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Autore: thequibbler    29/04/2012    9 recensioni
Lei gli sorrise, un sorriso dolce e sincero, che lo portò inevitabilmente a sorridere a sua volta.
Era sempre così con Ella.
Anche se era stanco morto, il suo viso gli dava la forza necessaria per cominciare la giornata.
Trovarla lì davanti a lui lo faceva sempre sentire al sicuro e completamente felice, e in quei primi istanti della giornata, Harry era convinto di amarla.
Ma quel sentimento durava solo per un attimo, poi tutto tornava alla normalità, lasciando il ragazzo confuso.
Dopo mesi e mesi di considerazioni, Harry era giuto alla conclusione che forse l'amava solo quando lo svegliava.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sì va beh, un'altra. Non ho una vita.
Se non vi piace cazzi vostri perché sinceramente io la amo.
Ispirata a Wake Me Up di Ed Sheeran ma non troppo.
Enjoy. 

Wake Me Up
 
"Hey, devi svegliarti, forza."
Il ragazzo grugnì.
Non voleva alzarsi dal letto.
Voleva restare lì per il resto dei suoi giorni, fra quelle lenzuola calde, con la testa appoggiata su quel cuscino che gli sembrava il più morbido del mondo.
Una risata gli risuonò nella testa, portandosi via un po' della nebbia che il sonno aveva creato nella sua mente.
Poi, con calma, delle labbra si posarono lentamente sulle sue, e il ragazzo aprì un occhio.
"Arriverai in ritardo se non ti alzi." disse la voce della ragazza di fronte a lui, e il giovane aprì anche l'altro occhio.
Lei gli sorrise, un sorriso dolce e sincero, che lo portò inevitabilmente a sorridere a sua volta.
Era sempre così con Ella.
Anche se era stanco morto, il suo viso gli dava la forza necessaria per cominciare la giornata.
Trovarla lì davanti a lui lo faceva sempre sentire al sicuro e completamente felice, e in quei primi istanti della giornata, Harry era convinto di amarla.
Ma quel sentimento durava solo per un attimo, poi tutto tornava alla normalità, lasciando il ragazzo confuso.
Dopo mesi e mesi di considerazioni, Harry era giuto alla conclusione che forse l'amava solo quando lo svegliava.
"Ancora cinque minuti?"
"No."
"Nemmeno se ti chiedo di sdraiarti qui con me?"
Lei sbuffò ma si mise sotto il lenzuolo con lui, per poi posargli un piccolo bacio sul naso.
La ragazza chiuse gli occhi, e lui studiò il suo viso. 
Era la prima cosa che aveva notato di lei. 
Con la mente tornò al loro primo incontro.
Era tornato a casa con i ragazzi per qualche giorno di relax, e quella sera era seduto con loro intorno ad un piccolo fuoco, mentre bevevano qualche birra.
Improvvisamente, Harry e gli altri avevano cominciato a sentire un rumore strano, come se qualcuno o qualcosa fosse andato a sbattere contro del legno.
Il rumore si fece sempre più forte, e girando la testa verso destra Harry notò una gamba che non poteva che appartenere ad una ragazza intenta a scavalcare la staccionata. 
La proprietaria della gamba fece cadere una borsa sul prato di Harry e poi scavalcò definitivamente, pulendosi le mani una con l'altra una volta atterrata.
Il ragazzo sì schiarì la voce, e la mora si girò.
Per un attimo, ad Harry mancò il respiro.
La ragazza aveva un viso a forma di cuore, incorniciato da dei boccoli castani, non troppo pieno ma nemmeno troppo scavato, accompagnato da un'espressione concentrata e dei bellissimi occhi verdi.
Louis notò lo stupore di Harry, e prese in mano la situazione: "Ciao." la salutò: "Chi sei?"
Lei lo ignorò, e si voltò verso Harry: "Oh." disse, facendo qualche passo verso di lui e gli altri ragazzi: "Sei il figlio di Anne, vero?"
Harry, ancora troppo stupito per dire qualunque cosa, si limitò ad annuire.
