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Autore: _Ame_941    28/04/2012    3 recensioni
Ciao, sono tornata, spero che questa volta Rosefic_td metta un commento migliore rispetto all'altra mia One-shot. Allora, ad una normale partita di calcetto...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma come aveva fatto a convincerla?                                                                                                                                          
Non sapeva dare risposta. Tirava un venticello gelido, anche se leggero, ti faceva gelare fino alle ossa.                 
Si strinse nel maglione verde rabbrividendo. Erano appena arrivate al campo di pallone e stavano attendendo all’entrata del gabbiotto giocatori.                     
Tutto era incominciata nella normale e tranquilla mattinata dedicata alla meditazione. Dawn era seduta sotto un albero,il ciliegio in fiore che aveva piantato a sei anno con suo padre nel giardino di casa sua,vicino alla finestra della cucina. Era in posizione del fiore di loto, la sua preferita. Era in sintonia perfetta con la natura, sentiva il dolce vento tiepido e mattiniero che le accarezzava i capelli e le solleticava dolcemente la punta del nasino alla francese, gli alberi che frusciavano soavemente raccontandogli la storia della loro vita e cantandogli canzoni silenziose, quando la madre la richiamò dalla cucina. Lei aprì gli occhi lentamente, come se  fosse stata risvegliata da un lungo e magnifico sogno, e ci si diresse saltellando.                                                                                                                                                                               
La madre le allungò il telefono grigio appoggiato alla parete della cucina arancio chiaro. Era Zoey.                                                           
Dawn sorrise appena sentì la sua voce, la adorava. Era arzilla, pimpante e sempre incredibilmente allegra.             
Introdusse l’argomento con un “Come stai” ed un “che facevi di bello” ma Dawn sapeva benissimo dove voleva andare a parare, infatti la smascherò. Il nocciolo della questione era che  Zoey desiderava essere accompagnata ad una partita di calcetto dove avrebbe partecipato il suo ragazzo, Mike.                                                  
Tra una supplica e l’altra, Dawn si fece convincere.                                                                                                           
Ma come aveva fatto a convincerla?                                                                                                                                                   
Bene ora lo sapeva. Zoey aveva questa singolare capacità, convincere tutti a fare di tutto, o forse era lei che era troppo facile da convincere.                                
Mentre era assalita da questo nuovo dubbio, ecco che i ragazzi pronti a giocare si avviavano verso il gabbiotto, indossavano delle magliette bianche e rosse, con i pantaloncini del medesimo colore e i calzini bianchi e scarponcini da calcetto. Entrarono in fila uno ad uno correndo o saltellando per riscaldarsi i muscoli, uno di loro la stava guardando mentre si allontanava verso il centro-campo, che tipo strano…                                                                                                                                                                 
Le ragazze si posizionarono sugli spalti verdi e mezzi arrugginiti, dietro la rete di sicurezza.                                                        
Beh o quasi… era affollatissimo di persone urlanti e gesticolanti che incitavano i propri preferiti. Riuscirono a trovare posto per pura fortuna, grazie ad un ragazzino che era corso in bagno con la madre per vomitare i cinque hot dog che aveva mangiato ripieni di maionese e ketchup.                                                                          
I ragazzi erano in fila al centro del campo di prato sintetico verde chiaro, di fronte ai propri avversari.                     
A Dawn ricordavano vagamente il cartone di Holly e Benji che si vedeva sempre da piccola.                                                                                           
Mike salutò entusiasta con il braccio Zoey che ricambiò tutta contenta ed energica. Ed iniziò ad elencarle i nomi di tutti i giocatori che intanto si iniziarono a sparpagliare disordinatamente per il campo attendendo il calcio di inizio. Dawn annuiva distrattamente, senza neanche sentire che cosa le stesse dicendo, era troppo occupata a scrutare il portiere era il tizio che la guardava prima,un tipo rosso, lentigginoso, alto, occhi più ghiacciati del vento che tirava in quel momento.                         
Dawn domandò all’amica gasata chi fosse. Lei si accigliò appena  alzò gli occhi castano chiaro verso di lui. Le spiegò che era il portiere, un tipo del tutto matto e maleducato chiamato “La iena” ma il vero nome era Scott. Anche a lei le davano della matta a volte per via della lettura delle aure… forse erano più simili di quanto pensasse Zoey.                                                                                                                                                                   
 Poi Dawn si accorse che Mike era fermo al centro del campo vestito praticamente in modo opposto delle altre due squadre in campo. Le domandò in che squadra giocasse il suo ragazzo ma lei le spiegò raggiante che era l’arbitro. L’amica alzò un sopracciglio, non giocava con gli altri?                                                                                    Con una crollata di spalle si concentrò sulla partita, anche se non ne aveva mai seguita nessuna, apparte quando la domenica cambiava annoiata i canali del digitale terrestre e vedeva giusto cinque minuti di partite di squadre a lei completamente ignote, poi cambiava canale nuovamente.                                                  Quindi, non ci capiva un’ acca. Ma, meglio fingere tanto per far contenta Zoey…                                                              
Ogni tanto quando facevano punto o un fallo lasciava qualche commento, ma la rossa pareva non sentire, era super concentrata sull’incontro, con tutto il volto assorto nello svolgimento della partita, beata lei che ci capiva qualcosa…                                                                                                                                                            
Dawn si accorse che stava iniziando a pioviccicare e si tirò su il cappuccio dello smanicato nero che portava e tirò su la zip incrociando le braccia infreddolite sul petto. Poi voltò nuovamente lo sguardo  verso il portiere, aveva parato un altro attacco. I loro sguardi si incrociarono, per un lungo ed infinito secondo, poi un ragazzo della sua stessa squadra lo richiamò, quindi Scott si girò e rilanciò il pallone a ottagoni bianchi e neri  rientrando in gioco, ma lo fece di malavoglia, come se faticasse a distogliere lo sguardo dagli occhi turchese chiaro della ragazza. Solo dopo che il portiere si fu girato si accorse di due cose:                                
 La prima che era arrossita vigorosamente.                                                                                                                      
La seconda  che aveva attirato l’attenzione di Zoey su di sé e la scrutava con sguardo interrogativo.             
