Con quel coltello sporco di sangue in mano avevo compiuto il mio dovere. Fare a pezzi quella persona che per anni mi aveva fatto soffrire aveva fatto crescere in me la voglia di potere. Il sangue, il suo odore e il suo sapore mi eccitavano. Era una droga a cui non potevo resistere.
Sentire le urla delle persone che dilaniavo mi faceva sentire in pace con me stessa. Che strano, io che ero considerata pazza da tutti, ma non ci avevo mai creduto, in realtà lo ero per davvero.
Il sangue del cadavere mi aveva macchiato i vestiti, ma non era abbastanza, pensai spostandomi i capelli di fianco con entrambe le mani ricoperte di liquido caldo. Mi chinai sul corpo dilaniato e iniziai a baciargli le labbra assaporando con gusto il sangue su di esse.
Era così bello vedere quel corpo inerte sotto i miei pugni e leccate. Per l’eccitazione scoppiai in una risata isterica e mi distesi nella pozza rossa di fianco al mio giocattolo e iniziai a rotolarmici dentro fino ad essere tutt’uno con lei. Con uno scatto sollevai il corpo e lo scagliai sul muro opposto della stanza e così feci anche con il coltello, centrandolo in pieno petto.
Ahh se solo avesse potuto urlare perdono un’altra volta! Che stupido anche solo credere che glielo avrei concesso.
Il rumore delle costole che si frantumavano ancora, riaccese in me la voglia. Leccai la mia fedele arma e mi diressi alla ricerca di una nuova vittima per il mio desiderio.