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Autore: Joy    20/11/2006    10 recensioni
"Non esiste la paura per chi non ha nulla da perdere, ma questo non è vero coraggio."
"E tu hai paura, Regulus?"
"Sì."
"Cos'hai da perdere?"
"Non avevo mai amato... e nessuno aveva mai amato me..."[]
Erano simili.
Entrambe abbandonate per amore quando avrebbero preferito morire piuttosto che restare indietro.
Erano simili...
E hanno avuto destini diversi...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regulus Black | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Da VII libro alternativo
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EPILOGO

 

EPILOGO



Una sinfonia di foglie rosse e oro volteggiava attorno a lei, animata dal soffio del vento.

La sua coreografia incostante e appassionata donava l’illusione di una vita eterna, colori e movimento per nascondere la tristezza e la verità.

Erano tutte morte quelle foglie.

Morte.

Un tappeto rosso cupo ai suoi piedi…

Morte…

Non possiamo tornare indietro.”

Morte.

Ginny Weasley si costrinse a respirare profondamente, ma non tentò di sentirsi meno colpevole di fronte a se stessa o meno ingrata, perché nonostante il pericolo scampato, non riusciva ad essere felice.

Non poteva esserlo.

Vale una vita.”

E non sapeva chi incolpare per liberarsi la coscienza, stupidamente ripeteva a se stessa che era destino, anche se era la prima a non credervi. Si lasciava cullare per qualche istante nell’illusione di non essere responsabile dell’accaduto, per poi ricadere nei sensi di colpa ogni volta che ricordava.

Ne vale più d’una…”

I sussurri, le frasi spezzate…

Non le avevano più catturato con prepotenza la mente da quando lei era morta, ma non per questo erano più facili da dimenticare.

Tu, per me, sei stato la vita.”

Si appoggiò stancamente allo schienale di pietra della panchina e scrollò le foglie che si erano depositate contro le sue scarpe.

Morte.

Una distesa di foglie morte.

Sollevò lo sguardo quando riconobbe il rumore frusciante dei passi sul vialetto.

Harry.

I suoi occhi grandi e limpidi che la scrutavano, attraverso le lenti, come se potessero leggerle nei pensieri.

Lo vide piegare la testa di lato, sorridendole incoraggiante e pensò che forse riusciva davvero ad esserlo.

“Non c’è niente di più malinconico di un pomeriggio d’autunno, non è così?” sussurrò con voce quieta quando lui le fu davanti, sforzandosi di piegare le labbra in un tenue accenno di sorriso.

Lui non rispose.

Si chinò e fece scorrere una mano tra i suoi capelli, poi senza smettere di accarezzarla, posò le labbra sulla sua fronte e v’indugiò per qualche istante.

Labbra calde…

Vale una vita.”

Ginny chiuse gli occhi per evitare che le si riempissero di lacrime: non voleva piangere ancora di fronte a lui. Ma quando li riaprì, Harry la stava guardando come se avesse capito perfettamente.

Lui, l’unico sopravvissuto.

E in memoria di coloro che l’avevano amato e difeso, celava dignitosamente ogni ferita sanguinante.

Una per ciascuno di loro…

Si sedette di fianco a lei e la circondò con un braccio.

“Non ripagarli con le lacrime, Ginny.” le sussurrò.

Lei sospirò e posò la guancia sulla sua spalla.

“Questo senso di colpa è troppo pesante.”

“Lo so. E’ per questo che voglio concentrarmi su ciò che devo fare.” si sistemò gli occhiali sul naso, come se le lenti potessero celare il dolore del suo sguardo, e la voce si fece più bassa. “Lo devo a tutti loro.”

“Non mi lascerai di nuovo, vero?” gli chiese lei titubante dopo un istante di silenzio. “Non pretenderai che me ne resti qui ad annegare nelle mie colpe, mentre tu affronti Voldemort da solo?”

“Potrei anche pretenderlo, Ginny, ma sarebbe fiato sprecato, dal momento che non ti ha trattenuta neanche una promessa.” le disse scostandosi leggermente per poterla guardare negli occhi.

Lei abbassò lo sguardo e non parlò, concentrandosi sul tappeto di foglie cadute.

Di tanto in tanto qualche debole soffio di vento le faceva fremere, per poi sospingerle decidendo per loro la direzione…

Non possiamo tornare indietro.”

