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Autore: little_fairy    21/11/2006    1 recensioni
Prima di leggere questa storia dovete calarvi nella parte di un ragazzo follemente innamorato, che cerca in tutti i modi di riconquistare la sua ragazza... e ora... silenzio il rumore della pioggia incessante darà inizio a tutto...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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la forza dell'amore

                                                                          La forza dell'amore

(rumore si pioggia,e di due persone che corrono)

 

-non servirà a niente-

-tu vieni con me!!!-

-lasciami in pace ti ho detto!!-

-no!voglio che vieni con me..Io devo...Ti devo...

 L'avevo già persa, così la lasciai andare, non la smetteva di piangere e le sue lacrime si confondevano con la pioggia.

 Ero rimasto lì, tutto bagnato, ma non mi importava perchè ora non l'avrei più ritrovata.

 Vagavo per la città in preda alla rabbia.

-perchè proprio a me? mi era saltata addosso e non avevo potuto fare niente-

 Mi tormentavo con questi pensieri. Stavo diventando matto!!

Ero tornato a casa e quando ho aperto la porta, ho notato una luce provenire dalla mia camera.

 Mi stavo avvicinando per capire chi fosse.

Avevo raggiunto l'uscio della porta e davanti a me c'era Iris che stava svuotando i suoi cassetti e con movimenti frenetici, li ripiegava alla bene e meglio per poi farli atterrare nella valigia.

Piangeva, ancora.

Corsi verso di lei per fermarla, l'avevo presa per un braccio in modo tale da voltarla e lei velocemente con l' altro mi  dette uno schiaffo sulla guancia destra.

Non sò se per il dolore o per il dispiacere, ma all'improvviso sentii qualcosa di molto caldo scivolare sulla mia guancia.

Era una lacrima. La prima che versavo per lei.

-Vattene!!!-

-Lasciami spiegare ti prego!-

Nessuna risposta.

Me ne stavo lì impalato senza sapere cosa dovevo fare, se andarmene via o rimanere lì.

Iris continuava intanto a togliere la sua roba dagli scomparti del comò grande che avevamo comprato insimeme qualche mese prima.

Avevo i brividi che mi percorrevano la schiena, ma allo stesso tempo un calore pervadeva incessante il mio corpo.

Aggrottai la fronte, serrai le labbra, il mio respiro era diventato più profondo, avevo serrato i pugni e come se qualcosa mi avesse dato coraggio, afferrai di nuovo lo stesso braccio di lei, la voltai con molta più forza, e la spinsi in modo tale da farla cadere sopra al letto e prima che potesse reagire, le mie gambe bloccarono le sue, così mi buttai con il petto sopra il suo, ma senza toccarlo, in modo da rimanere a pochi centimetri dalla sua bocca bagnata dalle sue incessanti lacrime.

 Presi entrambe le sue mani incrociandole alle mie e stesi le braccia con le sue.

-Cosa stai facendo Adam?- mi disse con voce straziata dal pianto.

-Questo- e posai le mie labbra sulle sue.

Tenni non sò per quanto tempo la mia bocca sulla sua.

 Non riuscivo a staccarmi.

 Quando fui pervaso dalla stessa forza che, poco prima, mi aveva spinto a compiere quell'azione.

 Mi sentivo spingere all'indietro, facendomi scivolare sulle sue gambe, e poggiare poi i piedi per terra.

 Mi voltai verso la porta e uscii di casa.

Stavo percorrendo lo stesso tragitto da cui ero venuto prima di entrare dentro casa, e rivivevo le stesse sensazioni.

Ora non sapevo proprio dove andare.

Aveva smesso di piovere ma mi accorsi che il mio volto era bagnato.

Stavo piangendo. Non sapevo cosa significasse fino a quel momento. Ero sempre stato un ragazzo duro, che non provava emozioni neanche per una ragazza. Ma questa volta, invece, Iris aveva distrutto il mio cuore di pietra e mi aveva reso felice di vivere la vita insieme a lei.

