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Autore: Luna Avae    29/04/2012    2 recensioni
Scritta per il mio tredicesimo mesiversario. In onore della mia Tonnah, spero apprezzi lei e anche chi altro leggerà.
é una favola che riunisce un pò della nostra quotidiana follia, senza troppe pretese romantiche che mi viene l'orticaria.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'erano una volta, e forse ci sono ancora personalmente non ho controllato, due regni confinanti.
Stranamente non erano il lotta tra loro e non erano neanche in pace.
Erano confinanti ma separati e distinti da una parete lunga kilometri fitta di magia e di cose non dette.
Di leggende tessute di fantasia e di altre meno fantasiose.
Questa muraglia impalpabile e trasparente, ma che non lasciava passare neanche un battuffolo di cotone, era visibile
solo da alcune persone di entrambi i regni. Pochissime persone, che non venivano considerate nè elette, nè speciali e neanche matte.
Semplicemente tutti si abituavano al fatto di non potere vedere tutto, magari alcune delle
persone che riuscivano a vedere la muraglia non sapevano fabbricare il pane, o lavorare le pietre preziose, insomma,
ad ognuno le sue competenze.
La citta verde si chiamava "Capitale della Giada", la città bianca "capitale della pietra di Luna".
Nessun abitante dell'una aveva mai ammirato città, case, costruzioni, flora e fauna dell'altra, pur vivendo ad un palmo di naso.
In effetti le persone che vedevano la barriera ci spiaccicavano il naso contro, ma forse solo
per ottenere quella gradevole sensazione di calore al tatto e quel senso dell'ignoto che tanto da alla testa.
Gli anni passavano, così come i giorni e le ore, in assoluta tranquillità e senza nessuna scossa di terremoto.
Un giorno a scuotere i due regni fu il pianto di due bambine, appena nate e ovviamente seccate
per avere lasciato un posto così confortevole a favore di aria, ossigeno e fatica di respirare.
Una venne chiamata gioiello di giada, nel lato verde del mondo.
L'altra venne chiamata Pietra di Luna, nel regno bianco.
Erano le principesse ereditarie dei due regni, i regni confinanti ma che non si conoscevano.
Il caso, sempre lui che gioca a carte col mondo, volle che le due bambine fossero capaci di vedere la barriera che separa i due mondi.
Gioiello di Giada lo scoprì giocando un giorno con spade di legno dalla strana forma di papera vicino al confine invisibile.
Ciondolo di corallo ritraeva pettirossi su un foglio sgualcito, le mani sporche di vernice.
Avevano entrambe sei anni, essendo nate nella medesima ora dello stesso medesimo giorno, e come potrete già immaginare, dello stesso medesimissimo anno.
Sollevarono lo sguardo e si ritrovarono davanti a questa imponente muraglia di cui non avevano mai sentito parlare.
Gioiello di Giada  vi si accostò con la curiosità che la contraddistingueva, i lunghi capelli scuri scossi dal vento e gli occhi pieni di sorpresa.
Pietra di Luna lasciò cadere fogli e matite e corse via con il cuore pieno di terrore, i capelli biondi che correvano veloci quanto il vestito
completamente bianco.
Che cosa era? Da dove spuntava? Era una minaccia? Si chiedeva lei.
Che meraviglia, potrò attraversarla?Dove porterà? Si chiedeva l'altra.
E da questo si può già capire quanto fossero diverse.
Venne spiegato loro che era normale, che ogni generazione aveva qualcuno capace di vedere quella barriera.
Che nessuno si interessava a cosa ci fosse oltre, che esisteva e basta come il cielo, le nuvole o i fiori.
Chi diceva che fosse la fine del mondo conosciuto, chi parlava di universi paralleli, chi invece
la usava per spaventare i bambini.
La cosa certa è che non si doveva toccarla.
Fatto sta che gioiello di Giada era curiosa, curiosa per natura. Così come Pietra di Luna era diffidente per natura.
Mentre la prima si accostava sempre alla barriera e si chiedeva cosa ci fosse, l'altra la dipingeva, la disegnava ma non la toccava mai.
Interessante fonte di studio, ma niente da infrangere, tutto andava bene così com'era.
Passarono gli anni, non si fermano mai per affari che non gli riguardano quelli li, e le due ragazze compirono lo stesso giorno
gli stessi quindici anni.