Ma adesso che il braccio di Harry la circondava, le sembrò molto meno doloroso andare avanti.

Annusò l’aria, che col calare della sera era divenuta abbastanza fredda da gelarle la punta del naso, e riconobbe l’odore nostalgico e rassicurante del caminetto acceso. Le era mancato durante l’estate.

“Mia madre sta preparando la cena.” sussurrò.

“Bene. Vuol dire che la riunione dell’Ordine è finita.”

Ginny si voltò stupita verso di lui.

Harry James Potter! Mi stai dicendo che hai saltato la riunione?!” esclamò.

Il ragazzo ridacchiò chinando la testa, poi sollevò su di lei lo sguardo ridente e si strinse nelle spalle. “Solo l’ultima parte.”

Lei sollevò un sopracciglio e lui rise apertamente.

“Non era niente d’importante, comunque…” riprese dopo un attimo con tono di scusa. “E ti avevo vista dalla finestra, sembravi così decisa a lasciarti tormentare dai ricordi…” si alzò in piedi, trascinandola con sé “allora ho pensato che avrei dovuto dirtelo al più presto, possibilmente prima che le foglie morte ti avessero ricoperta del tutto…”

Lei sorrise e inclinò la testa guardandolo negli occhi.

“Cosa volevi dirmi?” gli chiese.

“Stanotte verrò da te.”

“Oh.” rispose lei leggermente stupita. “E a cosa devo questo ardire?”

Lui prese a camminare tenendola per mano.

“Ron –giustamente- ha reclamato l’intimità della sua stanza per stanotte. Se non mi ospiti dovrò dormire in giardino.”

Ginny non riuscì a trattenere un largo sorriso. “A cosa gli serve l’intimità della sua stanza?”

“A parlare con Hermione, suppongo…” rispose lui accarezzando distrattamente le sue dita.

“Ed è solo per questo motivo che stanotte verrai da me?”

Lui annuì.

Lo fissò poco convinta, senza capire se la stesse o meno prendendo in giro. Per sicurezza mise su un broncio di falsa offesa e lui scoppiò a ridere.

L’espressione di lei si fece perplessa.

Poi all’improvviso si fermò, la fissò negli occhi e trattenne la sua mano quando lei tentò di sottrarla.

“Stanotte verrò nella tua stanza per dormire con te.” le disse con voce limpida. “Non c’è altro motivo, tranne che ti voglio sempre al mio fianco.”

Il dolore si scioglie e diventa struggente dolcezza…

“Per l’altra cosa che volevo fare, invece, non c’è bisogno di aspettare stasera.”

Si chinò sfiorandole la bocca con le labbra, mentre le dita facevano scivolare intorno al suo anulare un sottile cerchietto di metallo.

poi rimane soltanto l’amore.

Tu, per me, sei soltanto l’amore.”

Le mancò il fiato e le tremarono le labbra, lui la circondò con entrambe le braccia.

Un luogo sicuro…

Se mi abbracci, esisterà.”

“Esiste già.” mormorò contro la sua tempia, come se anche lui stesse ricordando.

“Harry…” sussurrò lei ritrovando miracolosamente la voce.

Lui le sorrise e le accarezzò la guancia incoraggiante.

“Quando… quando l’hai…” scosse la testa senza riuscire a mettere insieme le parole.

“Quando l’ho comprato?” le venne in aiuto lui.

Annuì.

“L’ho ordinato con Hermione, insieme alla bussola magica.”

Ginny spalancò gli occhi e si scostò leggermente. “V… vuoi dire che per tutto questo tempo…”

“Avrei dovuto dartelo prima, lo so.” disse afferrandole di nuovo la mano. “Ho avuto paura di metterti in pericolo…” mormorò con tono di scusa e poi sorrise dell’espressione stupita della ragazza. “A quanto vedo, non ero l’unico a dubitare…”

A lei sfuggì un singhiozzo che avrebbe voluto essere un sorriso e si asciugò velocemente il viso, perché un paio di lacrime l’avevano tradita.

“Non dubiterò mai più. Te lo prometto.”

Harry la fissò con aria di rimprovero, ma gli occhi brillavano.

“Lascia stare le promesse, Ginevra.” le disse deciso, abbracciandola di nuovo.





“Sei calda…”

Un segreto rubato alla notte.