"Avevo immaginato. Le assomigli." commentò.
Li studiò tutti per qualche secondo, e poi si aprì in un sorrisetto: "Quindi voi siete i famigerati One Direction, giusto? Ora è tutto chiaro. La vostra fama eccetera. Posso assolutamente capire perché le ragazze impazziscono per voi, siete stupendi. Le canzoni non sono nemmeno tanto male."
La tranquillità e la nonchalance con cui lo disse fecero ridacchiare tutti quanti.
"Beh, grazie." commentò Zayn divertito.
"Sei fortunato, sai?" disse poi rivolta a Harry: "Anne è fantastica. Da quando ci siamo trasferiti nella casa accanto mi ha sempre trattato come una figlia e lei e mia madre hanno legato tantissimo, è una persona meravigliosa."
"Lo so." rispose Harry, ancora troppo colpito da quella strana ragazza per mettere insieme qualcosa di più sensato.
Lei inclinò la testa e lo guardò ancora per qualche secondo, poi batté le mani una volta e si chinò a raccogliere la sua borsa da terra.
Senza dire un'altra parola, la mora si sfilò maglietta e pantaloni, rimanendo in biancheria intima davanti ai cinque ragazzi che erano a dir poco sconvolti. 
Tirò fuori un vestito che si rivelò essere molto corto e se lo infilò, poi sciolse la coda in cui erano raccolti i suoi capelli e scosse la testa alcune volte. 
Si passò un rossetto sulle labbra e applicò ombretto ed eyeliner sugli occhi nel giro di cinque minuti.
I ragazzi osservarono il processo in silenzio, troppo sbalorditi per fare qualunque tipo di commento.
"Okay, sono pronta!" annunciò lei dopo aver sostituito le sue scarpe da ginnastica con un paio di tacchi vertiginosi: "Ciao ragazzi copertina!" li salutò, ma prima di andarsene si voltò ancora una volta: "Questo ovviamente resta tra noi, sì? Passo sempre di qui per uscire la sera, non pensavo avrei incontrato voi."
"C-certo." garantì Niall.
"Contaci." confermò Louis, bevendo un sorso di birra e guardandolo intrigata.
Zayn e Liam promisero a loro volta, e poi tutti gli sguardi si posarono su Harry: "E tu che mi dici, ricciolo?" domandò lei.
Al ragazzo ci volle quasi un minuto per riuscire a spicciare parola: "V-va bene."
Lei sorrise e li salutò ancora una volta con la mano e poi aggiunse: "A proposito, io mi chiamo Ella."
"Piacere di averti conosciuto, Ella." disse Zayn e senza dire altro lei scavalcò la staccionata dal lato opposto a quello da cui era spuntata e sparì.
"Wow." commentò Louis quando furono nuovamente soli: "Dieci più alla tua vicina di casa."
"È successo veramente?" chiese Liam agli amici, e tutti scoppiarono a ridere.
"Si è letteralmente spogliata davanti a cinque sconosciuti." osservò Louis: "La adoro." aggiunse poi. 
Risero ancora tutti quanti, e Harry scosse la testa divertito.
Sua madre gli aveva parlato di quella ragazza così bella e esuberante, e mentre gli amici ridevano e la elogiavano, Harry non riusciva a smettere di pensare che forse per una volta, i suoi gusti e quelli di sua madre coincidevano.
Ricordare quelle cose gli provocò una sensazione strana nelle viscere. 
Era come avere una supernova o qualcosa del genere nell'intestino.
Tutti i suoi sentimenti erano amplificati, quasi troppo potenti da sopportare.
Harry scacciò via la sensazione chiudendo gli occhi.
No, si disse.
La amo solo quando mi sveglia.
 
Dopo aver ripreso il controllo della situazione, lo sguardo di Harry si spostò sul suo piccolo naso che aveva sempre trovato adorabile, e un altro ricordo lo fece sorridere.
Il mattino dopo aver assistito al makeover di Ella nel giardino di casa sua, Harry si era svegliato di buon'ora.
