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Autore: Damon is my husband    27/04/2012    0 recensioni
Questa è una role che ho creato per un particolare evento di un Gdr della quale faccio parte.
Come capirete io interpreto il ruolo di Elena e non la cambierei con nessun altro personaggio.Potete pensare qualunque cosa su di lei ma io l'amerò sempre.
[... Sorrisi senza aver paura,come se fosse normale ritrovare un perfetto sconosciuto nella mia stanza a quell’ora di notte ma con lui era diverso,era come se sentissi di conoscerlo da una vita,era come se avessimo passato tante cose assieme senza che io lo ricordassi,era come ritrovare una parte di me,un qualcosa che avevo perso da tempo. Qualcosa che stavo cercando senza saperlo. Le sue mani m’invitarono ad avvicinarmi e io socchiusi gli occhi lasciandomi trascinare da lui,la sua pelle era così fredda da provocarmi i brividi. Quando le sue braccia si strinsero attorno al mio esile corpo capii di appartenergli...]
Beh,spero di avervi incuriositi almeno un pizzico:)
Buona lettura e grazie per l'attenzione!
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Silenzio e pace erano le uniche cose che riuscivo a sentire rinchiusa in quella stanza. Ero coricata al centro esatto del mio letto matrimoniale,la testa sotto le coperte e le ginocchia accovacciate sul petto. Guardavo il vuoto attorno a me e pensavo a come ci si potesse sentire ad essere completamente e totalmente innamorati di qualcuno. Scossi la testa e cercai di non pensare a come era passato lentamente il tempo trascorso tra le quattro mura di quella casa ormai vuota e triste,quella casa che un tempo era stata piena d’affetto e d’amore,quella casa che ci aveva accolti e protetti sino a quel maledetto giorno. I ricordi erano sfocati e si susseguivano nella mia mente come fossero un film che avevo visto non di recente,un film che mi aveva spaventata restando così impresso nel mio inconscio e invece,purtroppo,quella era la realtà. Avevo passato ogni singolo giorno di quell’estate a maledirmi di essere andata a quella festa quella piovosa sera,continuavo a ripetermi che la colpa non era la mia ma sapevo perfettamente che per un mio capriccio,per la mia testardaggine i miei genitori avevano dovuto abbandonare quel rifugio familiare e caldo,la nostra casa e da quella notte non vi erano più ritornati. [Anche se oramai erano passati quasi quattro mesi potevo sentire ancora il rumore della pioggia che picchiettava sul finestrino di quell’auto e le risate gioiose di mia madre che canticchiava quella dolce canzone rallegrando il viso di mio padre che se ne stava con lo sguardo fisso sulla strada,senza perdere di vista ciò che aveva davanti. La visibilità era scarsa per via della nebbia e della forte pioggia e da quell’abitacolo caldo si poteva a malapena scorgere il cofano anteriore dell’auto. Un grosso rumore di pneumatici bagnati mi colpì in pieno lasciandomi a bocca aperta e senza che potessi avere il tempo di rendermi conto mi ritrovai schiacciata sul sedile anteriore dell’auto. Mi tenevo stretta alla maniglia ma la forza di quell’urto mi spinse contro il poggiatesta del sedile del passeggero,quello in cui stava seduta mia madre. Vidi i suoi capelli color miele muoversi e fluttuare nell’aria prima di riempirsi d’acqua perdendo la loro vitalità; In men che non si dica mi trovai sommersa sotto un oceano d’acqua gelida e violenta. Trattenni appena il respiro mentre le mie lacrime,di spavento si mischiavano con la paura ed il panico. Riuscii a rendermi a malapena conto di ciò che era successo e in un attimo mi ritrovai sdraiata sul marciapiede,l’aria fluiva nei miei polmoni e l’acqua cercava una via d’uscita da un luogo alla quale non apparteneva. Qualcuno che non conoscevo mi picchiettava