La partita si svolgeva regolarmente, tra imprecazioni su imprecazioni, finte cadute e dolori lancinanti, sputate per terra eccetera eccetera eccetera.                        
Quel tormento di partita era finalmente finita, e Dawn poté tirare un sospiro mentre si avviava, per  raggiungere i ragazzi, subito dietro a Zoey che sgambettava tutta eccitata. Mike corse ad abbracciare calorosamente la sua ragazza. Zoey si congratulò con il ragazzo per l’ottimo arbitraggio dell’incontro. Poi finalmente la rossa si decise a presentare Dawn che lo salutò timidamente con un gesto della mano. Solo adesso, notò che Mike aveva la fronte imperlata di sudore e il fiatone, anche ad essere arbitri si faticava. Lui propose alle ragazze ed ai suoi amici di andarsi a rifocillare al bar del centro sportivo, per riprendere fiato e divertirsi un po’ tutti insieme.                                                                                
Poco tempo dopo Dawn si ritrovò a sorseggiare un’aranciata seduta al tavolo con Zoey e gli altri giocatori che da poco avevano disputato una sfiancante partita. Mike glieli aveva presentati tutti.                                                
C’era Jo, il capocannoniere, Brik suo più fidato attaccante assieme a Laithning mentre Tyler Duncan e Eva facevano da difensori, Cameron e Dj che erano le riserve. Ah, e come dimenticare Scott il portiere. Tutto il tavolo era in fermento, i ragazzi erano impegnati ad commentare la partita con vocaboli calcistici che lei proprio Dawn non capiva, se ne stava zitta, a guardare le loro aure, tutte esauste e stanche  ma molto eccitate per la vittoria, anche se era solo una partita amichevole.                      
Zoey era seduta accanto a lei che si squadrava Mike in lungo e in largo con uno sguardo sognante come quando i bambini guardano un lecca-lecca nella vetrina di un negozio di dolci. Quando lui se ne accorse cinse la vita della rossa e la avvicinò a  sé e richiamò un commento da parte del punk, come un “Ehi amico ti dai proprio daffare!” che lasciò spazio ad una risata comune.                                                                  
Il pomeriggio sfuggì  come un’atleta alle olimpiadi di corsa, così, che ben presto i ragazzi si dovettero dividere. Mike aveva accompagnato a casa Zoey, così Dawn si ritrovò a passeggiare da sola con le mani infreddolite in tasca lungo una strada più tosto buia per via dell’ora: le 8:50. Mai rimasta così tardi lontana da casa, chissà sua madre che ramanzina che le avrebbe fatto! Beh come biasimarla in fondo.                                              
Stava rimuginando ancora sulle storie che le avrebbe fatto la mamma, quando una palla la colpì in testa. Si fermò e notò che  vicino ai suoi piedi c’era un pallone da calcio. Si chinò, lo prese e lo squadrò con aria interrogativa, era più tosto consumato e sporco, un po’ bucherellato qua e là.                                                       
Le arrivò un richiamo da dietro.                                                                                                                                                 
Lei si girò e vide Scott, il portiere, che con le mani sui fianchi, la chiamava “Biondina”.                                             
Poi allungò la mano verso di lei e le chiese più tosto maleducatamente la palla.                                                                      
I loro occhi si incontrarono nuovamente in un momento magico, tutto intorno a loro si fermò in un secondo unico pieno di magia e mistero racchiuso negli occhi di quel rosso scorbuticamente bello.
Come gli era successo prima Dawn arrossì, non poteva farci nulla, era impossibile non farlo. Si lasciò cadere la pala dalle mani, facendola rimbalzare più volte per terra. Scott si avvicinò, mantenendo lo sguardo su di lei poi si piegò su se stesso e prese la palla in mano, grugnì e se ne andò via correndo.                                     
Rimase un po’ a guardare la figura slanciata e muscolosa del calciatore che svaniva all’orizzonte, poi tornando sui suoi passi, Dawn si accorse di due cose che erano accadute nell’arco di un secondo:                                             
 La prima che aveva fatto una figura di cacca.                                                                                                                                  
  La seconda che si era innamorata. Le era capitato altre volte di prendere delle cotte passeggere, certo, nulla di che. Ma questa volta, era diverso. Molto diverso.  
 Era cambiato tutto in una sola giornata, ma non sapeva se in meglio o in peggio… 
  
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