Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: CathLan    27/04/2012    7 recensioni
Harry deve partire, Louis lo segue all'aeroporto, cosa accadrà?
-Harry è fuoco divampante che prende carne, ossa e sangue imponendoti di gridare e rabbrividire, non lo puoi afferrare con le mani, puoi lasciarti soltanto bruciare. Harry è vento, che si nasconde e fugge, non rimane, non per tutti. Puoi solo lasciarti carezzare febbrilmente, lasciarti sconvolgere dal tornado di emozioni che ti genera la sua presenza.
Harry è acqua, ti scorre nel corpo in una percentuale quasi paradossale, senza di lui non vivi, dentro di lui rimani in apnea. Puoi solo lasciarti trascinare dalla corrente.
Ed è il tuo cuore, batte forte contro le costole e scivola tra le pareti del tuo corpo cercando di arrivare ovunque, per esplorarti tutto.
Eppure non è tuo.-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A






Wherever you are

 

Protagonisti: Louis Tomlinson/ Harry Styles. Larry Stylinson
Genere: romantico, sentimentale

Note: slash non esplicito/ One shot


Buona lettura


Le persone seppur a centinaia non ti confondono.
Lo segui come un segugio, senza perderlo di vista un secondo. Il suo profumo inconfondibile, un misto tra muschio bianco e vaniglia, ti fa strada verso di lui aiutandoti a non perderlo tra le spalle larghe degli uomini di bell'aspetto e i vestiti ingombranti delle signore di mezza età.
Ti aiutano anche la sua altezza, per niente da sottovalutare, e i suoi capelli, quella massa informe di ricci scombinati che saltellano in corrispondenza dei suoi passi calcati sul pavimento dell'aeroporto.
Sorridi, nel vederlo così sicuro di sé, allontanarsi da te e spingersi verso quel futuro di cui ti immagini a fare solo da sfondo.
Eppure, le labbra, man mano che il suo corpo slanciato si allontana sempre di più, faticano a rimanere incurvate, così come il peso sul tuo cuore riprende a pesare come un macigno.
Vorresti gridare forte fino a far stridere la voce contro la gola, i denti e la lingua, ma quella sua decisione, quella sua maturità ti impongono il silenzio.
Harry non ti appartiene, ha una sua vita da portare avanti, delle scelte da prendere e delle strade da camminare, tuttavia nelle svariate notti passate a dormire al suo fianco non hai potuto far a meno che stringerlo spasmodicamente contro di te, quasi come a voler farlo penetrare nel tuo petto largo, per non lasciarlo scappare.
A volte, egoisticamente, hai voluto sentirlo agitarsi tra le tue costole come un uccellino chiuso in gabbia che frulla le ali rapidamente in cerca di una via d'uscita.
Ma ora tutto sta sfuggendo: i desideri di vivere assieme per sempre, i piani di non dimenticarvi mai l'uno dell'altro, le promesse di amarvi sopra ogni altra cosa, tutto sta svanendo come la pioggia, che dopo averti bagnato di bugie se ne va sempre, asciugandoti con l'amara realtà.
L'unica cosa che ti viene da pensare quando voltandosi ti porge una lieve occhiatina, per accertarsi se ci sei ancora o ti sei finalmente arreso a lasciarlo andare, è che Harry è la cosa più bella ti sia mai capitata di scorgere. Con quel suo modo repentino di cambiare umore, con quel suo modo strano di lasciarti. E' la cosa più bella ti sia mai capitata, il primo pensiero che ti sconvolge al mattino presto e l'ultimo che ti fa fremere la notte, prima di decidere di incontrarlo nuovamente nei tuoi sogni più sfacciati e smielati. 
«Harry!» ti decidi ad urlare, per raggiungere le sue orecchie, nascoste come sempre dai riccioli folti color della sabbia bagnata.
Come ti aspettavi si volta e, con un sopracciglio inarcato si ferma, in contrapposizione a tutta l'orda di gente che cammina frenetica.
E' spettacolare pure ora, mentre a bassa voce ti maledice, perché così state dando nell'occhio e qualcuno potrebbe anche riconoscervi.
Un angolo della bocca ti si piega e lui sbuffa, facendoti segno con una mano di fare quello che devi.
Cammini verso di lui. Lo fai lentamente, perché un po' ti piace quando perde la pazienza e allarga le narici. 

