Misunderstandings
In un momento in cui Beckett
era ad una riunione con il Capitano Gates, i ragazzi ne approfittarono
per una
pausa nella sala relax.
Mentre Ryan si preparava un
caffè ed Esposito divorava una ciambella, sentirono lo
scrittore sospirare sonoramente.
Si voltarono sorpresi.
Castle stava guardando la
città attraverso i vetri della finestra.
Un altro sbuffo.
“Yo, Castle tutto
bene?”
“Si...si...tutto
bene...”
rispose con poca convinzione senza nemmeno voltarsi.
I due detective si
guardarono.
“C’è
qualcosa che non va?”
Insistette Ryan, porgendogli il suo caffè.
Castle lo rifiutò con un
gesto della mano e si accasciò sul divanetto.
“Sto passando un pessimo
mese...ma non vi preoccupate...”disse cercando di sorridere.
“Ne vuoi
parlare?” tentò
Esposito, prendendo posto anch’egli sul divano.
“No... ma
grazie” rispose
grato ai suoi due amici.
Entrambi avevano notato un
po’ di tensione tra lui e Beckett ma sapevano bene che era
meglio, anzi salutare, non
domandare a lei.
“Sicuro Castle? Puoi
parlarci
di qualsiasi cosa...” Ryan guardò con convinzione
Esposito cercando appoggio.
“Sicuro, bro, vuota il
sacco!”
“Davvero ragazzi, sto
bene”
ribadì nuovamente lo scrittore, vedendo lo scetticismo sui
loro volti.
“C’è
una cosa però che vorrei
chiedervi da un po’ di giorni” esordì
dopo qualche secondo di silenzio.
I due si fecero più
attenti.
“Vi interesserebbe
possedere
l’Old Haunt?” esclamò serio.
La reazione dei detective fu
di puro stupore.
“Wow Castle, sarebbe
fantastico, ma non vedo come potrebbe accadere?” rispose per
primo Ryan.
“Mi prendi in giro?
Adoriamo
quel posto! E anche tu! Che diavolo ti salta in mente, vuoi
venderlo?” disse
Javier, meno diplomaticamente del collega.
“Hum..no.. io stavo solo
chiedendo...” Castle si alzò un po’
imbarazzato “Devo..devo andare a fare una
cosa.. dite a Beckett che ci vediamo domani..”
Non fecero in tempo a
protestare. In pochi secondi era già all’ascensore.
Ryan restò con la sua
tazza
fumante sospesa a mezz’aria e la fronte corrucciata.
“Hai capito che gli
è preso?”
domandò infine bevendo un sorso di caffè.
“Quello è
fuori ultimamente.
È successo qualcosa con Kate, hai visto come la tratta
freddamente?”
“Già...”
ma Ryan restò
comunque pensieroso. Posò la tazza ormai vuota.
“Eppure...”
Esposito si incuriosì
“Eppure?”
“Non ti sembra di averlo
già
affrontato con lui un discorso simile sull’Old
Haunt?” domandò Ryan grattandosi
una tempia.
Esposito ci pensò un
po’ su.
Avevano davvero già
parlato
di vendere l’Old Haunt?
Poi all’improvviso una
frase
pronunciata da Castle qualche mese addietro lo colpì come
una frustata.
Una frase buttata lì tra
una
birra e l’altra dopo l’ennesima volta che lui e
Beckett avevano rischiato
grosso.
Se un
giorno di questi ci lascio la pelle, vi lascerò
il bar in eredità!
Javier sgranò gli occhi
voltandosi
verso quelli di Kevin solo per vederli già spalancati e
preoccupati.
Quella frase era rimasta
impressa ad entrambi.
Dopo una riunione di ben due
ore sugli sviluppi dell’indagine Beckett si
attaccò al computer per richiedere
un mandato di perquisizione per la casa del sospettato.
“Espo hai sentito la
scientifica?” domandò sgranocchiando una caramella.
Alzò gli occhi verso la
scrivania del collega “Espo?”
Non ricevette risposta
sebbene il detective fosse seduto alla sua postazione intento a fissare
il pc.