Ma ora tutto non era altro che un vago ricordo ormai senza di lei.

Si alzò un vento freddo che scivolava tra i miei capelli.

Ero arrivato al parcheggio del ristorante, dove avevo lasciato la macchina.

Ero salito e così accesi il motore. Mi diressi verso la casa del mio migliore amico Brian.

Suonai il campanello e dopo circa un quarto d'ora che insistevo, lui uscii fuori con gli occhi chiusi e i suoi riccioli biondi tutti spettinati, la maglietta corta del pigiama era mezza fuori e mezza dentro i pantaloni del completo. Poggiò il suo braccio all'uscio della porta in modo tale da coprirsi gli occhi dalla luce che proveniva dal lampione appena fuori dal viale di casa sua. Aveva una faccia sbattuta e senza neanche guardare chi fosse alla porta, domandò:

-chi è?-

-sono io Brian-

-ma che ci fai a quest'ora della notte qui?-

Alzai il braccio sinistro e portai davanti agli occhi l'orologio: erano le 03.30 del mattino.

-scusami, non mi ero reso conto dell'orario, me ne vado, scusa ancora- mi ero voltato per avviarmi alla mia auto e andarmene

-Adam fermati- dissi Brian con voce ciondolante -dove vai?entra forza..-

Non me lo feci ripetere due volte, anche perchè avevo un bisogno estremo di un cambio visto che ero tutto bagnato.

Chiuse la porta e poi mi fece strada verso la cucina inciampando più volte negli orli dei tappeti che erano posti nell'ingresso.

Solamente dopo aver sbattuto contro il tavolino del soggiorno, che Brian decise di aprire gli occhi e urlare dal dolore con l'aggiunta di qualche insulto al povero oggetto.

Una volta trovato l'interruttore della luce, lo spinse così da illuminare tutta la stanza. Dato che non si era abituato alla luce, Brian con gesto istintivo si coprì gli occhi per qualche secondo. Poi prese da non sò dove, un recipiente per metterci l'acqua e versarci una bustina di caffè.

Si sedette accanto a me su uno degli sgabelli del tavolo della cucina. Poggiò il braccio sinistro sul tavolo in modo tale da reggere la testa, facendo pugno con la mano e poggiandola sulla guancia. Richiuse lgi occhi,  accennando uno sbadiglio e schioccando più volte la lingua.

Improvvisamente aprii gli occhi, li teneva sbarrati e mi fissava.

-che c'è?-

-che cosa c'è me lo dici tu, non sono certo io che ho bussato alla porta alle 03.30 del mattino.

-Iris mi ha lasicato-

Staccò improvvisamente il braccio dalla testa e si rizzò tutto.

-COSA???MA COME è SUCCESSO??-

-Samantha-

-quella p******-

-mi è saltata addosso nel momento sbagliato e nel posto sbagliato. Stasera infatti, ero andato in un ristorante con Iris per cena, e mentre lei era andata in bagno per sistemarsi, eccoti comparire Samantha che mi ha spostato la sedia e mi si è messa sopra seduta con le gambe accavallate, mi ha preso il colletto della camicia e lo ha stretto a sè, vicino al suo volto, così vicino che poi mi ha dato un bacio. E' proprio in quell'istante che Iris è uscita dalla porta del bagno e ha visto la scena. Io ho cercato di scansarla ed è stato solamente quello il momento in cui gli occhi di Iris hannno iniziato a brillare come non mai e subito scendere le lacrime. Lei non ha fatto altro che correre verso la porta principale del ristorante e uscire.-

-e tu cosa hai fatto?-chiese Brian che era rimasto a bocca aperta per il racconto.

