentire di esser uscito dall’uovo”, “E’ troppo tardi per rimangiarsi ciò che hai detto”, “Dì i tuoi ultimi cinguettii” e simili.

Hao si alzò lentamente, la testa gli girava incredibilmente fino a farlo barcollare nonostante fosse seduto, ma, perlomeno, era riuscito ad individuare il pulpito della predica.

- Mai odiato un uccellino?

- Mai pensato di bere di meno? – replicò asciutto Yoh.

- Allora mi.. mi sono davv..

- Sì, ti sei davvero ubriacato, eh sì… però avresti dovuto vedere come ti stavi divertendo!

- …

- Anche se non pensavo fossi così stonato..

Il maggiore dei due gemelli si alzò, aiutandosi con la mano del minore. Non era possibile che si fosse abbassato a quei livelli, aveva sempre disprezzato l’alcool e la musica, l’unica cosa che lo divertiva era vedere gli altri cadere sotto i suoi colpi. Al massimo qualche liquore, ma in maniera contenuta per restare sempre all’erta. Adesso qualcosa era cambiato, e  non si sentiva più quello di un tempo.

- Tu non hai bevuto nulla?

- Sì, invece! E..

Yoh stava per aggiungere qualcosa, ma venne bloccato da un ghigno alquanto sospetto.

- Che hai da ridere?

- Nulla, solo che… la potevi dare anche a me.

- Cosa?

- La foglia di Merìgun Shioi che hai mangiato prima di bere.

Il ragazzo coi capelli corti chinò su un lato la testa, ma non fece nessuna smorfia strana.

- Merìgun, Hao?

- Non fare finta di niente, lo so che hai utilizzato delle erbe durante il viaggio in Hokkaido e che una di queste era in grado di azzerare gli effetti distorcenti di sostanze ingerite.

Yoh sorrise, era il suo turno di ghignare.

- Pensavo che non riuscissi a leggere i pensieri altrui, da ubriaco.

- Ma io non l’ho fatto, l’ho intuito, non puoi sopportare troppo bene l’alcool se non con qualche droga.

L’altro sbuffò.

- Dico solo che potevi condividerla, tutto qui.

- E così non avresti scoperto la sensazione di essere vuoto, di essere uno stupido, di essere incapace di comprendere e di volere, di essere…

- Ho capito: la tua malvagità non ha fine.

- Esagerato!

Yoh si girò su se stesso, Hao si chinò per riprendere l’equilibrio, poi si rialzò e lo seguì in casa.

 

L’odore di frittelle all’americana aveva invaso tutte le stanze del piano terra, partendo dalla cucina. Vicino ai fornelli c’erano Manta ed Anna, la seconda intenta a leggere il libro di ricette al primo che eseguiva ogni ordine senza batter ciglio. In quei giorni era sempre così: Anna stava in cucina e, in certo senso, aiutava Manta a cucinare, ma era proprio un certo senso. La vita sembrava esser stata sconvolta totalmente, e Yoh non aveva aspettato molto prima di accorgersene. In verità se n’era accorto già la prima sera del suo ritorno, quando Anna gli aveva dato delle crocchette dicendo che le aveva fatte lei. Inoltre non c’erano evidenti segni del passaggio dei suoi amici e, anche adesso che non dovevano più allenarsi per lo Shaman Fight, nessuno veniva più tanto a far loro visita. Ognuno aveva una nuova vita, lontana dalle battaglie tra spiriti custodi, ormai andati in pensione.

E poi c’era Manta. Lui sì che era un vero amico, o un vero devoto alla politica di Anna. Qualunque sia stata la sua motivazione, non c’era giorno che il piccolo amico non facesse capolino in quella loro villetta. La cosa che lo colpiva più di tutte era che Manta si era abituato abbastanza in fretta all’idea di un Hao girovagante per casa. Se ripensava alla prima volta che lo aveva visto però…

Yoh trattenne una risata per il ricordo buffo, rimanendo semi-nascosto dietro lo stipite della porta della cucina.

- Che ci trovi di tanto divertente? – gli chiese Anna, senza sollevare lo sguardo dal libro di ricette - Manta ha forse sbagliato qualcosa?

Il ragazzo uscì dal suo nascondiglio e si avvicinò all’amico, che lo guardava con occhietti speranzosi per non rifare l’intera ricetta ancora una volta. - No, direi che se la sta cavando benissimo, c’è un profumino…

- Il profumo è un dettaglio, l’importante è l’impasto.

Yoh diede un’altra occhiata svogliata alla ciotola sul tavolo. – Uhm, sì, direi che è a posto..

- Tanto anche se non lo è, non m’importa, lo mangiate tu e quell’altro - tagliò corto la ragazza - A proposito, dov’è adesso? Si è svegliato?

- Sì, sì… sta facendo una doccia…

Si sedette e cominciò a tamburellare le dita sulla superficie di legno. Solo allora notò un particolare, un dettaglio che non aveva ancora mai visto. – Da quando porti gli occhiali?