“Ryan che gli
prende?” chiese
allora all’altro detective.
Tutto quel silenzio la
innervosì ulteriormente. Si alzò e si mise di
fronte a loro con le mani sui
fianchi.
“Avete per caso visto un
fantasma?!” esclamò ad alta voce riscuotendoli.
“Cosa... yo, si la
scientifica... no ancora nulla sulle impronte digitali...” si
affrettò a
rispondere Esposito.
“Che vi prende
stamattina? E
dov’è Castle?”
Ryan rispose mantenendo lo
sguardo basso “Aveva da fare, è corso via
mezz’ora fa”
Beckett visibilmente dispiaciuta
tentò di fare l’indifferente e tornò
alla sua scrivania.
Dopo pochi istanti Esposito
si assicurò di non essere sentito “Credi che lei
sappia qualcosa?” sussurrò a
Ryan.
“Ne dubito”
entrambi si
girarono a guardarla.
Stava mandando un messaggino la
cui risposta non ci mise molto ad arrivare.
Beckett spiegò ad alta
voce
“Non si sente bene, dice che non dorme da giorni”
Ryan ed Esposito si
guardarono preoccupati.
“In effetti non aveva una
bella cera questa mattina, era pallido” aggiunse poi la
donna, tornando sui
suoi fogli.
Esposito prese Ryan per un
braccio e lo trascinò nuovamente nella saletta relax
“Ok, ora sono
ufficialmente preoccupato!”
“Ricapitoliamo i fatti
prima
di dare di matto, allora cosa sappiamo?” suggerì
l’irlandese.
“Sappiamo che
è un periodaccio
per lui e sta passando un mese difficile, sappiamo che non dorme da
giorni e
che stamattina era pallido” elencò Javier.
“E come se non bastasse
sappiamo che mai e poi mai lascerebbe l’Old Haunt se non in
caso di morte”
aggiunse Kevin.
Esposito esordì
nuovamente “E
non dimentichiamoci dello strano comportamento che ha nei confronti di
Beckett..”
Ryan si rabbuiò
“Oddio, credi
che si stia allontanando da Beckett per evitare che soffra se lui
dovesse... se
dovesse...”
“Non dire quella
parola!” lo
intimò Esposito puntandogli l’indice contro.
“Ma è
plausibile! Deve averlo
scoperto un mese fa!”
“Lo so, ma non
è possibile
che lui.. che lui stia per..” era inutile, pronunciare quella
parola era
impossibile per loro.
Senza dare nell’occhio si
diressero fuori dall’edificio, con la scusa di prendere una
boccata d’aria.
Cosa che insospettì Beckett, ma li lasciò andare.
Camminavano avanti e indietro
davanti al distretto in attesa che Castle rispondesse al telefono.
Dovevano assolutamente
parlare con lui.
Quando lo scrittore rispose
Ryan mise il vivavoce e si avvicinò al compare, per
permettergli di sentire.
“Ehi ragazzi che succede,
ho
appena scritto a Beck...” fu interrotto bruscamente
“Sappiamo tutto
Castle!”
“..ehm..sapete cosa,
esattamente?” udirono lo stupore nella sua voce.
“Quello che hai scoperto
un
mese fa e che non volevi dirci stamattina!” spiegò
Esposito.
Castle assorbì in
silenzio
quelle parole, poi domandò serio “Come avete
fatto?”
“E’ importante?
Senti.. siamo
preoccupati per te, perché non ce l’hai detto
subito?” Ryan si stava scaldando,
visibilmente in ansia.
“Veramente non lo sa
nessuno
e così deve restare!”
“Non l’hai
detto alla tua
famiglia?” chiesero ancora più stupiti.
“Solo a mia madre ed
è stato
già abbastanza umiliante così, non ho intenzione
di vedere altri sguardi
compassionevoli, non lo sopporterei!” rispose deciso.
“Ma lo devi assolutamente
dire a Kate!”
“Espo stai scherzando
vero? Mi
è letteralmente crollato il mondo addosso quel giorno e Kate
non lo deve
sapere, mi hai capito bene?”