Il caso fece la sua mossa, ridendo sotto i baffi, lo sanno tutti che il caso ha i baffi.
Gioielli di Giada e Pietra di Luna, vestite a festa  e con il viso pieno di sorrisi, passavano di corsa vicino alla barriera
correndo veloci in direzione ognuna di qualcosa, non è rilevante.
Ed ecco che ciondolo di corallo....cade a terra con un rumoroso tonfo udito sin nei confini più remoti del cielo.
"meldetto sia questo orlo chilometrico, l'eleganza dicono loro, come sarò elegante adesso con un piede rotto, poso inventare una nuova danza!"
"Potresti in effetti chiamarla la danza del monco, diverebbe molto rinomata nelle osterie di città."
" ...oh certo potrei...potrei...."
senza rendersene conto Gioiello di Giada aveva risposto a tono a ciò che aveva detto Pietra di Luna dall'altro lato della barriera,
l'aveva sentita, aveva
sentito il tonfo e pensando che fosse qualcuno vicino aveva ribattuto con il suo solito tono beffardo e un pò sfottente.
E adesso se ne stava di fronte alla barriera con gli occhi accesi dalla stessa curiosità che aveva la prima volta che l'aveva vista.
Dall'altra parte una ragazzina bionda stava per avere un infarto alla tenera età di quindici anni.
".....juhgfsnbxriemszvcl "...chiaro."
Una risata cristallina e senza nulla di minaccioso arrivò alle orecchie della principessa rossa, che se ne stava rannicchiata per terra
, sporca di terra
e tremante.
"le barriere non parlano. Le barriere stanno zitte...le barriere..sono normali.è un confine. Non c'è nulla. Ho solo bevuto
troppo succo di mela fermentato, lo so che non reggo lo sò, mannaggia."
Parlava da sola, la diffidente, cercando di dimenticare all'istante la voce e la sua stessa curiosità.
Dall'altra parte la principessa verde inarcava un sopracciglio e ridacchiava.
"ehm...posso assicurarti che non sono frutto di mela fermentat..che cosa è una mela?"
" frutta,è frutta dolciosissima e buon....NON DEVO PARLARE CON UNA BARRIERA, PER LA BARBA DI MIA MADRE!"
urlo discreto di ciondolo di corallo..al quale gioiello di giada rispose con una risata.
" sei sola li dietro? C'è una città?Vedi anche tu una barriera? Sei una donna o un uomo?E soprattutto..tua madre ha la barba?"
Forse fu l'ultima domanda a risvegliare la rossa dal suo torpore sognante.
" ti sembra che abbia la voce di un vecchio baritono? Sono una ragazza, ed è il mio compleanno, quindicesimo per l'esattezza."
"...."
silenzio. Quasi rassicurante, ma la bianca per qualche strano motivo, anzichè fuggire come suo solito approfittando del ritorno alla normalità
rimase lì, e il silenzio la metteva quasi a disagio.
In fondo era una bella voce.
"....ehm, signora barriera?"
"..è anche il mio quindicesimo compleanno"
" ah, auguri barriera!"
" Non sono una barriera, idiota, sono una ragazza, come te!"
" Non chiamarmi idiota!"
" E allora tu non chiamarmi barriera!"
Due secondi di silenzio teso e poi entrambe le due ragazze, paradossalmente scoppiarono a ridere.
Una aveva una risata strascicata e bassa, l'atra uno scampanellio di campanelle in festa.
Quando le due si furono calmate, restava il problema: Che cosa diamine stava succedendo?
"come ti chiami?"
chiese la verde, prima tra le due ad abituarsi alla strana situazione.
"..Pietra di Luna,principessa prima del regno di bianco di Luna."
la bionda parlò automaticamente,accennando anche una riverenza, come se si stesse presentando a qualcuno a corte.
Un caso perso, poverina.
L'altra intuì i movimenti della ragazza e sorrise divertita.
" Io sono goiello di giada e bla bla bla idem con patate come te solo della città verde di Giada"
" idem con patate? Non mi piacciono le patate, sono antiestetiche non sono mai perfettamente rotonde."
"..da me sono perfettamente rotonde e sono anche buone."