Anna sobbalzò tirando la testa su di scatto, poi si sistemò la montatura nera col dito indice  e lo guardò sottecchi, con un’espressione che diceva lontano un miglio di non esprimere una sola parola al riguardo.

Ma Yoh non voleva affatto prenderla in giro, anzi. Più la guardava, più si convinceva che era quello il dettaglio che la rendeva ancora più irresistibile. Sembrava molto più adulta che senza, e, oltre a questo, sembrava anche molto più sexy. Anzi, no: lo era.

- E’ passato, qualche tempo fa, un amico di tuo nonno. Doveva consegnargli un pacchetto, e per caso a Yohmei è sfuggito che la sera prima stavo guardando la tv a luce spenta – girò rapidamente le pagine del libro in un suggestivo svolazzare di fogli fino a raggiungere una di quelle bellissime torte da copertina, a tre piani e con molta frutta invitante – Così mi hanno trascinata nel suo studio, perché, casualmente, era un oculista. E così… - si voltò verso di lui, rimanendo interdetta dal suo sguardo.

Tacquero. Lui non sapeva che dire, lei neppure. – Che stai fissando?

- Te.

- Perché, di grazia?

- Perché sei bella.

Anna arrossì violentemente e le sue mani cominciarono a tremare, impercettibilmente.  Come al solito fu Manta ad interrompere il momento, e lo fece con una padella piena di frittelle perfettamente cotte. – E’ pronto – disse gelidamente, senza degnarli di uno sguardo, prima di portare il tutto nel salone da pranzo.

Anche Yoh fece per alzarsi, ma rimase in cucina ad osservare la sua ragazza, visto che sembrava stesse per mettersi a piangere.

La bionda tirò su col naso, poi chiuse il libro di ricette e lo sbatté con forza sul tavolo. Si levò gli occhiali e guardò Yoh con una strana espressione, un’espressione che lui non aveva mai visto su quel volto.

- Da quanti anni siamo fidan.. promessi, Yoh? – chiese mentre si alzava dalla sedia – Da quanti anni siamo promessi?

Yoh si portò una mano dietro la testa, inarcando un poco la schiena. – Mah, dieci?

Anna annuì meccanicamente, lo sguardo chino a fissare il titolo del libro.

- Perché? – le chiese l’altro, curioso.

- Perché fino ad ora non me l’avevi mai detto. Che sono bella, intendo.

Il ragazzo pareva non capire.

- Siamo promessi da dieci anni, fidanzati ufficialmente da circa la metà di questi. Ma non mi avevi mai detto niente del genere…

- Ah, ho capito! – il viso di lui s’illuminò di colpo – A te piace sentirtelo dire, ma non te l’ho mai detto e adesso ti commuovi perché non te lo saresti mai più aspettato.

Le si avvicinò lentamente, sempre sorridendo.  Poi le prese le mani nelle sue e disse – Ho indovinato, vero?

Anna non riusciva più a trattenere le lacrime. Sì, era da anni che se lo voleva sentire dire! Era da anni che sopportava in silenzio quel suo silenzio, mentre attorno a loro ogni coppietta si regalava dolci parole ogni attimo del giorno. Non le aveva mai detto qualcosa di carino, e lei sperava sempre in quel magico momento che finalmente era giunto. Si era sempre detta che il suo obbiettivo era diventare la moglie dello Shaman King, ma mai e poi mai si sarebbe aspettata di sentire il bisogno di quell’affetto celato…

Scoppiò a piangere, sorridendo, sì, ma nonostante questo non riusciva a trattenere le lacrime. Poggiò la testa sul suo petto, come voleva fare, incitata dai mille e mille film romantici che guardava ogni giorno, in attesa del suo ritorno.

- Lo sapevo…- si limitò a dire Yoh - Il nonno me lo ha sempre detto, che alle ragazze piace sentirselo dire. Anche alle ragazze fatte di ghiaccio.

Proprio in quel momento, Hao fece capolino nella cucina, ritrovandosi davanti un bel quadretto tra innamorati, lei che piangeva sul petto di lui mentre veniva consolata. – Ah, scusate… beh, no: il pranzo si sta raffreddando, quindi muovetevi con le vostre smancerie che non ho intenzione di aspettarvi oltre – e se ne andò chiudendo la porta dietro di sé.

Anna si riprese subito, tornando ad essere la solita glaciale cuoredipietra. Spostò Yoh con un braccio e si diresse a grandi passi verso l’uscita, ma venne presa per un braccio e trascinata con forza verso il momento più bello della sua vita: il primo bacio d’amore, ben diverso da quello “rubato” durante l’incontro che avevano avuto i due qualche giorno prima.

