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Autore: Onlyna    28/04/2012    3 recensioni
Harry è abituato a svegliarsi con Louis accanto a sé, nel letto. Ogni mattina si prende qualche minuto per osservare il suo viso rilassato nel sonno, i capelli scompigliati, le labbra spalancate e con un piccolo rivolo di bava a lato: lo fa sempre sorridere, come fosse la prima volta.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come on, let me hold you, touch you, feel you.


Harry è abituato a svegliarsi con Louis accanto a sé, nel letto. Ogni mattina si prende qualche minuto per osservare il suo viso rilassato nel sonno, i capelli scompigliati, le labbra spalancate e con un piccolo rivolo di bava a lato: lo fa sempre sorridere, come fosse la prima volta. Gli è sempre piaciuto poterlo guardare senza doversi nascondere, non si prende nemmeno la briga di negarlo a se stesso: perché dovrebbe farlo, dopotutto? Finché sono a casa loro possono fare tutto quello che vogliono, senza nessuno pronto a puntare il dito e giudicarli.

Gli accarezza piano una guancia, anche quella mattina, prima di sbadigliare ed alzarsi per andare in bagno: ha il tempo di farsi una doccia, prima di preparare la colazione per entrambi, e ne sente un estremo bisogno; la notte precedente era troppo stanco per lavarsi, si è appisolato non appena si è sdraiato sul letto, senza neppure svestirsi e coprirsi. Louis deve averlo fatto al suo posto, sorride tra sé, perché si è svegliato sotto le lenzuola e con i soli boxer addosso.

Socchiude la porta della sua camera da letto, grattandosi un braccio e stropicciandosi con l'altra mano l'occhio destro: vede sempre un po' appannato, la mattina, ed è una cosa molto fastidiosa. Entra in bagno dopo essersi sfilato l'intimo sulla soglia, aggrappandosi allo stipite per non perdere l'equilibrio e cadere, e si infila subito nella doccia; l'acqua fredda del primo getto lo fa rabbrividire, e si affretta a regolarla ad una temperatura un po' più alta. Sono a gennaio, dopotutto, non è proprio il caso di ammalarsi con l'ennesimo tour alle porte.

La vita da pop-star è più pesante di quello che si può immaginare, specialmente per un ragazzo della sua età: a volte sente in modo doloroso la lontananza da casa, gli manca la sua famiglia, e per gli altri è lo stesso, benché si ostinino a negarlo davanti alle telecamere. Zayn in particolare chiama sua madre almeno quattro volte la settimana, quando non sono in Inghilterra, e se dopo le prime due ore non lo costringessero a interrompere la chiamata probabilmente ci rimarrebbe la giornata intera.

Sorride, versandosi una generosa dose di shampoo sul palmo della mano e portandosela subito ai capelli, cominciando a frizionarli piano e con cura: il profumo della camomilla invade all'istante la doccia, e per un attimo si vergogna perché ancora utilizza un prodotto per bambini per lavarsi, nonostante i diciannove anni si avvicinino. Ma poi si stringe nelle spalle, come se qualcuno potesse vederlo, e continua nella sua operazione senza più pensare a nulla tranne che all'acqua tiepida che gli accarezza la pelle.

Harry? – chiama dalla soglia una voce assonnata, quando il ragazzo si sta insaponando le gambe.

Sono qui, – risponde Harry affacciandosi con un sorriso tutto fossette verso la porta. Ha ancora i capelli pieni di schiuma e Louis lo guarda come se fosse un'apparizione: al mattino non connette proprio, è inutile negarlo. – Come mai sei già in piedi? Ti ho svegliato io?

Una domanda alla volta, Hazza, – bofonchia, sbadigliando sonoramente e grattandosi sotto l'ombelico; non lo sa nemmeno lui perché è già in piedi, in genere nei giorni di pausa poltrisce a letto fino ad orari improponibili. – Hai già preparato la colazione?

Harry scuote divertito il capo, tornando sotto il getto e lasciando che l'acqua si porti via tutta la schiuma che ha addosso.