“Ma Castle..
lei...” tentò di
dire Ryan.
“Non vi immischiate, non
spetta a voi decidere, ragazzi, ok?” Castle sembrava alterato
ora.
“Ok... va bene”
non poterono
far altro che rispondere.
Una volta riposto il
cellulare Ryan sentenziò “Glielo dobbiamo dire
noi!”
Esposito annuì.
Kate Beckett stava appuntando
sulla lavagna un nuovo indizio quando si sentì osservare
insistentemente.
Lentamente si voltò e
vide i
suoi due detective fissarla tristemente.
“Forse vi serve
un’altra
boccata d’aria ragazzi, cosa sono quelle facce da
funerale?”
“Ti dobbiamo dire una
cosa”
cominciò Ryan.
“Ma è meglio
se ti siedi”
rincarò Esposito.
Kate abbozzò divertita
“Mi
prendete in giro vero?”
Ma i volti dannatamente seri
dei due la convinsero a cercare una sedia.
La prima volta che le
spiegarono tutto Kate rise.
Doveva essere di sicuro uno
scherzo.
La seconda volta invece
cominciò a metabolizzare lentamente ogni dettaglio ed
informazione che usciva
dalle loro bocche.
Da quant’è che
era strano con
lei Castle? Un mese?
Si era allontanato per
proteggerla?
Si fece ripetere tutto una
terza volta. Le era impossibile da credere eppure in un certo senso
tutto
filava.
Il viaggio a Las Vegas.
L’hostess con cui usciva. Il caso di Slighter e il voler
provare qualcosa di
nuovo recitando la parte del poliziotto cattivo.
Si stava forse godendo i suoi
ultimi giorni meglio che poteva?
Si stava dando alla pazza
gioia prima che fosse troppo tardi?
Per Kate, che nell’ultimo
mese si era arrovellata il cervello cercando di capire cosa lui avesse,
sembrava
ora tutto molto chiaro.
“Kate, ti senti
bene?” Espo
le mise una mano sulla spalla.
“Ci dispiace
così tanto ma
non voleva dirtelo e noi non ce la siamo sentita di..” Kate
interruppe Ryan.
“E’ tutto a
posto,
ragazzi...avete fatto bene” Kate deglutì
forzatamente, con le lacrime agli
occhi “..ora scusatemi ma devo parlare con una
persona..” e così come Castle
quella mattina, si precipitò in ascensore.
La cosa strana agli occhi dei
due detective fu che in vece di scendere, l’ascensore
salì.
Rick Castle posò il
depliant
dell’ennesimo appartamento che stava guardando e si
passò stancamente le mani
sul volto.
Il suono del campanello non
lo fece impazzire di gioia. Aver discusso con i suoi due amici non lo
aveva
reso di umore gioviale.
Vederli però davanti
all’uscio
di casa lo fece sentire bene.
“Ehy che ci fate
qui?” disse
lasciandoli entrare.
“Dobbiamo davvero parlare
noi
tre Rick!” poche volte usavano i loro nomi di battesimo ma la
situazione lo
richiedeva. Ryan ne fu ancora più convinto quando vide i
volantini sul suo
tavolo in soggiorno.
Esposito seguì il suo
sguardo
e capì “Amico che fai vendi questo posto
ora?”
Rick non seppe cosa
rispondere, preso in contropiede.
“Non ti puoi arrendere
così!”
Ryan lo afferrò per le spalle sperando di smuoverlo
“Devi combattere! Noi ti
staremo sempre vicino!”
Ancora una volta lo scrittore
tentò di parlare ma Esposito lo precedette “Sei
nostro amico e non ti
permetteremo di fare sciocchezze! Qualunque cosa tu abbia
l’affronteremo
insieme, ma non parlare e tenerti tutto dentro non è la
soluzione!”
“Esatto!” lo
seguì a ruota
Ryan “Ti accompagneremo in ospedale ogni volta che
occorrerà e saremo
d’appoggio per Martha e Alexis e...”
Stavolta Castle lo interruppe
“Ospedale??”