-che avrei dovuto fare?ho scaraventato Samantha per terra, ho preso le cose di Iris che aveva lasciato sulla sedia del tavolo, ho poggiato i soldi del conto sul tavolo e ho iniziato a correrle dietro per fermarla e spiegarle tutto. Pioveva a dirotto!!!-

-ah ecco perchè mi hai reso la casa un lago!!-

-poi sono tornato a casa e c'era lei!!-

-ma dai!!e che ci faceva??-

-stava svuotando la nostra stanza, e stava mettendo i suoi vestiti nella valigia.-

-se ne stava andando?e senza avvertirti?-

-Brian ci sei??mi ha visto baciare con un'altra, quale sarebbe dovuta essere la reazione se non di andarsene?

*Nel momento in cui lo dicevo, mi resi conto di quanto aveva sofferto Iris assisitendo a quella scena.

-Brian, Brian?sei sveglio?è pronto il caffè!!-

-lasciami in pace!-

E tornò con la testa tra le braccia conserte sopra il tavolo, russando a più non posso.

Mi sentivo solo per la prima volta, angosciato, disperato, senza forze.*

Spensi la luce della cucina e me ne andai al piano di sopra salendo le scale.

Ero quasi arrivato in cima, quando alla porta bussò qualcuno.

Mi voltai di scatto, e vidi un' ombra con i capelli lunghi. Scattai e scesi le scale in fretta -che bello, Iris!!-

Aprii la porta e davanti a me si materializzò Samantha.

-ciao, mi stavi aspettando?- mi diede una piccola spinta che mi fece arretrare.

-che cosa vuoi? non ti è bastato rovinarmi la vita? vattene brutta p******!-

-a a a ...non te l'ha insegnato la mamma che certe parole non vanno dette?-

-vattene o giuro..-

-che cosa fai è?-disse con tono di sfida-mi sbatti sul letto?allora volentieri!!!cosa aspetti?!?-

-mi fai schifo!come sapevi che ero qui?-

-intuito femminile!-

-bè fatica inutile-e furono le ultime parole che le dissi. Le chiusi la porta in faccia.

Vidi la sua sagoma scomparire solo dopo alcuni istanti. Me ne tornai al piano di sopra e mi diressi al bagno. Mi spogliai e misi i vestiti nell'asciugatrice in modo tale da essere pronti per il giorno dopo. Quando entrai nella stanza che Brain aveva per gli ospiti, l'unico mio pensiero fu quello di provare ad addormentarmi ma invano. Provai più volte infatti ma non facevo altro che rigirarmi nel letto tra le coperte.

-porca miseria!ma possibile non c'è un modo per riconquistarla?- Questa domanda mi rendeva nervoso e per questo non riuscivo a chiudere occhio.

La camera era vuota, buia, e ciò non facilitava di certo il mio stato d'animo. Avevo inquietudine dentro di me, non riuscivo a calmarmi.

Le poche ore che facevano della notte il giorno dopo, passavano lentamente e avevo si e no dormito 10 minuti. Guardai la sveglia che era posta nel comodino accanto al letto, erano le 05.32. Non avevo più voglia di rimanere sotto le coperte, così mi alzai e mi diressi in cima alle scale e l'unico rumore che risuonava in casa era il russare di Brian, molto più forte di quando eravamo al liceo. Non sapevo dove andare, poi optai per il bagno.

La testa mi faceva male.

Stavo per entrare, quando iniziò a squillare il telefono.

Uno degli apparecchi era posto proprio all'ingresso dove stavo io.

Naturalmente Brian non si svegliò per andare a rispondere, così lo lasciai squillare.

Entrò in funzione la segreteria che informava di lasciare un messaggio vocale dopo il sengale acustico. Appena dopo il BIP dell' apparecchio, una voce femminile iniziò a parlare.

Era una voce calda, quasi sensuale.

Non per curiosità ma per puro caso, rimasi ad ascoltare il messaggio.

Ero convinto di conoscerla quella voce per questo rimasi davanti al telefono, ma nonostante cercavo di ascoltare, non riuscivo a distinguere le parole dato che c'erano dei rumori di sottofondo.

