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Autore: Saphira96    28/04/2012    7 recensioni
Durante la lettura dei libri e soprattutto di Breaking Dawn si è accresciuta la mia antipatica verso Jacob. Non so perchè ma l'ho sempre visto come il 'terzo incomodo' e poi quando ha smesso di esserlo non mi è piaciuta l'idea dell'Imprinting tra lui e Renesme.
Ecco qui come immagino la reazione e i sentimenti di Renesme quando viene a consocenza di ciò che la lega a Jacob. Ma soprattutto del suo amore corrisposto per un personaggio piuttosto curioso. Buona Lettura.
~ Mi dispiaceva, ma non era l’unico a soffrire. Avevo sempre visto Jacob come un amico, e fin da piccola avevo detto che lui era mio, ma soltanto come amico o fratello e non come qualcosa di più. ~
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Amore corrisposto


Boom

Mi svegliai di soprassalto, mi trovavo nella mia stanza di sempre ma in un letto diverso; era più grande. Un normale letto singolo per adulti. Mamma e papà avevano messo via la culla al mio terzo anno di vita, alla fine si dice che i bambini normali iniziano a cambiare letto e quindi a diventare indipendenti intorno a quell’età. Quindi tutti – esclusa la mia crescita prematura – mi avevano sempre vista come una normale bambina.

Boom

Dalla mia finestra si affacciò – spiando verso l’interno – un enorme lupo marrone, Jacob abbaiò. Io sapevo che di solito voleva dire ‘ ehy Nessie dormigliona sveglia ‘ erano 16 anni che ormai sentivo lo stesso ululato e con il tempo avevo iniziato a capire cosa Jacob voleva dirmi con i suoi ringhi, quando era in forma di lupo. Alzai la testa dal cuscino: < piantala Jacob! > gridai. Fino a qualche tempo prima adoravo i risvegli di Jacob, di solito mi alzavo allegramente facevo colazione mi lavavo e entravo nell’enorme cabina armadio che zia Alice mi aveva personalizzato, e poi uscivo fuori e trovavo lui che mi aspettava paziente. Adesso invece mi infastidiva la sua presenza, e il suo ululato. Non riuscivo ancora a spiegarmi il perché.

< Ehy Nessie che ti prende?! > esclamò Jacob, dopo aver ripreso la sua forma umana.
< Nulla Jake è solo che ho sonno! > risposi, fiondando il viso nuovamente nel cuscino.
< Uff accidenti ultimamente hai sempre sonno, devo chiedere a Carlise di darti un occhiata … > sentenziò lui preoccupato.
< Non c’è bisogno che disturbi il nonno, io sto benissimo >
< Ma Nessie tu… >

Da un po’ di tempo mi dava fastidio il suo comportamento preoccupato, a volte ossessivo e possessivo.

< Uffy sto benissimo, ecco vedi?! > provocai alzandomi dal letto e alzando le braccia al cielo < oggi non posso venire con te, devo andare con zia Alice a fare compere > aggiunsi. In realtà era vero, qualche giorno prima zia Alice mi aveva detto che un giorno – a mia scelta – saremmo andate insieme a fare shopping. E quale giorno migliore se non quello?
< E va bene, ci vediamo più tardi… sei tale e quale a tua madre … > disse a mo’ di lamentela.

Ormai che ero sveglia mi diressi in cucina, mamma mi stava preparando la colazione. < Buongiorno mammina! > esclamai, lei mi guardò con i suoi – che poi erano anche i miei – occhioni castano nocciola. Mamma, infatti, era riuscita a riacquistare il colore degli occhi di sempre e io adoravo guardarli.
< Buongiorno Nessie! > rispose sorridendo < la colazione è quasi pronta! > aggiunse facendomi segno di sedermi. Io ubbidii e iniziò a servirmi, ormai la lasciavo fare perché sapevo che per lei era uno dei tanti modi per dimostrarmi il suo affetto. E poi la facevano sentire bene.
< Non sapevo che oggi devi andare con zia Alice > disse, a volte odiavo il super udito che avevano i membri della mia famiglia.
< No infatti l’ho deciso sul momento > risposi facendo spallucce.
< Prima o poi mi dirai cosa ti succede?! Non sei più tu con Jake … voglio dire prima lo adoravi … >
< Mamma si cambia e si cresce > risposi in modo sarcastico. Sapevo che lei non sarebbe andata più oltre e non avrebbe insistito sulla faccenda, perché sentivo che lei mi aveva già capita. Con lo sguardo basso finii la mia colazione e mi diressi verso il bagno.

C’era voluta una buona mezz’ora per decidere quale vestito mettermi, perché da un lato volevo far contenta – almeno quel giorno zia Alice – mentre dall’altro non avevo intenzione di mettermi un vestito che avrebbe potuto dare nell’occhio. Quindi alla fine decisi di mettere una gonna di jeans pieghettata e una magliettina con un enorme fiocco disegnato con gli strassini, e poi delle ballerine. Non avevo tanta fame, quindi decisi che avrei cacciato l’indomani.