Un segreto…

Eterno.

Eterno…

Immutabile.

Nemmeno il tempo l’ha scoperto. Gli è sfuggito.

“Sei calda…”

E tu, come al solito, sei troppo freddo.”

***

Notte.

La rete intricata dei corridoi si chiudeva dietro le loro spalle, quasi volesse cancellare ogni possibile traccia di passaggio.

< Proteggono un segreto… > pensò lei. < Il nostro e il loro >

E non riuscì a capire se ciò le sembrasse inquietante o malinconico.

Hai paura?” le chiese Regulus ironico, stringendole leggermente la mano con cui la conduceva.

Il viso di porcellana si piegò in un sorriso, ma le ombre ne rubarono la freschezza e l’immagine apparve grottesca.

Perché me lo chiedi?” domandò, la voce studiatamente melodica e risonante sulle pareti di pietra. “Sai perfettamente che, per me, non ci sarebbe stato bisogno nemmeno di quella.” E indicò la mano del ragazzo, chiusa sull’impugnatura della bacchetta da cui scaturiva un potente raggio di luce.

Lui si fermò e il chiarore dell’incantesimo le inondò il viso.

Si ritrasse socchiudendo gli occhi infastidita.

Devo supporre, allora…” insistette “che tu non sia spaventata.”

No.” ribatté sprezzante, scostando bruscamente il braccio che reggeva la bacchetta.

Dita decise le lasciarono la mano per imprigionarle il polso.

Tentò di divincolarsi senza riuscirci, ma il ragazzo era già chino su di lei.

La bocca a pochi centimetri dal suo orecchio, poteva sentire il suo respiro che la sfiorava…

E allora, mia regina…” sussurrò, rendendola vittima di ogni emozione. “… vuoi spiegarmi perché stai tremando?”



Toglimi un curiosità, Black.” incominciò lei, evitando intenzionalmente la domanda. “Chi dorme in camera con te?”

Mhm… Lestrange, Macnair e Goyle.

E sono compagni discreti?”

Curiosi e inopportuni come Mrs Purr, direi.” rispose lui con noncuranza. “E di notte i loro grugniti si sentono fin dalla Sala Comune. Non te ne sei mai accorta?”

No, ringraziando Merlino. Sono disgustata. E’ un buon motivo per tremare?”

Lui rise di gusto.

Accettabile.” disse poi. “Cerchiamo una stanza tutta per noi, ti va?”

Lei annuì.



Sei sicura?” le chiese Regulus con tono stranamente affettuoso.

Non le suonò stonato, anzi, quella voce per metà incerta e per metà tenera, giunse a confermare ciò che già sospettava.

Lui che pretende d’ingannare persino il buio della notte…

Ma anche lei sapeva barare e nascose il tremore.

Credi che mi tirerei indietro all’ultimo minuto?”

Gli occhi del ragazzo s’incupirono e si persero nel buio della stanza.

Non credo che tu abbia una ragione per farlo.” bisbigliò senza guardarla. “Potevi tornare indietro in qualsiasi momento, ma non l’hai fatto.”

Lei si risentì di quell’analisi, sebbene fosse vera, e non riuscì a mascherare il dispetto provocato da quell’ostentata sicurezza.

Sembrava che lui non tenesse in minimo conto la possibilità di sbagliare.

Dai sempre tutto per scontato, a quanto pare.” considerò sfoggiando un irritante tono sarcastico.

Vide lo sguardo del ragazzo farsi di granito e rabbrividì.

La raggiunse in due falcate e l’afferrò per la vita, stringendola contro di sé con tale impeto che la ragazza non riuscì a trattenere un gemito di sorpresa.

Si maledisse per questo e tentò di staccarsi da lui con rabbia.

Le sue braccia, una gabbia d’acciaio…

Alzò il viso per mostrare che il suo orgoglio non era ancora stato sconfitto e capì, nell’istante in cui incrociò i suoi occhi, che non si sarebbe mossa di un solo millimetro neanche se lui avesse allentato la presa.

Quegli occhi…

Imprigionata senza catene… lei che era sempre stata libera.

No.” sibilò lui, il tono ancora alterato. “Non c’è niente di scontato nelle mie scelte.” era greve e lugubre. “Ricordalo.”