Stava diluviando, e il ragazzo si era infilato una felpa, tirando su il cappuccio e uscendo in tutta fretta per comprare la colazione ai ragazzi.
Mentre era sulla strada del ritorno, il ricciolo aveva avvistato una massa di capelli castani bagnati fradici che correva nella sua direzione.
Quando la figura si avvicinò abbastanza, Harry si accorse che si trattava della sua vicina di casa.
"Hey, festaiola." la salutò.
"Ciao, Justin Bieber." disse lei, mentre si proteggeva dalla pioggia con la sua borsa.
Era bagnata dalla testa ai piedi, e stava tremando dal freddo: "Tutto bene?" le chiese lui.
"Certo, mi è successo di peggio, fidati."
Il mascara le stava colando lungo le guance, e la temperatura le stava facendo battere i denti, ma Harry pensò che era mille volte più bella in quel momento che la sera prima, tutta agghindata e pronta per una serata fuori.
"Perché non ti sei tolta i tacchi?" domandò poi: "Saresti arrivata più in fretta."
Lei alzò le spalle: "Vivo secondo questa filosofia di vita: se decidi di indossare scarpe con il tacco, è finché casa non vi separi. Se scegli di metterteli, devi sopportare la tortura." spiegò, passandosi le mani sulle braccia in un patetico tentativo di riscaldarle.
Harry rise di gusto: "Hai altre massime come questa?"
Lei sorrise: "Forse un giorno te le elencherò tutte: ora devo tornare a casa prima che i miei genitori si accorgano che sono uscita."
"E prima di morire assiderata." aggiunse il ragazzo.
"Anche quello."
Ci fu un attimo di silenzio, e Harry si ritrovò a fissare il naso di Ella.
"Che c'è?" chiese lei, confusa.
"Niente, è solo che mi piace il tuo naso. Pensavo a quanto sarà rosso domani, con il raffreddore che ti stai per prendere." spiegò lui. 
"Non mi prenderò nessun raffreddore." lo contraddì la ragazza.
"Vedremo." ribatté lui con una risata.
Lei sbuffò e corse via.
"Hey, aspetta!" la chiamò il ricciolo, ma l'unica risposta di Ella fu quella di alzare il dito medio, per poi voltarsi e correre verso la porta di casa sua, lasciando Harry solo sotto la pioggia a squotere la testa, ancora incredulo che una ragazza del genere si fosse davvero trasferita accanto a casa di sua madre nei mesi in cui era stato via.
Il giorno dopo poi, uscendo nuovamente di casa presto, Harry vide Ella nel vialetto intenta a raccogliere la posta, fazzoletto in mano e naso rosso come quello di un clown.
La ragazza starnutì sonoramente, e lui scoppiò a ridere, attirando la sua attenzione. 
Quando lo vide, Ella si affrettò a nascondere il fazzoletto nella tasca della sua vestaglia, ma si rese conto che era troppo tardi: "Vaffanculo, boytoy!" esclamò, e a quel punto Harry era sdraiato per terra dalle risate.
Ne seguì una sfuriata della mora, che lo colpì forte nelle costole più di una volta, fino a quando lui non si scusò profondamente, e lei se ne andò soddisfatta, cercando con tutte le sue forze di non starnutire di nuovo.
Era sempre stata così: testarda e permalosa.
Non si potevano dire qualità, ma erano lati che Harry aveva imparato ad amare, e che l'avevano sempre divertito.
Ancora una volta, il ragazzo fu invaso da quella strana sensazione, ma cercò di liberarsene. 
La amo solo quando mi sveglia.
 
Ella si morse il labbro, e quel gesto catturò la sua attenzione.
I suoi occhi si posarono sulla bocca della ragazza, e quell'immagine gli riportò alla mente la prima volta in cui si erano baciati.
L'aveva convinta ad uscire con lui dopo mesi e mesi di tentativi falliti, e voleva che tutto fosse perfetto. 
In un sms le aveva detto quanto le sarebbe piaciuto andare di nuovo a cavallo, dato che non lo faceva da quando aveva cambiato casa, e Harry l'aveva fatto accadere.