Questa volta non aveva avuto nemmeno il tempo di replicare che le loro labbra si erano giù unite in un caldo bacio, a lungo sognato e sospirato… Si lasciò andare, e gli istanti divennero interi minuti, mente Yoh le accarezzava e scompigliava i capelli biondi, mentre i corpi di entrambi si avvicinavano sempre più fino a toccarsi in ogni loro parte, mentre il mondo attorno a loro si distaccava sempre più… o forse, più semplicemente, erano loro ad essersi staccati dal mondo…

 

Quel bacio segnò l’inizio di una grande svolta nella vita di Yoh Asakura e di Anna Kyoyama: divenne l’inizio di una lunga serie di baci e coccole, perché anche Yoh ne era bisognoso. Il loro sentimento era rimasto celato per via dello Shaman Fight e delle continue minaccie di morte, ma ora, in periodo di pace, senza nessun pericolo all’orizzonte, niente e nessuno poteva fermarli. Inoltre erano cresciuti, il distacco dovuto al grande viaggio di Yoh li aveva fatti maturare entrambi ogni oltre aspettativa. Non si erano mai sentiti così attratti l’un dall’altra.

Si apriva così un nuovo capitolo della loro vita… E senza rendersene conto, si arrivò alla festa del paese, evento immancabile dell’anno per ogni giapponese, che durava per ben tra giorni. Tutta la popolazione tirava fuori dai propri armadi i kimono migliori per esibirsi in canti, danze, giochi e divertimenti vari tra le strade dell’intero stato. Le case restavano deserte: dal bambino dell’asilo all’anziano connetto, tutti i nipponici si riversavano in strade e piazze per ritrovarsi con gli amici o per farsene dei nuovi.

Naturalmente, nessuno dei nostri amici sciamani era estraneo a questa tradizione e si misero in contatto addirittura una settimana prima dell’evento per esser sicuri di ritrovarsi tutti in un determinato parco della città. In particolare, nella grande casata Asakura c’era un gran fremito per trovare un kimono adatto a tutti. Il problema risiedeva solamente nell’imbarazzo della scelta: infatti, nella famiglia, ogni membro aveva i propri kimono, tutti tranne Hao. “Non ho mai avuto nessun’intenzione di stare in mezzo a tanti umani”, replicava ogni qual volta gli si chiedeva come mai non ne avesse nemmeno uno.

Fortunatamente, Yoh ne aveva uno in più, nonostante il fratello rimanesse sempre della stessa idea.

- Eddai, almeno provalo! Che ti costa?

- Non ho intenzione di fare la fatica di svestirmi per poi indossare una cosa che non voglio indoss…

- Allora ti svesto io!

- Ma no!

- Poi ti rivesto sempre io, non ti preoccupare! – gli sorrise come sempre, con un’espressione demente e terribilmente infantile sul viso – Non mi dire che non hai voglia nemmeno di questo!

Il maggiore sbuffò, e poco dopo, si ritrovò imbacuccato come mai lo era stato in vita sua da quando era bambino e sotto le cure di sua madre. Però, mentre si rimirava allo specchio, dovette ammettere a se stesso che non stava affatto male, con quell’abito tradizionale bianco panna sopra e nero sotto, nella parte dei pantaloni.

Secondo il piano di Yoh per convincere Hao a venire alla festa e a non essere l’unico giapponese in casa, Anna doveva entrare in quel momento nella stanza con la scusa di dover portare il materasso per il futon e dire con enfasi quanto stesse bene. Entrò e la scena si svolse come da copione.

- Ma lo sai che stai proprio bene? – disse guardandolo sottecchi – Non l’avrei mai detto…

- Uff, piantala! – sbottò l’omnyoji – Tanto lo so che sei d’accordo con questo furfante.

- Pensavo avessi smesso di leggere nei pensieri altrui! – disse Yoh, emergendo dal suo armadio con in mano un altro kimono, il suo.

Hao si voltò verso di lui, lo squadrò guardandolo dall’alto al basso e, senza dire una sola parola, uscì dalla stanza lasciandoli stupefatti dalla sua reazione. La bionda si voltò a sua volta verso il fidanzato, lanciandogli un’occhiataccia di fuoco.

- Ma che ho detto?

- E’ un brutto momento per Hao, non lo sai? – lo aggredì con voce moderatamente acuta - Non hai sentito che la sua potenza si sta indebolendo, e che per chiamare l’oversoul di Spirit of Fire perde un sacco di tempo?

Yoh rimase pensieroso, aprì la bocca e la richiuse un paio di volte, sintomi dell’aver cercato invano una risposta fra i suoi pensieri.

- Inoltre rimane rintanato in questa casa da quando l’hai portato qui e tutta la città gli da contro non appena lo vede per l’incendio al quartiere. E tu lo vuoi trascinare a forza alla festa!

- Allora potevi ritirarti prima di accettare a fare la comparsa nel mio piano!

- Il tuo non è mai stato un vero piano, e poi hai sbagliato ad averlo accusato di non aver ancora perso la sua grande capacità di telepatico!

- Non capisco cosa ci sia di tanto male nella mia semplice domanda…

- Ma mettiti nei suoi panni!