Ricordalo…

La stretta si sciolse, ma come previsto lei non si mosse, fece scivolare una mano tra i suoi capelli e lasciò che le catene del suo sguardo le si stringessero addosso.

Lei che aveva amato la libertà, ma mai un ragazzo, scoprì che nell’angusto spazio di un abbraccio si potevano avere entrambi.

Una nuova libertà…

La mano che lo stava accarezzando scivolò sulla spalla e sul braccio con lentezza.

E’ strano…” bisbigliò. “… come certe volte, i nostri desideri si ritrovino a percorrere una strada completamente opposta per giungere alla realizzazione.”

La libertà che vive in gabbia…

Gli occhi scuri si dilatarono di sorpresa e lei se ne accorse.

Frugò nella mente, alla ricerca di una ragione che potesse giustificare quell’istante di smarrimento.

Sì… smarrimento…

Solo un lampo…

Non trovò niente, e nella penombra che improvvisamente le sembrò consolante, lui l’abbracciò di nuovo.

Il volto affondato tra i suoi capelli e le spalle chine di chi cerca conforto.

Lui… che seduce le passioni e ne viene consumato per primo…

Tu sei sposato alla Contraddizione.” gli sussurrò teneramente accarezzandogli i capelli.



E’ a te che vorrei esserlo.” rispose lui, soffiandole le parole contro il collo.

E lei ebbe la sensazione che il significato di quella frase non fosse ovvio.

C’era qualcosa di più intimo. Di essenziale.

Un legame superiore, inscindibile e disperato.

Black…” riprese leggermente confusa.

Chiamami per nome, mia regina.” la interruppe lui, affondando le mani nei suoi capelli e sfiorandole la tempia con le labbra. “Non ti piace il mio nome?”

Un nome.

Qualcosa che assomigliava alla salvezza intravisto a malapena nei riverberi dei suoi occhi scuri…

Un nome…

Sì, mi piace… Regulus.” asserì titubante, rabbrividendo per il respiro di lui che le sfiorava la pelle. “Ma anche tu puoi farlo, usa il mio nome.”

Un sorriso si disegnò sulle sue labbra. “E non lo sto già facendo, mia Regina?”

Un re e una regina…

Spalancò gli occhi, perché era raro che qualcuno conoscesse il suo secondo nome, cercò una spiegazione nel suo sguardo, ma l’unica cosa che vi scorse fu un desiderio sincero e disarmante.

Desiderare un legame capace d’infrangere persino il normale scorrere delle lancette…

Un eterno sodalizio di speranza e volontà…

Ne fu ammaliata, spaventata e attratta al tempo stesso.

Quante cose sai ancora?” mormorò senza distogliere lo sguardo da lui.

Troppe.”



Lui stava male.

I loro vestiti giacevano abbandonati sul pavimento, Orlena riconobbe la sua gonna, divenuta un mucchietto informe esattamente nel punto in cui lui gliel’aveva sfilata. La cravatta penzolava malamente appesa ad una sedia: aveva tremato quando le sue mani avevano sciolto il nodo.

Adesso stava male.

L’aveva sfiorata con mani leggermente impacciate, sorridendo per nascondere l’imbarazzo, mentre le sbottonava la camicia e lei aveva sentito il calore delle sue dita sulla pelle.

L’aveva amato quel calore, era intenso, ma non ancora bruciante…

Artigliò con le dita la stoffa del lenzuolo…

Lui stava male.

C’era stato un istante durante l’accaldato gioco di carezze, nel quale i loro sguardi si erano sfiorati: lui aveva occhi immobili, distanti, e lei aveva capito che qualcosa non andava.

E qualunque cosa fosse, era profondamente radicata in lui, come una vecchia ferita accuratamente nascosta, ma non per questo meno dolorosa.

Regulus…” l’aveva chiamato dolcemente, posandogli una mano sulla guancia.

Non stava bene.

Forse si era stupito di trovare riflesso nello sguardo di lei ciò che aveva sperato di nascondere magistralmente. Sicuramente si era spaventato e arrabbiato, perché aveva voltato la testa e maledetto se stesso per aver lasciato intuire così tanto di sé. Il passo successivo era stato l’inadeguatezza, poi era sopraggiunto il panico.

Adesso stava male.

Lo capiva dal ritmo scostante e inconcludente dei suoi movimenti. Sembrava che fosse a malapena consapevole di ciò che desiderava e non del tutto convinto di volerlo ottenere.