«Cosa vuoi?» esordisce, troncando il tuo avanzare a circa quaranta centimetri di distanza dal suo corpo monumentale.
«Devo parlarti e se magari mi aspetti faccio a meno di urlare» ti stringi nelle spalle, come se fosse ovvio. Ma infondo ovvio lo è davvero.
«Dimmi.»
Spiazzato da quel suo modo brusco rimani in silenzio. Lui sbatte la punta bianca dell'All star contro il pavimento lucido, come a tenere il ritmo di una canzone che nella sua testa probabilmente sta rimbombando a tutto volume.
E' ancora arrabbiato per la scenata di qualche giorno fa, in cui ti sei messo a gridare per fargli cambiare idea, per fargli entrare in testa che mollare i One direction per intraprendere questa breve carriera da solista lo porterà soltanto alla rovina.
Stringi gli occhi celesti nei suoi e lui sbuffa, stizzito. «Quando ti sarai deciso fammi un fischio» si volta e ricomincia a marciare, verso quella sua meta così distante da te.
Il cuore si ferma e poi parte il timer. Se non ti muovi lo perderai per sempre, la bomba scoppierà e te lo porterà via. Così, con il conto alla rovescia impresso nel cervello che ti impone di cogliere l'attimo agganci l'indice e il medio alla sfilza di braccialetti che tiene al polso e lo blocchi. Uno si sgancia e cade a terra, nello stesso istante in cui il suo sguardo ti incenerisce.
«Ripeto: cosa vuoi?» non si scomoda nemmeno a raccogliere il braccialetto, dopo averlo visto e aver constatato che è uno dei tuoi primi regali se ne frega e lo molla lì, a giacere come un qualcosa di scontato, senza una storia.
Non ce la fai e tutto il discorso preciso che ti eri preparato in vista della sua partenza svanisce, come il fumo del camino del vostro appartamento, che passato il cunicolo si disperde nell'aria invernale, raccontando al cielo i vostri segreti.
Respiri a pieni polmoni, infilando le mani tremanti nelle tasche dei pantaloni beige che tanto ami perché li avete comprati insieme. «Voglio dirtelo qui, davanti a tutta questa gente che forse nemmeno ci capirà perché mi sembra giusto fare qualcosa di speciale -sorridi e con la forza della mente fai scomparire alla vista tutti i passanti, rimane solo lui doloroso come il dipinto più fatale- insomma, non penso qualcuno l'abbia mai fatto per te e ci tengo, è una cosa romantica e voglio farla, per te. Ti meriti ogni mia fottuta frase smielata, ecco.»
I suoi occhi color delle foglie appena nate sugli alberi solenni delle foreste più maestose si posano su di te, mandandoti per un attimo fuori rotta. Cosa dovevi dire? Ah sì, che l'ami.
«Harry, non so bene da dove cominciare, ma il fatto è che questa cosa che te ne vuoi andare mi sta sconvolgendo l'esistenza. Lo sai bene, sei sempre stato il mio tutto, il centro della mia esistenza, il sole del mio pianeta e ora che hai deciso di percorrere un'altra orbita non riesco più a ruotare nel modo giusto, mi sembra di girare a vuoto, senza un motivo. Voglio dire, so di essere un coglione, di aver sbagliato molte volte, non meritandomi spesso il tuo perdono, ma tu me l'hai sempre concesso, perché tu ci sei sempre stato. Quando ho preso in mano la mia vita e sono diventato un cantante, quando ho preso la mia prima sbronza, quando ho ricevuto il mio primo “ti amo” e il mio primo “ti odio”, quando ho pianto per due ore chiuso dentro il bagno della mia camera perché El mi aveva lasciato, tu c'eri, seduto fuori poggiato alla porta in silenzio con i fazzoletti in mano, tu c'eri anche quando non c'eri e quando poi dicevi di non volerci essere più. E voglio proprio sapere come potrei fare o diventare senza di te, perché questa cosa mi sembra proprio impensabile.»