Ovviamente, era troppo orgoglioso per ammettere di non aver mai cavalcato, perciò dopo nemmeno mezz'ora cadde rovinosamente, e Ella dovette soccorrerlo.
"Oh mio Dio, stai bene?" gli aveva chiesto preoccupata dopo essere smontata da cavallo ed essersi precipitata verso di lui.
"C-credo di sì." rispose lui, cercando di rialzarsi.
Lei lo spinse di nuovo per terra: "Resta lì!" esclamò, prima di tornare verso il suo cavallo e tornare con un piccolo kit di pronto soccorso.
"Perché ti sei portata dietro quello?" domandò Harry.
"Diciamo che avevo un presentimento." rispose: "Ti sei tagliato." disse poi, cominciando a pulirgli il taglio che si era fatto sull'avambraccio.
Disinfettò la ferita e poi ci mise sopra una benda
Mentre lei lo guariva, Harry non era riuscito nemmeno per un secondo a smettere di fissare le sue labbra.
Non aveva pensato ad altro nei mesi passati, al modo in cui si muovevano quando parlava, al modo in cui si piegavano quando sorrideva, così piene e di un colore così attraente.
Era come se lo stessero pregando di baciarle.
"Hai un graffio anche sulla guancia-" notò lei, cominciando a rovistare nella  sua scatolina.
"Non è niente." la rassicuò lui: "Se mi dai un bacio passa in fretta." aggiunse poi con un sorrisetto.
Lei alzò gli occhi al cielo, ma poi si avvicinò e schioccò velocemente le labbra sulla ferita.
Prima che si potesse scostare, Harry la afferrò per un polso e la baciò. 
Lei si irrigidì, ma piano piano si sciolse nel bacio, fino a infilare una mano fra i suoi ricci. 
Rimasero così per almeno una decina di minuti, e quando si staccarono, le guance di Ella si colorarono di rosa.
"Non ti avevo mai vista così." disse lui, studiando il suo viso.
"Così come?" domandò lei incuriosita.
"Senza parole."
Ella lo colpì forte sul braccio: "Ahia, sono ferito, non peggiorare le cose!" implorò il ragazzo.
"Sei ferito perché sei troppo pieno di te per ammettere che non sai cavalcare!" esclamò lei, continuando a colpirlo: "Mi hai spaventata a morte quando sei caduto!"
"Okay, okay, scusa! Lo ammetto, non sono capace! Ma ho comunque ottenuto il risultato desiderato."
"E quale sareb-" cominciò a chiedere Ella, prima di capire di cosa si trattasse e colpirlo un'altra volta.
"Abbi un po' di pietà!" la pregò lui, riparandosi con le braccia.
Dopo un minuto di silenzio, la testa del ragazzo fece capolino da dietro al suo riparo, e Ella posò le proprie labbra su quelle di lui.
"Sono perdonato allora?"
Lei alzò le spalle: "Anche io volevo che questo appuntamento finisse così." ammise, prima di voltarsi e appoggiare la schiena sul petto di Harry.
Rimasero così per tutto il pomeriggio, fino a quando il sole non tramontò e tornarono a piedi verso il maneggio, tirando i cavalli per le briglie dato che Harry era troppo spaventato per montare di nuovo in sella.
Era passato quasi un anno da quel giorno, ma Harry si scopriva a fissare le sue labbra ancora oggi. 
Il petto gli si strinse, e il suo stomaco cominciò a contorcersi per la terza volta.
No, no, assolutamente no, pensò.
La amo solo quando mi sveglia.
 
In quel momento Ella si grattò il naso con una mano, e quando tornò a posarla sul proprio petto, Harry la seguì con lo sguardo.
Le sue mani gli ricordavano la prima volta che avevano fatto l'amore.
Erano passati sei mesi dal giorno in cui erano andati a cavallo, e dopo un altro tour di successo, Harry era tornato a casa.
La prima cosa che aveva visto dopo aver parcheggiato l'auto nel garage, era stata Ella.
Con un ragazzo.
