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Autore: Little_Lotte    28/04/2012    7 recensioni
Burt sorrise ampiamente, lanciando al ragazzo uno sguardo di pura adorazione.
" Lo ami molto, non è vero? " chiese, conoscendo bene quale sarebbe stata la risposa che avrebbe ricevuto.
Il moro assentì, tirando su col naso.
" Più di ogni altra cosa al mondo. " rispose con voce tremolante " Probabilmente persino più di me stesso! E' strano parlarne proprio di fronte a te, però.. beh, ecco... io credo di aver sempre saputo che io e Kurt fossimo destinati a stare assieme fino alla fine dei nostri giorni, che lui fosse la mia anima gemella, il mio unico grande amore. "
Future Fic, ambientata dopo la partenza di Kurt per New York.
Burt e Blaine uniscono le forze per affrontare la mancanza dell'uomo più importante della loro vita.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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What life is like without you
 








Erano trascorsi più di tre mesi da quando Kurt si era trasferito a New York.

Tre lunghi, dolorosissimi mesi.

Blaine non aveva la benchè minima idea di come avesse fatto a resistere per tutto quel tempo senza impazzire; certamente il profumo di Kurt che aleggiava ancora misteriosamente nella sua stanza, la sua voce che risuonava di continuo nella sua testa e il fatto che il suo ragazzo non riuscisse a far passare neanche un giorno senza chiamarlo su Skype, aiutavano molto a rendere la loro separazione un tantino meno dolorosa, per quanto Blaine trovasse comunque estramamente difficile vivere la sua vita a così tanti chilometri di distanza da lui.

Lima non sembrava neanche più la stessa senza Kurt; non che vi fosse qualcosa di effettivamente diverso - non era certo quel genere di cittadina che potesse cambiare radicalmente da un giorno all'altro - ma da quando il giovane Hummel si era trasferito a New York era diventata improvvisamente più spoglia, fredda e quasi completamente priva di vita, almeno agli occhi di Blaine. 

Non vi era rimasto più neanche un posto in cui riuscisse a sentirsi veramente a suo agio e al sicuro, senza il suo Kurt: la scuola, il Lima Bean, il parco comunale di Lima.. neanche la sua stessa casa era più un posto in cui riuscisse a sentirsi protetto, senza la presenza costante di Kurt al proprio fianco.

Forse il solo luogo al quale ancora sentiva di appartenere in quella minuscola e odiosa città, l'unico posto in grado di fargli sentire ancora l'amore e  il calore che Kurt era solito trasmettergli ogni giorno quando erano assieme, era la residenza degli Hummel-Hudson; era sempre stata una specie di seconda casa per lui - in pratica passava quasi più tempo lì che a casa propria - ma da quando Kurt si era trasferito a New York, era improvvisamente diventata qualcosa di molto più importante.

Era il suo rifugio.

Blaine trascorreva ormai quasi ogni pomeriggio seduto sul divano di casa Hummel-Hudson, assieme al padre di Kurt, parlando con lui di tutto ciò di cui due buoni amici potessero parlare: sport, musica, scuola, gossip e pettegolezzi vari, a volte persino di vecchi ed imbarazzanti ricordi della loro infanzia.

E ovviamente di Kurt.

Era incredibile - e di certo Blaine non ci avrebbe mai creduto se qualcuno glielo avesse detto un paio di anni prima - come Burt Hummel riuscisse a far sentire il giovane Anderson così a suo agio, nonostante la loro enorme differenza di età; quell'uomo era in grado di capirlo e di rassicurarlo come nessun altro riusciva a fare, forse persino più del suo stesso padre.

Forse quasi quanto Kurt.

Burt Hummel era diventato la sua ancora di salvezza; ogni ora, ogni singolo istante di quelle sue lunghe innumerevoli giornate, avrebbero avuto la stessa forza e la stessa dolorosa intensità di un milione di lame arrugginite che gli trapassavano il petto da parte a parte, se il giovane Anderson non avesse avuto la fortuna di avere un uomo meraviglioso come lui al proprio fianco. 

Era un buon amico, per quanto tutto questo potesse essere strano ed incredibile da dire, e il più delle volte Blaine si sentiva quasi come se fosse, almeno in parte, anche lui figlio suo; del resto, lo stesso Burt si comportava molto spesso come se il suo intento fosse esattamente quello di farglielo credere.