Il silenzio cadde lentamente nella stanza, mentre Anna riprendeva fiato e Yoh cercava di comprendere non solo Hao. Perché Anna si era scaldata tanto? Lui si metteva nei suoi panni, ma non riusciva a capire la sua reazione.

Forse stava attraversando quel procedimento controvoglia, forse una parte di se voleva ancora essere il vecchio Hao, voleva ancora la sua malvagità scorrere liberamente nelle vene… o forse era solamente turbato da quella sua perdita di potere e non riusciva a darsi pace per aver tradito un vecchio ideale… relativamente vecchio, erano passati appena tre mesi dalla sua sconfitta.

“Pensavo avessi smesso di leggere nei pensieri altrui”… cosa c’era di tanto letale  in quelle otto parole? Ogni volta che si leggevano il pensiero a vicenda l’aveva sempre vinta o uno o l’altro Asakura, e ultimamente sempre Yoh.  Ogni volta era sempre un grande mal di testa, e per cosa? Cercavano sempre di fare i misteriosi su qualche stupida cosa per poi ingaggiare una ‘lotta mentale’ all’ultimo neurone intatto.

Vuoi vedere che se l’era presa perché… temeva di aver perso la sua capacità a causa sua? Una specie di versatilità e trasferimento della telepatia…?

- Anche se siete gemelli, lui ha appreso questa caratteristica mille anni fa, all’epoca della sua prima forza. Tu, quindi, sei e rimani sempre un suo discendente.

- Quindi sta perdendo la capacità perché si sta avviando una specie di procedimento di eredità a distanza di tempo ma a corpi ravvicinati?

Stavolta fu Anna a rimanere pensierosa. – Beh, io non lo avrei detto proprio così, ma è la stessa cosa che ho pensato io. Tu hai scoperto di saper leggere i pensieri solo dopo i primi scontri con Hao, quindi è stato in quel momento che lui ha, come dire, perso un pezzettino di se in te.

- Okay, chiarita la cosa… anche se non è proprio chiara…- fece per andarsene a chiamare il fratello, ma la bionda lo fermò.

- Non ho finito.

- Che altro c’è… - disse lui stancamente.

- La stessa cosa sta avvenendo per il furyoku. Lui lo perde, tu lo raccogli.. senza volerlo, chiaro! - aggiunse poi, prevenendo una sua replica - Non so se avevi capito anche questo, ma è così stanno le cose: ti stai rafforzando a suo discapito.

- Sì, ma perché!

Rimasero entrambi col fato in gola, ma nessuno dei due sapeva che dire al riguardo. Poi, abbassarono lo sguardo contemporaneamente e, sempre contemporaneamente, sospirarono. Accortisi della simultaneità dei loro gesti, scoppiarono a ridere ed uscirono dalla stanza senza crucciarsi oltre.

Intanto Hao, seduto sul tetto, esattamente in corrispondenza di dove si trovavano i due, aveva origliato l’intera discussione. Il suo viso si era rattristato ulteriormente, da scocciato che era; anche lui non riusciva a capire che gli stesse succedendo ma di una cosa era sicuro: lui, a quella festa non ci sarebbe mai andato, neanche se lo avessero legato mani e piedi e lo avessero trascinato a testa in giù.

 

Nonostante le premesse, la festa fu un vero successo: tutti gli sciamani si erano ritrovati in un bar di Tokyo ed era stata la rimpatriata migliore di qualsiasi avessero mai fatto. Anna vide che anche le altre del gruppo avevano trovato un degno compagno: Jun, al contrario di quanto sembrava, non rimase troppo a lungo con Pai Long e si trovò un gran bel ragazzo cinese, più grande di lei e non sciamano; Tamao aveva trovato un timidone come lei e, per non smentirsi, continuava ad arrossire e a negare che stessero insieme; infine Pilica trovò a sua volta un ragazzo anche se la prima impressione era un sostituto da torturare al posto del fratello.

Horo Horo era anch’egli ben sistemato, ma la sua ragazza e quella di Ren –essendo cugine- avevano deciso di incontrarsi col resto del gruppo solo a serata più avanzata, quando anche loro avevano finito di salutarsi con tutte le loro amiche. L’unico ad esser rimasto scapolo era Ryu, ma non si era certamente scoraggiato per questo, anzi: per tutta la festa aveva continuato a corteggiare tutte le ragazze che gli capitavano a tiro, arrivando perfino a contarne il totale.

Ma il bello della festa non era ritrovare i vecchi amici; non era constatare lo stato delle loro vite private; non era dire “come sei cresciuto”, “come va la vita in quel di..”; non era starsene seduti ad un tavolo per sbaciucchiarsi tutta la sera. Infatti, non appena uscirono dal bar e si incamminarono per le vie illuminate da mille lanterne…

- Dov’è Yoh?

- Ehi, è sparita anche Anna! Li hai visti?

- Mah, erano qui accanto a me… fino ad un minuto fa!

- In tutta questa folla, li abbiamo persi!

- Oh no!

