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Autore: LadySherry    28/04/2012    2 recensioni
Il dolore non è in niente in confronto ai ricordi.
Quelli bruciano e fanno più male di mille spade ardenti.
Perchè ricordo i tuoi occhi.
E ricordo che guardali era come morire e rinascere subito dopo.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ogni volta che guardavo i tuoi occhi mi sembrava di star male.

Ogni volta che mi fissavi, carica di odio, carica di quell' amore incondizionato che provavi per la persona che non sono e che mai sarò.

Per tutte le volte che hai tentato di cambiarmi, di rendermi diverso, di rendermi più uguale a te.

Per tutte le volte che hai tentato di sopprimere la mia paura, per ogni singola volta che hai sorriso, io fermerei le lancette dell' orologio per ammirarti un secondo di più.

Per fissarti e imprimere nella mia memoria ogni singola curva di te.

Ogni singolo sorriso.

Per poter sorridere di fronte alle tue fossette in viso.

Per poter ammirare alla luce della luna la tua pelle diafana.

Per potermi ricredere su tutte le cavolate che Stefan ha sempre cercato di rifilarmi in testa.

Per tutte quelle cose che hai sempre cercato di spiegarmi, e che io non ho mai capito.

 

Ho sempre amato tutto di te.

La tua esuberanza. La tua sicurezza. La tua cocciutaggine.

Il tuo voler cercare del buono in me, ad ogni costo, senza arrenderti.

Sei sempre stata troppo gentile con me.

Hai letto nei miei occhi la paura e l' hai trasformata in pregio.

Hai letto il mio sorriso e ne hai fatto tesoro.

Hai visto il mio costante inverno nell' anima e l' hai trasformato in una dolce primavera.

Mi hai trasformato, mi hai mutato.

Hai fatto di me l' uomo che non avrei mai immaginato di essere.

Un uomo innamorato delle gioie della vita.

Delle piccole cose, come tornare a casa e trovarti in cucina a preparare il pranzo della Domenica.

Come portare a passeggio i miei tre cani e pazientare ogni volta che si fermano.

Come ascoltarmi durante tutti i miei patemi mentali.

Come apprezzare la mia musica, perchè hai capito dove andare a cercare la vita quando hai voglia di viverla anche tu.

Perchè hai visto del buono in me, e anche se penso di essere dannato, voglio che esista un Paradiso dove poterti collocare.

E restare a fissarti mentre ti appunti delle margherite nei capelli.

Sono un idiota, ma sono innamorato di te.

 

Hai capito troppo presto cosa andavo cercando.

Hai capito troppo presto di non poterti bastare.

Ma sei stata più forte di me e hai deciso per entrambi.

Ti vorrei qui di nuovo, a tenermi stretto tra le tue braccia mentre mi sussurri che andrà tutto bene.

Vorrei averti qui per rassicurarti e dirti che sto meglio.

Vorrei non dover pensare alle parole giuste da scrivere, mentre lascio scorrere l' inchiostro nero su questo foglio bianco per imprimere i miei pensieri, laddove nessuno può leggerli.

Nemmeno mio fratello. Nemmeno tu.

Eppure vorrei lo facessi.

Gli angeli hanno le ali e volano. Ma tu dove sei?

Mi hai sempre detto che l' amore non ha confini.

Un giorno ti ho chiesto: « Esiste un modo per non morire? ».

Tu mi hai risposto: « Sì, perchè nessuno muore per davvero ».

Non ho mai capito cosa cercassi di dirmi, ma ora è tutto più chiaro.

Ora che guardo il cielo nella speranza di vederti.

Ora che guardo la luna e so che splende di più perchè ci sei tu.

Ora che so che nel cielo non ci sono più un milione di stelle, ma un un milione e uno.

Ora che ho imparato tutto ciò che mi hai insegnato, sono sicuro di essere diventato una persona migliore.