No, – risponde dopo alcuni minuti, sicuro che Louis non si sia mosso dalla soglia; allunga una mano per prendere il suo accappatoio di un ridicolo rosa cicca e se lo avvolge addosso, prima di uscire dal box e bagnare il pavimento lucido con i piedi fradici: si è proprio dimenticato di prendere le ciabatte, maledizione a lui, dopo gli toccherà pulire il disastro che ha combinato. Alza gli occhi verso la porta, le guance gonfie come un bambino arrabbiato, e Louis è ancora lì, come previsto, perfino nella stessa posizione; fissa con espressione vacua un punto imprecisato del soffitto, la testa abbandonata contro lo stipite della porta e le braccia incrociate sul petto. Un sorriso nasce subito sulle labbra di Harry, nonostante l'ancora presente irritazione: non riesce proprio a rimanere arrabbiato, con lui davanti. È una specie di toccasana, con nessuno degli altri ragazzi si sente così; è da un po' che ci pensa, vivere con Louis è l'idea migliore che gli sia venuta negli ultimi tre anni, quasi allo stesso livello della decisione di fare l'audizione per X Factor.

Ho fame, – borbotta Louis sbadigliando, per poi abbassare gli occhi sulla figura dell'altro ragazzo: Harry è sempre bellissimo, soprattutto di prima mattina e tutto bagnato dopo aver fatto la doccia, ma quel suo accappatoio rovina l'atmosfera; avrebbe voglia di andare da lui e baciarlo, ma rimane sulla soglia ad osservarlo mentre gli si avvicina pensieroso, il cappuccio calato sui capelli fradici e le mani affondate nelle tasche, la cinta chiusa in un nodo morbido e già mezzo sfatto che sembra gridare di aprirlo definitivamente. Se avesse un po' più di forze l'avrebbe già fatto, riflette Louis, ma davvero è troppo stanco; non sa nemmeno lui perché è già in piedi, la notte prima sono andati a dormire tardissimo, dopo aver passato la serata in giro per club con gli altri ragazzi, e sicuramente è ancora troppo presto per i suoi standard. Forse ha avvertito l'assenza di Harry nel letto, chissà, dopotutto se davvero fosse quella la ragione non se ne stupirebbe più di tanto; ha sempre saputo che loro due sono collegati in qualche incomprensibile modo e il bisogno di essere sempre vicini, di avere il corpo dell'altro a portata di mano, ha sempre fatto parte del loro rapporto, anche quando erano due semplici ragazzini pieni di sogni e speranze e avevano appena fatto conoscenza. È una specie di simbiosi, la loro, qualcosa di vagamente inquietante a volte, ma finché avrebbero potuto goderne non avrebbero fatto nulla per cambiarla.

Andiamo a fare colazione, – sorride Harry non appena si trova ad un passo dall'altro ragazzo, allungandosi appena per posargli un bacio a stampo sulle labbra. Louis annuisce, sbadigliando ancora una volta, e si aggrappa al braccio di Harry quando gli passa accanto, lasciandosi quasi trascinare verso la cucina. Il contatto tra la sua pelle ancora accaldata dal sonno e la spugna umida dell'accappatoio lo fa rabbrividire, ma non rinuncerebbe a quel contatto neppure se ne andasse della propria vita; è una persona fondamentalmente stupida, dopotutto.

Si stacca solo quando Harry lo accompagna verso una delle sedie della cucina, lasciandovisi cadere sopra con la grazia di un bufalo incazzato che fa ridacchiare l'altro ragazzo: è divertente, certo, riderebbe anche lui se solo fosse un po' più sveglio.

Rimane in silenzio mentre Harry si mette ai fornelli e comincia a cucinare: gli è sempre piaciuto farlo, e in qualche modo è sempre stato abbastanza bravino; non ha mai avvelenato nessuno, per lo meno, anche se ricorda fin troppo bene il giorno in cui Niall è dovuto andare al pronto soccorso perché aveva mangiato troppo e troppo in fretta e aveva finito per bloccarsi la digestione uscendo in veranda, senza coprirsi bene nonostante le temperature polari, per fumare una delle sigarette di Zayn. È successo quasi un anno prima, ma vedere l'irlandese in quelle condizioni l'aveva scosso tanto da renderlo apprensivo quasi quanto Liam; quasi.