Uscii da casa, per dirigermi a casa dei nonni – mamma era già lì – e dove l’avevo lasciato c’era Jacob che dormiva in forma di lupo. Contenta che non avrei dovuto affrontarlo mi avviai furtiva al ruscello e con un agile balzo mi ritrovai dall’altro lato.

< Nessie nipotina mia! Pronta? Bella mi ha detto i tuoi piani > disse facendomi l’occhiolino. In realtà sapevo che lei lo aveva già visto. Sapevo che non poteva vedere la mia giornata ma magari si era concentrata sulla sua.
Sfoggiava un sorriso smagliante, e non appena vide cosa indossavo mi disse: < Non ho proprio speranza né con te e neanche con Bella > poi finse un aria avvilita.
< Vedila così Alice: almeno lei mette le gonne di sua spontanea volontà! > esclamò in mia difesa mia madre che doveva aver udito quello scambio  di battute ed era venuta in mio soccorso.
< Oh beh su questo hai ragione … ma io non mi arrendo abbiamo o non abbiamo l’eternità!? Vedrete che vincerò io! > disse aprendosi nuovamente in un sorriso.

Mamma  mi prese per mano, e ci dirigemmo in casa Cullen. Adoravo quella casa, forse perché quello era il luogo in cui ero nata – sono una delle poche che può vantarsi di ricordarlo - e in cui ero cresciuta passandovi la maggior parte della mia infanzia. Appena zia Rosalie sentì la mia voce in salotto si precipitò per le scale e mi diede un grosso bacio sulla guancia. Adoravo essere l’unica nipote della famiglia.

Qualche minuto dopo io, zia Alice, zia Rose, e mamma – queste ultime dopo aver insistito – ci dirigemmo in garage per scegliere una macchina. Alla fine prendemmo quella della mamma , che mamma chiamava ‘la macchina del prima’ , il perché non ero mai riuscita a capire.

Nella tarda mattinata tornammo a casa, era sempre faticoso fare shopping con loro. L’unica a essere d’accordo con me sulla scelta dei vestiti semplici era mia mamma. Con il girare dei negozi mi ero perfino chiesta se le zie conoscevano il significato di vestiti semplici, volevo dei vestiti con i quali sarei potuta uscire abitualmente.

Papà era nel salotto che suonava il pianoforte, la ninna nanna che io adoravo sin da piccola.

Zio Emmett e zio Jasper erano andai a caccia, aveva detto zia Alice, prima ancora di arrivare a casa.

< Buongiorno tesoro! > mi disse senza smettere di suonare < amore sei già tornata! > esclamò guardando la mamma. Si diresse da lei e le diede un lungo e appassionato bacio e poi mi diede un bacio a me sulla fronte.
< Nessie è venuto Jake a cercarti! > mi disse papà.
< Ok > mi limitai a dire, la verità era che non avevo proprio voglia di vederlo.
< Lui vuole parlarti > mi disse ancora. Il suo tono era preoccupato, ansioso e nervoso allo stesso tempo.

Jacob arrivò, forse mi stava aspettando nascosto nelle vicinanze. Aveva la sua forma umana e i capelli che gli arrivavano alle spalle.

< Nessie dormigliona! > si avvicinò a me e tentò di darmi un bacio sulla guancio, ma io mi spostai e andai accanto zia Rose, sapevo che lei aveva una certa avversione verso di lui. Se fosse successo qualche mese prima probabilmente mi sarei messa a ridere alla vista della sua faccia inebetita, ma mi trattenni.

Dieci minuti dopo arrivarono gli zii e insieme a loro  c’erano nonna Esme e nonno Carlise, per un attimo pensai che non era un coincidenza. Tutti mi salutarono con un sorriso, zio Emmett scambiò qualche battuta con la mamma  ma poi il silenzio calò dando spazio a Jacob. Timidamente si piantò a pochi passi da me e cercando un cenno – che non trovò -  che lo incoraggiasse iniziò a parlare: < Nessie ti ricordi, anche vagamente, quando sei nata? > mi chiese.

Che domanda stupida. Certo che mi ricordavo, papà mi ha aiutata a nascere, e poi ho visto la mamma, la zia Rosalie e lui.
< Certo > risposi.
< Bene, ehm, ti ricordi la prima volta che mi hai visto? > mi chiese in modo impacciato.
< Si. Jake cosa vuoi dirmi? > mi stavo iniziando a scocciare.
< Sai come funziona la cosa tra noi licantropi? > domandò ancora.
< Mutaforma > lo corressi < e comunque si lo so, voi siete normali fino a una certa età e poi il vostro istinto vi fa cambiare forma > .
< Jacob sei proprio una frana per spiegare le cose > si intromise mamma sbuffando.