 

I giorni scorrono, sai? Lenti, silenziosi.

Ma passano. Persino per me.

 

Ti sembrerà assurdo, ma non ho più paura.

Credevo di dovermi portare dietro questa sensazione per tutta la vita.

Sì, quella paura di rimanere solo.

Di svegliarmi la mattina e non trovarti nel mio letto, esattamente come quel giorno.

Di sobbalzare quando squilla il telefono, perchè ogni volta è sempre come due anni fa.

Quella voce che non era la tua, quei singhiozzi che non erano i tuoi.

Quella foto che ti rappresentava ma che era muta.

Non parlava. Non rideva.

Raccontava di te, ma non diceva nulla.

E anche se so che mi porterò dietro quei ricordi per sempre, ora so dove andare a cercarti.

Anche se non batte più, anche se è freddo come la pietra e silenzioso come la notte.

Perchè dovessi vivere cent' anni, non basterebbe una vita intera per scandire i battiti che ti rappresentano.

Non basterebbe un sorriso a colmare quel vuoto che tu stessa hai lasciato.

Ma un po' ne sorrido.

Se ti ricordo così vivamente, vuol dire che in fondo avevi ragione.

Nessuno muore per davvero.

 

Ho camminato a piedi nudi sul filo spinato rovente, cercando di rimanere in equilibrio per evitare di cadere nel pozzo nero che è il mio Inferno.

 

Ho cercato di scontare la mia condanna, ma dall' alto mi hai sussurrato che mi perdonavi.

Mi hai assolto.

Mi hai salvato.

Ma non meritavo tutto questo.

E nemmeno tu.

 

Bill mi sta dicendo che è ora di andare, ma io non ho la forza di salutarti di nuovo.

Ogni addio fa male.

Tu rimarrai qui mentre io continuerò a vivere. Buffo, non credi?

Guardandoti negli occhi non avrei mai il coraggio di lasciarti.

Ed è per questo che permetto alle lacrime di scorrere, di confondermi.

Di annebbiarmi la vista.

E' così che fuggo dalla realtà.

Ma se tu fossi qui mi diresti di continuare a lottare.

Che scappare non serve a niente. Allora, perchè non me lo sussurri?

Non vedi che i tuoi silenzi non mi stanno aiutando?

 

Eri il limite del mio confine.

Il sole del mio tramonto più bello.

Eri il centro della mia esistenza e ora non riesco più a vivere come prima.

Vorrei poter sorridere e far felice anche te.

Far felice mio fratello che ogni giorno si spacca in due per aiutarmi.

Far felice il mondo intero, perchè se sorridessi sarebbe per merito tuo.

E tu sei la luce più luminosa che esista.

Anche se adesso non puoi vedermi.

Anche se adesso non puoi sentirmi.

Anche se adesso non puoi sgridarmi come facevi un tempo.

Anche se adesso sei muta, fredda e spenta.

Anche se adesso non riesco a toccarti.

Ascoltami.

 

Perchè le mie paure, a distanza di due anni, urlano ancora il tuo nome.

 

 

* * *

 

 

Mi hanno chiesto cosa ti direi se fossi qui.

Probabilmente nulla. I silenzi hanno sempre parlato per noi.

A volte ho l' impressione di sentire il rumore dei tuoi passi dietro di me.

Ma è una pugnalata ogni volta che mi giro e non ci sei.

Mi perseguiti di giorno, di notte.

Persino mentre suono.

Persino mentre mangio o mentre cammino.

Perchè martellante assidui i miei pensieri, e urli talmente forte da spaccarmi il cervello.

Ed è inutile che ti sforzi.

Anche volendo, non potrei dimenticarti.

 

Stanotte ti ho sognata.

Come sempre, eri bellissima.

Mi guardavi e continuavi a sorridere.

Avrei voluto non svegliarmi e restare a osservarti per ore intere senza mai fare una pausa.