Ecco a te, Lou, – sorride porgendo al ragazzo il piatto con la sua colazione, prima di prendere posto sulla sedia davanti alla sua e togliersi il cappuccio dell'accappatoio con uno sbuffo: Louis accenna a sua volta un sorriso, impugnando la forchetta con la mano destra e ficcandosi subito una quantità spropositata di cibo in bocca. Mastica per qualche secondo con gli occhi socchiusi, un'espressione estatica sul viso stanco, poi con la sinistra prende una fetta di pane e le dà un morso. Harry lo guarda, cominciando a sua volta a mangiare, e non riesce proprio a smettere di ripetersi quanto sia bello: ok, è un pensiero che lascerebbe volentieri a una delle tante tredicenni follemente innamorate del ragazzo, ma non riusce ad evitare di formularlo, è più forte di lui; Louis non se ne rende neppure completamente conto, dell'effetto che gli fa ogni giorno con un semplice gesto, no. Anche in quel momento, mentre lo guarda ingoiare l'ennesimo boccone nella più totale innocenza, Harry non può fare a meno di eccitarsi; è il pervertito del gruppo, è opinione comune e universalmente riconosciuta, eppure non riesce a farsene una colpa: chi, dopotutto, sarebbe capace di non pensare al sesso con quel ragazzo davanti? È oggettivamente impossibile e, per quanto lui stesso detesti i propri limiti, sa che quello è insormontabile.

Mangiano in silenzio, come tutte le volte che possono permetterselo, e solo alla fine Louis ringrazia l'altro aiutandolo a lavare i piatti: è una cosa che detesta fare, è innegabile, ma ogni volta che Harry gli prepara la colazione si sente un po' in colpa e quello è uno dei suoi modi di rimediare. Gli altri sono senza dubbio più piacevoli per entrambi, ma è ancora troppo assonnato per poterli mettere in pratica: l'unica cosa che può fare è sporgersi un po' di più verso di lui mentre gli passa i piatti, le forchette e le tazze per poterlo baciare. Harry sorride, piegando appena di lato la testa, quando sente le labbra di Louis contro la pelle umida del collo, ma continua a lavare le stoviglie senza parlare: ama quei momenti di tranquillità, anche se può effettivamente sembrare strano a una persone estranea a quel genere di vita, e ha imparato a farne tesoro; vivono in quella casa una manciata di mesi l'anno, è il rifugio dove possono fare tutto quello che vogliono, e durante ogni tour, almeno una volta, ne sente la nostalgia. Hanno una vita più pesante di quello che si pensa, costantemente sotto le telecamere e i riflettori, circondati da gente che fa del giudicare la propria ragione di vita, terrorizzati all'idea di perdere tutto quello che in quegli anni di attività si sono guadagnati: la possibilità di cantare davanti a migliaia di persone, prima di tutto, la fama, il successo, il denaro... uscire allo scoperto, nel loro mondo, equivarrebbe a un suicidio. Per questo hanno imparato a nascondere quello che provano l'uno per l'altro quando sono in pubblico, permettendosi solo lunghe occhiate l'un l'altro e, solo quando sentono in modo più pressante il desiderio di esternare ciò che sentono, carezze sfuggevoli, il più lontano possibile dagli occhi di tutti. Le “sfere alte” non hanno gradito la loro presa di posizione, quando è stato ordinato loro di lasciarsi per non nuocere alla band, ma ormai si sono resi conto quanto sia inutile far loro pressioni in questo senso, perché sono irremovibili: sono una coppia da quando si sono conosciuti, tutto sommato, e questo non è mai stato un problema né per loro né per gli altri ragazzi che, naturalmente, hanno sempre saputo.

Ho voglia di tornare a letto, – borbotta Louis ad un tratto, quando Harry si allunga per mettere a scolare l'ultimo piatto che ha lavato, e spostandosi alle sue spalle lo stringe a sé; l'accappatoio umido gli si appiccica addosso in un modo estremamente fastidioso, ma come diversi minuti prima non ha nessuna intenzione di spostarsi. Sente la risata del ragazzo vibrare nel suo petto, ma nemmeno Harry si sposta, perché adora vederlo in quelle condizioni e anche lui, ormai, ha voglia di tornare a letto: la sottile eccitazione che sentiva prima non è svanita, anzi, si è fatta ancora più pressante e non gli è più possibile ignorarla. Si volta piano nell'abbraccio dell'altro, il nodo della cinta si disfa completamente, e si stringe contro il suo petto senza vergognarsi del brivido che lo coglie come ai primi tempi quando le loro pelli entrano in contatto: abbassa il viso per incrociare i suoi occhi e sorridere con un pizzico di malizia, prima di unire le loro labbra in un bacio.

   
 
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