“Lo so che fa paura ma
fidati, una cura ci sarà e noi...”
“Woah fermi un
secondo!” Rick
alzò la voce per zittirli, gesticolando agitato
“Ma che diamine vi siete messi
in testa??!!”
“Te l’abbiamo
già detto che
abbiamo capito tutto! Non devi fingere con noi!” Ryan
cercò di abbracciarlo ma
Rick lo tenne a distanza.
“Che
cos’è che avreste capito
esattamente?” chiese quasi
isterico.
Esposito si sentì
solleticare
la base della nuca, perplesso.
“Ehm.. che un mese fa hai
scoperto di essere malato, infatti da allora sei diverso e stai
così male da
non dormire e...guardati sei pallido! Poi stamattina ci chiedi se
vogliamo
l’Old Haunt e ci siamo ricordati che ci avevi già
precedentemente detto che se
ti fosse successo qualcosa l’avresti lasciato a noi...e sei
freddo con Kate...
abbiamo capito che la cosa ti ha talmente distrutto da tenerla lontana
per non
farla soffrire quando tu... quando sarà il momento
di...”
Ryan annuì ad ogni
parola,
con convinzione.
Rick si portò le mani
alla
bocca allibito “Ma voi due siete completamente
scemi!!”
“Non..non sei
malato?”
azzardò Kevin.
“Io sono sano come un
pesce!
Dio santo, siete riusciti a travisare ogni singola parola che ho
detto!!”
A bocca aperta, i due
poliziotti, erano come impietriti.
“Ci dev’essere
voluto un
bell’impegno per elaborare una teoria del genere! Ehy un
secondo, devo forse
leggere tra le righe che mi volete morto???”
Nell’udire quelle parole
Ryan
ed Esposito gli si gettarono addosso abbracciandolo.
“Oddio che sollievo
Castle!”
“Mi hai fatto prendere un
colpo!”
Esclamarono assieme
stritolandolo in una morsa.
“Possiamo concludere qui
il
momento degli abbracci?” propose Rick.
I due si scollarono
immediatamente cercando di riacquistare un po’ di
virilità.
“Comunque sono commosso
per
le vostre parole, ragazzi, ma questo..” sollevò un
depliant “...è per cercare
un appartamentino in California non per vendere la mia casa. Alexis ha
scelto
Standford e parte tra una settimana, cosa che mi rende un pò
triste e che non
mi fa dormire molto la notte, ma se ho casa anche là mi
è molto più facile
vederla ogni volta che voglio, e quando non sarò qui mi
serve qualcuno che badi
al bar...stavo solo pensando di farvi soci o cointestarvelo, non mi
sono ancora
informato in merito...”
Kevin e Javier si sarebbero
volentieri sotterrati da qualche parte in quel momento.
“E..la cosa che ho
scoperto
un mese fa...sì, mi induce a essere freddo con Kate, ma non
ha niente a che
fare con la mia salute, perciò potete stare
tranquilli!”
“Oddio..” Ryan
si maledì
mentalmente nel sentire il nome della donna.
“Cosa?”
domandò Rick.
Esposito capì
immediatamente
il pensiero dell’amico, perché corrispondeva
esattamente al suo.
“Cos’altro
avete combinato?”
chiese preoccupato lo scrittore.
“Potremmo aver detto
della
tua malattia anche a Ka..”
“Karrie!
L’abbiamo detto a
Karrie!” Esposito si intromise sovrastando la voce di Ryan.
“Chi?” Rick non
sapeva chi
fosse.
“La nuova arrivata,
quella
che fa sempre le fotocopie storte...” spiegò
malamente Espo.
“Cassie?” lo
corresse Castle.
“Ah si, Cassie..mi
confondo
sempre..” diede un occhiata eloquente a Ryan e poi
proseguì “Tranquillo le
spieghiamo tutto noi, ora è meglio se andiamo, ci siamo resi
ridicoli
abbastanza..” parlando erano già alla porta.
“Notte Castle, a
domani” Ryan
impugnò la maniglia e schizzò fuori seguito da
Esposito.