<< Blaine, vuoi un'altra fetta di torta al cioccolato? Quella che ti ho dato prima era minuscola, non penso che tu sia riuscito a godertela come si deve! >>

Il moro si voltò lentamente, incrociando lo sguardo dolce e premuroso di Carole, la quale si affacciava allegramente dalla porta della cucina, sfoggiando uno dei suoi più radiosi ed ampi sorrisi.

<< No, ti ringrazio molto. >> rispose educatamente << Tra poco dovrò tornare a casa, è molto meglio che metta da parte nel mio stomaco un po' di spazio per la cena. >>

Carole rise.

<< Beh, come vuoi tesoro. >> disse con voce morbida << Non fare complimenti, sai che qui puoi fare come se fossi a casa tua! >>

Blaine abbozzò un sorriso e fece segno di sì con la testa, mentre un'improvvisa ondata di malinconia andava brutalmente ad impossessarsi di lui.

Burt, seduto alla sua sinistra, non potè ovviamente fare a meno di notare quel suo repentino cambiamento d'umore, ma rimase comunque in silenzio, incerto su quale fosse la cosa migliore da fare in quel momento; una parte di lui avrebbe voluto dire qualcosa, o anche semplicemente abbracciarlo e stringerlo forte fra le sue braccia, così da farlo sentire un po' meno solo, ma dall'altra temeva che un simile gesto avrebbe finito col farlo sentire a disagio, e forse la cosa migliore era semplicemente aspettare che fosse lo stesso Blaine a domandare il suo aiuto ed il suo conforto.

<< Beh, si è fatto  tardi. >> proseguì Carole, dando una rapida occhiata al suo orologio da polso << Stasera ho un'importantissima cena con delle vecchie compagne di scuola e devo ancora finire di prepararmi! Mi ci vorrà un po' di tempo, spero di trovarvi ancora entrambi seduti qui quando sarò pronta. >>

<< Oh, penso proprio di sì. >> rispose Blaine, senza troppa enfasi << Insomma, io...non ho molta fretta di ritornare a casa. >>

Carole gli sorrise dolcemente, facendogli persino l'occhiolino; poi, senza aggiungere altro, si diresse velocemente verso la sua stanza, canticchiando felicemente un motivetto inventato da lei stessa sul momento.  A quel punto Burt, approfittando della provvidenziale assenza di sua moglie, provò ad avvicinarsi ulteriormente al giovane Anderson e gli mise una mano sulla spalla, muovendo le dita avanti e indietro, come in una sorta di delicato massaggio; non voleva rischiare di sembrare troppo scortese o indelicato, per cui pensò che la cosa migliore fosse semplicemente aspettare che fosse Blaine il primo ad introdurre l'argomento " Kurt " - perchè, onestamente, quale altro motivo avrebbe mai potuto avere quel ragazzo per essere così malinconico?! -  magari provando a spezzare la tensione, parlando di qualcosa di un tantino più "leggero ".

<< Allora.. >> disse il signor Hummel, in tono fintamente vago << I Giants stanno andando forte quest'anno, vero?! >>

Se non fosse stato fin troppo evidente, si sarebbe volentieri preso a sberle da solo per la stupidaggine che aveva appena detto; parlare di sport in un momento del genere... non era decisamente quello il modo migliore per provare a rompere il ghiaccio.

<< Mi dispiace di essere sempre così di peso. >> rispose il giovane Anderson a mezza voce, i suoi occhi che fissavano lo schermo del televisore con sguardo vacuo, senza riuscire a focalizzarsi su nessuno dei fotogrammi che scorrevano di fronte a lui << Ultimamente passo più tempo qui che a casa mia, sono sempre seduto su questo divano o al tavolo della vostra cucina, neanche questa fosse veramente casa mia! Mi rendo conto di essere diventato davvero insopportabile, io... forse dovrei smetterla di essere sempre così assillante. >>

<< Blaine, non dire sciocchezze! >> Burt posò l'altra mano sul ginocchio del moro e si sporse leggermente verso di lui, tendando con scarso successo di catturare il suo sguardo nel proprio << Tu non sei affatto di peso, io e Carole siamo felici di averti qui! Sentiamo da morire la mancanza dei ragazzi e la tua compagnia ci è di grande conforto, ci aiuta a non sentirci troppo soli; ci da la sensazione di averli ancora qui con noi. >>