- Non vi preoccupate – rassicurò tutti Manta, facendosi spazio tra di loro – Ultimamente fanno sempre così.

- Sì, ma sparire così… senza preavviso!

Eh, era proprio questo che volevano i due: sparire dal gruppo, non perché si annoiassero, ma per trascorrere la serata completamente insieme, soli e liberi.

Mano nella mano, dunque, passarono da un parco all’altro, sostando più di tutto nel luna park rionale: eccoli ora sulle macchinine dell’autoscontro, ora sulle montagne russe, ora nel tunnel degli spaventi.

- Yoh! – gridò Anna in modo tale da farsi sentire, indicando con forza la ruota panoramica – Andiamo lì? Chissà com’è bella Tokyo stasera…

- Ruota panoramica, stiamo arrivando!

Anna aveva visto giusto: lo spettacolo era indescrivibile, da lasciare chiunque col fiato sospeso. Tutto il panorama era costellato più del cielo nella notte delle stelle, si distinguevano benissimo i centri abitati e si vedeva alla perfezione tutto quel che accadeva nella zona della città più vicina a loro. Videro anche i loro compagni, rimasti in gruppo.

- Io non riuscivo più a stare con loro, sembravamo tutti dei vecchi sposi pettegoloni! – ridacchiò la bionda, prendendo Yoh per un braccio per avvicinarlo alla sua parte del vetro.

- Sì, è vero… bisogna divertirsi, mica prendere la ragazza e tenersela accanto come soprammobile o trofeo! Giusto, Anna?

Come risposta, ricevette un bacio. Scoccato proprio nel momento in cui iniziavano i giochi pirotecnici, apparsi in cielo dietro di loro, creando una suggestione incredibile.

Tra le musiche, la folla e i fuochi d’artificio nei loro cuori s’animò una strana sensazione: era euforica, piena di gioia, traboccante di vita e divertimento!

Scesero dalla ruota panoramica correndo e scappando via come due forsennati che ridevano a più non posso, lui che trascinava via lei senza avere una meta precisa. In mente avevano solo una cosa, ma non era il luogo più adatto per farla…

Corsero oltre le porte della città fino a quando, a metà strada tra il centro abitato e la casata dove abitavano,  non finirono, senza rendersene conto, dentro una fontana di un parco giochi. Anna si mise a ridere di gusto quando vide Yoh strizzarsi il kimono inzuppato d’acqua, ma dovette subire l’onta a sua volta quando lui la prese per un braccio e la tirò a se facendola finire con lui nella vasca. Approfittando della notte d’estate, giocarono a tirarsi l’acqua per una buona mezz’ora, come dei bambini in una piscinetta. Ma il gioco si spostò ancora, arrivando prima in una casetta dello scivolo, dove non mancarono di rincorrersi ed abbracciarsi e avvinghiarsi l’un l’altra come gattini che giocano, e poi tra i campi, in alternativa alla strada per tornare a casa.

I campi erano gli stessi dove, tempo prima, si era consumato il più grande scontro tra gli Asakura; questa volta, però, le fiamme non bruciavano i fili d’erba, ma solamente i loro animi. Si sdraiarono a terra per osservare i fuochi d’artificio a distanza, misti alle stelle che cominciavano a fare capolino nel cielo. Yoh le cinse i fianchi, conscio che il “grande momento” per cui si stavano preparando era molto vicino… le attenzioni divennero poi reciproche fino a quando non si resero conto che stavano per farlo in un campo di periferia.

-No, aspetta - disse Anna, mentre richiudeva con dolcezza la parte superiore del kimono che le stava aprendo Yoh e mentre, serafica, si sistemava in ginocchio. - Continuiamo a casa, non trovi?

- Ma qui siamo già…

- E gli insetti? Ne hai già uno fra i capelli!

Yoh si levò la cavalletta dal ciuffo che gli era stato indicato. – Uhm… va bene…- si alzò di scatto, lasciandola con la cavalletta in mano  Però devi prendermi!

Lei scattò in piedi a sua volta e si mise a rincorrerlo come una matta, mentre il suo desiderio, da semplice attenzione che era, divenne qualcosa di più serio e carnale, qualcosa di più materiale. Il loro era in desiderio di possesso reciproco, e non di semplice unione. Il momento prossimo a quella corsa era amore puro, non semplice sesso.

Era per questo che stavano giocando alla pazza gioia da tutta la serata.

 

E fu così che la corsa fra i campi si trasformò in una corsa per la strada, poi in una nel giardino della grande casata, poi in una corsa sulle scale, arrivando a trasformasi infine in una gara per il letto e per i vestiti di entrambi.

- Ehi, voi, non potete fare un po’ meno rumore? – brontolò Hao alle saette che gli avevano mosso i capelli mentre guardava la tv – Si può sapere che vi è pres…

Ma non ebbe bisogno di chiedere altro. Non dopo aver involontariamente visto ciò che stava per succedere nella camera del fratello. – Non vi preoccupate, non vi disturbo… - sorrise fra se e se, mentre si allontanava giù per le scale – Beh, divertitevi!