Bill dice che è positiva la mia forza di volontà di andare avanti, di continuare a vivere tenendoti nel cuore ma senza perdere la testa.

Non è più la stessa cosa, ma posso dire di sopravvivere.

Vivere è tutta un' altra storia, e tu lo sai bene.

 

La mia chitarra è la sola e unica distrazione che mi concedo ogni giorno.

Non tocco una donna dal 20 Maggio di due anni fa.

Non puoi dire che non sono fedele, ora.

Chi non sa non può capire, ma chi sa non ha bisogno di fare domande.

Ti scrivo di nuovo con l' illusione che tu possa leggere queste maledettissime righe. E so che non lo farai, ma fa meno male convincersi del contrario.

E' inutile negarlo, Kati.

Forse non sto reagendo nel modo giusto, e forse mi starai odiando per le stupidaggini che combino.

Ma allora torna da me.

E salvami.

 

La cosa migliore sarebbe accettare la situazione e fare come se tutto stesse iniziando daccapo.

Ma non sono così forte come tu credevi.

Non sono così insensibile come tutti mi descrivono.

Non sono, come ti ho già detto, l' uomo di cui probabilmente ti sei innamorata.

Probabilmente sono solo uno stupido che non riesce ad accettare la realtà e vive nel suo mondo figurato, fatto su misura e impermeabile per non toccare nemmeno di striscio la vita degli altri.

Perchè quel dannato 20 Maggio, Kati, sono morto anche io.

Ogni tanto mi capita di osservare gli alberi del giardino di casa spogliarsi delle foglie secche.

Diventano vuoti, spenti, privati della loro bellezza più grande.

Anche io sono un albero. Anche io ho perduto qualcosa.

Anche io d' inverno perdo le foglie, ma poi queste non tornano in primavera.

Rimango vuoto sempre e questo mi spaventa.

E' il mio destino soffrire in eterno, Kati?

E' questa la condanna che devo scontare?

Se è così, allora lasciami qui a bruciare tra le fiamme.

Non sono mai stato così bene come adesso.

 

Non ho mai considerato l' idea di rifarmi una vita, nemmeno per scherzo.

Non ho mai considerato l' idea che forse mi avresti perdonato, pensando che comunque ho diritto a tornare a vivere.

Ma sono io che non voglio. Posso, ma non voglio.

Non me ne faccio niente dell' estate se non ci sei tu.

Non me ne faccio niente dei sorrisi degli altri, se quello che cerco non potrà mai tornare da me.

Non me ne faccio niente della vita, Kati, se il male continua a perseguitarmi.

 

Hai sempre avuto un occhio di riguardo per la mia fragilità.

Hai sempre temuto i miei sbalzi d' umore, ma sai, ho imparato a controllarmi.

Ora mi sento molto più padrone di me stesso, ma molto meno conscio della vita che mi circonda.

Ho perso un sacco di cose, come gli amici, il mio piccolo gruppo musicale.

Mio fratello mi sta accanto sempre.

Sacrifica le sue giornate per rallegrare le mie.

Forse, a parte vanificare i suoi sforzi, dovrei dargli più soddisfazioni.

Sai che non sono capace di mentirgli, di raccontargli mezze verità.

Così ho imparato, e a volte mi stupisco di riuscire a fregarlo.

In realtà frego solo me stesso.

Posso sentire i tuoi rimproveri perfino da qui, e sorrido.

E' bello avere l' illusione di sentirti, anche se sei tanto, troppo lontana.

 

Ma il dolore non è in niente in confronto ai ricordi.

Quelli bruciano e fanno più male di mille spade ardenti.

Perchè ricordo i tuoi occhi.

E ricordo che guardali era come morire e rinascere subito dopo.

 

Per te era importante vedermi realizzato.

Ma adesso ho ventitré anni, Kati.

E guarda cosa sono diventato.

 

Un fantasma.

 

 

  
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