Terminò il messaggio e il BIP suonò di nuovo. Una voce meccanica avvertiva che era presente un nuovo messaggio in segreteria.

Ero mosso dalla voglia di capire di chi fosse quella voce. Quindi riavvolsi il nastro e riascoltai il messaggio ma questa volta concentrandomi su quello che diceva:

-BIP ciao Brian, ho fatto quello che mi avevi chiesto, ora voglio i soldi, ci incontriamo domani pomeriggio al pontile alle 15.00. Un'ultima cosa, non mi aspettavo che Adam fosse cambiato tanto. Si è fatto proprio un bell'uomo. Peccato. Ora hai la strada libera con Iris. Goditela, si direbbe una brava ragazza dall'aspetto. Mi raccomando sii puntuale. Ciao.-

-non è possibile!no...non è possibile..-stavo dicendo ad alta voce

-cosa non è possibile Adam?-

Mi girai di scatto cercando di capire da dove provenisse la voce.

Mi affacciai dalla rampa delle scale, per vedere se ci fosse qualche luce accesa al piano di sotto, ma sia quella della cucina che del soggiorno, erano spente..

L'unica lampada che illuminava la stanza era quella delll'ingresso dove stavo io.

Era una voce cupa, quasi cavernicola.

Ero teso.

Continuavo a voltarmi a destra e a sinistra, con la paura di dovermi difendere da qualuno. Si ,ma da chi?.

-perchè non mi rispondi Adam?-

Insistette la voce molto lentamente ma profonda allo stesso tempo.

Ora ero davvero terrorizzato.

Mi mossi molto lentamente per cercare di raggiungere la camera.

-FERMO!!-mi ordinò la voce-fai un altro passo e te ne pentirai-

Ero immobilizzato davanti alla porta del bagno.

Iniziavo a sudare freddo.

Sentii come un'ombra molto forte dietro di me.

Con un rapido movimento mi voltai.

Ma non c'era nessuno.

Cercai allora di mantenere la calma il più possibile.

Ero stufo di starmene lì fermo senza farniente, così cercai di correre il più possibile verso la camera da letto...

 

L'odore del sangue mi fece aprire gli occhi...

Non riuscivo a capire dove fossi finito.

Ero sdraiato sul parquet e avevo un gran dolore alla mascella e al naso.

Con i palmi rivolti verso il pavimento, mi diedi una spinta e con l'aiuto delle braccia, riuscii a mettermi in ginocchio.

Andai indietro con laschiena e mi appoggiai al muro.

Respiravo a fatica.

Misi le mani alla bocca e quando le allontanai il mio sguardo andò dritto alle dita insanguinate.

Ebbi un improvviso giramento di testa.

Poggiai l'altra mano allo stomaco, sentendo un dolore acuto.

Non mi ricordavo niente.

Finalmente riuscii ad alzarmi dopo qualche tentativo di mettermi in piedi, mi fece da sostegno la colonnina di marmo che reggeva il telefono.

Non ero stabile per niente. Mi faceva molto male la testa e anche le tempie erano doloranti.

Andai dritto in bagno e con un pò d'acqua fredda, tamponai le ferite. Mi asciugai il volto e mi guardai allo specchio. Avevo una bruttissima cera.

Uscito dal bagno, me ne andai molto prudentemente al piano inferiore. Accesi la luce della cucina e notai Brian che dormiva ancora.

Solo quando richiusi lo sportello del freezer, che Brian alzò di colpo la testa.

-ma che hai fatto?sei caduto dal letto?-

-non lo sò..non lo sò..mi sono ritrovato disteso sul pavimento in questo stato-

-non è possibile, fai uso di droghe e non me lo hai detto?-

Accennai un sorriso. Il primo dopo quello che era successo.

Brian si alzò e si diresse verso il contenitore con il caffèche era rimasto sullo stesso posto dove l'aveva lasciato.