"oh perdiana, chi se ne frega.Chi sei tu? Vuoi intrufolarti nel mio regno? Le vecchie qui non narrano niente di buono sulla barriera, non so
nemmeno perchè ti parlo!"
"Non so neanche io perchè mi parli.Del tuo regno non me ne frega un accidente, donna, mi basta il mio."
"perchè mi chiami donna come se tu non lo fossi? E poi borbotti come se avessi dei fiori in bocca!"
".....mh."
"....tsk."
Il silenziò calò da entrambi i lati della magica muraglia, mr caso baffuto se la rideva di gusto.
"Adesso devo andare, mi staranno aspettando al banchetto e poi ho dei fogli ad asciugare..."
"...asciughi fogli? Ma che usanze avete nel tuo regno?"
la verde se la rideva di gusto tanto quanto il caso.
La bianca invece arrossì e per poco non picchiava la barriera.
"...sono fogli pitturati, razza di...di.."
" razza."
" Io me ne vado."
"tornerai? Domani a quest'ora."
" Non ci penso neanche, non ho intenzione di farmi prendere per pazza a parlare con una barriera, tu sei fuori di testa,sempre che tu ce
l'abbia una testa, che ne so magari sei un pollo che si gratt.."
"riesci a stare zitta? Tornerai domani. A quest'ora.Devo capire."
Detto questo gioiello di Giada se ne andò per la sua strada, pensierosa ed assorta, gran bel regalo di compleanno quello!
Pietra di Luna invece rimase per qualche secondo a fissare la barriera, si aspettava qualcosa, volevo toccarla, ma poi
la sua naturale diffidenza prese il sopravvento e decise di andarsene e anche se non sarebbe mai più tornata.
Il giorno dopo alle cinque e cinque e cinque secondi spaccati Pietra di Luna fu davanti alla barriera.
Ci aveva pensanto e ripensato e aveva compreso di dovere proteggere il suo regno, per fare ciò doveva capire
se quella presunta principessa di un regno mai sentito potesse essere una minaccia.
Era suo dovere no? Doveva farlo per gli altri.
Non è che fosse lei a voler parlare ancora con gioiello di Giada, che poi chissà se era il suo vero nome.
"...Gioiello di Giada?"
"precisa come un orologio gnomico"
"...taci, donna"
"non copiarmi le battute!"
"..tsè, semmai ti pagherò i diritti."
E un'altra serie di discorsi assurdi che riguardavano la parola diritto che il narratore si secca a riportare.
Le due parlarono per ore, ore, ed ore ancora, Forse anni, no per carità, soltanto ore.
Si domandarono tutto e si risposero a tutto e alla fine pietra di Luna fu convinta che davvero, oltre quella barriera, ci fosse un
regno verde diverso ma simile al suo tutto bianco.
C'era qualcosa di carismatico e troppo autentico nel modo in cui gioiello di Giada parlava, non poteva mentire.
Dal canto suo la principessa del regno verde era curiosa, curiosissima di vedere questo regno e di vedere la principessa.
Sarebbe stata uguale a lei? Voleva sapere tutto.
"Sono abbastanza stanca di fare domande, adesso."
La voce stanca e assonnatta della bianca giunse flebile alle orecchie della verde.
" tornerai domani? Non puoi dormire qui?"
" te ti lasciano dormire fuori?"
"..mia madre forse..ma mio padre..."
tono triste della verde.
"..i padri sono un gran problema non è vero?"
sibillina la bianca, con tono dolce tentò di consolarla, perchè lo stesse facendo se lo chiese solo dopo, quando ormai entrambe erano sulla via di casa.
" te ne parlerò domani"
"..non ci sarò domani, tutto questo è folle"
" a domani,Pietra di Luna"
e le settimane trotterellarono felici le une accanto alle altre come le buone sorelle del tempo che fu, e le due principesse trascuravano oneri
e divertimenti per passare ogni secondo disponibile a parlare l'una con l'altra,
" Ti dico che gli spinaci sono bellissimi, sono verdi! Sono il simbolo del regno di Giada"
"Ti dico che qui non abbiamo spinaci, abbiamo i peperoncini, quelli si che sono di gran classe, rossi come il sole."
"...e se mangiassimo un pomodoro? Ha le foglie verdi ma è rosso"
Queste discussioni si intervallavano a quelle più serie.
