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Autore: paffywolf    28/04/2012    1 recensioni
Questa storia fa parte della raccolta "7 piccoli peccati": 7 pairing, 7 one-shot a sé stanti, 7 vizi capitali come filo conduttore. Buona lettura!
1) Acedia: I could have done more (Quick)
«La bambina si accoccolò a lui e appoggiò la testa sulla sua spalla, sorridendo ad occhi chiusi mentre si godeva quello che sarebbe stato il loro ultimo abbraccio. »
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '7 piccoli peccati'
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Acedia - I could have done more




Gli ultimi scatoloni restavano lì, accanto alla cassetta della posta di quella che ormai non era più casa Corcoran.
La piccola Beth camminava piano sul prato del giardino, rincorrendo una farfalla che sfuggiva sempre alla presa delle sue piccole mani. La seguivo con lo sguardo con un sorriso inconsapevole stampato sul volto, una smorfia a metà tra dolore e gioia.
“Allora Miss Corcoran, la saluto.”disse l’agente immobiliare, stringendole la mano.
“La ringrazio davvero tanto per l’aiuto che ci ha dato.”rispose Shelby con un sorriso. “Se dovessimo aver dimenticato qualcosa la prego di contattarmi telefonicamente e provvederò a farle avere tutto ciò che serve quanto prima.”
“La ringrazio davvero tanto, ma credo sia tutto ok. La famiglia Hannon si trasferirà qui la prossima settimana.”
“Perfetto, mi saluti Louis e sua moglie allora.”
“Sarà fatto, signorina. Le auguro buon viaggio.”
Shelby raccolse dal prato una margherita e la infilò in una bustina di plastica prima di inserirla tra le pagine di un libro. La sua gonna ampia si agitava appena nel vento mentre si avvicinava all’auto, tentando di mascherare la malinconia di quel momento con un sorriso appena accennato. Raccolse gli ultimi scatoloni e li appoggiò sul sedile posteriore, tirandovi fuori qualche oggetto per il viaggio che la attendeva.
 
Io e Noah eravamo seduti sul muretto del giardino, continuando a osservare nostra figlia che rideva felice inseguendo quella piccola farfalla dalle ali gialle.
Puck scese dal muretto e si avvicinò a Beth, sedendosi poi sul prato accanto a lei. La bambina si voltò nella sua direzione con un sorriso e si gettò tra le sue braccia aperte, ridendo rumorosamente mentre il ragazzo le faceva il solletico al collo. Puck la abbracciò poi forte e la prese in braccio, avvicinandosi al Range Rover di Shelby.
Li seguii intimidita, testimone forse scomoda di quel momento di addio tra Beth e suo padre. Puck la baciò su una guancia e la guardò intensamente per qualche istante, mentre la piccola accarezzava la sua cresta con un sorrisetto divertito sul viso. Lui si sforzò di sorriderle ancora, ma i suoi occhi rilucevano di lacrime che mai e poi mai avrebbe lasciato fuoriuscire. La bambina si accoccolò a lui e appoggiò la testa sulla sua spalla, sorridendo ad occhi chiusi mentre si godeva quello che sarebbe stato il loro ultimo abbraccio.
“Fai la brava, scimmietta. Se a scuola ti prendono in giro, tu sii più tosta di loro. E non fare sesso prima del matrimonio, a meno che non sia con un tipo super-speciale e super-fico come il tuo papà.”disse lui con una vocina stridula. Beth rise di nuovo.
“Oh, ci vorrà molto tempo prima che Beth si occupi di queste cose. Per adesso direi di non preoccuparci.”gli dissi io.
Shelby si avvicinò a noi e ci abbracciò, prima di prendere Beth dalle braccia di Puck. Salutai mia figlia con una semplice carezza su una guancia, con il rimpianto di non essere riuscita a creare un vero rapporto con lei,  visto che piangeva disperata ogni volta avessi tentato di prenderla in braccio.
“In bocca al lupo per tutto, ragazzi. Vi manderò presto delle foto di Beth, è una promessa.”
“Arrivederci, Shelby.” le disse Puck.
“Buon viaggio.”mi limitai a sussurrare io.
La donna entrò in macchina e assicurò la bambina al seggiolone, poi percorse in retromarcia il vialetto e ci salutò con la mano. Seguimmo la sagoma della sua auto fino a vederla sparire dietro l’angolo.
“Secondo te come si troveranno a Boston?” chiesi a Puck.
“Shelby è una tosta, se la caveranno.”borbottò lui, mordendosi il labbro. “Dai vieni, ti do un passaggio a casa.”
 