sul viso e continuava a provocarmi un gran dolore sul petto. Uno..due..tre colpi secchi e sputai fuori ciò che restava dell’acqua che si era impossessata del mio corpo. La mia gola ardeva,bruciava e non riuscivo a spiccicare parola,sentivo un grosso peso sul petto e avevo paura. Per un momento mi dimenticai di come fossero andate le cose ma un attimo dopo fu l’inferno. I miei genitori erano affondati con l’auto ed era stato troppo tardi per tutti meno che per me. Il senso di colpa si impadronì di me facendomi dimenticare chi veramente fosse quella ragazza che solo un paio d’ore prima si stava divertendo ad una festa con i suoi amici ed il suo fidanzato. La mia perfetta vita era rovinata,tutto non aveva più senso e l’unica cosa che volevo era stare con i miei genitori,ovunque essi fossero…] Spalancai improvvisamente gli occhi e mi tolsi la coperta dal viso provando a respirare affannosamente. Delle leggere lacrime avevano iniziato a rigarmi il viso,mi ero addormentata e i ricordi si erano trasformati nel solito incubo. Erano mesi che quel sogno non mi lasciava dormire e i medicinali che mi avevano ordinato non avevano fatto alcun effetto. Cercai di sollevarmi ma il primo fu un tentativo del tutto inutile,ricaddi con tutto il peso sul cuscino. Ritentai una seconda volta,trascinando lentamente il busto e stando attenta ad ogni minimo movimento. Avevo deciso che quel giorno qualcosa doveva cambiare. Il rimorso mi aveva mangiata dentro per tutti quei mesi allontanandomi dalla mia vecchia vita. Avevo perso ogni cosa,Matt era arrabbiato con me e non ero più tanto sicura che Caroline e Bonnie mi volessero ancora nel loro gruppo,le avevo lasciate perdere e mi ero concentrata su me stessa,non avevo fatto niente per essere loro amica,avevo finto di star bene ma non ce l avevo messa tutta dati i risultati. Corsi in bagno e mi sistemai,quel giorno dovevo essere perfetta,quando passavo per i corridoi le persone dovevano percepire il cambiamento,non sarei stata più la ragazzina che aveva perso i genitori. Mi guardai più volte allo specchio e decisi che potevo andare. Scesi velocemente le scale salutai zia Jenna con un leggero bacio sulla guancia prima di precipitarmi in auto e raggiungere la scuola. Quando scesi dall’auto mi sentii impaurita,speravo che tutto andasse per il meglio e cercai di non pensarci troppo. Camminai con passo deciso e veloce guardando dritta davanti a me sotto gli occhi indiscreti di chi mi stava guardando,potevo sentire bruciare la mia pelle sotto il loro sguardo malizioso e indagatore. Sorrisi esattamente trentasette volte,le contai per evitare di entrare in iperventilazione,dovevo tenere la mia mente occupata. Incontrai le mie amiche e sentii il calore dei loro abbracci avvolgermi. Erano sempre le stesse e i sentimenti che provavamo non erano cambiati. Ignorai lo sguardo accusatore di Matt,non avevo il coraggio di affrontarlo,e mi preparai ad affrontare le ore scolastiche che,però passarono velocemente. Salutai Bonnie e Caroline e finalmente riuscii a togliermi quel falso sorriso dal volto,voltai l’angolo e presi la strada che portava al cimitero,rovistai tra le varie cose che avevo nello zaino e lo trovai. Presi tra le mani quel diario pieno zeppo di ricordi e mi precipitai al solito posto. Inciampai e quando alzai lo sguardo lo vidi per la primissima volta. Aveva gli occhi incredibilmente azzurri e un sorriso da togliere il fiato. Le sue mani possenti e protettive mi avvolsero e mi strinsero in un abbraccio evitandomi una caduta traumatica ed imbarazzante,lasciandomi senza fiato per l’emozione. Fu in quell’istante che capii che qualcosa era realmente cambiato. Il suo sguardo duro e accusatorio mi accompagnò per un istante interminabile,il mio fiato corto non voleva riprendere il suo