Se ne versò un pò in una tazzae ritornò a sedersi ma stavolta di fronte a me.

Ne bevve un sorso e fece una smorfia di disgusto.

Io stavo ancora tenendo il sacchetto con il ghiacchio dentro, avvolto in un panno, vicino alla bocca, alternando ogni tanto con la tempia.

Ci fu silenzio nella cucina.

Brian poggiò di nuovo la tazza sul tavolo dopo aver bevuto un altro sorso, era l'unico rumore che spezzava la quiete in quel momento.

-ti ha chiamatoIris?-domandò Brian facendomi sobbalzare.

-no...e credo che non lo farà più-

-dai non disperare. Se vuoi posso parlarci io.-

All'improvviso ebbi come un flashback: in testa la voce di Samantha che diceva "goditela si direbbe una brava ragazza dall'aspetto" .

Ma non ricordavo dove, quando, Iris no..non mi lasciare..Brian...no...

-NO!!!-urlai

-ehi ma che ti prende?-

-scusa, è che mi fa tanto mael la testa-

-mi fai preoccupare!vuoi un'aspirina?-

-no,non ti devi  preoccupare Brian, tu hai già fatto tanto per me..è che sto tanto male per lei-

-dai vedrai che passerà tutto, alla fine ci sono così tante belle ragazze che fanno la fila per stare con te.  Sei un bel ragazzo Adam di che ti preoccupi? vedrai che anche a lei passerà e troverete entrambi un'altra persona a cui pensare-

A quelle parole, scattai in piedi e sbattei Brian contro il muro, afferrandogli con la mano sinistra il colletto della t-shirt del pigiama.

Lo fissai dritto negli occhi.

-non ti azzardare più, neanche minimamente a pensare che un altro ragazzo possa solo sfiorare Iris. Lei è mia e nessun altro la potrà toccare.

Brian mi diede una spinta energica all'indietro che mi fece urtare contro il frigorifero.

-ma sei diventato scemo???ti rendi conto di quello che hai fatto?non ho reagito solo perchè sono tuo amico e capisco che sei nervoso, ma controllati!!-fa sì che non succeda mai più perchè laprossima volta potrei reagire e farti molto male.

-ti chiedo scusa hai ragione. Ho sbagliato. Ma solo al pensiero di Iris con un altro ragazzo, mi manda in bestia. Scusami ancora Brian è stata una reazione spontanea e poco razionale-

Brian sistemò la maglia e se ne andò al piano di sopra al bagno. Sentivo l'acqua della doccia scorrere.

Scese dopo un'ora vestito elegante.

-dove stai andando?-

-io ho un lavoro. E dato che sono il direttore di un ristorante, devo arrivare in anticipo-

-ma sono le 07.30!-

-apposta è tardi!-

-va bè buona giornata!-

Si voltò e sbattè la porta dietro di sé. Mi alzai per vederlo sparire, avvicinandomi al vetro che stava vicino alla porta.

Un profumo dolciastro pervase l'ingresso d'entrata.

Feci una smorfia di disgusto. Era troppo dolce, lo stesso che aveva al liceo e che se ne spruzzava a quintali prima di un appuntamento con una ragazza..già una ragazza..

(goditela si direbbe una brava ragazza dall'aspetto)

-porca misera!-

Salii e mi andai a prendere i vestiti nell'asciugatrice dove li avevo messi la sera prima: nell'asciugatrice.

Aprii l'oblò e vidi che la mia roba non c'era più dentro. Sbattei lo sportello e corsi verso la camera. Aprii tutti i cassetti e l'armadio, ma niente, non trovai niente che mi appartenesse. Guardai sotto il letto e poi di nuovo in bagno dentro la doccia e poi dentro la vasca.

-tana!!!- urlai.

Li andai per prendere ma erano tutti bagnati fradici.

Qualcuno li aveva mesi sotto l'acqua e lasciati lì dentro. La soluzione al problema era semplice: Brian.

