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Autore: MarchesaVanzetta    29/04/2012    0 recensioni
Una vecchia, l'apparente protagonista.
Due ragazzi, a turbare la quiete molle del caldo d'agosto.
La Vita, vera prima donna.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Faceva caldo,quel pomeriggio. L’aria si appiccicava alla pelle, sfuggiva all’offesa di moderni ventilatori e classici ventagli.
L’anziana signora, vedendo dalla finestra le chiome di un albero muoversi, era uscita per inseguire quel refolo di refrigerio.
Nonostante il suo totale disinteresse per tutto ciò che la circondava, non poté non notare la scena che si consumava nell’appartamento del palazzo di fronte, dalle finestre spalancate e evidentemente dimenticate.
Una schiena scura e muscolosa si muoveva inequivocabilmente sul letto sotto la finestra, facendo mugolare di piacere –lo sentiva dal suo balcone: il silenzio era irreale, come sarebbe dovuto essere se fosse stata in un libro- la figura chiara e bionda sotto di lui.
Cercò con il ricordo il viso dei figli della famiglia di quell’appartamento e trovò solo il gentile sorriso di un giovanotto esile e spesso malato; come poteva essere lui, la fonte di quei gemiti? Eppure, guardando meglio, non poteva essere una ragazza chi gemeva sotto le carezze rudi di quel ragazzone scuro.
Interruppe improvvisamente i suoi ragionamenti: in fondo, cosa le importava? Da dove nasceva quell’inaspettata curiosità? Aveva sempre odiato pettegolezzi e indiscrezioni e non le interessava sparlare dei vicini, eppure era tutta tesa, pronta a cogliere ogni cosa, come una comare qualunque. Eppure…
Eppure quella schiena sensuale le aveva intorpidito le gambe e mosso qualcosa nelle sue carni vecchie, qualcosa che non ricordava più: era passato tanto, da quando era mancato suo marito…
Una lacrima –anche quella calda, niente poteva scalfire quell’afa estiva e fastidiosa- le solcò la guancia, percorrendo una sua ruga come un canale di scolo e andando poi a depositarsi appena sotto il labbro, dove la pelle in eccesso, flaccida e oblunga, le ostruiva il passaggio.
In quell’unica lacrima  racchiuse tutto il dolore per la scomparsa del marito, la solitudine, il ricordo di mille notti e l’incanto per quei due ragazzi così belli.
Finalmente, chissà come, la lacrima scivolò, nella calura risuonò un gemito più roco degli altri e la donna si chiuse di nuovo nella sua casetta scura, cercando conforto nelle sacre scritture.
  
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