<< Ma io non sono Kurt o Finn! >> gemette Blaine, tirando leggermente su col naso << I-io sono solamente uno sciocco ragazzino di diciotto anni, che ha troppa paura di restare da solo e quindi vive come un parassita alle spalle di un altra persona, sperando egoisticamente che questo lo faccia sentire di nuovo in pace con sè stesso! E ci riesco, il più delle volte, è solo che... che... beh, spesso mi sembra di approfittarmi troppo del tuo affetto e della tua disponibilità. >>

Il signor Hummel si morse energicamente il labbro inferiore, lottando con tutte le sue forze per non mettersi a piangere. Sapeva che non sarebbe stato utile a nessuno dei due, se lo avesse fatto: Blaine aveva bisogno di conforto e lui doveva riuscire a dimostrare a sè stesso di essere abbastanza forte da gestire quella situazione con la massima fermezza, anche se la sola vista di quell'espressione affranta sul volto del moro e il tono della sua voce ormai completamente spezzata del dolore, erano abbastanza da frantumargli letteralmente il cuore in tanti minuscoli pezzettini.

<< Blaine, ascoltami. >> Burt portò il ragazzo a guardarlo dritto negli occhi, un'espressione di paternale affetto che andava lentamente a solcargli il viso << Tu non hai idea di quanto sia importante per me averti qui, in questa casa; so di non avertelo mai dimostrato come si deve, perchè quando Kurt era ancora qui dovevo mantenere il mio ruolo di padre severo e un tantino protettivo nei confronti del mio bambino, ma io ho sempre nutrito un enorme affetto nei tuoi confronti! Ti ho sempre stimato, ho sempre avuto un'altissima opinione di te, e anche se non ho mai avuto il coraggio di ammetterlo di fronte e Kurt, ti ho sempre voluto bene proprio come se fossi anche tu figlio mio. >>

Blaine rimase in silenzio, il labbro inferiore che tremava leggermente e gli occhi che lentamente si riempivano di lacrime, calde e umide, pronte a scivolare lungo le sue guance da un istante all'altro; Burt, dal canto suo, non riusciva a capire come ancora fosse riuscito a non lasciarsi sopraffare da tutte quelle emozioni.

<< So che ti senti solo. >> proseguì mestamente l'uomo << E so anche quanto tu stia soffrendo; ma proprio per questo motivo, è importante che tu sappia che questa qui è anche casa tua! Non sei qui soltanto perchè ci fai pena, o perchè ci sentiamo in dovere di lenire il tuo dolore solamente per farti un piacere; noi ti vogliamo bene, Blaine, ti consideriamo ormai un membro della famiglia a tutti gli effetti! Ricordatelo sempre. >>

Il moro fece segno di sì con la testa, le lacrime che finalmente incominciarono a sgorgare dai suoi occhi, scendendo senza sosta lungo il suo volto.

<< E'... è che.. >> singhiozzò << Lui mi manca da morire! Mi sembra di impazzire, mi sento vuoto senza di lui! Continuo a cercarlo dovunque io vada, ma noi riesco mai a trovarlo in nessun posto; è come se, andando via da Lima, avesse cancellato da questa città tutte le sue tracce, quasi come se non vi avesse praticamente mai vissuto. E questa casa... beh, è praticamente il solo luogo in cui ancora riesco a sentirlo, in cui ancora mi sembra di percepire la sua presenza; ogni stanza, ogni singolo oggetto e insignificante dettaglio mi parla di lui, e io...io ne ho bisogno! Ho bisogno di sapere che lui è ancora qui con me, anche se così distante. Ne ho bisogno, altrimenti prima o poi finirò per impazzire! >>

A quel punto, Blaine scoppiò in un pianto a dirotto e si gettò fra le braccia di Burt, il quale lasciò crollare completamente tutte le sue difese e si mise a piangere a sua volta, stringendo il giovane Anderson più forte che poteva, quasi come se si sentisse in dovere di difenderlo da tutto ciò che vi era all'esterno, persino dalle sue lacrime e dal suo stesso dolore.