Mi diressi verso la stanza del mio amico e il più velocemente possibile indossai una sua t-shirt e un suo paio di jeans.

Non mi guardai nenache allo specchio perchè mi precupitai fuori di casa dopo aver ripescato dai jeans bagnati, le chiavi dell'auto.

Accesi il motore e andai dritto verso casa mia.

Non c'era molto traffico così arrivai dop circa mezz'ora.

Aprii lo sportello e scesi dalla macchina.

Notai però che la BMW nera di Iris era ancora parcheggiata nel garage.

-strano..molto strano..sarà andata a piedi- cercai di giustificare -no,devo farmi forza ed entrare!!-

Così appoggiai la mano sulla maniglia e girai verso sinistra spingendo in avanti per aprire.

C'era molto silenzio in casa.

La cosa che mi fece insospettire di più fu trovare il caffè ancora fumante nel recipiente sopra al tavolo della cucina.

Feci per andare al piano di sopra quando ebbi un brivido improvviso che mi pervase per tutta la schiena.

Mi voltai e trovai Samantha appoggiata alla porta del soggiorno.

-ciao Adam! cos'è tutta questa fretta?-

-dov'è lei??-

-chi Iris? mah forse con Brian a fare colazione..perchè ti interessa?-

-dove sono andati?-feci con tono sempre più serio

-wow..noto un pizzico di implorazione da parte tua..sbaglio?..e se ti dicessi che voglio passare un pò di tempo con te?-

Si stava avvicinando a me. Sentivo il suo calore. Non lo potevo negare, Sam,antha era una ragazza molto sensuale.

Mi spinse verso la parete e mi bloccò mettendomi una mano sul petto. Con le dita salì su fino a sfiorarmila bocca. Continuò e mi accarezzò la guancia destra per poi terminare dietro il mio collo.

La sua bocca era a pochi centimetri dalla mia.

Davanti a me comparì l'immagine di Iris che piangeva e con una spinta energica, fece cadere Samantha in terra. Lei si rialzò subito e con la sua mano era pronta a sferrarmi uno schiaffo ma io le bloccai il braccio e glielo strinsi forte.

-ti prego lasciami, mi stai facendo male ora...Adam..-

-parla!-

-ahhi..ok...va bene..sono andati a fare colazione..-

-dove?!!?-

-in un locale...molto costoso..vicino al ristorante di Brian-

La lasciai immediatamente per poi correre e salire in macchina.

Guidavo come un pazzo. Il tachimetro segnava 160 km/h.

 Volevo arrivare più in fretta possibile prima che, Brian, potesse compiere qualsiasi gesto che lo avrebbe portato poi a doversene pentire.

Durante il tragitto non feci altro che pensare a tutti i modi possibile per uccidere il mio amico. Sapevo che era geloso della mia relazione con Iris.

Provava sentimenti forti per lei, sin dai tempi del liceo.

In qualche modo cercava di farmela pagare per essermi messo con lei.

Ma perchè ha aspettato così tanto?

Perchè non mi ha mai detto niente tutto questo tempo?

Che stupido io a fidarmi di lui.

Cercavo in tutti i modi di calmarmi ma era troppo grave ciò che aveva fatto.

Parcheggiai proprio davanti all'entrata.

Quando scesi dalla mia auto c'era la BMW di Brian che stava poco più in là della mia AUDI.

Entrai dentro al locale.

Era pieno di gente.

Mi si avvicinò un cameriere e gli domandai se avesse visto entrare Brian con una ragazza.

Il mio amico andava in quel bar ogni mattina, quindi lo conoscevano tutti.

Il cameriere fece finta di non sapere niente, così iniziai a vagare per tutto il ocale.

La gente cercava di scansarsi con la sedia mentre passavo tra i tavoli ma inutilmente, il corridoio era troppo stretto così travolgevo spesso persone innocenti.

Scrutavo ogni tavolo in cerca di Iris.