Li aveva guardati chiaccherare animatamente, l'aveva vista ridere ad una battuta del tizio, e poi l'aveva vista baciarlo velocemente sulle labbra, anche se le era sembrata molto a disagio.
Quando il bell'imbusto sparì dietro l'angolo, Harry lasciò uscire tutta la rabbia che aveva accumulato nei dieci minuti precedenti: "Hey!" esclamò, facendola voltare.
Quando lo vide, Ella sbiancò completamente: "C-ciao, ragazzo d'oro." balbettò. 
"Piantala con i nomignoli." sputò lui, scavalcando il suo steccato con un balzo e atterrando sul prato di casa di Ella: "Chi era quello?"
"U-un amico." rispose lei, distogliendo lo sguardo.
"Cazzate."
Ella alzò gli occhi al cielo: "Uno con cui sto uscendo, okay? Cosa ti aspettavi? Non ci sentiamo da quattro mesi! Non abbiamo mai detto che eravamo esclusivi, in fondo." sbottò: "E poi non è che tu non ti sia dato da fare in tutto questo tempo." sibilò poi, continuando a guardare altrove.
"Di che cosa stai parlando?" chiese Harry confuso.
"Di quella bionda con cui ti hanno fotografato." ribatté la ragazza. 
"È solo un'amica." spiegò lui, sempre più irritato.
"Oh, quindi tu puoi avere delle amiche e io no?"
"Io non bacio le mie amiche sulle labbra." le fece notare il ragazzo, cercando di controllare il proprio respiro.
"Vaffanculo, Harry!" gridò lei, serrando le mani in due pugni: "Tu non sai cosa vuol dire stare qui, vederti diventare sempre più famoso, circondato da milioni di ragazze, andare a prenderte il tè a casa di tua madre e sapere che hai telefonato a lei e non a me! Io non ero così! Sono diventata una persona che non avrei mai voluto essere! Una persona che aspetta vicino al telefono che un ragazzo la chiami! Oltretutto il membro di una boyband, sono disgustata da me stess-"
Ella non terminò mai la frase, perché Harry le posò un dito sulle labbra e poi la strinse in un forte abbraccio.
Lei sembrò interdetta, ma poi ricambiò il gesto debolmente.
Il ragazzo annusò i capelli di Ella e dopo aver espirato parlò: "Mia mamma mi ha detto che soffrivi, allora ho tagliato tutti i contatti. Mi sembrava la cosa giusta da fare, davvero. Ma ora ti ho visto con quel tizio e-"
Harry sciolse l'abbraccio e la baciò.
Ella non ricambiò il bacio, e Harry si fece più insistente.
Quando finalmente la ragazza aprì la bocca, cominciò una battaglia di lingue e denti, e Harry sapeva che era il suo modo di scaricare tutta la frustrazione degli ultimi mesi.
"Sei un coglione, cazzo! Tu.. tu e i tuoi stupidi capelli perfetti!" gridò quando si separarono: "Se penso che sono quasi andata a letto con Jeff prima."
"Jeff? Si chiama così quel tizio?"
Lei annuì. 
"Beh, per una che stava quasi per andarci a letto, non sembravi molto allegra." commentò il ricciolo, sentendo la gelosia farsi strada nelle sue viscere.
"Infatti l'ho mandato via."
Ci fu un attimo di silenzio, e poi lei sbuffò esasperata: "Hai intenzione di chiedermelo o no?" disse.
"O-oh, okay: posso salire in camera tua?" le domandò, e senza dire una parola Ella lo prese per mano e lo trascinò dentro casa sua e poi su per le scale.
Fecero l'amore tutto il pomeriggio, mentre fuori cominciava a piovere sempre più forte, come era tipico di quella stagione. 
Harry aveva assaporato ogni secondo, e ancora oggi non c'era niente di più bello del ricordo delle mani di Ella sul suo petto, fra i suoi capelli, sul suo viso e soprattutto sulla sua schiena, dove avevano lasciato più di qualche segno.
Quando cominciava a diventare sera, Ella aveva preparato ad entrambi una cioccolata calda che avevano bevuto nudi fra le leunzuola.
