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Autore: Merope Molly Lestrange    29/04/2012    8 recensioni
E tu ritornasti nel regno della regina tutte le notti e sempre nello stesso momento il tuo viaggio finiva e al terzo ticchettio eri di nuovo a casa.
Piccola storia nata in un attimo di follia, spero vi piaccia. ^^
PS.Presenti obrobri grammaticali.. credo proprio di sì.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Liddell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nell'ingenuità speravi che ti avrebbero creduto.
Nell'ingeniutà speravi di tornare in quel mondo.
Nella realtà sapevi che niente di tutto questo era possibile, se non nei sogni.
E tu ritornasti nel regno della regina tutte le notti e sempre nello stesso momento il tuo viaggio finiva e al terzo rintocco eri di nuovo a casa.
Mai sconfiggesti la regina, ma ogni notte la affrontavi. E poi arrivò il giorno in cui il viaggio fu di nuovo reale, il tuo vecchio amico coniglio era lì e tu lo seguisti lasciandoti indietro il miglior partito che, secondo tua madre, ti potesse capitare nella vita, ma per te non lo era. Quello non era il tuo mondo, quella non era la tua vera vita. Nella tua realtà ci stavi ritornando seguendo il frettoloso coniglio con il panciotto e come lui avevi fretta, fretta di tornare al tuo mondo.
Spostasti un ramo per non colpirlo e poi sentisti il vuoto sotto di te. Ridevi mentre pian piano scendevi nel Wonderland. Era tutto come lo ricordavi, perfino il Mi rotto del pianoforte che avevi osservato per anni mentre scherzando ti spaventava. Ritovasti nel tunnel i tuoi vecchi giochi d'infanzia, ritrovasti tutto ciò che avevi perso nei tuoi viaggi.
Atterrasti sul soffitto, trettenesti il respiro e con una spinta cadesti sul pavimento a scacchi. Sbattesti il capo e ti addormentasti, quando apristi gli occhi eri su una superfice vetrata ed osservavi il pavimento sotto di te, troppo alto per saltare, troppo vicino per volare."Eat me" ti diceva il pasticcino accanto a te e tu avresti dovuto sapere ormai cosa accadeva se lo mangiavi, ma ogni volta facevi lo stesso errore.
Il Pavimento che prima ti era sembrato così distante si allontanò sempre più, ma quella volta non allagasti la stanza con le tue lacrime. Tastasti il terreno in cerca della boccetta che ti avrebbe riavvicinato alla bianco e al nero, e la trovasti, ma ne bevesti troppo di quel liquido incolore e senza un rumore eri di nuovo un esserino. La chiave non c'era, ma la porta era già aperta ed è così che iniziò la tua nuova avventura nel Wonderland.
Prendesti un altro piccolo boccone di pasticcino e ritornasti alla tua statura non reale nella tua realtà e reale nella tua non realtà e la porticina si fece piccola e tu non la vedesti più perchè non volevi vederla, quella era la tua entrata e avevi deciso che mai più te ne saresti andata dalle tue fantasie.
Avanzasti con passo lento nella selva, calpestando i fiori che tanto da piccola ti avevan preso in giro. "Erbaccia" ti dicevano cacciandoti dal loro prato e tu ridendo erabaccia ne feci di loro.
Una nuova creatura a te sconosciuta ti aggredì, ma tu non sentisti dolore e ti lasciasti quella bestia alle spalle come un cagnolino non degno di attenzioni.
Vedesti i tuoi amici venir presi uno per uno e tu correvi ancora senza fermarti e nel cammino consumavi la tua vendetta.
L'ultimo che la regina ti portò via fu il cappellaio e la tua avanzata verso il maniero di cuori fu sempre più lunga, finchè tu finalmente arrivasti, ma forse era troppo tardi.
Sentisti il dovere di salvare quel matto per amore. Solo lui e nessun altro se il prezzo da pagare per non perderlo era condannare un regno intero.
E la regina ti riconobbe, fiera nel suo abito di vividi cuori scarlatti come il sangue che i suoi sudditi avevano versato per lei.
Senza che tu aprissi bocca un ordine da lei venne dato e il cappellaio fu tra te e lei con il suo sorriso.
"Perchè un corvo assomiglia ad una scrivania?"
Era matto, totalmente fuori, totalmente normale, totalmente lui.
Ti avvicinasti, ma prima che le tue mani potessero sfiorarlo la regina parlò "Digli addio, Alice. Non lo rivedrai più, neanche nei tuoi sogni".
Silenzioso un pugnale trafisse il cappellaio e lui si dissolse sussurrano il tuo nome e il tuo viso iniziò a bagnarsi mentre cadevi in terra. La vita iniziò a scivolarti via insieme alle lacrime e in quel momento scopristi cos'era davvero la follia.
Un rintocco, poi il secondo e senza rendertene conto mettesti fine alla vita del coniglio e al ticchettio che sempre lo accompagnava. Così ti condannasti per sempre prigioniera del Wonderland e mai avesti la tua vendetta verso la dama di cuori che, ridendo, sparì insieme al suo castello e tu ti ritrovasti a vagare per sempre in quel bosco infinito che la tua mente aveva creato.
Fuori dalla tua fantasia passarono gli anni, ma non dentro di te e tu non vedesti mai più la luce del sole terreste, non vedesti mai più nessun'altro matto perchè ormai la matta eri tu.

Ed io ti narro questo Alice perchè ormai non puoi più ricordare e mai ricorderai.
Coi lunghi e spettinati capelli bianchi mi sorridi dolcemente.
Quanto tempo è passato, Alice? Io mi sono distratto e gli anni ti sono caduti addosso in un attimo.
La tua anima se n'è andata con me, ma la mia è ancora qui e ti farà compagnia per sempre. Dopotutto non abbiamo ancora scoperto perchè un corvo assomiglia ad una scrivania.


 

 

Note autore:

Sono pienamente consapevole della presenza di obrobri grammaticali... perdonatemi.
Dedico questa storia a The Master of Rubbish e vorrei ringraziare Roxanne per le dritte .
Quel disegnino l'ho fatto io e un ringraziamento a tutti quelli che sono arrivati fino a questo punto.

Merope

  
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