Respirava affannosamente, serrando le labbra ogni volta che un gemito colmo d’angoscia minacciava di uscire e chiudendo gli occhi per non scoprire, dall’espressione di lei, quanto di sé stava mostrando.

Si stava facendo del male e non voleva ammetterlo… e ne stava facendo anche a lei.

Basta.” sussurrò Orlena decisa.

La sua voce che giungeva a infrangere gli incubi…

Basta.” ripeté posandogli entrambe le mani sul volto.

Lui s’immobilizzò all’istante e la fissò con uno sguardo talmente incerto, da mettere in dubbio persino le intuizioni di cui era stata sicura, e così intenso da farla sentire in imbarazzo.

Regulus…” pronunciò il suo nome come se fosse indecisa sul fargli una domanda o meno, ma lui si sollevò sulle braccia e prevenendo ogni altra parola, rotolò di fianco.

Lui che seduceva la passione e ne veniva consumato per primo…

Un desiderio troppo intimo, troppo disperato, ma così radicato in ciò che di malsano e pericoloso trasudava dalla propria consapevolezza, da rendere impossibile qualsiasi spiegazione e innegabile la necessità di tenerlo nascosto.

Era doloroso ma necessario, che lei non sapesse.

Mi dispiace.” sussurrò soltanto, sottraendo il volto alla luce dell’unica candela.

Lui che invocava il buio e teneva la bacchetta serrata nella mano, pronta a far luce…

Non importa.” rispose lei mentre lui si voltava dandole la schiena. “Non importa. Puoi tenerti i tuoi segreti e le tue parole non dette.” continuò allungando la mano per accarezzargli il braccio.

Era teso.

Lui che scandagliava i segreti più reconditi per poi tenerli sotto chiave…

Ti metterò in pericolo” disse lui con voce roca “e finirò col farti del male.”

Me ne farai, se ti rifiuterai di amarmi stanotte.”

Lui si sollevò di scatto e l’afferrò per le spalle, inchiodandola al materasso.

Anche se ci sono cose che non sai?” le chiese con impeto. “E che non potrai mai sapere, perché io non potrò dirtele?”

Lei rimase immobile, fissando gli occhi nei suoi e colse la disperazione, l’apprensione malcelata e il desiderio struggente di una via di fuga.

Non m’importa.” rispose calma. “Ho una vita intera per scoprire tutto ciò che vorrai nascondermi.”

Lui sgranò gli occhi e rivelò la paura.

No. Giurami che non lo farai.”

Lui che lusingava la morte, ma anelava alla vita…

Le sue labbra tremarono, le dita la strinsero più forte. “Rifiutami, tienimi lontano da te, se vuoi, ma ti prego, ti prego, giurami che non tenterai mai di scoprire.”

Lei respirò profondamente. “Adesso lasciami.” gli disse con voce pacata, opponendo una debole resistenza alle mani che le impedivano di alzarsi.

Regulus la lasciò immediatamente e fece per allontanarsi, ma la mano di lei lo trattenne.

Non intendevo chiederti di lasciare la stanza.” chiarì avvicinandosi lentamente. “Volevo soltanto che tu mi permettessi di alzarmi” continuò “in modo da poterti essere così vicina da non aver bisogno di spiegazioni.”

Poi avvolse le braccia intorno a lui. “Eri tu che mi tenevi lontana.”

Non rispose, ma affondò il volto nei suoi capelli e lei lo sentì tremare.

La tensione invisibile che lo abbandonava lasciandolo disarmato…

Lui che si mostrava senza pudore o ritegno, in tutto quel suo meraviglioso intreccio di contraddizioni… e pretendeva di essere compreso…

Lei già l’amava.

Per ora ho scoperto abbastanza.”





Sei calda…”

Un segreto rubato alla notte.

Un segreto…

Eterno.

Immutabile.

Nemmeno il tempo l’ha scoperto. Gli è sfuggito.

Sei calda…”

E tu, come al solito, sei troppo freddo.”



***

Tu sei la nebbia che maschera e inganna…

Tu sei la tempesta che imperversa e infradicia…

Tu sei la notte… nascondi… e proteggi…

Sei il vortice… e le tue braccia sono il vento che rapisce…

E sei il desiderio… e senza di esso avrei solo l’oblio.”