<< Manca tanto a che a me, Blaine. >> rispose in un sussurro << Mi manca da morire! E so come ti senti, credimi...lo so molto bene. >>

Blaine non rispose, avvinghiandosi alle spalle di Burt come se fosse un bambino in cerca di protezione, le lacrime che ormai avevano smesso di dargli tregua ed una terribile, enorme, sensazione di oppressione al petto; si era ripromesso un sacco di volte di non lasciarsi mai andare in questo modo, lo aveva persino giurato di fronte a Kurt. Ma Kurt non era lì, in quel momento, perciò a che cosa serviva fare fede a quella sciocca, inutile promessa?!

<< Va tutto bene. >> bisbigliò Burt, accarezzando gentilmente i capelli del ragazzo << Piangi, sfogati più che puoi! Nessuno ti prenderà in giro o ti giudicherà male per questo. >>

Blaine aumentò il ritmo e l'intensità dei suoi singhiozzi, tanto da provocargli un lacerante dolore all'altezza del petto, mentre quell'immensa voracine dentro di lui si faceva sempre più ampia; riusciva perfettamente a sentire il vuoto, era come se al suo interno non vi fosse rimasto più niente, ad eccezione del suo cuore, il quale però sembrava pulsare esclusivamente per inerzia, quasi non vi fosse rimasto nient' altro per cui continuare a battere.

<< Non devi temere, Blaine. >> disse Burt diversi minuti più tardi, staccandosi dall'abbraccio e afferrando il moro per le spalle, dopo essersi asciugato velocemente le lacrime << Il tempo passerà in fretta e prima ancora che tu abbia modo di accorgertene, arriverà Natale: Kurt ritornerà a casa per le vacanze e voi due potrete trascorrese assieme tutto il tempo che vorrete, senza preoccuparvi della distanza. Vedrai, sarà tutto come se lui non fosse mai andato via...anzi, forse sarà persino meglio! >>

Blaine abbozzò un sorriso, riprendendo lentamente fiato ed asciugandosi le lacrime con la manica della camicia; i suoi occhi erano completamente rossi e bruciavano tremendamente, a causa di tutti quei minuti di pianto intenso e senza sosta.

<< I-io so di essere terribilmente ridicolo. >> farfugliò vergognosamente << E' solo che... mi sembra davvero di morire senza di lui. >> 

Burt sorrise ampiamente, lanciando al ragazzo uno sguardo di pura adorazione.

<< Lo ami molto, non è vero? >>  chiese, conoscendo bene quale sarebbe stata la risposa che avrebbe ricevuto.

Il moro assentì, tirando su col naso.

<< Più di ogni altra cosa al mondo. >> rispose con voce tremolante << Probabilmente persino più di me stesso! E' strano parlarne proprio di fronte a te, però... beh, ecco... io credo di aver sempre saputo che io e Kurt fossimo destinati a stare assieme fino alla fine dei nostri giorni, che lui fosse la mia anima gemella, il mio unico grande amore. >>

Burt sollevò un sopracciglio, in segno di perplessità.

<< Da sempre? >> domandò con una punta di scetticismo.

Blaine ridacchiò.

<< Ok, forse non da sempre. >> si corresse << In effetti, dal giorno in cui lo sentii cantare "Blackbird": ricordo di non aver mai provato nulla di simile in tutta la mia vita, fu come.. >> 
Si interruppe di colpo, in cerca delle parole adatte per esprimere alla perfezione tutti i suoi sentimenti e le sue emozioni.

<< Beh, fu come essere rimesso di nuovo al mondo. >> disse infine, gli occhi lucidi ed un enorme, placido sorriso sulle labbra << In meno di dieci secondi, Kurt ha distrutto tutto il mio universo e poi lo ha ricostruito, mettendo sè stesso al suo certo; non ho più avuto bisogno di ulteriori conferme, in quell'istante il mio cuore ha capito di appartenere solo e soltanto a lui. Se penso alla mia vita, adesso, non riesco a pensare nessun altro al mio fianco, se non Kurt; so che siamo giovani, che abbiamo tutta una vita davanti e che le cose non saranno tutte rose e fiori, ma che cosa importa?! Io e lui ci apparteniamo... lo sento! Kurt è l'amore della mia vita, così come io sono quello della sua. Potrà sembrare strano, sciocco, morbosamente romantico e persino fin troppo surreale...ma io so che è esattamente così che andranno a finire le cose. >>

Burt sorrise ampiamente, il cuore e gli occhi che gli si riempirono di orgoglio ed ammirazione; nessun gesto e nessuna parola sarebbero mai stati sufficienti per esprimere pienamente tutto ciò che provava per il giovane Anderson.