Il tuo sproloquio sembra colpirlo perché i suoi occhi diventano liquidi, come se un mare turbolento cerca di crollargli sulle guance, sprofondando tra le fossette che si sono create accanto al suo sorriso involontario.
«Cosa dovrei fare secondo te?» domanda con la voce molto più ferma di quanto vi aspettavate. «Non voglio rimanere a Londra, anche questa cosa fa parte di me. Voglio andare veramente in America a promuovere questo cd singolo, anche se ci vorranno sei mesi.»
«Ci ho pensato e l'ultima cosa che voglio è che tu rinunci a questa cosa, solo non voglio che tu ti dimentichi di me, non voglio doverti dire “addio”, non voglio ricordarmi il tuo sorriso o il tuo profumo, non voglio piangere tra le lenzuola fredde come il ghiaccio perché tu non ci sei e non tornerai. Promettimi di tornare Harry, prometti che il mio posto nel tuo cuore resterà saldo. Prometti di non innamorarti della prima che capita.»
Il dolore della mancanza è impalpabile, come la mancanza stessa. E' un vuoto, un buco nero che risucchia ogni cosa fino a farla divenire il nulla più assoluto ed immateriale. Tutto ciò che vuoi è permetterti di sperare nel suo ritorno, di sognare il suo ritorno e di vederti felice insieme a lui in un futuro.
Harry è fuoco divampante che prende carne, ossa e sangue imponendoti di gridare e rabbrividire, non lo puoi afferrare con le mani, puoi lasciarti soltanto bruciare. Harry è vento, che si nasconde e fugge, non rimane, non per tutti. Puoi solo lasciarti carezzare febbrilmente, lasciarti sconvolgere dal tornado di emozioni che ti genera la sua presenza. Harry è acqua, ti scorre nel corpo in una percentuale quasi paradossale, senza di lui non vivi, dentro di lui rimani in apnea. Puoi solo lasciarti trascinare dalla corrente. Ed è il tuo cuore, batte forte contro le costole e scivola tra le pareti del tuo corpo cercando di arrivare ovunque, per esplorarti tutto.
Eppure non è tuo.
«Ma cosa dici?» non sa se ridere o piangere, così scuote il capo canzonatorio. «Come potrei dimenticarmi di te? Come potrei innamorarmi di un'altra persona che non sia tu? Sei proprio un idiota.»
Sì, lo sei, ma è l'amore. L'amore rende il grande corpo umano, eccellente nella forma e nell'intero, uno stupido involucro fragile come porcellana bianca.
«Prometti» ripeti semplicemente, con gli occhi brillanti dal magone che pian piano risale dallo stomaco chiuso in una morsa d'acciaio.
E prendendoti alla sprovvista come sempre, come un pallone lanciatoti alle spalle dal nemico a palla prigioniera, si china dinanzi a te posando un solo ginocchio per terra. Sembra un principe pronto a ricevere la benedizione. «Prometto d'amarti e onorarti per sempre Louis William Tomlinson» sogghigna, con ancora un velo trasparente a fare da patina alle iridi verdazzurre.
Se fossi un tipo che arrossisce ora saresti rosso dal mento alla punta delle orecchie, ma non lo sei e così semplicemente sospiri e gli posi un palmo sulla testa in una carezza leggera. «Quindi ti aspetto senza morire di crepacuore?»
Annuisce e la tua mano segue il movimento della sua testa penzolante. «Lo sai che senza un pianeta che gli gira attorno il sole sarebbe il niente? Senza di te non sarei nulla, splenderei senza una ragione, con te che mi giri attorno ho un motivo per fare ciò che faccio, per esistere. E' anche per te che inseguo questo mio sogno, voglio maturare e cercare di divenire una persona migliore, completa. Voglio riuscire a starti accanto senza sentirmi inferiore o immeritevole.»
Le emozioni sono difficili da raccontare, ma ora, con Harry inchinato al tuo cospetto pronto ad aprirti il suo immenso cuore, tutto ciò che senti è il profumo che precede la pioggia, il colore dei fiori sbocciati da qualche ora, il pianto di un bambino appena nato, il sapore del gelato il giorno più afoso dell'anno, la sensazione delle sue dita che ti percorrono la schiena la notte.