Lui la guardò e accennò a un sorriso, ma in viso aveva una maschera di paura.

< Si ma quello che sto cercando di capire, è se sei anche a conoscenza dell’ I… > continuò, ma all’ultima parola si bloccò.

Allora mi ricordai, voleva parlarmi dell’Imprinting che la sua specie può avere con le persone. Quil lo aveva avuto – stando ai racconti che aveva sentito una volta tra di loro – con una bambina. Dicevano che quando la bambina sarebbe cresciuta avrebbe capito e allora si sarebbero amati. Se non ricordavo male Imprinting voleva dire ‘spostamento di gravità’ un licantropo alla vista di una persona si accorgeva che quella era la sua esistenza, il suo Universo. Ma perché Jacob stava parlando a me dell’Imprinting? Ad un tratto una conversazione, più che altro lite, affiorò nella mia mente: ero piccola e mamma mi aveva per la prima volta vista dopo la sua trasformazione, mamma aveva accennato arrabbiata a qualcosa come ‘genero’ poi si era lamentata a proposito del mio soprannome e infine gli era saltata addosso.

Ad un tratto tutto mi appariva più chiaro, una grossa lacrima mi rigò il viso, mamma mi si avvicinò e io le posai una mano sul viso le chiedevo se era vero, le facevo rivivere quel momento di qualche anno prima, le chiedevo con paura cosa dovevo fare. Lei mi guardò negli occhi aveva una sfumatura dorata. Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò < fa quello che ti senti di fare > . Mi girai verso papà e lui mi fece un cenno di assenso, sapevo che lui aveva assistito al mio scambio di pensieri con la mamma e anche al suo consiglio.

< E se io rifiutassi? > chiesi ad alta voce a Jacob facendomi coraggio.
< Io morireri … > mi disse con tono straziante.
< E se invece accettassi ma a morire sarei io? > chiesi ancora, asciugando l’ennesima lacrima prepotente che mi bagnava il viso.
< Nessie … non succederà, noi … > sussurrò con un filo di voce.
< Non lo dire > esclamai alzando la mano verso di lui, come per bloccarlo < non dirlo, noi non siamo e non saremo mai niente … se non amici > aggiunsi abbracciando la mamma che mi stringeva con maggiore intensità.
< Nessie > mi chiamò supplicando.
< Il mio nome è Renesme! > urlai. Mi staccai dall’abbraccio e mi precipitai fuori, lasciando tutti stupiti e Jacob straziato dal dolore al centro della stanza.

Mi dispiaceva, ma non era l’unico a soffrire. Avevo sempre visto Jacob come un amico, e fin da piccola avevo detto che lui era mio, ma soltanto come amico o fratello e non come qualcosa di più.

Senza pensarci attraversai il ruscello e mi recai al centro della foresta verso l’enorme quercia, mi avvicinai ad essa. Le calde lacrime scendevano e, mentre mi arrampicavo una bagnò il terreno. Arrivai al ramo che io vedevo come un rifugio e mi sedetti sopra. Quello era il ramo in cui Nahuel mi aveva raccontato di sé qualche mese prima quando mi venne a trovare. Il ramo in cui, sempre tempo prima, avevamo visto il tramonto insieme mano nella mano. Quel ramo in cui lui mi aveva promesso che sarebbe tornato di nuovo da me. E in quel ramo io lo avrei aspettato, e insieme avremmo affrontato il problema Jacob.

< Bella tesoro secondo te è necessario che vada a cercare Nahuel e lo porti da lei? > chiedeva papà qualche metro dietro di me. Loro sapevano, l’avevo fatto capire a mamma con un tocco ‘accidentale’ e poi papà aveva sicuramente letto tra i miei pensieri o tra quello di Nahuel.
< No Edward lui le ha promesso che verrà, e se ci tiene veramente manterrà la promessa. > aveva risposto mamma con un tono rassicurante.

Ad un tratto le lacrime smisero di scendere e frenai l’impulso di andare a stringere tra le mie braccia quei due innamorati che io adoravo tanto.


Angolo Saphira96 ~ Ok, è assurda l'idea di far innamorare Renesme e Nahuel, ma l'idea mi è venuta quando Bella dichiara che le dà fastidio il continuo fissare del ragazzo verso Renesme. E poi hanno molto in comune, tipo il fatto che entrambi sono speciali e rari. Spero anche che si sia capito che il titotolo 'Amore Corrisposto' è quello tra di loro.
Ci terrei a precisare che non posso digerire questa cosa tra Jacob e Renesme, perchè sarebbe una cosa disgustosa crescere una bambina e poi quando cresce magari sposarsi...è triste come idea.
Poi vorrei scusarmi con tutte coloro che adroano Jacob, tipo una certa Babbana che io conosco, per averlo descritto in modo fastidioso!

Autrice ~ Saphira96
  
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