<< Non è sciocco, nè surreale. >> disse con voce morbida << Al contrario, io trovo che sia tutto assolutamente bellissimo! Sai quanti anni aveva quando ho conosciuto Elizabeth, la madre di Kurt? >>

Blaine fece segno di no con la testa.

<< Diciannove. >> rispose il padre di Kurt << Ci conoscemmo alla fine del liceo; io avevo appena iniziato il mio apprendistato in officina e lei era al primo anno di College. Ci incontrammo per puro caso in libreria e fu amore a prima vista. Beh, lo fu per me! In effetti, credo che all'inizio lei non fosse minimamente interessata a me; mi ci sono voluti mesi per riuscire a conquistarla! >>

Il ragazzo riccioluto rise; incredibile quante analogie ci fossero con quella storia e la sua relazione con Kurt. Probabilmente innamorarsi a prima vista doveva essere una particolare peculiarità di tutti gli Hummel.

<< In ogni caso, non intendo tediarti inutilmente con questo mio racconto. >> proseguì Burt << Quello che sto cercando di dire è che, quando due persone si amano veramente, tutto il resto passa completamente in secondo piano! Che importa se siete ancora giovani e privi di esperienza, che importanza ha se la vita continuerà a mettervi alla prova ogni giorno della vostra esistenza, rischiando ogni volta di buttarvi giù e di demolirvi, in alcuni casi persino di separarvi?! Se l'amore è amore vero, allora non esiste alcun ostacolo in grado di distruggerlo, persino quando tutto sembra ormai perduto. E il vostro, Blaine, è senza dubbio il sentimento più puro e sincero che io abbia mai visto fra due persone. >>

Blaine annuì silenziosamente, mordendosi con delicatezza il labbro.

<< Credo ciecamente nel vostro amore e in tutto ciò che tu stesso hai detto poco fa: tu e Kurt siete anime gemelle, destinate ad appartenersi per sempre. Anche a me capita spesso di immaginare il vostro futuro assieme e sono certo che ogni cosa sarà esattamente come la immagino nella mia testa: voi due che andate a vivere assieme a New York, il vostro matrimonio a Central Park, le nostre cene natalizie insieme a tutta la famiglia, con Finn, Rachel, i loro e i vostri bambini... non è solo una mia fantasia, Blaine, è la realtà! Certo, ci vorrà un sacco di tempo, ma si avvererà; ne sono più che certo. >>

Il giovane Anderson rise, riuscendo a malapena a trattenere le lacrime; troppe emozioni per un solo pomeriggio, non era del tutto certo che il suo cuore sarebbe riuscito a resistere ulteriormente.

<< E'...  è un tantino prematuro, non credi? >> disse, con un tenero sorriso impacciato sulle labbra << Insomma, ne abbiamo di tempo per arrivare a tutto questo! >>

Burt rise a sua volta e arruffò affettuosamente i capelli del moro, quel giorno stranamente liberi dalla sua solita quantità di gel.

<< So di non avertelo mai detto prima, Blaine. >> disse << Ma non riesco proprio ad immaginare nessun' altra persona al fianco di mio figlio; tu sei l'unico al mondo in grado di renderlo veramente felice, esattamente come Elizabeth ha reso felice me per tutti gli anni in cui siamo stati assieme. Non avrei mai potuto desiderare di meglio per lui, e voglio che tu sappia di poter sempre contare su di me e sul mio affetto, in qualsiasi momento. Voglio che tu riesca a considerarmi come un padre, perchè... beh, perchè io ti considerò proprio come un figlio. >>

Il sorriso sul volto di Blaine si ampliò, mentre le lacrime ricominciavano a scivolare lungo le sue guance e quella fastidiosa sensazione di vuoto interiore incominciava ad affievolirsi, lenita dal calore e dall'affetto che il padre di Kurt gli stava dimostrando.

<< Beh, credo di poterlo fare. >> rispose, con voce flebile << In fin dei conti, sei un padre migliore di quanto riesca ad essere il mio. >>

A quella risposta  Burt si gettò nuovamente fra le braccia di Blaine, con tanto impeto da farlo quasi cadere giù dal divano, ridendo poi assieme a lui, proprio come avrebbero fatto un vero padre con il proprio figlio. Le lacrime di Blaine, che ancora si ostinavano ad offuscargli lo sguardo, ormai non erano più dettata dal dolore e dalla malinconia, ma semplicemente da un'intensa e profonda gioia, quella splendida sensazione di fare ancora parte del suo prezioso e meraviglioso universo.