Castle non ebbe nemmeno il
tempo di salutarli che se n’erano già andati.
Incredulo ridacchiò tra
se
ripromettendosi di sfottere quei due a vita.
Ancora sul pianerottolo Ryan
chiese se fosse il caso di andare subito da Beckett a rassicurarla.
“No, forse è
meglio lasciare
che risolvano da soli” rispose invece Esposito incamminandosi.
Ryan restò impalato
assorbendo la triste verità “Beckett ci
ammazzerà”
Dopo una mezz’ora il
campanello suonò nuovamente Rick andò ad aprire
tutto sorridente, aveva già
preparato tre o quattro battute da propinare a quei due che non vedeva
l’ora di
testare.
Ma il sorriso sul volto si
incrinò un poco quando alla porta vide Kate.
“Ehy Castle, vedo che sei
contento” esclamò vedendolo sorridere.
“Ehy entra, si diciamo
che è
stata una giornata.. strana..”
“A chi lo dici”
Kate lo disse
a bassa voce entrando in casa dello scrittore.
Non aveva la più pallida
idea
di come cominciare, ma aveva passato tutto il pomeriggio dallo
psicologo ed era
uscita dal suo studio decisa a confessare i suoi sentimenti a Castle.
Rick la scrutò in volto.
Era
arrossata e aveva gli occhi lucidi.
“Ti devo parlare di una
cosa.
E non mi dire *everything is fine*
perché so che non è vero!”
Rick si stupì nel
vederla
imitarlo. Gli spuntò un mezzo sorriso che ritrasse
immediatamente.
Era ancora arrabbiato con lei
“Non so di cosa tu stia parlando”
“Sto parlando di
quest’ultimo
mese. E’ stato orribile e tu non fai altro che evitarmi e
allontanarmi”
Mai prima d’ora era stata
così diretta con lui. Voleva parlarne davvero? Ora?
Bene l’avrebbe
accontentata!
Ma per l’ennesima volta
in
quella giornata fu interrotto ancor prima di parlare.
“So
cos’è successo. So perché
ti comporti così... io... avrei dovuto capirlo
prima...”
Kate balbettava e si
asciugò
svelta una lacrima.
“No, sono io che avrei
dovuto
capirlo prima Kate! Che stupido sono stato!” rispose severo.
“Come potevi?”
disse lei
invece dolce “Non biasimarti per questo”
Il tono gentile di Kate lo
spiazzò. Perché reagiva così? Non
tentava nemmeno di difendersi?
“Beh, visto che hai
capito,
non hai niente da dirmi?” Castle voleva spiegazioni, aveva
mentito a tutti e
soprattutto a lui, per mesi.
“Sono qui per questo, per
dirti che per te ci sarò sempre e che non voglio sprecare
più un minuto del
tempo che ci resta”
Rick se la ritrovò tra
le
braccia senza nemmeno accorgersene.
“Lanie me
l’aveva detto di
non perdere tempo, che non sappiamo cosa ci riserva il domani, se ci
saremo o
no, e io volevo dirtelo ma poi tu mi allontanavi sempre e..”
un singhiozzo
prepotente pose fine al suo discorso.
Una parte di Rick era al
settimo cielo per quelle parole ma l’altra era perplessa.
Restò impalato senza
abbracciarla,
confuso e sì, ancora arrabbiato con lei, quando la
sentì dire “Scusa per tutto
il tempo sprecato” la mente di Rick si affollò di
pensieri. Uno in particolare
spiccò.
“Hai...hai parlato con i
ragazzi oggi?” domandò cauto.
Lei si sciolse un poco
dall’abbraccio e guadandolo negli occhi annuì.
Rick lesse infinito dolore in
quel verde. E amore. Era lì davanti a lui.
Forse mostrato per il motivo
sbagliato, ma comunque c’era.
“Kate ti prego non
piangere”
le asciugò le lacrime con le mani “Ascoltami bene,
ok?”
Lei annuì nuovamente.
“Tutto quello che credi
di
aver capito oggi è sbagliato. Io parlavo di una cosa e quei
due scimuniti ne
hanno capita un’altra e si sono ben guardati dal dirmi di
avertelo detto!”