ritmo e il mio cuore prese a battermi all’impazzata. Quell’uomo tremendamente bello scomparve dalla mia vista e pensai di essermi immaginata ogni cosa. Decidi di andare via da quel luogo così misterioso e camminai a lungo per le vie di quella città ripensando a quel volto così dolce e poco familiare,cercandolo negli occhi di ogni persona che incontravo. Ricordavo l’esatto colore dei suoi occhi,non avevo mai visto niente di così bello prima. La fortuna mi abbandonò e per quella sera non ebbi l’occasione di rincontrare il suo sguardo,non ebbi la possibilità di perdermi dentro quel colore favoloso. Mi resi conto di provare uno strano nodo alla bocca dello stomaco ma lo ignorai e mi sdraiai sul letto senza prendere sonno. Mi voltai su me stessa per parecchio tempo prima di riuscire a tranquillizzarmi,ero troppo elettrizzata da quella giornata così strana ed insolita e non riuscivo a pensare ad altro se non a quegli occhi,a quella forza e al suo profumo così dolce e deciso. Socchiusi gli occhi lasciandomi andare a quel leggero sonno e lo rividi,era davanti a me e mi sorrideva. Il mio cuore batteva all’impazzata ma un rumore mi svegliò lasciandomi spaventata e sconcertata,mi voltai e mi guardai attorno accendendo la luce della stanza e rimasi senza parole. Quell’uomo così perfettamente bello era seduto sulla mia finestra e mi fissava sorridente e per niente imbarazzato. Mi alzai lentamente dal letto quasi temendo che quell’immagine così bella e pura potesse sparire e mi avvicinai a lui stando attenta ad ogni minimo movimento,ad ogni minimo respiro. Sorrisi senza aver paura,come se fosse normale ritrovare un perfetto sconosciuto nella mia stanza a quell’ora di notte ma con lui era diverso,era come se sentissi di conoscerlo da una vita,era come se avessimo passato tante cose assieme senza che io lo ricordassi,era come ritrovare una parte di me,un qualcosa che avevo perso da tempo. Qualcosa che stavo cercando senza saperlo. Le sue mani m’invitarono ad avvicinarmi e io socchiusi gli occhi lasciandomi trascinare da lui,la sua pelle era così fredda da provocarmi i brividi. Quando le sue braccia si strinsero attorno al mio esile corpo capii di appartenergli. Aprii lentamente gli occhi e gli sorrisi,lui mi passò una mano tra i capelli e sussurrò il suo nome al mio orecchio . Damon,aveva detto di chiamarsi Damon. Il nodo allo stomaco ritornò. Chissà se era quella la sensazione che si provava quando si avevano le famose farfalle nello stomaco. In quel momento non m’importava più di nient’altro. I suoi occhi mi scrutavano nella penombra della stanza e il suo respiro freddo si fermò davanti alle mie labbra. Cercai di sciogliere i mille nodi che si erano formati nella mia testa e pronunciai incerta il mio nome* ‘Elena…Io sono Elena’ *Sorrisi imbarazzata e confusa e le sue parole mi lasciarono con il fiato sospeso per qualche minuto. Disse “lo so” e sorrise sghembo togliendomi nuovamente il fiato. Spalancai gli occhi e una forte sensazione mi attraversò il corpo,una sensazione del tutto nuova e mai conosciuta prima. Le sue labbra mi sfiorarono il collo e la mia voglia di lui cresceva ad ogni respiro,quando finalmente le nostre labbra si incontrarono il mio coro rimase quasi elettrizzato da una scossa di passione che mi spingeva contro di lui,contro le sue labbra. Finalmente,dopo mesi mi sentivo viva,mi sentivo perfetta e mi sentivo completa come non lo ero mai stata. Le sue mani cercarono i miei fianchi trovandoli con facilità,la sua lingua s’intrecciò alla mia assaporandone il sapore,lasciandosi andare a quella sensazione. In quel preciso istante avevo tutto il mondo tra le mani e non m’importava di nient’altro. Fu quello l’inizio esatto della mia vita.*
   
 
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