- Grazie.. - risposero entrambi con grandi note di eccitazione nella voce.

Cominciarono a spogliarsi a vicenda. - Sembra proprio che questa sarà la nostra serata, vero Anna?- chiese Yoh mentre finiva di sfilarle il kimono rosa con decorazione a fiori di loto gialli. Lei si limitò ad annuire, non sapeva che parole usare che non fossero adattissime alla situazione.

Così il loro gioco arrivò ad una delle tappe fondamentali per l’avvio della nuova fase, trasformandosi in una specie di nascondino sotto le coperte, unico tessuto nei paraggi. Yoh si slanciò in avanti per afferrare la preda: la centrò solo dopo due tentativi falliti con dei cuscini prendendo però anche una buona quantità di lenzuolo oltre ai suoi fianchi e alla sua vita. Quando la ragazza emerse venne catturata da una serie di baci irrefrenabili che le invasero tutta la faccia e il collo, fino ad insinuarsi più in basso, sul petto.

Poi si liberò dalla presa, ma la sua libertà non durò molto a lungo perché venne subito ritirata verso il compagno dalle sue braccia robuste. Certamente Anna si divertì molto a seguire la linea degli addominali del fidanzato, visti i suoi allenamenti e la sua forza fisica nonostante la gracilità relativa della corporatura… ma questo accadde successivamente: prima si persero in altri giochini eccitanti che lasciarono senza fiato entrambi i corpi in gioco. Ma era giusto così, non c’era bisogno di parlare… che dovevano dirsi, in fondo? Si capivano benissimo, sapevano alla perfezione cosa dovevano fare perché avevano in mente un piano d’attacco precisissimo. D'altronde, erano una coppia molto originale…

 

Il punto clue della nottata lo raggiunsero molto tempo dopo, più o meno quando Hao stava guardando il terzo film della serata che aveva preso dalla pila di pellicole vicino al televisore. A Yoh piaceva guardare i film, da bravo pigro com’era, quindi aveva una vera e propria collezione.

Tornando al piano superiore, però, si può dire che, se nella maggior parte dei casi è un momento faticoso e, talvolta, doloroso, in questo caso non lo fu per niente: si può dire invece che la novella coppia Asakura abbia preso come un gioco anche quella parte dell’amore.

Nessun sentimento represso, nessuna freddezza di coppia. Nossignore: se parliamo di queste cose, parliamo di un’altra coppia, non di certo di quella formata da Anna Kyoyama e Yoh Asakura… e quella notte riversarono tutti i loro desideri in un’unica lotta.

Ad un certo punto della nottata, si resero conto che dovevano aver fatto molto tardi, infatti non si sentivano più i film di Hao dal piano di sotto. Si sedettero uno di fronte all’altra, lei fra i cuscini e lui dalla parte opposta del letto. La luce era molto debole e proveniva tutta da qualche raggio di luna che s’infiltrava tra le tende e, talvolta, dai fuochi d’artificio del paese.

Fecero una pausa per riprendere fiato. Poi Yoh ruppe il silenzio.

- Kami sama… mai visto un corpo più bello in tutta la mia vita.. – disse in un sussurro senza fiato, senza staccare un attimo gli occhi dal suo corpo.

- Perché, quanti altri corpi hai visto?

- No, non intendevo questo.. nel senso… mica crederai che.. che io… naaa! Non puoi pensarlo per davv…

- Io non sto pensando niente, stai facendo tutto da solo.

- Ehm.. sì, comunque…beh, non importa!

Si sistemò in ginocchio, da posiziona a gambe incrociate che era. – Sei stanca?

- Stai scherzando!? – rispose mentre gli tirava un cuscino in faccia centrando il bersaglio.

- Eh eh… - guardò il cuscino, pensieroso - Chissà che stanno facendo gli altri…

- Cosa fanno non lo so…ma sicuramente non si stanno divertendo come noi!

Rimasero in silenzio per qualche minuto. Erano davvero stravolti, infatti entrambi ansimavano pesantemente.

Poi Anna si spostò un po’ più verso il ragazzo, travolgendolo lentamente in un abbraccio dolcissimo. - Perché me lo hai chiesto?

- Intendi.. se sei stanca?

Lei rispose con un mugolio consenziente.

- Beh, non so quanto sei resistente, dopo aver corso per tutta la serata e dopo stanotte…

- Uhm, in effetti un pochino lo sono, ma è più che logico: sono le tre del mattino.

Yoh inspirò ed espirò profondamente. - Devo dire che non mi sono mai divertito e stancato tanto nello stesso momento.

- …

- E naturalmente, non sono mai stato più felice!

- Ah, ecco.