Dopo aver finito la sua, Harry aveva notato un segno rosso sulla mano della ragazza: "Ti sei scottata?" le chiese.
Lei si affrettò a nasconderlo: "Non volevo che lo vedessi, cazzo. Ora riderai di me per il resto delle nostre vite."
Lui scosse la testa, prese la mano di Ella fra le sue, e ci passò sopra le labbra delicatamente, guarendola a modo suo, proprio come aveva fatto lei quel giorno a cavallo.
Quelle di Ella erano mani così piccole che Harry pensò che le sue dovevano essere almeno il doppio.
Lo smalto vivace che metteva sempre sulle unghie lo faceva sorridere, i graffi che il gatto le aveva lasciato lo divertivano.
Non c'era niente che dicesse più di lei delle sue mani. 
Era come se tutta l'essenza di lei fosse racchiusa lì. 
In quel momento, una ventata d'aria entrò dalla finestra che avevano lasciato aperta, e lo risvegliò da quell'intenso vortice di pensieri.
Sentirono una porta che si apriva al piano di sotto, e Ella sussultò: "Devi andartene, subito!" esclamò terrorizzata, raccogliendo i vestiti del ragazzo da terra e mettendoglieli in mano.
Harry si avvolse nel lenzuolo e, dopo averle baciato la mano ancora una volta, uscì dalla finestra, arrampicandosi giù dal muro, fino a quando non fu abbastanza vicino al terreno da saltare.
Scavalcò di nuovo la staccionata ed entrò in casa sua dalla porta sul retro.
Quando pensava di essere riuscito a passare inosservato, Harry si scontrò con sua madre in cucina.
"Bentornato tesoro." disse la madre divertita: "Vedo che hai già parlato con Ella."
Lui non disse nulla, troppo imbarazzato per parlare.
"La cena è fra un'ora." disse la donna, prima di baciare il ragazzo sulla fronte e tornare ai fornelli: "Oh e Harry? Lei è perfetta per te."
Harry ripensò alle parole di sua madre.
Allora non gli aveva dato molto peso, ma ora sembravano avere un senso.
Ancora una volta, il ragazzo cercò di scacciare dalla propria mente da quei pensieri troppo pericolosi.
La amo solo quando mi sveglia.
 
In quell'istante Ella si rigirò nel letto e posò un braccio sopra al cuscino, rivelando il tatuaggio che aveva sul polso.
Harry sorrise tra sé, ritornando con la mente al giorno in cui se l'era fatto.
Era successo l'estate prima: si era fatta tatuare una piccola H.
Harry sapeva che la lettera stava per Harriet, il nome di sua sorella, ma a lui piaceva pensare che l'avesse fatto anche un po' per lui, e quella sera aveva cercato di farglielo ammettere.
"Dai, Ella. Perché non vuoi dirlo ad alta voce? L'hai fatto perché è la mia iniziale." disse Harry mentre tornavano a casa dal centro per i tatuaggi dove era andato a prenderla.
"Argh, come te lo devo dire? Mia sorella si è tatuata una E sul polso e io ho deciso di fare lo stesso con il suo nome! Sei proprio un'idiota." esclamò lei, prima di divincolarsi dalla presa che il ragazzo aveva sui suoi fianchi e mettendosi a correre.
Harry venne colto alla sprovvista dalla reazione così brusca della ragazza, ma si mise prontamente a ricorrerla: "Aspetta, El!"
La raggiunse dopo qualche minuto, e quando le bloccò la strada, si accorse che stava piangendo: "Va tutto bene?" le chiese preoccupato.
Lei non rispose, si limitò a chinarsi e a tirare su il risvolto dei suoi jeans di qualche centimentro, scoprendo un cerotto.
"Ti sei fatta due tatuaggi?" domandò lui incuriosito.
Lei alzò lo sguardo, gli occhi resi più lucidi dalle lacrime e annuì.
"E cosa dice quello?"
"C-ci sono le mie iniziali."
"E la cosa ti fa piangere?"
Lei annuì di nuovo.
"E perché?" chiese il ragazzo, siceramente interessato.