“Tu non..non..”
“Godo di ottima salute, e
mi
dispiace che si sia creata tutta questa assurda situazione”
Grazie a quelle parole la
detective riprese a respirare. E a pensare.
“Ma allora
cos’è successo un
mese fa? Perché ce l’hai con me?”
“Io..Ti ho sentita mentre
dicevi
che ricordi tutto della sparatoria” la vide sgranare gli
occhi e capire “Mi
rendo conto di non aver reagito molto bene...ma non volevo farti male,
ero
deluso e cercavo solo evitare di essere ferito ancora...”
Kate non disse nulla.
Ascoltava inerme le conseguenze della sua bugia.
“Sono stato io questa
volta
ad agire spinto dall’orgoglio... a sorpresa invece tu mi
crolli in preda alle
emozioni, Kate, sono davvero colpito” finì la
frase cercando di strapparle un
sorriso.
E dopo poco infatti lo vide
spuntare sul suo volto.
“Sono un disastro, ho un
groviglio
di pensieri e emozioni che non riesco del tutto a sbrogliare ma di una
cosa
sono sicura adesso” Kate gli posò le mani sulle
guance “non posso e non voglio
più sprecare altro tempo”
Rick le sorrise al settimo
cielo anche se non potè fare a meno di chiederle
“Anche se l’hai capito per il
motivo sbagliato?”
Kate annuì unendo le
loro
fronti “Non è poi così sbagliato, come
dicevo, anche Lanie mi ha fatto un
discorso del genere e stavo davvero cercando di parlarti
ma...”
“Ma...?”
“L’hostess
sulla tua Ferrari
mi ha un po’...bloccata!” spiegò con una
smorfia.
“Assistente di
volo” la
corresse e prima che lei potè controbattere
proseguì “mi dispiace tantissimo,
specialmente se ti sei sentita inferiore o inadeguata a causa mia. La
verità è
che tu quella te la saresti mangiata a colazione!”
Finalmente la vide ridere di
gusto e le lasciò un dolce bacio sulla fronte.
Qualcosa di estremamente importante
era appena successo. Meglio approfittare di quella sua improvvisa
loquacità,
inducendola a parlare ancora.
“Su
vieni, ci sediamo sul divano con un bel
barattolone di gelato e parliamo un po’ di tutto: baci,
cecchini, celle frigorifere
e qualunque altra cosa ci venga in mente!” le disse mentre
prese gelato e
cucchiai.
Kate lo trovò
estremamente
dolce e già che c’era propose qualche punto
“Possiamo ricontrollare la lista di
quante volte ci siamo salvati la vita a vicenda?”
“Non ti fidi eh? Va bene
ricontrolliamola...” le prese la mano e la condusse verso il
divano.
“E parliamo anche di
Sofia
Turner..” disse con nonchalance.
“Oh si, perfetto.. e
anche
della lista dei tuoi ex, ricordi?”
Kate restò immobile
pensierosa “Credo fortemente che certi argomenti li possiamo
anche evitare...”
“Ah si?”
Entrambi risero e si
lasciarono andare ad un leggero bacio prima di assaggiare il gelato.
“Andiamo a
ritroso” propose infine
Kate “partiamo dal pianificare l’omicidio perfetto
di Ryan ed Esposito e poi
man mano parliamo del resto”
Castle le battè il
cinque
“Adoro la tua mente criminale!”
Fine
Angolo
dell’autrice:
non sono normale, lo sapete
già.. ve lo confermo ad ogni oneshot xD
Ci tengo a precisare di
prendere questa ff goliardicamente, non vorrei mai urtare qualcuno o
dare l’impressione
di prendere con troppa leggerezza certi argomenti..
Assolutamente non è da
me,
volevo solo divertirmi un po’ a spese di
Ryan&Esposito xD Se quei due ci si
impegnano potrebbero travisare anche di peggio secondo me!!
Detto ciò, se avete
critiche
o commenti, lasciatemeli pure!
Buona lettura!
Un bacione,
Ivi87