Voltò il viso verso la biondina, appoggiata con la testa sulla sua spalla. Aveva lo sguardo perso nella stanza, ma quando lui si mise a fissarla lei si sentì attratta a fare lo stesso. Yoh la sollevò a se dolcissimamente, suggellando le loro labbra in un lunghissimo ultimo bacio. - Ti amo… tantissimo…- riuscì a dire infine - …Anna… molto più che me stesso..

- E per me è lo stesso… Yoh…- disse, e si accucciò alla sua sinistra, respirando piano prima di addormentarsi.

 

 

 

 

 

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Ehm… per le mie scuse, andate a rivedere le mie scuse ai capitoli precedenti, tanto è sempre la stessa storia! ^^””

 

Spero di non avervi delusi per la mancanza di una scena di sesso più forte di quello che ho messo. Il fatto è che, a parte il fatto che non sarei riuscita a scrivere granché – mi sarebbe crollato il capitolo e, dopo tutto quel che ho scritto, non mi sembrava il caso - , non mi sembrava il caso, potete leggerlo in altre mille fic con rating diverso.

Inoltre, avrei dovuto alzare il rating per la gioia di chi non è registrato o di chi è registrato confessando che è minorenne; di solito questa storia mi ha sempre creato problemi, e io non li voglio! Poi non sarebbe stato adatto al magico momento, alla sera originalissima di Yoh e di Anna, non trovate? A me, sinceramente, piace di più così!

Poi che dire… beh, di solito le fic iniziano con capitoli lunghi che degenerano in capitoli più corti per la mancanza di voglia dell’autore a continuare: non è il mio caso, come avete potuto vedere benissimo da soli! Spero di non avervi annoiate, o peggio ancora, spero di non aver perso nessun lettore durante la lettura! Ditemi di no, vi prego! Non riuscivo a staccare la stesura, era troppo continua e ben avviata (largo alla modestia!)!!! In effetti, andrebbe letto un paio di volte, prima di scrivere una recensione senza dimenticare nulla…

Comunque ora siamo qui, e vi omaggerò di un’altra anticipazione per il prossimo capitolo che temo, sarà l’ultimo.. o il penultimo, al massimo.

Un po’ mi spiace che sia già finito… o volto al termine…

Ma questo capiterà più avanti, ora gioiamo tutti insieme per la felice unione dei nostri amici! Urrà! Urrà!

 

Basta così, sono andata totalmente, passiamo alle vostre recensioni!

 

lucy- 92 : WOW! Iniziamo con una new entry, eh? Bellissimo, sono arcicontenta!!! Grazie mille, cara, i tuoi complimenti mi hanno fatto andare in un brodo di giuggiole… che rischiavo di annegare! Scusami, non ho detto una cosa molto sensata.. no, in effetti… beh, spero di rivederti ancora, e spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo! Alla prossima!

 

KiaeAlterEgo: ehm… come dire… lo sapevo che prima o poi avrei dovuto vedermela con voi… lo sapevo che non sarebbe passata liscia la mia trasformazione! ^^”””  Beh, però hai detto che ti è piaciuto sia il capitolo che l’introduzione.. e la cosa mi risolleva moltissimo! GrazieGrazieGrazie!!! Sperem che il capitolo sia stato all’altezza dell’introduzione…

 

Miyu chan: Ecco, brava… da quant’è che non aggiorni? Adesso mi diverto un po’ io a prenderti in giro… anche se non ho proprio aggiornato rapidissimamente! ^^ Però più di te! XP Sentivo che quella noticina sul bel ragazzo la dovevo mettere e sono contentissima che tu l’abbia colta! Ci speravo davvero! Beh, che dire… grazie ancora che il capitolo ti è piaciuto, spero tanto anche questo!

 

Lady Antares D.L. : Ahia… tutta la mia gioia e la mia euforia stanno svanendo nel rileggere la tua recensione… non ti credo che prendiamo le cose con calma, di te non mi fido..  però hai ragione: sono sparita per tutta l’estate, e adesso non ho aggiornato proprio rapidamente… ma ti prego: non lapidarmi! Devo finire la fic, per rispetto del lavoro che ho fatto e che, talvolta, hai anche tu apprezzato!

Cmq, mi fa moltissimo piacere sapere che qualcuno legge il mio capitolo ad alta voce per rendere partecipe anche qualcun altro, è molto gratificante! ^^ Anche se è solo per il gatto… che razza di nome, è un nick anche quello? Ad ogni modo, è molto originale! 

No, Hao non era drogato, ma lo è stato Yoh in questo capitolo, se la cosa ti fa piacere. Però adesso vedrò di ricondurlo in parte sulla ‘retta’ via, in fondo devo fare una fine degna della fic: con un grande colpo di scena! E spero anche di farlo prima di Natale, potrebbe essere un regalo per voi!  Per quanto riguarda Amidamaru e Yoh, in questo capitolo non volevo mettere dentro troppi sentimenti e punti chiave, quindi sono stai leggermente accantonati.  L’idea della ragazza era già nei miei progetti, per questo e per altri motivi più chiari in futuro c’è la festa del paese.  Dopo tutta questa mega recensione, ti ringrazio ancora una volta e ci vediamo al prossimo capitolo, lo posterò in due settimane max, promesso! Giurin giuretta!