"Mio padre è lontano,ha sdradicato l'albero della vita che cresceva al centro del regno poichè era più grande di lui, ed è stato esiliato"
diceva la rossa.
" Mio padre è vicino e per questo dovrò andarmene un giorno"
diceva la verde.
Eppure passò un anno, tracentossesantacinque giorni terrestri e arrivò il giorno del loro sedicesimo compleanno.
Avevano un piano.
"Questa barriera qui, deve avere una falla. una fine, un buco, qualcosa, lo dobbiamo trovare il giorno del compleanno così finalmente
potrò  dirti idiota di persona!"
"questo è il to desiderio più grande..brutta..."
" io sono bellissima"
" lo vedremo quando ti vedrò"
in realtà entrambe desideravano vedersi oltre che parlarsi, conoscevano a memoria il suono della loro voce, della loro risata.
La verde capiva perfettamente l'esatto momento in cui la rossa arrossiva.
La rossa comprendeva precisamente quando l'altra stava piegando l'angolo della bocca in un sorriso storto e sfottente.
Si erano descritte e si immaginavano.
Il giorno del sedicesimo compleanno niente fu più come prima.
Alle cinque e cinque e cinque secondi spaccati le sue principesse furono una di fronte all'altra, ognuna dal proprio lato della barriera.
Vicinissime, con la punta delle dita che sfiorava la superficie impalpabile del confine, nervose entrambe.
Una teneva in mano una forbice, l'altra un martello.
"sei pronta?"
"potrebbe ditruggere tutto."
"vuoi vedermi?"
"potrei non essere come volevi"
"puoi stare zitta?"
" solo se smetti di chidermi delle cose"
Respirarono profondamente e nello stesso esatto momento piantarono forbice e martello contro la superficie della barriera.
L'aria tremò di attesa, un rumore di vetro infranto sveglò qualsiasi animale di entrambi i regni, svegliò le coscienze, svegliò la regina, svegliò i re.
Le due principesse erano già sveglie.
"abbiamo distrutto tutto, mioddio crollerà il regno, per la miseria. per la miseria, perdiana, sono morta. Sto morendo, sono stata un'idiota, una cretin..."
" Non sei poi così male di presenza"
La voce di gioiello di Giada riscosse la rossa dai suoi presagi di sventura e la costrinse finalmente ad aprire gli occhi.
Davanti a lei se ne stava una ragazza più alta di lei, dai grandi occhi scuri e dalla carnagione color cioccolata.
Il suo vestito era verde e di foggia semplice e in mano aveva un martello robusto.
Alle sue spalle si ergevano imponenti colline, case, villaggi ed una folla di gente si avviava in loro direzione.
Gioiello di Giada ed il suo regno erano bellissimi.
Dall'altra parte la verde si ritrovò davanti ad una ragazza quasi effimera, piccola ed esile, dai capelli biondi e dagli occhi verdi..come la Giada.
Alle sue spalle un regno rosso fuoco, dall'erba al cielo e una folla di persone in loro direzione.
"allora sei vera?"
" a quanto pare"
" cosa diremo a tutti?"
"che era ora di svegliarsi....per andare a dormire!"



***

In una stanzetta normale con mobili normali una ragazza apre gli occhi e sobbalza, sollevando la schiena si scatto e guardandosi intorno.
"klsairuvnodbki"
accanto a lei un'altra ragazza si sveglia e la osserva con sguardo interrogativo, i capelli scuri ridotti ad un groviglio indistinto.
"...buongiorno anche a te amore, anzi, buonanotte, sono ancore le tre."
"....che cavolo...? Questo non è un regno, tu non sei gioiello di Giada!"
"....darling, ti sei fumata ul cuscino?"
"ma..io...cioè...le principesse... la barriera..."
Inarcamento in contemporanea di sopracciglio.
"stavo sognando vero"
"...romantico oserei dire. Adesso torniamo a dormire?"
"..era un bel sogno."
"me lo racconterai domani mh?"
"...non c'è bisogno di raccontarlo."
"...me lo trasmetti via radio?"
"..idiota, sei la protagonista."
"....."
la bionda si accoccolà contro la mora e con voce soffocata le dice:
" era più o meno così."

THE END.
  
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