Premettiamo che non mi piace.
Non mi piace per niente.
Questa è
per la padrina e la suocera,
spero di
non avervi deluse!
Siamo sempre noi.
I could spend my life in this sweet
surrender
I could stay lost
in this moment forever
Every moment spent
with you is a moment I treasure
Sirius Black.
Quanto
tempo era passato?
Troppo. E
troppo poco.
Troppo, perché ogni secondo lontano da
lui era stato una condanna. Una pugnalata nel centro del petto ad ogni respiro, un incubo vissuto con la luce del sole.
Troppo poco, perché gli anni passati non
erano bastati a cancellare l’orrore. Non erano bastati ad
eliminare dalla sua mente tutto l’odio, le urla e la disperazione portate quell’orribile
notte.
« È stato lui, Remus! Lui! Li ha uccisi! »
Un corpo che cade in ginocchio. Lacrime
che rigano un volto già segnato da troppe cicatrici.
Strinse i
pugni, fissando quel corpo steso al suolo.
Buffo,
era rimasto ben poco del latin lover che aveva conquistato tutte le ragazzine
urlanti di Hogwarts, ai loro tempi. Era uno scheletro, solo uno scheletro.
Ma gli
occhi… oh, gli occhi erano rimasti gli stessi, vero? Sempre
così profondi, sempre così tristi, nonostante tutto.
« Sei sempre così triste » un
sussurro, in una camerata in cui l’unico suono era il russare silenzioso di
Peter, nel letto a sinistra della porta.
« Non ho mai avuto un vero motivo
per essere felice, tutto qui »
« Tu sei fortunato, anche se non
lo sai »
Era
sempre stato fortunato, Sirius. Anche nella sfortuna, lui era stato fortunato.
Era stato
incastrato e spedito ad Azkaban ingiustamente, vero. Però era riuscito a
fuggire. Era riuscito a fare qualcosa in cui tutti avevano fallito. E, in quel
momento, quando un ragazzino di tredici anni avrebbe potuto mandarlo all’altro
mondo, era arrivato lui, a salvarlo.
Fortunato,
sempre fortunato.
Era lui
quello condannato dal destino. Fin da piccolo.
Era
condannato anche in quel momento, osservando quegli occhi argentati e pieni di
incubi.
Era
condannato, perché sarebbero sempre stati uniti.
Siamo sempre noi.
Una carezza su quel viso tanto
amico. Non è una cosa normale, per gli altri.
« Sei bello quando sorridi. I tuoi occhi cambiano colore »
Un altro sorriso storto, di quelli
che ti piacciono tanto. Due volti che si avvicinano, labbra che si sfiorano per
la prima volta.
La sorpresa, soffocata dalle
parole di lui « Tu sei bello sempre »
« Mi prendi in giro? »
« Come potrei? Abbiamo giurato di non scherzare sulle cose serie, fra
Malandrini »
«Però, questo… » le parole
soffocate da un altro bacio.
« Siamo sempre noi »
«A meno
che non fosse lui... a meno che non vi siate scambiati... senza dirmelo?» ancora
sorpresa, nelle sue parole.
A Sirius
piaceva sorprenderlo, sia in modo positivo che in modo
negativo.
In quel
momento non ci fu spazio per l’irritazione, solo per il sollievo. Sollievo, perché il suo amore non era stato
tradito. Perché la purezza che aveva intravisto in quegli occhi non era stata
solo l’ennesimo inganno. Era tutto vero.
«
Scusami. Infondo… siamo sempre noi »
« Che stai facendo? Dorcas ti aspetta! » una voce tremante, mentre delle mani bramose stringono la
fragile carne delle braccia.
« Che vada al diavolo! » passione pura, in
quelle parole, mentre spinge l’altro contro il muro del castello. Siete
nascosti da tutti, fuorché da voi stessi.