 

Didiblack: Eh, sì, sono molto lenta con gli aggiornamenti, ma spero di farmi perdonare con i capitoli! ^^ Sei sconvolta? No, dimmi davvero: sei sconvolta? Tu? Per il mio capitolo? Sei sconvolta? Bene, molto bene… obbiettivo raggiunto! Cmq non è un dolce e simpatico gran figo super sexy! … o meglio, le ultime quattro parole sì, ma per il resto… vedremo in futuro, non è ancora finita! XD GRAZIE PER I COMPLIMENTI!!! Eh, finalmente dopo 3000 anni luce Yoh si è svegliato… hai visto? Dimmi che te n’è parso! E’ molto importante, alla prossimaaaaa!!!

 

Francesca Akira89: Grazie ancora una volta, sembra tu sia l’unica a cui non è pesato troppo il cambiamento di Hao! ^^ Grazie ncora, spero ti sia piaciuto anche questo capitolo, a me tantissimo!

 

Mao chan: Pensa che quel pezzo che hai citato lo volevo mettere nell’introduzione! Ma, prim’ancora, ciao Mao! Sono veramente contenta che ti ho stesa (anch’io in senso buono, ovviamente)! Ehi, è vero: da quant’è che non aggiorni anche tu? Mica stiamo formndo il club delle lumachine, eh eh… se no, sarei la presidentessa! ^^ L’anticipazione t’intriga assai… spero lo abbia fatto anche il capitolo! Nel prossimo esaminerò più a fondo Hao e simili, anche per i suoi poteri traballanti… mi piaceva l’idea di una nuova grana, non sono una scrittrice dal finale semplice, ci saranno colpi di scena fino all’ultima riga, promesso! Oppure, è una minaccia… scegli tu! ^^ Grazie ancora, stavolta questo capitolo è stato davvero difficile.. ma avevo in mente una serie di scene animate da musiche che, purtroppo non si possono mettere in una fic, quindi spero di aver reso bene l’idea! ^^

 

nagoya: Beh, che dire… hai ragione, è anche una delle mie parti preferite! Anche questa era in lizza per l’introduzione, ma alla fine hanno vinto le frasi che ho messo adesso! ^^ Ciao!

 

Nanau: Grazie mille, ne sono felice! XD Spero anche questo…

 

shin-shi: Ah, beh… ormai sono assuefatta alle critiche! XD No, scherzo, grazie ancora non mi merito tutti questi complimenti! Però ne devo fare anche a te, se hai capito Hao! Sei la prim… scherzo!

 

merryluna: Ciao seconda new entry! Scuse accettate, anzi figurati! Non devi scusarti, avresti potuto benissimo leggere e non recensire, quindi ti ringrazio di cuore anche per la tua sincerità! E poi hai già dato per aver letto i capitoli tutti assieme, mi rendo perfettamente conto che razza di pena sia.. lo faccio più o meno sempre, prima di scrivere un nuovo capitolo! ^^ Mi chiamano “la masochista”, chissà perché!

Bene, allora: complimenti se hai indovinato chi era l’Asakura nel giardino, ma non mi ricordo il sondaggio com’era finito… forse più Hao che Yoh.. boh, che c’entra! Mi piace tantissimo che ti sia piaciuto tantissima la battaglia, lo so che avrei dovuto finire in un modo un po’ diverso ma che avrei dovuto fare, uccidere uno dei due gemelli? Non esiste, infatti vedremo come finisce tra un paio di capitoli, magari solo al prossimo… tranquilla, finirà bene, ti piacerà! E ora… pronunciati pure!

 

E siamo arrivati all’anticipazione seconda, per farmi perdonare!

In teoria il capitolo doveva finire con la parte anticipata la scorsa volta, ma mi è piaciuto di più così! Quindi adesso scriverò una cosa che non rientrerà nel prossimo capitolo, ma sarà solo un’idea guida…

 

   ANTICIPAZIONE!!! ←

 

“Chissà che faccia faranno i ragazzi vedendomi dopo tanto tempo…” pensò Keiko varcando la soglia della casata Asakura al fianco del marito Mikihisa.

Quando entrò vide il suo figlio primogenito Hao in cucina vestito con degli abiti casalinghi presi in prestito da Yoh, con una coda alta, ed era intento a prepararsi la colazione, lavorando molto abilmente. Rimase interdetta da quella visione, ma lo rimase ancora di più quando entrò nella camera del figlio pensando di svegliarlo come ogni buon madre… invece trovò vestiti sparsi alla rinfusa per tutta la stanza e una confusione impensabile tutt’attorno e dentro al letto, dove riposavano ancora nel mondo dei sogni il suo figlio secondogenito e la sua ragazza, nudi.

Invece Mikihisa rimase al piano di sotto a chiacchierare con Hao su una questione molto importante…

 

 

   
 
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