Invece per me… tu sei solo l’amore…”





“D… dove sono?”

“Sei con me.”





Niente è immortale.”

Nemmeno l’amore?”





FINE.

Angolino dell’autrice: Qui si conclude definitivamente questa storia, che spero che sia stata per voi –proprio com’è stata per me- una piacevole distrazione dalla vita ‘reale’. Me la sono trascinata dietro per lungo tempo, forse anche troppo, ma adesso che siamo giunti alla fine, con tanto di epilogo, mi resta difficile esserne sia pienamente soddisfatta, sia del tutto scontenta. E’ la strana sensazione di mettere il punto finale dopo quasi un anno.

Come credo, tutti possiate immaginare, mi farebbe davvero piacere sapere cosa avete provato leggendo, sempre se avete provato qualcosa, naturalmente… ^__^

Per cui, se qualcuno sente il bisogno di rendermi partecipe dei suoi pensieri –e credetemi, non chiedo di meglio- fatevi avanti e dedicatemi qualche minuto, sarebbe la più grande soddisfazione.^__^

Ma passiamo adesso ai più che dovuti ringraziamenti:

Primo fra tutti, credo di dover rendere il giusto merito a Serpedoro, ineguagliabile beta.

… E Merlino solo sa come ha fatto a sopportarmi!

Ha lavorato sodo per diversi mesi ed è rimasta nell’ombra, lasciando a me le luci della ribalta, ma posso assicurarvi che senza di lei non avrei potuto tenere la testa alta, di fronte a queste pagine. A lei, quindi, va metà del merito… e un miliardo di ‘grazie’!^__^

Vorrei poi ringraziare in modo particolare Elanor, che mi è vicina da sempre, e senza la quale non avrei avuto la forza di andare avanti.

Non so come fai, carissima, ma riesci sempre a vedere qualcosa di speciale in ciò che scrivo, e la cosa più eccezionale è che dopo aver letto le tue recensioni riesco a vederle anch’io! Hai letto con attenzione ogni parola e interpretato ogni riga vuota… davvero, non hai idea di quanto possa essere consolante sapere che per qualcuno, vale la pena di soffermarsi con attenzione su ciò che ho scritto! ^__^Vorrei essere davvero più esauriente e farti sapere fino a che punto sei stata importante, credimi, ogni volta che leggevo le tue parole mi sembrava davvero di aver dato il meglio di me. Riesci a riempirmi di orgoglio e di fiducia e non solo, mi hai mostrato migliaia di diverse sfaccettature, migliaia di interpretazioni meravigliose che per venire alla luce, aspettavano soltanto la tua sensibilità. La maggior parte di loro non erano fatte di proposito, tu le hai viste perché sei speciale. Un bacio.

Tutta la mia riconoscenza va inoltre alle meravigliose lettrici che armate di coraggio e pazienza hanno recensito, e quindi: grazie a EDVIGE (sappi che contavo molto sulla trama e ci tenevo che avesse una sua logica, per cui grazie per non aver dato per scontato che fosse stato facile! ^__^), grazie a Illy91 (non ho parole per ringraziarti e senza dubbio continuerò a scrivere per cui ti ringrazio sin d’ora per il sostegno, ma credo che mi prenderò una pausa: scrivere O.R.Crux mi ha tolto il fiato…-_-!), grazie a redRon (mi sei stata vicina ad ogni capitolo… grazie per aver avuto fiducia!), grazie a AxelC91 (mia cara, ti ho dato l’impressione di una che non ama le romanticherie? ^__^ Scrivi sempre ciò che ami e che conosci… e tutto ciò che ti smuove qualcosa dentro. Romantico oppure no, sarà comunque speciale!), grazie ad Anduril (per aver letto oltre le righe un lieto fine che temevo di essere la sola a vedere e perché hai visto ciò che di speciale esiste tra Regulus e Orlena! Non posso non adorarti! ^__^).

Grazie inoltre a Master Ellie, Ginny06, Daisy05(spero tu stia bene),Aleberyl 90, Ashleigh, Layla-Chan, MaryPotter 92, light lily, Nenad, lunarossa e Acchi.

Spero di non aver deluso nessuno di voi.

E infine, grazie a tutti i lettori, indistintamente.

Joy s’inchina e saluta.

  
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