Adesso, stretto fra le braccia di Burt, il giovane Anderson aveva di nuovo la sensazione di essere veramente a casa sua, una sensazione a lui estranea da fin troppo tempo; quella sensazione che ricordava di aver provato solamente fra le braccia di Kurt.

<< Hey, ti andrebbe di restare a cena con me questa sera? >> domandò ad un tratto Burt, dopo essersi staccato dall'abbraccio << Carole sarà fuori con le sue amiche e non mi va di vedere la partita di football da solo! Potremo ordinarci una pizza ed un paio di lattine di Coca Cola Light, che ne pensi? >>

Blaine sorrise ampiamente.

Non aveva nessuno ad attenderlo a casa - i suoi genitori erano fuori città come al solito - e l'idea di passare l'intera serata rinchiuso in camera sua, ad ascoltare musica deprimente e piangere, non lo allettava neanche un po'.

<< Mi piacerebbe un sacco, Burt. >> rispose gentilmente << Ti ringrazio molto. >>  

<< Oh, no...non devi ringraziarmi! >> replicò l'uomo, dandogli una leggera gomitata << Non ce n'è alcun bisogno! In fin dei conti siamo una famiglia, giusto?! >>

Blaine fece segno di sì con la testa, distentendo i muscoli del viso in un'espressione beatamente rilassata.

<< Sì, giusto: noi siamo una famiglia. >>

Burt gli rivolse un ennesimo sorriso affettuoso, prima di rimettersi a sedere comodamente al suo posto, riportando nuovamente la sua attenzione sul televisore; il giovane Anderson lo guardò con sentita riconoscenza e poi fece lo stesso, sospirando profondamente e lasciando così che tutti i cattivi pensieri e le sensazioni negative lo abbandonassero definitivamente.

Era difficile stare senza il suo Kurt - lo era davvero tanto -  ma dentro di sè, nel profondo del suo cuore, Blaine sapeva di poter sopravvivere anche a quel grande ed insormontabile ostacolo che era la lontananza.

Sapeva, senza alcuna ombra di dubbio, che il loro amore sarebbe stato in grado di resistere a qualsiasi cosa.

E sapeva che, nei suoi peggiori momenti di debolezza, avrebbe sempre avuto qualcuno su cui contare; qualcuno che lo avrebbe sempre fatto sentire a casa, che non gli avrebbe mai dato la sensazione di non essere al suo posto o di non essere amato o apprezzato quanto avrebbe desiderato.

Blaine chiuse gli occhi, respirando a pieni polmoni l'aria fresca e leggera di quella stanza, la mente finalmente libera da qualsiasi paura e preoccupazione; in quel momento, come se non fosse mai andato via da lì, Kurt tornò a riempire quel vuoto dentro di lui, avvolgendolo interamente nella sua invisibile nube d'amore, con una forza ed un intensità a dir poco disarmante.

E per Blaine, fu come se non avesse più bisogno di altro al mondo.












N.d.A:  Allora...sono sempre io, sempre qua a rompere le scatole! xD

No, ok...scherzi a parte! L'idea per questa fan fiction mi è venuta mentre gironzolavo su Tumblr e ho visto una gif di Burt e Blaine, assieme, che parlavano e si consolavano per l'assenza di Kurt. Dal momento che il fantastico gruppo di cui faccio parte su Facebook, "The Gleeky Cauldron " ( This:  ) ha indetto anche questa settimana una challenge su una diversa serie di prompt, io ho pensato di utilizzare questa fic per la sezione " Serata Single", e con la scusa scrivere un po' di Blaine e Burt (cosa che non avevo mai fatto ), oltre che della Klaine, che per me dopo la 3x17 è un endgame favoloso e mi viene da piangere per la commozione! ç_ç

Ok, dopo queste note finali senza senso, torno ad eclissarmi....spero che vi sia piaciuta, personalmente io mi sono un po' commossa mentre scrivevo...ma forse perchè ero ancora troppo focalizzata sull'episodio! xD

Un bacione a tutti. 
  
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