«Sono io che ho ancora un sacco di strada per poter arrivare a meritarmi la tua presenza» e nel dirlo ti chini, sedendoti sui talloni, portando i polpastrelli della mano ancora posata sui suoi capelli a sfiorargli la guancia. «Da oggi che ne dici se ci tiriamo su le maniche e lavoriamo per arrivare a sentirci meritevoli di stare l'uno al fianco dell'altro? Tu insegui questo tuo nuovo sogno, io migliorerò questo che sto ancora realizzando e poi finalmente potremo rincontrarci, migliori e più innamorati di prima, che dici?»
Sorride, amabile. Il suo splendido sorriso non ti stancherà mai. Harry è una di quelle persone che più la guardi e più le vuoi guardare, a cui non riesci a trovare un minimo difetto che possa trafiggere il dipinto che ti sei creato nella mente. «Ci ritroveremo.»
Ti avvicini, lui inclina la testa e le tue labbra arrivano al suo orecchio sinistro. «Ti amo.»
Anche se non puoi vederlo sai che in questo momento sta ridacchiando silenziosamente, lo capisci perché la sua spalla contro la tua tremola. «Io di più.»
Dentro di te ti dici che non è vero, perché tu lo ami davvero troppo, anche molto di più di quanto non avevi mai immaginato di poter arrivare a fare. Un po' come ami la vita, come devi amarla, tu ami lui e la sua. Il fatto che vi sia stato concesso di incrociare le vostre strade, il fatto che vi sia stato concesso di amarvi così intensamente, con tutte le vite che popolano il mondo e che potrebbero innamorarsi di voi in un istante, ti fa sentire più conscio che non è stata opera del caso. Il filo rosso del destino aveva ad un capo stretto il tuo mignolo e all'altro il suo, pronti ad intrecciarsi.
Quando vi alzate Harry ha in mano quel vecchio braccialetto scolorito di cuoio, comprato il giorno delle riprese di “Gotta be you”. Lo ammira e poi te lo porge. Tu lo prendi e te lo metti. «Tornerò e me lo riprenderò.»
«Non mi importa come verrai qui, l'importante è che verrai» ti sembra di cantare “Get here” di Oleta Adams e anche lui sembra accorgersene, perché si mette a canticchiarne il ritornello.
Poi un grosso applauso parte e tutto il vostro momento magico si spezza. Vi guardate intorno mezzi traumatizzati, con gli occhi chiari sgranati e vi rendete conto solo ora che una folla numerosa di giovani e vecchi vi ha circondato e molto probabilmente -sì, certamente- ha pure sentito ogni cosa. Alcuni hanno addirittura filmato la scenetta con i cellulari.
Rivolgendovi un'occhiata stralunata scoppiate a ridere, lasciando il “pubblico” a bocca aperta.
Non è certo questo il modo in cui avevate in programma di far sapere della vostra relazione al mondo, ma non potete di certo lamentarvi.
Cosa c'è di più bello che l'assistere allo splendore di un amore bello come un'aurora boreale? «Mio sole, andiamo o perderai l'aereo.»
Harry annuisce e ti carezza una mano, la fa strisciare sulla tua e poi le allaccia. Ora che potete farlo senza preoccuparvi, dopo tre anni passati a nascondervi, è inutile trattenersi e fare i timidi. Con l'altra mano, quella libera, ti afferra per la nuca e ti spinge verso il suo viso. Ti scocca un bacio a stampo sulle labbra e poi ci sorride sopra, libero da un peso che vi stava soltanto opprimendo inutilmente. «Andiamo, mio piccolo pianeta.»

I don't care how you get here, get here if you can. 


                                                                                          

                                                                                                                               
  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: CathLan