"P-perché sono intrecciate con le tue." spiegò la ragazza, alzandosi e asciugandosi le ultime lacrime.
"Oh." mormorò Harry.
"È stato stupido vero? Oh, cazzo, lo sapevo, è solo che anche se so che le nostre strade si divideranno ad un certo punto, voglio dire non ti ricordi nemmeno qual'è il mio film preferito, tu sarai sempre nel mio cuore e-"
Harry la zittì con un bacio, che la colpì di sorpresa.
"È una cosa bellissima." disse lui, accarezzandole una guancia.
"Davvero?" 
"Davvero. In effetti mi è venuta un'idea." le sussurrò nell'orecchio, e poi la costrinse a fare retromarcia, e a tornare al centro per i tatuaggi, dove si fece tatuare la stessa identica cosa, nello stesso identico punto.
Harry si passò una mano sopra al tatuaggio sulla caviglia.
Dopo quella serata, Ella gli aveva chiesto più volte se si fosse pentito di averlo fatto, ma non era così.
Adorava quel tatuaggio e adorava il fatto che lo avessero entrambi.
Per un attimo, la sensazione che sentiva da quando si era svegliato ebbe la meglio su di lui, e Harry sentì il bisogno di stringere la ragazza il più forte possibile e non lasciarla più andare, ma riuscì a controllarsi.
La amo solo quando mi sveglia.
 
"Okay, ora è davvero il caso di alzarsi." disse Ella improvvisamente e con una voce assonnata, che gli ricordò milioni di altre mattine in cui lei era stata la prima cosa che aveva visto.
La ragazza spalancò le palpebre, e lo guardò fisso con quegli enormi e bellissimi occhi verdi, e fu come venire investito da un camion.
Gli tornarono in mente tutte le volte che quegli occhi si erano riempiti di lacrime guarando un film, ascoltando una canzone, discutendo con lui o facendo mille altre cose.
Gli tornò in mente lo stupore che aveva visto in quegli occhi quella volta quando l'aveva sorpresa con una vacanza a Parigi, e lei era riuscita a sconfiggere la sua paura dell'altezza quando avevano vistitato la Tour Eiffel.
Gli tornarono in mente tutte le volte che quegli occhi gli erano mancati quando erano lontani.
Ogni particolare della ragazza gli ricordava un piccolo dettaglio su di lei, e fu in quel momento che capì.
Non l'amava solo quando lo svegliava.
Si era innamorato di lei la prima volta che lo aveva svegliato e lui aveva guardato dentro ai suoi occhi.
"Perché mi fissi in quel modo inquietante?" chiese lei, riportandolo alla realtà.
Harry si rese conto di dover essere sembrato un'idiota a fissarla così a bocca aperta come se fosse un grande pacco regalo, ma non gli importava.
"Io ti amo." disse tutto d'un fiato, sapendo che sarebbe scoppiato se non lo avesse confessato al più presto.
Lei lo guardò incredula: "Cosa hai detto?"
"Ti amo." ripeté lui, con la testa che gli cominciava a girare.
Ella non disse nulla per qualche istante, e poi, quando Harry stava iniziando a perdere le speranze, si aprì in un enorme sorriso: "Era l'ora, signor Styles." disse semplicemente.
"Vuoi dire che-"
"Certo che ti amo anche io." lo interruppe lei: "Da sempre."
Si baciarono e fu completamente diverso da ogni bacio che si erano scambiati prima.
"Shrek." disse poi lui. 
"Come?" chiese Ella confusa.
"Ricordi quel giorno, quando hai detto che non mi ricordavo nemmeno qual'era il tuo film preferito? Invece me lo ricordo: il tuo film preferito è Shrek, me lo hai fatto vedere almeno dodici volte."
Lei non disse nulla, e il ragazzo aggiunse: "Era il tuo modo di farmi capire che volevi vivere in una favola anche tu?"
"Oh, stai zitto, idiota."
Harry scosse la testa.
Certe cose non sarebbero cambiate mai, e lui non poteva esserne più felice.
Mi sono innamorato di te quando mi hai svegliato.
  
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