« Non puoi… lei ti ama… »
« Ma io amo te, idiota »
« Come puoi mettere in una frase “ti amo” e “idiota”? »
« Siamo sempre noi, no? »
«
Ancora in fuga. Speravo di poter trovare pace »
sbuffò, stravaccandosi sul lettino della Stamberga. Peter era appena scappato, lasciandolo nei
pasticci. Harry era ritornato in Infermeria, con la sua amica, e lo credeva
sparito chissà dove con Fierobecco. Non ce la faceva a fuggire immediatamente,
considerando che era stato quasi succhiato via da un Dissennatore.
«
Padfoot, amico mio, la nostra vita è sempre stata una fuga continua. Prima c’era
stata la McGranitt… »
« Poi
Gazza… »
« Una
volta anche la Sprite… »
«
Lily arrabbiata! »
Si
guardarono, scoppiando poi in un’allegra risata. Come i vecchi tempi, tutto
come allora.
Mancava
James, però. E l’eco della sua risata a pernacchia era una ferita aperta nei
loro cuori.
« Siamo
sempre noi, Moo »
« Tu… lui… insieme » li guarda, ed i suoi occhiali scivolano lentamente dal suo naso, mentre
la mascella gli si sfracella al suolo.
« So che è difficile, Jim, però… noi
ci amiamo, non vogliamo più stare nascosti… » titubanza, terrore. La paura di
essere abbandonato ancora.
« Prongs, smettila di fare il cretino. Ho smesso di fare la zoccola,
come dici sempre, dovresti essere contento » una
forzata tranquillità.
« Io approvo, eh! Basta che non vi trovo a far porcate in Sala Comune…»
« Bastate tu e Lily, per quello »
« Esa…EHI! Io e Lily… non è vero… »
« Non si può neanche scherzare? Siamo sempre noi! »
Un
momento e si sentì spingere contro il muro, un corpo caldo a premere contro il
suo, delle labbra poggiate sul collo. La sensazione di deja
vu sembrò riportarlo a quando avevano diciassette anni.
« Cosa fai, Sirius? Gli altri sono in cucina… potrebbero vederci… » ansimi, mentre quelle mani impazienti accarezzavano il suo
corpo maltrattato dal lupo.
« Non
ti importava, qualche anno fa. Cos’è cambiato? » gesti violenti che lo spinsero verso una delle camere in
quel piano.
Cosa
stavano facendo?
« Non
siamo più dei ragazzini… »
Quello
che sentì, quando lui lo spinse ancora contro un muro, gli fece capire che, in
realtà, non era cambiato niente. Erano ancora dei ragazzini.
« Siamo sempre noi »
Risate, mentre un bambino gattona
allegro su un tappeto sporco di qualsiasi cosa mangiabile mai passata di lì.
«Guarda Baby Prongs, Moo! Guarda, ha la
stessa espressione intelligente di suo padre! »
« A me ricorda l’idiota del suo
padrino »
Il rumore di un cuscino lanciato
che ha centrato il suo bersaglio. Dei suoni soffocati e lo schiocco di un
bacio.
« Siamo due ragazzini »
« Siamo sempre noi »
Quel
colpo, improvviso.
Nessuno
avrebbe potuto fermarlo, nessuno avrebbe potuto
prevederlo.
Va tutto bene, adesso uscirà dall’altro
lato del velo.
Ma lui
non comparì di nuovo. Lui sparì nel nulla. Sparì dietro uno stupido velo.
Afferrò
Harry, non per bloccarlo.
Lo afferrò,
prima che anche lui potesse andare e lasciarlo cadere nell’oblio. Cadere, com’era
già caduto James. Com’era caduto Sirius.
Cadere
giù. Andare lontano.
Si erano
guardati, mentre lui attraversava quella maledetta porta per l’aldilà. Si erano
guardati, Sirius sorrideva, come sempre.
Quella
frase la stava urlando, attraverso i suoi occhi.
Saremo sempre noi.
» Arthie’s Corner
È la prima volta che scrivo su Sirius e Remus.
E non ne sono soddisfatta, per niente.
Fatemi sapere cosa ve ne pare, magari imparo a
fare qualcosa di più decente D:
Non riesco a dire altro T^T
A presto,
A.