Eravamo già sul vialetto di casa mia quando i nostri cellulari squillarono quasi in contemporanea. Era Shelby:Beth vi vuole felici : )
La foto in allegato ritraeva noi tre insieme in quella che era stata la nostra ultima gita, un pic-nic in un boschetto appena fuori città. Eravamo seduti sull’erba e io tenevo Beth sulle ginocchia, osservandola assorta mentre Puck faceva delle smorfie per farla ridere. Era una foto dolce e straziante al tempo stesso, perché ritraeva qualcosa che avevamo lasciato andare via per sempre.
“Sai, a volte mi pento della scelta che ho fatto.”dissi io dopo un po’.
“Darla in adozione?”
“Mm-hmm. Continuo a chiedermi se sarei stata capace di crescerla, se sarei riuscita a supportarla come riesce a fare Shelby.”
“Saresti stata una madre fantastica, ne sono certo.”disse Puck, afferrando la mia mano e stringendola.
“E per quanto mi riguarda, tu saresti stato un magnifico papà.”gli dissi con un sorriso.
“A volte io invece mi chiedo se ho fatto tutto ciò che potevo. Sia con lei che con te.”
“Che intendi?”
“Ci siamo lasciati malamente Quinn. Prima di Lauren stavamo bene assieme, no?”
“Tua madre non mi lasciava mangiare bacon.”dissi ridendo, dandogli un leggero buffetto sulla mano. “Hai presente cosa significa non far mangiare a una donna incinta qualcosa di cui ha pazzescamente voglia?”
“No.”
“Ecco, immagina una piscina piena zeppa di ragazze stupende. Curve mozzafiato, tutte in bikini. E tu sei legato a una sedia a sdraio, costrette a mangiartele con gli occhi e a non poter fare altro. Come ti sentiresti?”
“Da schifo, credo. Un po’ come mi sento adesso. E’… è assurdo a dirsi, ma Beth mi manca già da morire.”
“Manca anche a me... Però dobbiamo andare avanti con la nostra vita, Puck. Io ho Yale che mi aspetta.”
“Posso confessarti un segreto?”
“Certo.”
“Pulire le piscine per me non è più solo un lavoretto. Ormai sono diventato bravo e mi piacerebbe fare di questo un vero lavoro.”
“Ma a Lima non ci sono molte piscine, lo sai.”
“Lo so. Ma non è solo per le mammine sexy, posso assicurartelo. E’ solo che ogni volta che vedo una piscina mi torna in mente Beth che fa il bagnetto, come quella volta al lago.”
“Con il costume lilla che le avevi regalato.”aggiunsi io, mostrandogli dal mio cellulare una foto che ritraeva una bambina completamente ricoperta di viscido fango marrone.
“Era tutta sporca di fango quando è uscita fuori dall’acqua!”ridacchiò lui. Rimanemmo qualche minuto in silenzio, continuando a osservare le fotografie dei rispettivi cellulari, scorrendo immagini e ricordi di nostra figlia. L’ultima foto dell’album di Puck ritraeva me in ospedale, con Beth appena nata in braccio.
“Come mai conservi anche questa?”gli chiesi. “Non ti ho nemmeno visto scattarla.”
“Eri troppo presa da lei per accorgerti di me. E la conservo perché in quel momento mi sentii felice come mai lo ero stato prima. Beth era nata e tu... tu eri splendida, nonostante il sudore e gli insulti che mi avevi tirato dietro durante il parto. E... merda, non voglio piangere.” disse, continuando a battere le palpebre per cercare di non far fuoriuscire le lacrime.
“Vorrei aver avuto le palle per prendermi cura di te e di lei come dovevo. A quest’ora saremmo una famiglia come le altre, saremmo insieme.”
“Era giusto che le cose andassero così, almeno per lei. Shelby se ne prenderà cura, ne sono certa. Stai tranquillo.”
Puck mi confessò che aveva pianto solo due volte in vita sua: quando suo padre andò via da casa e in quel momento, mentre eravamo in macchina insieme. Rimanemmo per ore in quella macchina, mentre il sole lentamente tramontava e Noah continuava a raccontare e a rivivere momenti vissuti insieme a nostra figlia, sfogliando album di foto dal suo e dal mio cellulare. Tutto, pur di sfogarsi.
“Cazzo, è tardissimo.” disse all’improvviso. “Mia madre mi ammazzerà, dovevo passare a prenderla alle 6!”
“Scusami ma devo mollarti, Q.”
“No problem, ci vediamo domani a scuola.”gli dissi, scendendo dall’auto.
“Ah, Quinn?” esclamò. “Il tuo cellulare.”
Riaprii la portiera e tesi una mano; lui mi strinse appena il polso per attirarmi a se in un soffice, tenero bacio. Mi colse talmente di sorpresa che non chiusi nemmeno gli occhi. Godetti solo per qualche istante del calore delle sue labbra morbide, allontanandomi da lui quasi subito scuotendo la testa.
“Sei un troglodita.”ridacchiai, mentre chiudevo la portiera dell’auto.
“Buonanotte Quinn.”sussurrò sogghignando, prima di avviare il motore dell’auto.
E in quel sorriso appena accennato rividi tutto l’amore che lo spinse a farmi sua, durante quella notte di più di due anni prima. L’amore che lui provava per me. L’amore che lui provava per Beth.

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Saaaalve. :)
Ho iniziato questo nuovo progetto, basato sui 7 peccati capitali. Si tratterà di 7 one-shot unite da questo filo conduttore, infatti ogni coppia avrà un suo "peccato da espiare" o comunque un peccato che la caratterizza. Le situazioni narrate saranno sempre differenti e a rating sempre diverso: missing moment, what if o semplicemente storie basate su piccoli spoiler.
In questa prima storia ad esempio ho voluto trattare un missing moment: l'addio di Beth e Shelby a Quinn e Puck, una scena che può essere inserita sia subito dopo Natale che dopo le Regionali, a voi decidere.
Non è ancora ben chiaro se Idina ritornerà visto che si era detto non fosse sparita del tutto, in ogni caso ho voluto descrivere questa scena soffermandomi sopratutto sulla figura di Puck. Il peccato di cui lui si è macchiato è infatti quello dell'accidia, in quanto non è stato capace di affermare la sua volontà e di darsi da fare per tenere Beth e Quinn con sè. Ovviamente si tratta di letture personali, non sono la Santa Inquisizione eh? XD
Il prossimo peccato trattato sarà l'avarizia. Ma il pairing non ve lo dico perchè sono cattiva. :)
Lasciatemi qualche commento o recensione se gradite, sarò prontissima a rispondere a tutte le vostre domande. Anche perchè sono curiosa di scoprire se quella che ho in mente è una buona idea oppure una "cagata pazzesca" [cit.]! :P
Roberta

   
 
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