Poi presi le scale e salii al piano di sopra dove si doveva prenotare almeno una settimana prima per un tavolo.

Aprii i battenti dlla porta e iniziai anche lì a cercare.

C'era poca gente.

Girai intorno al piano bar.

Rivolsi lo sguardo in fondo alla sala e vidi Brian girato di spalle.

Iniziai a correre verso il loro tavolo.

Fu un attimo e scansai la sua sedia verso di me e lo colpii con un pugno sulla guancia.

Lui si rigirò con la bocca che iniziava a sanguinare.

-non dovevi farlo-mi disse con tono minaccioso

E come se improvvisamente, mi ricordai della voce cupa e tenebrosa della notte scorsa a casa di Brian.

Era lui che mi aveva sferrato il pugno e mi aveva fatto perdere conoscenza.

Si alzò di scatto e quando stava per darmi un pugno io gli bloccai l'avambraccio e lo colpii allo stomaco, cosicchè cadde per terra dolorante.

Presi per mano Iris, che testimone di quella scena, si era portata le mani alla bocca in segno di preoccupazione.

Fu un gesto automatico quando mi porse la sua mano.

Io rimasi pe run attimo un pò incredulo, ma poi la trascinai verso l'uscita.

Salimmo in macchina ma lei non disse niente.

-Iris, io voglio..-

-Adam ti prego batsa. E' finita. Non serviva fare tutta quella scenata dentro il locale. Brian è stato gentile, mi stava offrendo la colazione per distrarmi un pò da questa situazione in cui mi trovo.-

-Iris, amore mio, ma che sti dicendo?-

-mi dispapice Adam, ma devo invitarti a non cercarmi più.-

Vedevo la sua mano che si dirigeva verso la maniglia per poi aprire la porta del'auto.

Prima che Iris potesse tirare verso di lei la maniglia, accesi il motore e feci retromarcia per uscire dal parcheggio, misi la prima e scattai con l'auto passando dalla seconda alla quinta marcia in un attimo. Ora sapevo dove andare: a casa di Brian.

-Adam che cavolo stai facendo?-

Non risposi.

Continuò ad urlare -Fammi scendere ora!!!-

Inchiodai la macchina, scesi velocemente e chiusi la porta sbattendola con forza. Andai dritto verso Iris per farla scendere dall'auto.

-ora scendi e seguimi-le dissi

-dove mi stai portando?-

-Iris, porca miseria dammi asoclto per una volta!!scendi!!-

Ebbe un attimo di esitazione , ma poi si fidò.

La presi per mano e la portai davanti all'entrata. Sfondai la porta con un calcio ed entrammo.

Mi precipitai subito verso il telefono.

-ascolta questo messaggio-

Pigiai REWIND e poi PLAY.

La voce di Samantha fece sobbalzare Iris.

Per tutta la registrazione,Iris tenne la sua mano davanti alla bocca.

Quando terminò, spinsi STOP e in quel momento, sulla mia mano che era appoggiata all'apparecchio, cadde una lacrima.

Mi voltai di scatto verso di lei.

Iris non riusciva a staccare gli occhi dal telefono.

Molto delicatamente le presi i polsi, scansandole la mano dalla bocca.

Lei alzò lo sguardo verso di me.

Non riusciva a parlare.

Io mi avvicinai a lei.

Iris indietreggiò di poco.

Tenevo ancora le mie mani ferme sui suoi polsi. Cercavo di trattenerla, anche perchè non c'era più motivo perhcè lei potesse fuggire, la verità la sapeva ormai.

-Adam torniamo a casa ti prego.-

Mi meravigliai a quelle parole, ma non potei far altro che asciugarle le lacrime con la mia mano e avvicinarmi per posare le labbra sulle sue.

Poco dopo interompemmo quell'attimo magico e ci dirigemmo fuori dalla casa di Brian ed entrare in macchina.

                                                 The end

 

  
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